Quel Che Resta del Giorno – Kazuo Ishiguro

Buona domenica cari/e!

Come avete passato questa settimana? Spero bene, anzi nel migliore di modi.

Ho un avviso da darvi, parecchio importante, tenetevi pronti.

Nel blog verranno introdotte tante interessanti novità, prima di tutte ci sarà un nuovo membro che inizierà a far parte della squadra di Writhings e grazie principalmente a questo nuovo membro parleremo anche di serie tv e film in molto molto più frequente e molto più approfondito. Vi piace questa novità?

Ci sarà un grande upgrade insomma per cui io sono davvero entusiasta.

Ma sarà tutto più chiaro nei prossimi giorni/settimane, intanto concentriamoci sull’articolo di oggi perché è arrivato quel giorno in cui parliamo per bene del libro del gruppo di lettura, in questo caso di gennaio.

Iniziamo subito!

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Quel Che Resta del Giorno – Kazuo Ishiguro

Editore: Einaudi

Pagine: 271

Prezzo di Copertina (Ed. Cartacea): € 12,00

Prezzo ebook: € 7,99

Anno della Prima Pubblicazione: 1989

Link all’Acquisto: QUI

Trama

La prima settimana di libertà dell’irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l’esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo. Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, cosi tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge dì aver vissuto come un soldato nell’adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso. Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare daccapo? Da questo romanzo di Ishiguro, acclamato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e vincitore del prestigioso Booker Prize, nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.

 

Dopotutto che cosa mai c’è da guadagnare nel guardarsi continuamente alle spalle e a prendercela con noi stessi se le nostre vite non sono state proprio quelle che avremmo desiderato? La dura realtà è certamente il fatto che per quelli come voi e io, vi è ben poca scelta che porre, in definitiva, il nostro destino, nelle mani di quei grandi gentiluomini che sono al centro del mondo, i quali impiegano i nostri servizi. Che ragione c’è di preoccuparci troppo circa quello che avremmo o non avremmo potuto fare per controllare il corso che la nostra vita ha preso?

Recensione

Allora devo dire nonostante il passare dei giorni su questo libro ho ancora idee varie e sparse che cercherò di raccogliere nel migliore dei modi durante la scrittura di questa recensione.

Andiamo con ordine, iniziamo come sempre parlando dello stile di questo testo che è senza dubbio lento, non eccessivamente descritto e dispersivo a tratti.

Lento per il fatto che sopratutto all’inizio dopo aver letto trenta pagine mi sembrava di averne lette 100 senza un reale motivo, non per il fatto che succedono molti fatti perché gli eventi che accadono sono davvero ben diluiti nelle 271 pagine di questo libro ma più che altro perché il nostro personaggio principale si perde e divaga molto, concentrandosi prima su un fatto del passato e poi su un aneddoto.

Ci vogliono un tot di pagine per ingranare ma sopratutto per entrare nel ritmo giusto per la lettura di questo testo, una volta riusciti nell’impresa però ci si può godere una lettura rilassata e curiosa.

Curiosa per il fatto che dopo averci pensato ho partorito un’idea strana su questo libro, ovvero che il testo scorre lentamente ma le vicende sembrano avanzare con il ritmo più adatto e che nonostante al momento della lettura pensassi che non avrei avuto un gran ricordo in futuro di questo romanzo poi ora dopo averlo terminato mi rendo conto di non riuscire a togliermelo dalla mente.

Ishiguro ha uno stile davvero enigmatico perchè sul momento sembra di non leggere nulla di così trascendentale anche se poi con il passare delle ore e dei giorni ci si rende conto che in realtà la sua scrittura è rimasta impressa più del previsto.

E’ davvero curioso tutto ciò.

Parliamo dei personaggi e della storia, ovvero di Stevens il nostro personaggio principale e del fatto che in questo libro lui ci racconterà la sua vita.

Ovviamente non tutta la sua esistenza ma i passi salienti e ciò che lo rende un devoto maggiordomo e ci renderemo conto alla fine, un uomo che ha passato tutta la vita al servizio di un “altro”.

Stevens è un uomo non proprio nel fiore degli anni al presente del testo e in seguito ad un viaggio di sei giorni (occasione più unica che rara) verremo da lettori a conoscenza del suo passato dedicato a Lord Darlington, un gentiluomo inglese dal profilo eccellente.

Stevens ricorda i bei tempi al servizio di questo Lord con estremo orgoglio e nostalgia ma lanciando un occhiata al passato non c’è solo questa figura ma c’è anche quella di Miss Kenton, figura per cui compie in parte questo viaggio di sei giorni desideroso di un incontro.

Stevens, e questo si inizia a intuire circa a 70/80 pagine dall’inizio, è un narratore inaffidabile di cui ci si può fidare ben poco.

I suoi ricordi non sono fermi e saldi, alcuni eventi sono mischiati con altri volontariamente o meno.

Man mano che si avanza con le pagine questo fattore diventa sempre più chiaro e certo, Stevens per le emozioni contrastanti, la maggior parte delle volte represse anche per il lavoro che svolge, non ricorda in molto limpido gli eventi.

Personalmente per tutto il romanzo non sono riuscita mai del tutto a fidarmi di Stevens né come narratore né come personaggio, c’è qualcosa in lui che mi impedisce di affidarmi a questo durante la lettura.

Mentre da una parte l’estrema devozione che prova per i suoi padroni sembra comunque probabile, dall’altra in più punti raggiunge livelli che offuscano il buon senso.

Per tutto il romanzo Stevens non fa altro che interrogarsi su cosa sia la “dignità” come la intende lui in un maggiordomo e mette continuamente in questione i criteri e i doveri di un maggiordomo e quali sono quelli fondamentali, domandandosi di conseguenza se lui negli anni ha saputo innalzarsi fino a questi livelli.

Il punto su cui si basa l’intero romanzo e che rimane in modo più vivido al termine della lettura è la mentalità di Stevens che vive nella convinzione di aver raggiunto l’asticella più alta che un essere umano può raggiungere nella vita offuscato dalla estrema devozione che prova per il suo padrone e non mette mai, nemmeno una volta, in discussione ciò in cui ha sempre creduto perdendosi però di fatto una visione diversa della vita che sicuramente andrebbe ispezionata.

Ogni tanto tra l’altro Stevens mente riguardo il suo passato e questi punti mi lasciavano perplessa mi portavano a fidarmi sempre meno di lui.

