Come state? Come avete trascorso i precedenti giorni di festa? Avete assaporato a pieno l’atmosfera natalizia?
In questi giorni di transizione fra le feste natalizie e la fine dell’anno è finalmente arrivato il momento di parlare degli obbiettivi di lettura per il 2023, delle varie reading challenge e di fare un piccolo recap delle letture del 2022.
Adoro questa tipologia di articolo, ogni anno infatti mi piace mettermi qui e pensare un poco ai vari libri da leggere nell’anno successivo e valutare la situazione, poi non sempre mantengo gli obbiettivi, ma è bello comunque farli e immaginare le prossime letture.
Dunque, iniziamo con ordine parlando dell’anno attuale e di Goodreads, infatti ogni anno mi piace pensare a quanti libri leggere nell’anno seguente e impostare l’obbiettivo su Goodreads per poi vedere alla fine se sono riuscita oppure no a rispettare il numero, è un qualcosa che mi piace fare anche per automotivarmi, poi se va a buon fine bene, altrimenti bene comunque.
Nel 2021 mi ero imposta l’obbiettivo di leggere 60 libri nel 2022 e con mia grande sorpresa sono riuscita nell’intento, ad oggi 28 dicembre infatti ho letto 65 libri, potrebbero diventare 66 prima della fine dell’anno, ma non ne sono certa.
Mi ero anche fatta una tbr vera e propria di 30 libri selezionati dalla mia libreria tra quelli che risiedevano anche da più tempo sulle mie mensole, una tbr che ho tenuto per tutto l’anno tra i widget a destra nel blog e ogni volta che portavo a termine un titolo andavo ad inserire una piccola V. Ecco di questi 30 ne ho letti 12, è vero non sono neanche la metà, ma sono felice comunque perché da persona che solitamente fallisce in pieno nelle tbr almeno essere arrivata a 12 è un traguardo, poi alcuni di questi testi risiedevano davvero da anni in libreria in attesa di essere letti. Anche se io sono dell’idea che non ci sia assolutamente niente di male in questo, perché alla fine quando si ha un testo tra le file della libreria lo si legge al momento in cui ci si sente di volerlo leggere e va bene così, non scade insomma.
Revolutionary Road – R. Yates
Dracula – B. Stoker
Il Grande Divorzio. Un Sogno – C.S. Lewis
Abarat – C. Barker
Loney – A. M. Hurley
Un Inverno da Lupi – C. Ekback
Pomodori Verdi Fritti al Caffè di Whistle Stop – F. Flagg
Bunker Diary – K. Brooks
La Notte è un Luogo Solitario – B. Erskine
La Rabbia e L’Orgoglio – O. Fallaci
Il Bastardo – E. Caldwell
Il Violino Nero – M. Fermine
L’uomo che Voleva essere Colpevole – H. Stangerup
Red Dragon – T. Harris
L’incantatrice di Firenze – S. Rushdie
Il Deserto dei Tartari – D. Buzzati
Ognuno per Sè – B. Bainbridge
I Cavalieri – T. Winton
Sandman vol. 2 – scritto da N. Gaiman
L’ultima Lacrima – S. Benni SOSTITUITO con: Mattatoio n.5 di K. Vonnegut
La Psichiatra – W. Dorn
Mentre Morivo – W. Faulkner
Jack lo Squartatore, l’autobiografia – J. Carnac
Dieci Giorni in Manicomio – N. Bly
La Luna è dei Lupi – G. Festa
La vita è un’altra Cosa – J. Barth
Hap e Leonard vol. 1 – J.R. Lansdale
Al Faro – V. Woolf
Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle – S. Turton
La Figlia del Boia – O. Potzsch
Sono comunque felice per le letture del 2022, perché nonostante mi sia un poco scaricata verso la fine dell’anno, ho comunque letto libri che volevo leggere da anni, ad esempio “Dracula” o “Il Deserto dei Tartari”, ho letto testi meraviglioso quest’anno, altri deludenti, altri ancora a sorpresa perché sono state letture iniziate all’improvviso, ma alla fine è stato un anno che chiude senza dubbio in positivo.
Per il 2023 vorrei cambiare un pochino le cose, probabilmente da quello che posso già vedere oggi, il 2023 sarà un anno bello intenso e il mio obbiettivo non sarà la quantità, ma la qualità e non voglio innalzare troppo l’asticella a livello numerico.
Di conseguenza, il mio obbiettivo di lettura su Goodreads per il 2023 sarà di 30 libri, poi in caso dovessi superare questo numero sarà un piacere e una bella soddisfazione, ma per ora questo è l’obbiettivo.
