CitaTime

Era un solitario fantasma che proclamava una verità che nessuno avrebbe mai udita. Ma per tutto il tempo impiegato a proclamarla, in un qualche misterioso modo la continuità non sarebbe stata interrotta. Non era col farsi udire, ma col resistere alla stupidità che si sarebbe potuto portare innanzi la propria eredità d’uomo.

Tutti i documenti sono stati distrutti o falsificati, tutti i libri riscritti, tutti i quadri dipinti da capo, tutte le statue, le strade e gli edifici cambiati di nome, tutte le date alterate, e questo processo è ancora in corso, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. La storia si è fermata. Non esiste altro che un eterno presente nel quale il Partito ha sempre ragione.

George Orwell

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#sonoindipendente – La Landa delle Strane Idee – Valeria Franco

Ehilà gente!

Oggi sono tornata con una nuova recensione che, come vedete ha la dicitura #sonoindipendente, quindi parleremo di un titolo pubblicato da una casa editrice indipendente o auto-pubblicato dall’autore/autrice.

In questo caso il libro “La Landa delle Strane Idee” è un’auto-pubblicazione.

Ho conosciuto personalmente l’autrice, il che è sempre positivo perché se dovessi avere dei dubbi a fine lettura riguardo un punto del testo posso sempre chiedere spiegazioni.

Valeria è una giovane ragazza dalla cui creatività è nata questa raccolta di racconti sul genere noir e non solo.

Comunque, ho tanto da scrivere su questo libro quindi andiamo subito a parlarne meglio assieme!

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La Landa delle Strane Idee – Valeria Franco

Casa Editrice: Self Publishing/Auto-Pubblicato

Tipologia: Raccolta di Racconti

Pagine: 109

Prezzo di Copertina (Ed. Cartacea): €11,50

Prezzo ebook: €4,99

Anno di Pubblicazione: 2017

Link all’Acquisto: QUI*

 

Trama

Quando i più oscuri pensieri della quotidiana cronaca nera si sposano con il puro candore delle bianche pagine, dalla loro unione nasce un figlio, la trama. Essa è nera come l’animo del padre, l’orrore, ma innocua come la consistenza della madre, la carta. Se la trama è davvero la figlia dell’orrore e della carta, questo semplice libro, come molti altri prima di esso, ne è solamente una conseguenza.

In molti hanno fantasticato su come potesse essere l’Aldilà. Purgatori, reincarnazioni, e penitenze divine sono tutte frottole; per quanto ne sappiamo noi Dio non è più manifesto di qua di quanto non lo fosse stato di là.

Recensione

Il libro contiene 6 racconti in totale, se escludiamo un breve “manuale d’istruzioni” all’inizio.

Di questi sei racconti alcuni sono più lunghi rispetto ad altri, iniziamo con il botto parlando del mio racconto preferito dell’intera raccolta che è proprio il più lungo ovvero “Il Lato Mortale”.

La citazione in alto è tratta proprio da queste pagine, è il mio preferito perché forse grazie anche alla lunghezza mi ha permesso di immergermi a pieno nelle atmosfere e nei temi trattati al’interno.

Parliamo di morte, immortalità, segreti il tutto ambientato tra una cittadina con le sue viuzze, la chiesa con gli affreschi e a Pozzo Dell’Anima, l’Aldilà quindi.

Mi sono immaginata quelle scene pesanti dove c’è quasi sempre la pioggia che esalta le emozioni negative dei personaggi, che sembra schiacciare a terra tutta la vicenda.

Si parla principalmente di uno scopo, un obbiettivo che ha fatto soffrire molte persone, gente che non smette di sentirsi in colpa per ciò che ha fatto e ho adorato il finale perché sembra dire “anche se tutti hanno fatto l’impossibile, le azioni più violente, vigliacche e orrende per questo obbiettivo alla fine ciò che hanno ottenuto non sembra così meritevole per queste azioni”, voglio dire lo scopo è immenso ma leggendo da fuori sembra poco per ciò che hanno sacrificato, i personaggi sembrano intrappolati e una vita in trappola che cos’è se non un inferno vivente?

E’ un racconto che mette davanti agli occhi del lettore una miriade di emozioni umane, il senso di colpa e la vendetta sono due di queste e giocano un ruolo fondamentale ai fini della vicenda.