Anche nei confronti di Miss Kenton e di tutti gli altri personaggi che incontrerà lui è sempre controllato, sembra essere in una specie di bolla con cui forse è cresciuto e da cui non riesce a guardare fuori.

Per quanto riguarda Miss Kenton si hanno dei sospetti sul loro rapporto, sospetti che verranno il leggerissima dose alimentati durante tutto il corso del romanzo per poi essere (sempre leggermente) confermati al termine del romanzo.

Vorrei scrivere due parole anche sul personaggio di Miss Kenton, che è forse il personaggio secondario più importante anche perché persino nei momenti in cui non c’è (o in cui non si leggono ricordi su di lei) non si può non pensare a questa donna, è un personaggio ombra sempre presente.

Anche lei è una figura molto enigmatica, una donna certamente forte e dal carattere energico e fumantino a volte.

Questo è un libro costruito senza in modo ottimo perché c’è una vera e propria escalation nella comprensione da parte del lettore di Stevens, lo stile mi è piaciuto, non poetico come quello della Woolf ma a volte portato all’essere dispersivo (e questo non è sempre un fattore negativo, in questo caso non lo è per me).

Non è stata una lettura sempre lineare e eccezionale da parte mia nel senso che mi è piaciuto questo libro ma per mio gusto personale in alcuni punti non mi ha conquistata, ci sono alcuni piccoli punti morti che distaccano il lettore dal fulcro del romanzo e lo allontanano.

Sarei curiosa di vedere il film perché mi piacerebbe guardare come un testo a tratti molto lento è stato rielaborato su pellicola.

E’ un libro che certamente si basa di più sulle emozioni che sugli eventi di per sè, ci sono eventi rilevanti, ma senza dubbio le sensazioni e le emozioni si Stevens e quelle che arrivano al lettore giocano un ruolo molto importante.

Insomma traiamo le somme, mi è piaciuta come lettura molto a penso di averlo realizzato al termine di questa, durante il libro non ero convinta, continuavo a leggere ma non capivo bene dove si volesse andare a parare.

Arrivata alla fine ho pensato “wow, che bella visione sulla vita e gli anni passati”.

Non mi era mai successo un caso così curioso, ovvero di sentire a tratti il peso della scrittura ma una volta girata pagina di sentirla così leggera e profonda, davvero uno stile interessante quello di Ishiguro ricordiamoci Premio Nobel per la Letteratura 2017.

Voto:

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Mi piacerebbe leggere di Ishiguro anche “Il Gigante Sepolto” perché mi attira molto e prima o poi penso lo farò.

Una lettura molto interessate, diversa dall’idea che mi ero fatta, più lenta e introspettiva ma una piccola grande scoperta.

E voi? Lo avete letto? Vi è piaciuto? No? Vorreste leggerlo?

 

 

 

 

LiberTiAmo di Febbraio

Buon inizio di febbraio cari/e e buon giovedì!

Come da tradizione, ogni primo giorno del mese arriva il momento di annunciare il titolo che sarà in lettura sul gruppo nel mese appena iniziato.

In questo caso l’immagine di copertina di questo articolo dovrebbe spargere alcune pulci nelle orecchie ma più avanti scoprirete interamente il titolo.

Come ogni mese su LiberTiAmo c’è stato il sondaggio (con una piccola novità questa volta) e un vincitore è spuntato all’orizzonte.

Comunque, la procedura la sapete, non divaghiamo e andiamo a scoprire il titolo di febbraio!

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Trilogia di New York – Paul Auster

Editore: Einaudi

Link all’Acquisto: QUI

 

Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa “Trilogia” sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. “Città di vetro” è la storia di uno scrittore di gialli che “accetta” l’errore del caso e fingendosi un’altra persona cerca di risolvere un mistero. “Fantasmi” narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. “La stanza chiusa” racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.

Trilogia di New York contiene tre romanzi brevi che hanno diversi elementi in comune e una lettura soddisfacente può esserci solo leggendoli tutti e tre.

Non sono semplici storie di mistero tra queste pagine, ci sono temi molto più ampi che si presentano all’improvviso e si imprimono nella mente.

Paul Auster negli ultimi mesi ha riscosso (in Italia e non solo) un modesto successo per la sua ultima pubblicazione 4321, classe 1947 questo autore nella sua carriera letteraria ha riscosso diversi premi ed è stato candidato nel 2017 per il Booker Prize.

Tempismo perfetto per questa lettura dato che il 3 febbraio è il compleanno dell’autore.

Il titolo sarà in lettura sul gruppo  dal 01/02 al 28/02, in caso di singola richiesta di una proroga provvederemo a spostare il termine di lettura.

Parteciperete alla lettura?

Personalmente ho già letto questo titolo (e tra l’altro ho già anche scritto la recensione) ma nel caso vi manchi fra le letture questa perla fidatevi di me e provate a dargli una chance e perché no insieme al gruppo a febbraio?

Ci leggiamo il 4 per la recensione de “Quel Che Resta del Giorno”!

A presto!

Elisa

LiberTiAmo di Gennaio

Ohh finalmente ci si rilegge! Allora ditemi, come sono state queste feste? Spero le migliori di sempre!

E’ arrivato il momento di tornare però, sono passati davvero alla veloce queste due settimane, quasi non sembra nemmeno di essere sparita per tutto questo tempo.

Comunque, riprendiamo alla grande perché oggi parliamo del titolo di gennaio del gruppo di lettura, LiberTiAmo, il gruppo che gestiamo io e Tiziana su Goodreads.

Allora, gennaio è già iniziato da una settimana lo so, e per tradizione questo articolo viene pubblicato il primo del mese ma in questo caso vi avevo promesso che sarei tornata la seconda settimana del mese e purtroppo sono stata molto impegnata la prima settimana quindi tutto è slittato ad oggi.

Questioni esplicative a parte andiamo subito a vedere la lettura del mese di gennaio!

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Quel Che Resta del Giorno – Kazuo Ishiguro

Editore: Einaudi

Link all’Acquisto: QUI

Trama

La prima settimana di libertà dell’irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l’esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo. Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, cosi tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge dì aver vissuto come un soldato nell’adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso. Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare daccapo?

 

Da questo romanzo di Ishiguro, acclamato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e vincitore del prestigioso Booker Prize, nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.

Quel che Resta del Giorno è il terzo romanzo di Kazuo Ishiguro, è stato il primo vero successo dell’autore giapponese naturalizzato britannico.

Nel 2017 l’autore ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura.
Fra i suoi testi più famosi Non LasciarmiGli Inconsolabili e Il Gigante Sepolto.