Per quanto riguarda invece tbr specifiche come avevo fatto l’anno scorso seguendo ad esempio la “Sfida dello scaffale strabordante” di Sbarbine che Leggono, con qualche modifica, non penso di farne nessuna per il 2023, non mi sono fatta liste di libri specifici da voler leggere l’anno prossimo, forse le farò una o due volte nel corso dell’anno per periodi precisi o mesi precisi, ad esempio una tbr estiva o una tbr primaverile, ma non una annuale.
Ora, reading challenge, sono circa due anni che inserisco sempre qualche reading challenge in questa tipologia di articolo, ma alla fine non ne porto mai a termine nessuna e in più me ne dimentico appena inizia l’anno, questa volta mi unisco ancora una volta alla challenge di PopSugar, di cui adesso vedremo assieme i vari punti, con l’obbiettivo almeno di provarci perché ci sono punti molto interessanti che possono invogliare anche a leggere testi fuori dalla nostra “comfort zone”.
Guardiamo assieme i punti:
Un libro che avresti voluto leggere nel 2022
Un libro che hai comprato da una libreria indipendente
Un libro su una vacanza
Un libro di un autore esordiente
Un libro con creature mitiche
Un libro su una storia d’amore proibita
Un libro con la parola “Ragazza” (Girl) nel titolo
Un memoir di una celebrità
Un libro con un colore nel titolo
Un romance con personaggio principale formoso (fat lead) – Per questo punto sono stata un quarto d’ora a cercare migliaia di traduzioni, vedere video di altre persone che partecipano alla challenge e viaggiare nell’internet. Alla fine credo si intenda un romance appunto in cui uno dei personaggi principali è formoso diciamo, spero di aver compreso bene.
Un libro su o ambientato a Hollywood
Un libro pubblicato nella primavera del 2023
Un libro pubblicato l’anno in cui sei nat*
Una rivisitazione moderna di un classico
Un libro con il testo di una canzone come titolo
Un libro il cui nome del protagonista è nel titolo
Un libro con un triangolo amoroso
Un libro che è stato bandito o contestato in qualsiasi stato nel 2022
Un libro che soddisfa un precedente punto tuo preferito di una sfida passata
Un libro che diventerà un film o una serie tv nel 2023
Un libro ambientato nel decennio in cui sei nato
Un libro con un personaggio queer principale (queer lead)
Un libro con una mappa
Un libro con un coniglio in copertina
Un libro con solo testo in copertina
Il libro più breve (a livello di pagine) nella tua TBR
Una raccomandazione dal #BookTok
Un libro che hai comprato usato
Un libro consigliato da un tuo amico
Un libro che è sulla lista di un club del libro di una celebrità
Un libro su una famiglia
Un libro che esce nella seconda metà del 2023
Un libro su un atleta/sport
Un libro di fiction storica
Un libro sul divorzio
Un libro che pensi piacerebbe al tuo migliore amico
Un libro che avresti dovuto leggere a scuola
Un libro che hai letto più di 10 anni fa
Un libro che vorresti poter leggere di nuovo per la prima volta
Un libro di un autore con le tue stesse iniziali
Livello Avanzato
Un libro scritto durante NaNoWriMo
Un libro tratto da un famoso film
Un libro che si svolge interamente in un giorno
Un libro autopubblicato
Un libro nato come fan fiction
Un libro con un animale da compagnia
Un libro su una festività che non sia il Natale
Un libro con due lingue
Il libro più lungo (per pagine) nella tua lista TBR
Un libro con allitterazione nel titolo
Come ogni anno i punti sono 40 più 10 aggiuntivi che rappresentano un livello “avanzato”.
Bene, tra gli altri obbiettivi mi piacerebbe senza dubbio anche terminare “L’Armata dei Sonnambuli” di Wu Ming che ho iniziato qualche mese fa, è stato un libro per il gruppo, e non ho ancora terminato e vorrei anche concludere “Cromorama” di Falcinelli, sempre iniziato qualche settimana fa, ma che per mancanza di tempo durante queste feste non sono ancora riuscita a portare a termine.
Vorrei leggere almeno una decina di raccolte di poesie quest’anno, so che è un proposito che inserisco sempre, ma ci tengo ad andare avanti nella mia esplorazione di poeti vari italiani e non.
Facendo un piccolo riassunto per il 2023 ho scelto di restringere senza dubbio gli obbiettivi, che saranno leggere 30 libri minimo, terminare i libri in corso, leggere almeno una decina di raccolte di poesie e cercare di completare almeno in parte la challenge di PopSugar che trovo sempre molto divertente.
E voi? Quali sono i vostri progetti di lettura per il 2023? Parteciperete a qualche challenge? Fatemi sapere!