Torna spesso il tema della pazzia nel libro, è un punto cardine del testo oserei dire, anzi il libro si apre con questo manuale che è incentrato proprio sulla pazzia (ha anche altri messaggi).

La pazzia si ripresenta in “Michele”, il penultimo racconto della raccolta, mi è piaciuto parecchio anche questo, in cui una ragazza è convinta di avere un “rapporto” molto inquietante e ambiguo con un ragazzo di nome Michele, ma questo giovane uomo è reale? E’ stato lui il responsabile di alcuni atti agghiaccianti accaduti all’interno del testo? Sì o no?

Prima di questo racconto c’è “La Piccola Società di Lavoratori”, testo piuttosto breve che mi ha stupita dall’inizio alla fine, perché inizialmente non capivo ciò che accadeva all’interno e perché capitasse questo, poi c’è stato un crescendo di pagina in pagina che porta ad un finale meraviglioso che racchiude un significato immenso in cui molti si potranno riconoscere, io di sicuro.

C’è poi l’ultimo racconto che è uno dei più lunghi assieme a quello citato prima che è “Un Eroe lo si Riconosce dal Cappello”, il racconto più simpatico di tutta la raccolta che comunque ha sempre dei tratti che sfociano nel noir, nel drammatico, queste pagine invece spezzano quest’atmosfera.

E’ una parodia degli eroi ed un ragionamento estremamente valido sul bene e il male.

Ultimi due racconti sono “Nata per Non Vivere” e “Mondo Ufficio”.

Prima di arrivare a “La Piccola Società di Lavoratori”, “Mondo Ufficio” era quello che mi aveva sorpresa di più perché è un racconto con dei protagonisti molto particolari che offre uno scorcio su un tema importante ovvero il Libero Arbitrio e il rapporto tra la Natura e l’Uomo.

“Il Libero Arbitrio concede ad un uomo la possibilità e la voglia di camminare, ma se in un incidente perde una gamba quanto valore ha il suo diritto di camminare di fronte all’evidenza di non avere più un arto?”

Ultimo racconto di cui dobbiamo parlare è “Nata per non Vivere”, molto breve, due paginette scarse ma d’impatto anche questo perché sospende un po’ i ponti con la realtà e mette in dubbio questa, un esperimento che offre degli spunti di riflessione.

Ora che vi ho parlato di ogni racconto voglio parlare dello stile dell’autrice.

Mi è piaciuto da morire, è uno stile sentito, profondo che sembra scavare nel cuore delle situazioni (sopratutto quelle più drammatiche), è scorrevole, piacevole, ogni volta non vedevo l’ora di riprendere il libro per scoprire ciò che all’inizio non era stato detto.

Un altro punto a favore è la sorpresa, alcuni epiloghi non li avrei potuti mai immaginare, mi ha impressionata il fatto di saper tenere il lettore allo scuro per poi farlo arrivare molto lentamente al finale per poi ancora sbatterglielo in faccia.

E’ uno stile che a volte sale di qualche tacchetta, è scorrevole come dicevo ma diventa in alcuni momenti più ricco di terminologie e lo fa in momenti precisi, quelli più drammatici.

Non ho critiche da smuovere a questo testo, nemmeno una, dopo aver letto il libro (e durante la lettura anche) pensavo “mi piace tutto di questo libro”,  lo stile è ottimo, la caratterizzazione dei personaggi anche, la atmosfere ci sono, i messaggi contenuti all’interno molto importanti, ci sono sempre in ogni racconto… Cosa manca? Niente.

I messaggi, torniamo un attimo su questo punto, contenuti all’interno compaiono quando meno te lo aspetti, sembra una scena tranquilla ma spunta un tema a cui non avevi pensato che però si va a collegare perfettamente con la vicenda.

Questo libro penso punti la lente di ingrandimento, oltre che a questioni immense come il Libero Arbitrio, sulle emozioni umane, tutto ciò che ci caratterizza come essere viventi di solo dal lato negativo della questione.

“Non mi ricordavo gli occhi che sembravano essere tanto abituati al pianto da soffrire la mancanza delle lacrime.”

Insomma, mi è piaciuto moltissimo come libro e ripensando alla scorsa raccolta di racconti che ho letto “La Boutique del Mistero di Buzzati” qui so che i racconti mi rimarranno impressi per molto tempo e anche i ragionamenti che portano a fare.