Il titolo sul gruppo sarà il lettura per tutto il mese di gennaio, dal 01/01 al 31/01.

Vi unirete a noi?

Vi aspettiamo, noi ci leggiamo domani gente per la recensione di “Fahrenheit 451”!

Ben ritrovati,

Elisa

LiberTiAmo di Dicembre

Buon venerdì care genti!

Sono ancora qui, devo ammettere che avevo qualche dubbio circa l’impresa de la #Xmasmaratona, invece devo dire che per ora almeno sono riuscita a non saltare nemmeno un appuntamento.

 In questo venerdì che apre un nuovo weekend, il penultimo prima del Natale sono qui per annunciare assieme a Tiziana il libro del Gruppo di Lettura per il mese di dicembre o meglio per le ultime due settimane di dicembre che restano.

Dato che volevamo concludere il 2017 con un’altra lettura abbiamo selezionato titoli piuttosto brevi da poter leggere nelle due settimane e più che vanno dal 15/12 al 31/12.

Fra i titoli proposti c’è stato un vincitore e direi di andare a scoprirlo subito!

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Fahrenheit 451 – Ray Bradbury

Editore: Mondadori

Trama

Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall’incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.

 

Ray Bradbury è stato uno scrittore americano, famoso per le sue innovazioni nel genere fantascientifico.

Autore anche di testi come “Il Popolo dell’Autunno”, “Cronache Marziane” e “Il Gioco dei Pianeti”.

Fahrenheit 451 è un romanzo di fantascienza, che rientra tra i classici del genere distopico.
Il romanzo rivolge critiche dure sopratutto alla società americana degli anni ’50 ma non solo.
Questo romanzo ha influenzato la nostra società e negli anni sono nati, prendendo inspirazione dal testo di Bardbury, fumetti, racconti, documentari e film.

Come scritto sopra il titolo sarà in lettura sul gruppo da oggi al 31/12 (compreso).

Che dire, si preannuncia una gran lettura, personalmente non vedo l’ora di iniziare perché questo libro mi attende sullo scaffale da un annetto buono, sarà ora di porre rimedio a questo ritardo!

PS: Il 19 uscirà la recensione de “Il Racconto dell’Ancella” c’è molto da dire!

A domani!

Elisa

 

Di Notte Sotto il Ponte di Pietra – Leo Perutz

Buon sabato ragazzi e buon inizio weekend!

Vi siete già ambientati in questo freddo novembre? Inizia quella fase dell’anno in cui mettere solo un piede fuori casa la sera comporta il completo congelamento del corpo, bei tempi.

Comunque, io adoro parlare del tempo ma non distraiamoci, oggi parliamo del libro del mese di ottobre del gruppo di lettura.

Il libro di cui sto parlando e appunto “Di Notte Sotto il Ponte di Pietra” di Leo Perutz, che ha vinto il sondaggio e ci ha accompagnato durante lo scorso mese.

Iniziamo subito che c’è tanto da dire!

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Di Notte Sotto il Ponte di Pietra – Leo Perutz

Editore: e/o

Pagine: 237

Prezzo di Copertina (Ed. Cartacea): € 13,60

Prezzo ebook: € 9,99

Anno della Prima Pubblicazione: 1953

Link all’Acquisto: QUI

 

Trama

Praga, fine del 16° secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, personalità misteriosa. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte; ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Lo?w, autore di sortilegi, cabbalista, creatore del Golem. Dentro questa Praga magica Perutz intreccia le sue fantastiche invenzioni narrative intorno a un perno che è l’emblematico, inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti.

 

“Creature umane” continuò a parlare l’angelo “la vostra vita è veramente povera e piena di affanni. Perché la opprimete con l’amore che vi sconvolge i sensi e rende miseri i vostri cuori?”. Il sommo rabbino con un sorriso levò gli occhi verso l’angelo, che conosceva le vie e i sentieri segreti del mondo superiore, ma a cui erano diventate estranee le vie del cuore umano. “In principio” gli disse, “i figli di Dio non si sono forse innamorati delle figlie degli uomini? Non le hanno aspettate alle fontane e alle sorgenti, non le hanno baciate col bacio della loro bocca all’ombra degli ulivi e delle querce? Non era la bella Naama, la sorella di Tubalcain, ne vedesti mai una pari a lei?”. L’angelo Asael abbassò il capo e i suoi pensieri volarono indietro nei secoli agli albori dei tempi. “Sì, era la bella Naama, sorella di Tubalcain, che forgiava bracciali e catene dorate” disse piano. “Era bella e delicata. Era bella come un giardino di primavera nell’ora in cui spunta il mattino. Sì, era bella, la figlia di Lamec e Silla”. E mentre pensava all’amata della sua lontana giovinezza, caddero dagli occhi dell’angelo due lacrime, identiche a lacrime umane.

Recensione

Iniziamo immediatamente parlando dell’autore, Leo Perutz nacque a Praga nel 1882, fu costretto ad andarsene anni dopo dalla sua amata città ma la portò sempre nel cuore non dimenticando mai il fascino e il mistero di questa.

Ha scritto diversi titoli che negli anni si stanno riscoprendo e accolgono il successo che meritano da tempo, questo autore è un contemporaneo di Kafka e di Meyrink, ha riscosso una buona fama attorno al 1928 per poi essere ingiustamente “accantonato”.

Di Notte Sotto il Ponte di Pietra è una delle opere di maggior successo di Perutz e forse anche una delle più sofferte, parla della sua amata Praga e venne scritta negli anni in cui lo scrittore non abitava più in patria quindi sotto certi aspetti fu doloroso per lui scrivere quest’opera.

E’ realizzata in modo particolare, contiene 14 racconti, il settimo è quello principale e porta il nome del titolo, ha uno stile un po’ alla “Sofia Si Veste Sempre di Nero”, in cui si capisce che sono racconti staccati fra loro ma tornano sempre gli stessi personaggi quindi non dico che si possa leggere anche a romanzo ma vi consiglio di proseguire in ordine se volete leggerlo, come appunto un romanzo.

I racconti sono ambientati nel 500/600 e fra i soggetti che spiccano maggiormente troviamo L’Imperatore Rodolfo II, Mordechai Meisl un ricco ebreo (che tra l’altro è realmente esistito), Rabbi Low il rabbino “magico”, Koppel-Bar e Jackele-Narr.

