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Oggi parliamo di “Rosemary’s Baby” di Ira Levin e mettiamo la parola fine a questa sottospecie di trilogia a tema horror e possessioni demoniache soprattutto perché, questi tre testi di cui abbiamo parlato nelle precedenti settimane, “I Due Esorcisti”, “L’Esorcista” e “Rosemary’s Baby sono legati l’uno all’altro o vengono spesso accomunati, quindi ai tempi della lettura ho voluto procedere con ordine e per ultimo parliamo del testo di Levin.
Da questo libro è stato tratto il famoso film del 1968, diretto da Roman Polanski, con Mia Farrow e John Cassavetes, ma anche una serie tv del 2014 di quattro puntante con Zoe Saldana e Patrick Adams disponibile su Prime Video.
Parliamone!

Rosemary’s Baby – Ira Levin
Casa Editrice: SUR
Pagine: 253
Genere: horror, horror psicologico, thriller psicologico, drammatico
Prezzo di Copertina: € 16,50
Prezzo ebook: € 9,99
P. Pubblicazione: 1967
Link all’acquisto: QUI
Incipit
Rosemary e Guy Woodhouse avevano già firmato il contratto d’affitto per un appartamento di cinque locali in un palazzone tutto bianco su First Avenue quando, da una certa signora Cortez, vennero a sapere che ne Bramford se n’era liberato uno di quattro locali. Il Bramford, un vecchio edificio nero e imponente, è un agglomerato di appartamenti coi soffitti alti, ricercatissimi per via dei camini e dei particolari vittoriani. Rosemary e Guy si erano messi in lista fin dal primo giorno in cui s’erano sposati, ma alla fine avevano dovuto arrendersi.
Trama
Guy e Rosemary Woodhouse sono una giovane coppia di sposi. Lui è un attore, in attesa della sua grande occasione; lei sogna una normalità borghese fatta di sicurezza economica, una bella casa, tanti figli. Dopo lunghe ricerche hanno trovato un appartamento nel Bramford – uno storico palazzo nel cuore di Manhattan, circondato da un alone di prestigio sociale ma anche da sinistre leggende – e di lì a poco la loro vita sembra arrivare a una svolta: Guy ottiene una parte in un’importante commedia e Rosemary resta finalmente incinta del primo figlio. Ma non tutto è destinato ad andare per il verso giusto. La gravidanza di Rosemary viene turbata da premonizioni e incubi notturni, da inspiegabili dolori addominali e strani incontri, e soprattutto dall’invadenza di due vicini, troppo premurosi per non risultare sospetti… Pubblicato per la prima volta nel 1967 e portato sul grande schermo da Roman Polanski, con Mia Farrow nel ruolo della protagonista, “Rosemary’s Baby” è una delle grandi storie di mistero della nostra epoca, ma anche una godibilissima commedia che, dopo aver fatto entrare il Male nelle nostre case, ci aiuta a esorcizzarlo con la grazia di un semplice sorriso.
Recensione
Nel 1997 Ira Levin ha pubblicato un sequel, intitolato Il figlio di Rosemary, e lo ha dedicato a Mia Farrow.
Nel 2003 Ira Levin, venne premiato con il Mystery Writers of America Grand Master.
Ho faticato un poco all’inizio della lettura, non saprei dire se per colpa mia o per la presenza nel testo di un qualcosa di poco gradevole di primo acchito per me, c’è anche da dire che questo è stato il primo libro del 2022 per me (sì, finalmente diamo il via alle recensioni dei libri letti quest’anno, a metà anno ormai), e forse dovevo ancora riuscire a mettermi per bene in carreggiata.
Ma lo stile di Ira Levin è decisamente atipico rispetto alla trama e al genere del libro, infatti ci si aspetterebbe uno stile magari più concitato o tipico da horror, mentre lo stile dell’autore sembra a tratti un mix fra una commedia anni 50/60 (siamo per sempre nel ’66) e una rivista stile Vogue.
Questo aspetto secondo me può essere fortemente legato alla protagonista, Rosemary, una donna molto attenta all’espetto estetico, di tutto in realtà, cose, persone, architettura, leggiamo di occhiate o pensieri della donna rivolti ai vestiti indossati da certi personaggi, al modo in cui si atteggiano, insomma Rosemary è un esteta.
L’autore è riuscito a dare un quadro a 360 gradi della personalità di Rosemary, grazie anche allo stile adottato, affine al suo essere, ma parleremo meglio più avanti dei pesonaggi.
Quindi lo stile di Levin è inaspettato a mio vedere per un horror/thriller, ma funziona bene, forse ci vuole un poco per prenderci la mano e imparare a capire che molto di ciò che leggiamo è una facciata, dietro alla parvenza di perfezione e bellezza, dietro a ciò che può sembrare impeccabile si nasconde l’inganno.
Il ritmo direi che è costante, accadono molti fatti all’interno di questo libro e ci sono periodi in cui la vicenda sembra subire un rallentamento, perché i personaggi sono lontani dalla risoluzione del mistero o perché c’è sempre qualcuno pronto a mettere i bastoni in mezzo alle ruote, ma nel complesso a parte qualche divagazione forse di troppo, il ritmo procede abbastanza bene.
Le atmosfere dicevamo invece sono fintamente pulite, veniamo proiettati a tratti in questo scenario stile copertina da rivista, in cui Rosemary pensa al mobilio, anzi a volte sembra il suo unico pensiero, pensa a quanto stanno bene assieme lei e Guy, pensa a come si vestono male i vicini, si domanda se lei è davvero la classica moglie oggetto perfetta per un uomo come Guy, un attore in ribalta.