Voto:

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Sono le mie prime 5 stelline del 2019, speriamo le prime di molte, con questo libro il 2019 è partito alla grande.

E’ uno di quei rari casi, rarissimi, in cui non ho nulla di negativo da dire, o di poco convinto, niente.

Bene!

E voi? Vi piace il genere noir? E le raccolte di racconti? Fatemi sapere!

Elisa

 

 

 

 

La Boutique del Mistero – Dino Buzzati

Buona Epifania ragazzi/e e finalmente ben tornati/e sul blog!

Ahhh che gioia essere tornata, le feste sono finite, o meglio finiscono oggi, ed è ora di ripartire con quinta anche.

Come sono state queste feste? Vi siete divertiti/e? Vi siete riposati/e? Spero davvero di sì!

Con il ritorno alla normalità come avrete notato la grafica del blog si allontanata dal Natale, ogni anno dopo la fine delle feste natalizie ci tengo a tornare con una nuova grafica perché dato che andiamo incontro ad un anno nuovo è giusto un po’ di rinnovamento!

Comunque iniziamo questo nuovo anno con una recensione, nello specifico la recensione de “La Boutique del Mistero” di Dino Buzzati, libro in lettura nel mese di dicembre sul gdl LiberTiAmo.

Ripartiamo people!

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La Boutique del Mistero – Dino Buzzati

Casa Editrice: Mondadori

Genere: Raccolta di Racconti

Pagine: 208

Prezzo di Copertina: € 12,00

Prezzo ebook: € 7,99

Anno di Pubblicazione: 1968

Link all’Acquisto: QUI

 

Trama

Trentuno racconti, scelti e ordinati da Dino Buzzati «nella speranza di far conoscere il meglio di quanto ho scritto», compongono questa raccolta. Racconti (celeberrimi “Il colombre”, “I sette messaggeri”, “Sette piani”, “Il mantello”) in cui allegorie inquietanti, spunti surreali, invenzioni fantastiche coesistono con dati di cronaca, o presunti tali, che sembrano rimandare a possibili realtà metafisiche. Il racconto è infatti per Buzzati un momento di indagine profonda ed emozionante in un’atmosfera magica: poche volte, nella letteratura italiana, uno scrittore ha esplorato così a fondo il mistero che circonda l’uomo, le debolezze e i paradossi che lo caratterizzano, la sua solitudine, le sue esperienze.

“Io uomo fatto, lui appena adolescente.
Ma una sera all’improvviso, in solitudine all’insaputa della intera umanità, con una matita in mano, egli scrisse alcune righe, e subito cominciò a staccarsi da terra.
Volava un po’ sghembo, librandosi simile a falco giovanetto sopra le case e gli alberi, entrava e usciva dalle grandi nuvole bianche del cielo, si sentiva a casa sua lassù; macché ali, un mozzicone di lapis copiativo fra le dita gli bastava.”

Recensione

Questo è stato il mio primo Buzzati completo, dato che mesi fa ho iniziato “Il Deserto dei Tartari” senza portarlo a termine e anni fa “Un Amore” senza portarlo a termine.

Non per motivi particolari, nel primo caso dopo averlo iniziato stavo anche adorando la lettura ma sono subentrati altri libri e questo è finito sotto alla pila, mentre nel secondo caso ricordo di non aver avuto molto entusiasmo.

Ma parliamo della Boutique del Mistero, è una raccolta di racconti, parecchi racconti, trentuno nello specifico, la maggior parte sono piuttosto brevi massimo 4/5 pagine ma ci sono alcune eccezioni.

Dato che non è un romanzo o racconto lungo ad essere sincera fatico a dirvi qualcosa di specifico dato che non posso fare spoiler e in questo libro ci sono 31 situazioni diverse, ma ci sono alcuni punti in comune, ogni racconto ha lo scopo di “insegnare” o suggerire un qualcosa, una lezione, un risvolto a certi atteggiamenti o situazioni.

In alcuni racconti anche, verso la fine del libro, compare anche Buzzati stesso che si inserisce in qualche avventura.

Il problema principale con i racconti è il tralasciarne alcuni che alla fine non ti hanno lasciato niente, è come se davanti agli occhi ti passassero 31 immagini di panorami diversi e dopo averli visti tutti solo alcuni ti rendi conto di averli ancora in giro per la mente.