Questi sono i personaggi che spuntano di più ma personalmente sono quelli che mi sono rimasti più impressi, partiamo da quello che secondo la descrizione immagino sia quello che vi è sembrato più strano, ovvero il rabbino Rabbi Low.

C’è un pezzo stupendo che descrive quest’uomo:

“Non era Cristo, era il popolo ebraico, perseguitato e schernito per secoli, che ha manifestato il suo dolore in quell’immagine. No, non andare nel ghetto, lo cercheresti inutilmente. Gli anni, il vento, il tempo, lo hanno distrutto e non ne sono rimaste tracce. Ma va’ per le strade, dove vuoi, e quando vedi un vecchio venditore ambulante ebreo che trascina il suo fardello in casa mentre i ragazzi in strada gli corrono dietro gridando “Ebreo! Ebreo!” e gli buttano addosso pietre ed egli si ferma e li guarda con uno sguardo che non è il suo, che proviene dai suoi avi e antenati, che, come lui, hanno portato la corona di spine del disprezzo e hanno sopportato i colpi di frusta della persecuzione – se vedi questo sguardo, allora, forse, hai avrai visto qualcosa, poco, pochissimo, dell’ “ecce homo” del sommo Rabbi Low.

Rabbi Low come Mordechai Meisl fa uso, in una piccola parte, della magia. Questo è un libro che assieme alla realtà pura riesce a mischiare la pura magia, qualcosa di non possibile per gli esseri umani.

Mordechai Meisl è come vi dicevo, l’ebreo più ricco di Praga, talmente ricco da essere lui che aiuta L’Imperatore con le entrate finanziarie perché questo con i mesi è finito in disgrazia e con lui anche il regno, avendo speso molte finanze nell’acquisto di opere d’arte preziose (fatto anche questo reale).

Koppel-Bar e Jackele-Narr invece sono due poveracci essenzialmente che si guadagnano da vivere suonando a matrimoni o compleanni, mi sono rimasti impressi perchè il libro si apre con loro e perché li trovo due personaggi interessanti, purtroppo ve lo dico già ora non avranno una grande fortuna.

Questa opera ruota molto attorno all’ebraismo e alla cristianità, al disprezzo con cui hanno sempre dovuto condividere gli ebrei, argomento che torna molto nel corso del romanzo.

Ogni racconto mi ha ricordato una specie di favola per bambini (non per il linguaggio o il tema ovviamente) ma per il fatto che si conclude con una specie di morale, la maggior parte delle volte traspare il fatto che per l’autore la fortuna e la sfortuna nella vita di un individuo (che si creda in queste o meno) conti molto più di quanto sembra e sopratutto si da molto peso anche al destino al “doveva accadere, gli eventi si sono allineati perché accadesse, nulla è casuale”.

Mi è piaciuto come romanzo, la caratterizzazione dei personaggi è ottima sicuramente anche per questo mi sono rimasti impressi tutti questi personaggi, l’atmosfera cupa, magica, è piacevole e circonda tutto il libro sopratutto il primo capitolo forse.

E’ abbastanza scorrevole come testo, sulla scrittura nulla da dire, alcuni pezzi sono poesia pura, piccola letteratura diciamo.

Avrei voluto qualche descrizione in più degli ambienti ma questo era uno sfizio mio, in realtà ci sono un buon numero di descrizioni che servono a rendere nel migliore di modo l’immagine della Praga dell’epoca.

E’ un libro che parla di tutto, dalla religione, all’amore, dalla magia, all’aldilà.

Il personaggio di cui si parla di più sopratutto nella seconda parte del libro è sicuramente l’Imperatore Rodolfo II, figura interessante che affascinava l’autore a parer mio.

Mi è piaciuto l’epilogo, non vorrei svelarvi troppo ma il fatto che per tutto il libro si sia parlato di Praga, delle opere dell’ebreo Mordechai e alla fine si “passa avanti” mi ha fatta quasi emozionare (quasi).

E’ un libro che mi rimarrà impresso?

In piccola parte, come vi dicevo i personaggi assieme all’atmosfera sono il punto forte, tutto il resto non mi è rimasto in mente più di tanto.

Mi è piaciuto comunque, è stata una lettura che è servita a trasportarmi in un epoca affascinante che ho vistato con molto piacere.

Vi consiglio la lettura?

Sì, se vi piacciono i testi storici si, leggerò sicuramente altro di Perutz perché mi piacerebbe approfondire la conoscenza che con questo primo testo che ho letto scritto da lui ho iniziato ma sento che c’è ancora molto da conoscere di questo autore, Di Notte Sotto il Ponte di Pietra non è abbastanza per farsi un idea completa per me.

 

Voto:

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Sono felice di aver letto questo libro, penso che tre stelline sia una giusta valutazione per il mio voto finale.

Bene gente!

Voi lo avete letto? Sì? Vi è piaciuto? No? Vorreste farlo?

Fatemi sapere, a prestissimo!

Elisa

 

 

LiberTiAmo di Novembre

Buon mercoledì gente e buona festa d’Ognissanti a tutti!

Essendo il primo del mese, si sa nell’aria c’è profumo di nuova lettura per il gruppo, quindi come ogni inizio mese oggi parliamo del titolo che sarà in lettura, in questo caso per il mese di novembre, sul gruppo.

Il libro di novembre è un titolo che io desidero leggere da anni ormai, ho sempre rimandato perché è uno di quei titoli che mi intimidiscono, e sono felice di mettere le mie manine sulle sue pagine e leggerlo assieme al gruppo, molto felice.

Comunque, non procrastino oltre, vediamo assieme il titolo di novembre!

 

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Il Racconto dell’Ancella – Margaret Atwood

Editore: Ponte alle Grazie

Trama

In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le “ancelle”, sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioè “di Fred”, il suo padrone, sappiamo che vive nella Repubblica di Gilead, e che può allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai nomi, ma solo da figure, perché alle donne non è più permesso leggere. Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di “prima”…

 

 

Margaret Atwood è una poetessa, scrittrice, saggista e critica letteraria canadese. E’ inoltre una attivista, ambientalista e femminista molto importante del nostro tempo.
Ha scritto numerose opere e vinto numerosi premi, scrive diversi generi, dai romanzi distopici ai libri per bambini.

Nel 1987 “Il Racconto dell’Ancella” ha vinto il Premio Arthur C. Clarke ed è stato successivamente candidato ai seguenti premi: Premio NebulaPremio Prometheus e al Booker Prize.
Da questo romanzo nel 1990 è stata tratta una pellicola e nel 2017 una serie televisiva.