Dietro a questo clima patinato però si avverte chiaramente che qualcosa non va, c’è qualcosa di misterioso e oscuro che vibra nell’aria e aspetta di essere scoperto, qualcosa di spaventoso che Rosemary a tratti sembra non voler accettare, ma ad un certo punto si trova costretta a venire a patti con questo.
Quindi l’atmosfera è pregna di un disagio scomodo, i personaggi di questa storia si sforzano di voler mantenere una facciata anche quando ormai è evidente che questa si sta sfaldando.
I personaggi e la natura nascosta di questi
Rosemary è una protagonista molto attenta all’estetica, come dicevamo, sembra all’apparenza una donna senza particolari obbiettivi nella vita o stimoli, in realtà il suo sogno è vivere una vita pacifica e piena di amore con l’uomo che ama e avere una bella famiglia da coltivare, non è invidiosa del successo di Guy e sa che la buona riuscita della sua carriera porterà di riflesso una situazione di agiatezza e comodità nella sua vita.
Rosemary è un personaggio facilmente fraintendibile, sembra a tratti un cliché vivente, lei accetta di essere una moglie che vive per il marito e non se ne dispiace, porta sulle spalle un passato tumultuoso di cui a tratti sbuca qualche dettaglio, ma è come se non volesse mai concentrarsi sui lati negativi della vita e non volesse mai del tutto guardare in faccia ciò che non va nella sua vita e nel mondo, si è creata un’idea di “vita perfetta” e vuole seguirla fedelmente.
Sono convinta del fatto che Rosemary sia molto di più di quello che ci viene presentato, è una donna che a mio modesto vedere riconosce i problemi che le ruotano attorno, si accorge di ciò che non va, ed è una donna forte e coraggiosa, ma sceglie sempre di rinchiudersi dentro alla sua campana di perfezione e stile.
E’ come se non volesse mai andare fino in fondo, anche quando ha un sospetto su Guy o su altri personaggi, prova a fare domande, prova ad indagare, ma finisce con l’abbandonare tutto, forse per paura di perdere Guy e con lui il sogno della vita perfetta.
Abbandona la sua fede, i suoi ideali, che Guy deride, per far piacere a lui, non controbatte quando lui la pizzica sul vivo riguardo alla sua religione, accetta ciò che dice Guy e mette se stessa in discussione ascoltando l’uomo che le sta vicino e abbandonando tutta la fiducia in se stessa, come se lei non potesse essere una persona con le proprie idee e le proprie convinzioni.
Ai tempi della lettura, scrivendo i miei appunti su varie considerazioni legate al libro come faccio sempre, ho scritto che Guy è una figura iper tossica per il suo comportamento nei confronti di Rosemary, una figura che non si può, a mio vedere, non disprezzare aspramente.
E’ chiaro che nasconde qualcosa e non solo per la vicenda principale del libro, ma anche per altro, mente a Rosemary, come dicevamo prima sembra manipolarla per portarla verso le sue idee abbandonando ciò in cui la donna crede, pensa sempre al proprio tornaconto e mi fermo qui perché nel corso del libro Guy da prova più e più volte di comportamenti assai spregevoli non solo nei confronti di Rosemary.
Se dobbiamo parlare della personalità di Guy direi che ne fuoriesce un quadro narcisistico, qui abbiamo forse il cliché invece del personaggio attore che alla fine ama solo se stesso, sembra incapace di provare sentimenti reali, guarda sempre al lato materialistico ed estetico.
Abbiamo poi anche altri personaggi che ruotano attorno alla coppia e sono di certo entità sospette, abitanti del Bramford che iniziano a diventare presenze fisse nella vita dei due sposini, forse fin troppo fisse, asfissianti e assillanti direi.
Il Caro Vecchio Satanasso
C’è un mistero alla base di questo libro, ovvero, che cosa è davvero accaduto a Rosemary in una particolare notte? E perché la gravidanza di questa è così strana?
Nei generi/caratteristiche di questo libro io ho inserito “possessione demoniaca”, e qui abbiamo anche il punto in comune con “L’esorcista” e “I Due Esorcisti”, ma “Rosemary’s Baby” fa qualcosa di diverso, direi particolare e originale per l’epoca.
Ovviamente non scenderò negli spoiler in caso non abbiate mai visto il film, letto il libro o magari sentito il risvolto inquietante della vicenda, ma io penso non sia semplice proiettare la propria storia in un punto quando si parla di sovrannaturale e affini, alcuni autori a volte non riescono nell’impresa e il tutto si sfalda.
Ira Levin invece ha trasformato il tutto in una rivelazione assurda e terribile, che esplode nella parte finale del libro e porta, soprattutto il personaggio di Rosemary, ad una scelta che ancora una volta è in linea con il suo personaggio.
Conclusioni
E’ incredibile perché fino ad un certo punto della lettura ci si sente davvero immersi nel clima del Bramford, ho personalmente creduto di conoscere questi personaggi per quello che volevano far vedere e quando ci si ritrova a scoprire la loro natura si rimane esterrefatti anche se è chiaro fin da subito che qualcosa è fuori posto nella loro immagine perfetta.
E’ una lettura che ho senza dubbio gradito, non è stato per me quel libro che ti tiene incollatə alle pagine, un poco per il ritmo, un po’ per altri fattori, ma è comunque stato un testo pieno di scoperte soprattutto per quanto riguarda l’analisi e il grande puzzle legato al carattere di ogni personaggio, credo che sotto questo punto l’autore abbia fatto un ottimo lavoro.
Quindi, personaggi scritti bene, vicenda intrigante e risvolto inaspettato e inquietante, un bel mix direi!
Voto:

E voi? Avete mai letto “Rosemary’s Baby”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!
A presto!