Quindi su 208 pagine solo alcune mi hanno lasciato qualcosa, in particolare l’ultimo racconto mi è piaciuto particolarmente, Buzzati scrive della morte della madre in termini e in ragionamenti commoventi e sentiti, questo ve lo dico dai anche se è un mini spoiler, il racconto si intitola “I Due Autisti” perché Buzzati pensa a il fulcro del discorso fra i due autisti che stanno trasportando la defunta madre, e riflette sull’egoismo dei figli e il bisogno della donna in vita della vicinanza negata da questo.

E’ molto commovente e un finale perfetto per questa raccolta.

 “Io invece no. Io andavo in giro per Milano ridendo e scherzando con gli amici, idiota, delinquente che ero, mentre il costrutto della mia stessa vita, l’unico mio vero sostegno, l’unica creatura capace di comprendermi e di amarmi, l’unico cuore capace di sanguinare per me (e non ne avrei trovati altri mai, fossi campato anche trecento anni) stava morendo.”

Altro racconto che mi è piaciuto, forse il più citato del libro è “Inviti Superflui”, qui l’autore pensa ad una donna e alla diversità che li separa oltre che alle possibili scene che potrebbero vivere assieme se fossero ancora assieme e se questa forse fosse diversa.

E’ un testo poetico, romantico e capisco perché è il più citato.

Infine, ve ne cito tre perché alla fine sono quelli che mi sono rimasti più impressi, altro racconto che mi gironzola ancora per la testa è “Il Cane che ha Visto Dio”, uno dei racconti più lunghi dell’opera.

Si dividono in due categorie i racconti di questo libro, quelli che vogliono lasciare al lettore un messaggio, una lezione diciamo e quelli che invece vogliono solo parlare di un pensiero, di uno stato d’animo dell’autore, camuffati questi ultimi sotto personaggi o scene che non vanno dritte al punto.

C’è anche qualche atmosfera gialla/inquietante come nel racconto “I Topi”, che nonostante sia piuttosto breve riesce ad iniettare nel lettore una certa ansia.

Questo è un elemento anche che mi fa capire quanto un autore di racconti sia bravo nello scrivere, perché in uno scritto di poche pagine riesce a costruire una tensione tangibile come se prima ci fossero altre 200 pagine che ti hanno portato a quel punto.

Insomma Buzzati scrive bene, non c’è niente da fare, lo stile è medio direi, non troppo semplice nè troppo articolato, godibile, veloce con qualche descrizione che aiuta ad immaginare lo scenario senza appesantire la lettura.

Lo stile è ottimo anche perché ti spinge a continuare la lettura, di racconto in racconto fino alla fine.

Alcuni racconti hanno un ingrediente magico, si parla di religione, truffa, umiltà, perdita, ipocrisia e molti altri temi.

Mi ha stupito la critica dell’autore che si ripete diverse volte nei confronti delle classi più abbienti, il signori del tempo che guardavano con disprezzo i poveri, Buzzati li critica aspramente in un modo a volte più marcato e a volte più sottile.

La critica sociale è sentita dall’autore e si ripresenta in diversi racconti.

E’ un testo che consiglierei a chi ama i racconti, la volatilità di questi, la critica sociale e la riflessione su temi degni di analisi senza mai sfociare in un qualcosa di troppo diretto.

Tuttavia a parte questi racconti citati prima non mi è rimasto molto di questo libro, alcune trovate mi sono piaciute, la simbologia è affascinante ma di 208 me ne ricordo una ventina.

Il resto è stato piacevole certo ma questo non toglie il fatto che non credo ripenserò un granché a questo libro nei prossimi mesi.

Voglio però leggere di sicuro altro di Buzzati, perché mi ha incantata con il suo stile e vorrei proseguire con “Il Deserto dei Tartari” che mi stava piacendo da impazzire.

Voto:

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Credo che tre stelline sia una valutazione più che giusta per me, è comunque un libro che consiglierei anche perché ci sono alcune perle degne di essere lette almeno una volta all’interno.

E voi? Avete mai letto “La Boutique del Mistero”? Vi piace Buzzati? Si? No?

Ancora ben tornati a tutti,

a presto!

Elisa