Il titolo sarà in lettura dal oggi al 30/, ovvero per tutto il mese di novembre ma come scritto anche su Goodreads  vi ricordiamo che il tempo di lettura è molto flessibile e si adatta a qualsiasi esigenza, basta comunicarlo e allungheremo questi tempi di due settimane, fino a metà dicembre.

Non vogliamo assolutamente mettere fretta a nessuno anzi, vogliamo che ogni libro in lettura si possa gustare e leggere con tutto il tempo necessario, quindi io e Tiziana ci raccomandiamo, se volete allungare i tempi basta solamente comunicarlo!

 

Bene gente!

Oggi sono andata davvero alla veloce, ne approfitto per augurarvi ancora una buona festa e un buon inizio di novembre, come annunciato anche su Instagram, nei prossimi giorni usciranno tanti interessanti (almeno penso) articoli che parlano di tutto a dire il vero, sopratutto di libri come sempre, ma anche di serie tv, film e trucco dato che da tempo non parliamo un pochino di questo!

Rimanete collegati, a prestissimo!

Elisa

 

 

 

Il Circo della Notte – Erin Morgenstern

Buon mercoledì gente!

Come procede la settimana? Tutto bene?

Mi stava quasi sfuggendo la recensione di oggi dato che vivo con la ferma convinzione di essere ancora a settembre, ma attenzione “quasi” infatti eccomi qui a parlare del libro che a settembre abbiamo letto sul gruppo di lettura.

Durante questo em volevo scrivere lo scorso mese sul gdl abbiamo letto assieme “Il Circo della Notte” di Erin Morgenstern, un libro che nonostante il numero di pagine abbiamo ritenuto di leggere in un solo mese un po’ per lo stile molto fruibile sia per la vicenda che è veloce da seguire, è un libro che procede spedito insomma.

Comunque, dato che ho parecchie considerazioni da fare su questo libro direi di procedere subito!

Iniziamo.

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Il Circo della Notte – Erin Morgenstern

Editore: Rizzoli

Pagine: 460

Prezzo di Copertina (Ed. Cartacea): € 12,00

Libro non disponibile in ebook

Anno di Pubblicazione: 2012

Link All’Acquisto: QUI

“La differenza fra avversario e compagno è una questione di prospettiva” [..] “Fai un passo di lato e la stessa persona può essere entrambi, o qualcosa di completamente diverso. Difficile dire quale sia il vero volto. E sono molti gli elementi che devi prendere in considerazione al di là del tuo avversario.”

Trama

Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l’insegna in bianco e nero che dice: “Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all’aurora”. È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l’umana fantasia dispiega l’infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l’albero dei desideri, il giardino di ghiaccio,.. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all’unico scopo di dimostrare una volta per tutte l’inferiorità dell’avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l’uno dall’altra: l’amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.

 

Recensione

Dunque, iniziamo con il dire che questo è il romanzo d’esordio della Morgenstern, quando si parla di romanzo d’esordio io parto sempre dall’ottica che qualche errore può esserci e per errore intendo cambi di narrazione non evidenti ma comunque fastidiosi o il trascurare alcuni personaggi per altri insomma sviste di questo tipo che in un opera prima possono esserci.

Prima di parlare della trama in sè e dei pro e dei contro direi di affrontare l’argomento “scrittura”.

Il romanzo è scritto bene, per quanto riguarda lo stile non ho particolari appunti da fare, è scritto bene e l’autrice riesce a trasportare il lettore in un mondo dolce, scrivo dolce perché alla fine pensando a questo libro mi torna in mente il profumo di caramello che aleggia all’interno del circo e se potessi abbinare un colore a questo romanzo sarebbe il bordeaux.

Per qualche motivo alla fine mi immagino questi tendoni adornati da pile di libri antichi, merletti che spuntano da ogni angolo, fogli sparsi, penne, inchiostro rovesciato, candele colanti che imbrattano la scrivania, mi immagino un ambiente così.

Avete mai visto “Il Castello Errante di Howl”? Se la risposta è no, correte immediatamente perché è la bellezza fatta a film d’animazione.

Comunque, per chi lo ha visto, avete presente la stanza di Howl che si vede in una scena del film? Stipata di oggetti in ogni angolo?

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Ecco, io l’interno dei tendoni di personaggi come Celia me lo sono immaginata così, forse più sui toni del bordeaux appunto ma più o meno così.

Vi parlo così dell’ambientazione perché l’autrice stessa da molto peso alla scena, ci racconta di questo circo, ma non solo anche si altri ambienti, con i particolari necessari per poterceli immaginare.

Tutta la scena sembra sempre imbrattata da un alone magico e surreale, quasi come se la Morgenstern volesse farci venire il dubbio sin dall’inizio che il circo e i suoi abitanti siano frutto di pura fantasia.

Lo stile dell’autrice è abile alle prese con questo universo misterioso, alle volte avrei voluto qualche piccolo dettaglio in più sulla scena ma quella era una voglia mia, la scena si poteva “vedere” molto bene con la descrizione dell’autrice.

Quindi lo stile di scrittura è senz’altro un punto a favore, non è mai noioso, sempre vispo, mai adagiato troppo su una scena insomma un libro molto scorrevole.

Parliamo della trama.

Noi incontriamo all’inizio Celia, una bambina molto sveglia che raggiunge durante uno dei suoi spettacoli un padre che non aveva mai conosciuto, questo all’inizio sembra turbato poi decide di occuparsi di Celia ma in modo particolare. La figura del padre è una delle più enigmatiche del libro secondo me, io fino all’ultimo non ho compreso del tutto il suo modo di pensare e di agire, a volte è crudele a volte è calcolatore e gentile alle volte è spietato o comprensivo insomma è di difficile interpretazione. All’età di sei anni Celia incontra un uomo in grigio di nome Alexander, amico del padre, questo le infila un anello che le imprime un marchio sul dito. Da quel momento Celia è legata a un qualcuno che per lei sarà il suo avversario. La giovane dal momento dell’incontro con il padre è stata cresciuta con vari insegnamenti di magia, il saper curare le ferite, il trasfigurare gli oggetti, è stata cresciuta sul modello del padre. L’avversario della ragazza è un giovane di nome Marco cresciuto da Alexander sotto i suoi insegnamenti, anche lui ha impresso nel dito il marchio di un anello, segno di un legame profondo. I due crescono e un giorno Sir. LeFèvre, un uomo che assume Marco come segretario, decide di fondare “Le Cirque des Rèves” assieme ad altri fondatori che verranno citati spesso nel corso del libro, Celia decide di fare un provino per entrare in questo circo e le sue pazzesche abilità lasciano tutti senza fiato, anche Marco che finalmente conosce il volto della sua avversaria.