Ne approfitto per farvi gli auguri di un buon ultimo dell’anno, ci leggeremo il primo di gennaio per il libro del mese del gruppo, ma nel frattempo auguri, auguroni fra 3,2,1, buon ultimo dell’anno!
Dato che con tutta probabilità non ci leggeremo di nuovo prima di Natale, ne approfitto anche per farvi i miei auguri per una straordinaria Vigilia e un indimenticabile Natale, di sicuro avremo l’occasione di salutarci prima della fine dell’anno, ma per ora vi faccio i miei auguri per i prossimi giorni di festa!
Bene, ora direi che è il momento di parlare delle letture top del 2022, abbiamo infatti qualche giorno fa parlato dei testi flop/delusioni letterarie dell’anno e ora guardiamo al lato positivo di quest’anno di letture, i cinque testi più due menzioni onorevoli che ho amato di più nel corso del 2022.
Useremo lo stesso metodo del precedente articolo, quindi partiremo dalla quinta posizione per arrivare alla prima, quindi le prime posizioni sono dedicate ai titoli che più ho amato quest’anno, insomma nella mia perenne indecisione ho cercato di aggiungere un ulteriore ordine di gradimento anche se tutti i titoli qui presenti si sono meritati il posto nei libri migliori dell’anno per motivi diversi.
È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.
Uhh che dire de “La Quinta Stagione”? Beh inizio con il dire che dobbiamo ancora parlarne in una recensione approfondita ma non temete perché arriverà presto, questo discorso vale sempre per tutti i libri qui presenti di cui non abbiamo ancora parlato per bene. Altro appunto che vorrei fare è che per qualche motivo, a me sconosciuto, al momento non è disponibile l’edizione cartacea del primo volume della trilogia a cui appartiene appunto “La Quinta Stagione” ovvero la trilogia della Terra Spezzata. Forse è momentaneamente sparito a causa di una riedizione o altro, comunque potete trovarlo in digitale e confido nel fatto che tornerà disponibile in futuro anche in cartaceo. Parlando ora del romanzo, ho deciso di inserirlo al quinto posto perché nonostante l’abbia gradito molto ci sono stati dei punti in cui ho faticato ad ingranare e non è un testo perfetto a livello di ritmo secondo me, però superato un certo punto problematico mi sono ripresa con la lettura e il resto del libro me lo sono goduta a pieno. Non è un romanzo dalle tematiche leggere, anzi, è un testo ambientato in un mondo fantasy completamente rimodellato rispetto al nostro, in cui esistono appunto queste fatidiche stagioni di cui ne esiste una quinta, da cui prende il titolo il romanzo, che ciclicamente stermina le popolazioni riformando persino lo strato terrestre. Seguiamo diversi personaggi e il romanzo è strutturato in modo da farci saltare in ogni capitolo da un personaggio all’altro, scoprendo man mano sempre di più sul passato di quell’individuo, sul perché si ritrova al presente in un certo tipo di situazione e in generale sulla sua personalità. E’ un testo che ci mostra personaggi decisamente in lotta con il mondo, con il loro passato e con loro stessi, personaggi traumatizzati da eventi terribili e funesti. E’ quel tipo di libro in cui ci si affeziona talmente tanto ai personaggi da vederli in carne ed ossa davanti agli occhi durante la lettura, in cui si finisce per soffrire e gioire assieme a loro. Il coinvolgimento è decisamente forte, come l’intreccio narrativo e la costruzione del mondo. Ottimo primo romanzo della trilogia, che tocca tematiche forti e riesce a caratterizzare a pieno i personaggi.
Pubblicato nel 1942, “Lo straniero” è un classico della letteratura contemporanea: protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo. Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto – il processo e la condanna a morte – senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Meursault è un eroe “assurdo”, e la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire.