 

La trama è interessante e nel corso della vicenda si tessono varie strategie nascoste curiose e piene di mistero, un altro punto positivo oltre alla scrittura è il fatto che l’autrice è molto brava ad incastrare tutte queste strategie e piccoli piani nascosti, ogni cosa torna alla fine del libro.

Nonostante sia scorrevole come libro alcune parti non le ho trovate vitali alla risoluzione e allo svolgimento del testo, in alcuni punti sempre mantenendo uno stile veloce che non si sofferma più di tanto l’autrice cade in scene già viste che andando avanti risultano leggermente noiose.

Come vi dicevo all’inizio essendo un opera prima posso capire qualche errore (come lo interpreto io) ma da metà in poi ho notato un forte cambiamento negli eventi, dall’inizio alla metà il protagonista indiscusso è il circo con le sue sfumature e le sue atmosfere magiche mentre dalla metà alla fine il romanzo pende parecchio dal lato amoroso, la vicenda infatti si colora di rosa in maniera evidente.

Ora, non che io sia contro le storie d’amore però, fino a metà mi hai raccontato il circo, la magia, l’abilità dei circensi, poi butti la vicenda sotto la prospettiva amorosa facendo crescere una storia d’amore fra due ragazzi che prima non si erano neanche mai parlati?

Questo cambio non mi ha convinta, capisco la necessità di impostare scenari diversi per non annoiare ma far nascere questo amore “più forte della morte” da un momento all’altro non mi è piaciuto, perché questi due sono uniti dalla sfida ma vi ripeto che loro due non si sono mai parlati se non qualche battuta di cortesia, lei a malapena si ricorda di lui quindi questo amore sfegatato non so come possa esserci.

Va bene, ci sono amori che sbocciano senza per forza parlarsi ogni giorno ma in questo caso lei fino a metà romanzo non ci pensa nemmeno a lui.

Parliamo del finale, punto delicato per me.

Il finale me lo aspettavo proprio così, non mi ha per niente stupita, c’è un personaggio che non mi aspettavo avesse un ruolo chiave ma a parte lui il resto non è nulla di nuovo per quanto mi riguarda.

In tutti i casi non è un finale malvagio solo che si prevede da metà libro in poi quindi alla fine mi ha lasciata con una sensazione dolce-amara, anche ora ripensando a questo libro non mi sento soddisfatta del tutto e fra qualche mese mi ricorderò ben poco perché già ora fatico a ricordarmi alcuni eventi.

Secondo me l’autrice non voleva scrivere un finale negativo ma nemmeno uno positivo quindi ha fatto un mischione e quello che ne è uscito è questo, gli eventi finali sono confusi, non si capisce del tutto che fine hanno fatto tutti i personaggi, insomma speravo si chiudesse in modo diverso la vicenda, in modo più chiaro.

Così è come se mi fosse rimasto un punto di domanda.

Il dubbio poi che regna sovrano alla fine è “allora è tutto un sogno o no?”, perché l’autrice sembra non decidersi, a volte vuole farci credere che è reale a volte no.

Per tutto il libro leggiamo di trucchi d’illusionismo, tendoni costruiti per realizzare il desiderio di uno per l’altra, gemelli simpatici che leggono nelle stelle e nelle persone, energie magiche, sfide a cui è impossibile sottrarsi, tarocchi nascosti, per poi lasciare dubbi enormi sul finale.

Comunque il libro in fin dei conti non è uno dei peggiori che abbia mai letto, ma nemmeno uno dei migliori, se devo consigliarvelo lo faccio per le atmosfere che valgono parecchio, sono ben costruite, molto vivide, ben realizzate e scritte, i caratteri dei personaggi perché ad alcuni mi sono affezionata molto, sono ben tratteggiati non sono dei soldatini tutti uguali hanno una propria personalità e per le vicende esterne alla storia d’amore che sono interessanti da seguire.

Non ho disprezzato la storia d’amore, mi piacciono queste storie ma a tratti l’ho trovata poco motivata un po’ buttata lì, so che Celia e Marco sono legati da un legame che non si può sciogliere ma da un capitolo all’altro inizio a leggere di amore profondo senza che prima se ne sia veramente scritto?

Non mi sembra una gran base.

Questa era la mia modesta opinione su “Il Circo della Notte”, speravo mi avrebbe lasciato di più.

 

Voto:

Progetto senza titolo

Tre stelle penso sia una valido voto, è un libro che mi è piaciuto a tratti e mi ha delusa invece sotto altri punti di vista.

Bene!

Voi che ne pensate? L’avete mai letto? Sì? Vi piaciuto? No? Vorreste farlo?

Ditemi che sono curiosa, a prestissimo!

 

Elisa

 

 

 

 

 

 

LiberTiAmo di Ottobre

Buona domenica e buon ottobre people!

Essendo il primo del mese torna un appuntamento fisso che ogni mese non vedo l’ora di scrivere perché nuovo mese, nuova lettura!

Come avrete capito dal giorno e dal titolo oggi sono qui per fare un brevissimo annuncio che riguarda il gruppo di lettura che io e Tiziana gestiamo assieme.

L’ultimo avviso che avevo scritto (per annunciare il titolo) risale a luglio gente, ah ormai le giornate sono cambiate, il tempo è cambiato, tutto si è fatto più uggioso e grigio ma non mi dispiace tutto ciò quindi attendo a braccia aperte l’inverno e gironzolo felice in queste giornate autunnali.

Comunque non perdiamoci in chiacchiere, avremo tempo per parlare dell’inverno anche perché annuncio già ora questa cosa, a dicembre torneranno gli appuntamenti diurni ovvero ogni giorno dal 01/12 al 25/12 quindi fino a Natale, pubblicherò un articolo qui sul blog.

Mi sono divertita molto l’anno scorso e già ora sto pensando a come impostare tutti gli articoli, all’uscita di ognuno, insomma mancano due mesi ma sono esaltata già ora.

Ma diamo una copertina al titolo di ottobre, il momento è giunto!

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Di Notte Sotto il Ponte di Pietra – Leo Perutz

Editore: Edizioni E/O

Trama

Praga, fine del XVI secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, collezionista, mecenate delle arti e delle scienze, uomo eccentrico e misterioso. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama una donna di nome Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte, ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Löw, autore di sortilegi, cabalista e artefice del Golem. Dentro questa Praga magica e perduta Leo Perutz intreccia le sue invenzioni narrative, fantastiche e poetiche, intorno a un perno che è l’inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti.

 

Leo Perutz è stato uno dei più grandi scrittori e drammaturghi della sua generazione. Perutz è l’autore di titoli come “Tempo di Spettri” “Dalle Nove alle Nove” e “Il Cavaliere Svedese”.

Di Notte Sotto il Ponte di Pietra è stato ripubblicato lo scorso 2 febbraio dalla casa editrice E/O.

Leo Perutz E’ nato a Praga da una famiglia ebreo-tedesca, la sua fama e la sua incredibile capacità di narrazione per anni sono state offuscate da nomi quali Kafka, Werfel, appartenenti alla stessa fascia sociale.

Di Notte Sotto il Ponte di Pietra narra le atmosfere mistiche e misteriose di una Praga per cui l’autore provava un forte attaccamento e non solo.

La lettura inizia ufficialmente oggi e termina il 31/10, quindi leggeremo questo titolo per tutto il mese di ottobre.

Bene gente, il 4 ovvero mercoledì arriva la recensione de “Il Circo della Notte” quindi rimanete connessi!

A presto!

Elisa

 

 

 

Exit West – Mohsin Hamid

Buon venerdì care genti, buon inizio weekend e ben ritrovati qui sul blog!

Anche voi vi sentite intrappolati nella feroce morsa della calura? E io che mi lamentavo a giugno, pfft quelle erano bazzecole in confronto alla mega bolla che c’è ora.

Finalmente ritorno con una recensione, è passato un bel po’ di tempo dall’ultima, talmente tanto che ho dovuto fare una capatina a ricontrollare come imposto di solito questo genere di articolo perché la mia mente se lo ricordava a malapena.

Prima di iniziare, come vi avevo detto nello scorso articolo, il blog andrà in vacanza prossimamente ma non prima di aver pubblicato ancora due articoli che devo condividere con voi ma quando sarà il momento non esiterò ad avvisarvi!

Infatti tutte le relative informazioni rispetto al periodo di “”vacanza” e all’improvviso rallentamento degli articoli le troverete in un articolo futuro.

Oggi però parliamo di altro, nel mese di luglio infatti sul gruppo abbiamo letto Exit West di Mohsin Hamid e non vedo l’ora di parlarvi di questo breve libro.

Iniziamo!

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Exit West – Mohsin Hamid

Editore: Einaudi

Pagine: 152

Prezzo di Copertina (Ed. Cartacea): € 17,50

Prezzo ebook: € 9,99

Anno di Pubblicazione: 2017

Link all’Acquisto: QUI

“[…] E quel che non aveva detto era che lui era arrivato a quel momento nella vita in cui un genitore sa che, nel caso di un’ inondazione, farebbe meglio a lasciar andare il figlio, al contrario di quel che gli diceva l’istinto quand’era più giovane, perché trattenendolo non lo proteggerebbe, ma lo tirerebbe giù, rischiando di farlo affogare, perché ormai il figlio è più forte del genitore, e le circostanze sono tali da rendere necessario l’impiego di tutta la forza possibile, e solo per breve tempo l’arco della vita di un figlio sembra combaciare con quello della vita di un genitore […]”

 

Trama

«In una città traboccante di rifugiati ma ancora perlopiú in pace, o almeno non del tutto in guerra, un giovane uomo incontrò una giovane donna in un’aula scolastica e non le parlò». Saeed è timido e un po’ goffo con le ragazze: così, per quanto sia attratto dalla sensuale e indipendente Nadia, ci metterà qualche giorno per trovare il coraggio di rivolgerle la parola. Ma la guerra che sta distruggendo la loro città, strada dopo strada, vita dopo vita, accelera il loro cauto avvicinarsi e, all’infiammarsi degli scontri, Nadia e Saeed si scopriranno innamorati. Quando tra posti di blocco, rastrellamenti, lanci di mortai, sparatorie, la morte appare l’unico orizzonte possibile, inizia a girare una strana voce: esistono delle porte misteriose che se attraversate, pagando e a rischio della vita, trasportano istantaneamente da un’altra parte. Inizia così il viaggio di Nadia e Saeed, il loro tentativo di sopravvivere in un mondo che li vuole morti, di restare umani in un tempo che li vuole ridurre a problema da risolvere, di restare uniti quando ogni cosa viene strappata via.

Recensione

Dunque, inizio con il dire che subito dopo averlo visto per la prima volta ho iniziato a nutrire un forte interesse nei confronti di questo libro e sono felice di averlo letto, so con tutta sicurezza che l’avrei letto comunque anche nel caso non avesse vinto il sondaggio del gruppo.

Iniziamo parlando dello stile con cui è scritto il libro perché è particolare e potrebbe piacere o no, dipende dalle vostre preferenze.

Questo secondo me non è un libro che può piacere indistintamente a tutti, sopratutto per lo stile che è piuttosto profetico e drammatico, i fatti vengono annunciati a sorpresa con un meccanismo che assomiglia a quello di una favola.

A me comunque è piaciuto, nonostante sia uno stile molto malinconico e nostalgico che per la maggior parte delle pagine mi ha comunicato un grande senso di tristezza.

Tutto il libro è pervaso da queste sensazioni, un po’ per gli ambienti e le situazioni che descrive e un po’ appunto per lo stile che aumenta questo groppo in gola.

I personaggi Nadia e Saeed sono tratteggiati bene, non direi troppo nel profondo ma comunque per tutto il libro l’autore fa un grande lavoro sull’analisi dei pensieri e delle emozioni di questi quindi alla fine il lettore conosce i tratti più radicati dei loro caratteri, il coraggio di Nadia e la fedeltà di Saeed sono i tratti che più si distinguono.

Personalmente mi sono piaciuti entrambi come personaggi forse quello verso cui provo più affetto è Saeed ma senza dubbio conservo un buon ricordo anche di Nadia.

Si potrebbe parlare così tanto di questo libro, per i temi che tratta, così attuali e proiettati con una luce così umana e comprensiva.

Ci sono diverse scene molto forti all’interno di questo libro ma una in particolare mi è rimasta impressa, circa a metà libro, mi sembra pagina 57 l’autore descrive come il padre di Saeed stia osservando una scena mostruosa ovvero due ragazzi che giocano con la testa di un uomo.

Mi ha scossa questa immagine ma non è l’unica perché grazie sempre a questa narrazione fatta di scosse continue l’autore riesce sempre a prenderti di sorpresa con rivelazioni o scene forti e difficili da digerire.

Siamo sulla scena di una guerra descritta allo stesso tempo con minuziosa freddezza e calda umanità, si racconta il lato umano degli avvenimenti, le emozioni delle persone, la loro nuova normalità che muta man mano che la guerra avanza e distrugge tutto ciò che incontra.

Nadia e Saeed fuggono attraverso queste porte magiche, che sono un elemento fantascientifico che non viene spiegato quindi bisogna sospendere in senso di realtà, io personalmente non sono un amante dei fatti “magici” non spiegati scientificamente ma per exit west io il bisogno di una spiegazione scientifica non l’ho sentito, sono venuta a conoscenza di questo elemento e ci ho creduto.

Le porte che appaiono casualmente nel mondo sono una metafora più estesa di una tecnologia odierna che collega persone lontane tra loro.

Ho apprezzato molto il rispetto che l’autore utilizza, nei confronti di entrambe le popolazioni ovvero gli emigranti e il popolo nativo del luogo che si ritrova ad ospitare queste persone, Hamid entra nel pensiero di entrambi e comprende questi pensieri.

Passa di voce in voce, da un rifugiato di guerra ad un nativo preoccupato, da un anziano di Palo Alto a una domestica affaticata dal peso della vita e dei doveri.

Questo passare da una mentalità all’altra e saper cogliere l’essenza di ognuna è formidabile secondo me.

Exit West viene chiamato romanzo politico ma è molto più di questo, è un romanzo che dona umanità a tutti e approfondisce ragionamenti e modi di vedere il mondo magari lontani dai nostri.

Tra l’altro giorno ho letto un articolo di rivista studio in cui si intervista anche l’autore, (che vi lascio qui) e in cui il giornalista incaricato di scrivere appunto questo articolo definisce Exit West “necessario” come libro e sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, necessario per comprendere l’emigrazione sotto il suo aspetto più umano.

Oltre al tema dell’immigrazione verso la fine sorge spontaneo anche interrogarsi sulla natura del rapporto amoroso tra Nadia e Saeed (ovviamente non farò spoiler ma sappiate che mi prudono le dita dalla voglia di rivelare tutto), non solo sul loro in particolare ma sull’amore come termine esteso ad ogni essere umano.

Può l’amore resistere ad eventi così duri da accettare? Può conservare il rispetto e la devozione degli inizi? Ma sopratutto, cos’è affetto e cos’è amore?

Si segue la successione di eventi che accadono a questi due giovani con ansia e trasporto, una specie di preoccupazione famigliare come se i protagonisti fossero nostri amici o parenti, lo spostarsi da un luogo all’altro sempre in preda all’instabilità e alla tensione in un moto apparentemente senza fine fa trattenere il respiro e divorare le pagine.

Exit West è stato difficile in alcuni momenti perché il peso di quello che accade nelle vite di due giovani cresciuti in un paese momentaneamente senza futuro, costretti ad abbandonarlo ed essere strappati dagli affetti, dai ricordi da tutto ciò che sono è un peso che ti schiaccia.

Ma per quanto sia difficile non posso non consigliarlo assolutamente a tutti, la malinconia che permea tutto è affascinante e arrivata alla fine del libro ho sentito questo nodo di tristezza sciogliersi come una tempesta che è appena passata.

“Continuare per sempre a fuggire va oltre le capacità della maggior parte delle persone: a un certo punto anche un animale braccato si ferma, esausto, e attende il proprio fato, anche solo per un istante.”

Voto:

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Ottimo libro, una grande scoperta e una appassionata storia da portare con se come una favola.

Bene gente!!

E voi? Avete letto Exit West? Sì? Vi è piaciuto? Ditemi, ditemi!

Ci leggiamo prestissimo people!

Elisa

 

Breve Avviso Estivo – LiberTiAmo

Buonasera people e visto che è già venerdì sera, buon weekend!

Stasera sono qui per fare un piccolo annuncio, come avrete capito dal titolo questo avviso riguarda solo il gruppo di lettura e non il blog.

Chi di voi segue già il nostro gruppo sarà già a conoscenza di questo piccolo avviso, nulla di preoccupante non temete, visto che però sia io che Tiziana abbiamo sempre condiviso nei nostri rispettivi blog le “news” riguardanti il gruppo, abbiamo deciso di farlo anche questa volta.

Sarà tutto molto breve, vi prometto che non vi accorgerete nemmeno di aver letto questo articolo per quanto sarà veloce, il che non sono sicura sia una buona cosa…

Come abbiamo scritto su LiberTiAmo, con l’avvento di agosto abbiamo deciso di far andare in vacanza anche il gruppo infatti per il prossimo mese non ci saranno nuove letture.

La normale attività del blog riprenderà a settembre con la nuova lettura che come sempre verrà scelta attraverso un sondaggio, questo sondaggio verrà annunciato a metà agosto e la procedura sarà sempre la stessa.

Quindi l’attività del blog è sospesa ma non del tutto, abbiamo deciso di non leggere nuovi titoli ad agosto perché abbiamo immaginato che con l’avvento delle vacanze molti vorranno leggere titoli propri magari lasciati in sospeso per la mancanza di tempo negli scorsi mesi o magari ognuno ha una propria tbr estiva che spera di rispettare (come la sottoscritta ma ne parleremo meglio più avanti *spoiler*).

Ovviamente il gruppo rimane attivo, quindi invito tutti quelli che non si sono iscritti ad iscriversi e se chiunque vuole discutere di un libro letto ad agosto o parlare della lettura attuale di luglio può farlo senza problemi, anzi sarà un piacere!

L’unica cosa che cambia ad agosto è il fatto che non leggeremo nuovi titoli, ma a metà mese ci sarà un sondaggio quindi mi raccomando non perdetevelo abbiamo bisogno della vostra opinione!

Bene, questo era tutto, visto?

La brevità fatta a persona (sono ironica).

Come vi ho scritto all’inizio questo avviso riguarda solo il gruppo, qui sul blog sarò ancora attiva con qualche articolo nonostante nelle prossime settimane (penso verso metà agosto) mi ritirerò anche io ma quando succederà vi avviserò sulla data di ritorno e tutto quanto, non temete people!

Ancora buon weekend o buon inizio vacanze!

A prestissimo!

Elisa