Abbiamo recentemente parlato di questo romanzo (qui), di conseguenza cercherò di non perdermi a scriverne grandi cose perché trovate nella recensione la mia opinione più completa. Ho capito di amare profondamente Camus dopo aver letto “La Peste” e “Lo Straniero” appunto, di certo è entrato nella rosa dei miei autori preferiti. Lo Straniero è uno dei libri di punta dell’autore e viene spesso citato anche con il suo titolo originale in francese. Parla appunto di quest’uomo, Meursault, che viene condannato a morte in seguito all’omicidio di un uomo, il punto è che Meursault non sembra avere un reale movente e in più ci risulta fin da subito chiaro che l’uomo ha un approccio decisamente distaccato nei confronti della vita e degli altri. E’ un testo piuttosto breve, ma pregno di tematiche interessanti e caratteristiche ben costruite per una tipologia di personaggio che non si vede spesso, di certo non creato così bene. Il libro mette sul tavolo vari interrogativi, riflessioni e tematiche, tra le quali sicuramente la mancanza di empatia del protagonista e la sua visione della vita, ma non c’è solo la mancanza di empatia in lui, Meursault è una figura che vive secondo una sua scuola di pensiero in cui nulla ha davvero senso o importanza, c’è solo il presente, la routine che si ripete, la vita di tutti i giorni in cui ogni tanto succede qualcosa di diverso e lui cerca di vivere quel qualcosa senza mai essere troppo coinvolto emotivamente, ma non per scelta, è un qualcosa di insito in lui. Le cose accadono nella sua vita, ma il suo atteggiamento verso queste è piatto, sembra non riuscire ad entrare mai davvero in contatto con qualcuno o con una situazione, la vive sì, ma rimane indifferente a questa. “Lo Straniero” è un libro meraviglioso e profondamente interessante perché innesca una serie di riflessioni appunto sul modo in cui Meursault vive la vita, sulla sua personalità e i suoi atteggiamenti, ma non solo. E’ un testo che ci porta a riflettere su molte tematiche, una su tutte è quella legata al vero Meursault, estraneo a sé stesso.
Ai limiti del deserto, immersa in una sorta di stregata immobilità, sorge la Fortezza Bastiani, ultimo avamposto dell’Impero affacciato sulla frontiera con il grande Nord. È lì che il tenente Drogo consuma la propria esistenza nella vana attesa del nemico invasore. Che arriverà, ma troppo tardi per lui. Pubblicato nel 1940, “Il deserto dei Tartari” è “il libro della vita” di Dino Buzzati: nell’esistenza sospesa di Giovanni Drogo, infatti, i riti di un’aristocrazia militare decadente si mischiano a gerarchia, obbedienza e alla cieca osservanza di regolamenti superati e anacronistici. La sua storia è una «sintesi della sorte dell’uomo sulla Terra», il racconto «del destino dell’uomo medio» in attesa di «un’ora di gloria che continua ad allontanarsi», finché, ormai vecchio, si accorgerà «che questa sua aspirazione è andata buca». «Probabilmente» ha rivelato l’autore «tutto è nato nella redazione del “Corriere della Sera”, dal 1933 al 1939 ci ho lavorato tutte le notti, ed era un lavoro pesante e monotono, e i mesi passavano, passavano gli anni e io mi chiedevo se sarebbe andata avanti sempre così, se la grande occasione sarebbe venuta o no. Molto spesso avevo l’idea che quel tran-tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita. La trasposizione di questa idea in un mondo militare fantastico è stata per me quasi istintiva». In questa edizione il testo è accompagnato dalla riproduzione di materiali inediti che permettono di ricostruire la genesi del romanzo e il suo percorso dalla pagina al grande schermo tra cambiamenti e finali diversi.
Anche di questo testo abbiamo già parlato in una recensione approfondita (qui) e confermo ciò che ho scritto in precedenza, ovvero che per me “Il Deserto dei Tartari” è un libro geniale. Tra l’altro non ho ancora compreso a pieno il potere che Buzzati ha su di me, ma vi garantisco che tutto quello che ho letto di Buzzati fino ad ora mi torna ciclicamente in mente, da quando ho letto questo libro mi ritrovo ogni tot di tempo a ripensare al buon vecchio Drogo che trascorre il suo tempo alla Fortezza Bastiani, allo scenario arido e solitario del deserto, all’attesa che aleggia come una presenza nascosta su tutti i presenti, insomma una volta letto è impossibile dimenticare “Il Deserto dei Tartari”. E’ un testo che di certo ha dei momenti di freno, in cui il ritmo rallenta, ma ciò ha un preciso senso pensando anche alla vita che fanno i nostri personaggi, alla vera essenza e significato del testo e alle atmosfere della Fortezza. E’ un libro che parla dell’attesa, del rimanere bloccati per paura di abbandonare un qualcosa che appena lasciato rischia di migliorare e rivelarsi come il miraggio di una vita, è un romanzo che tratta della paura del cambiamento, del voler rimanere aggrappati a ciò che si conosce in attesa di qualcosa che sembra sempre all’orizzonte. in dirittura di arrivo, ma nel frattempo i giorni passano, poi le settimane, i mesi e gli anni e si diventa assuefatti a ciò che si conosce. Meraviglioso.
Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori. Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo. Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Uhh leggere questo libro è stata un’esperienza! Dobbiamo ancora parlarne per bene e vi dico la verità, ho rimandato il momento della recensione perché non è un libro facile da descrivere, ha all’interno una grande quantità di tematiche e situazioni, “Piranesi” è un mondo a parte. Ma arriveremo a parlarne, il prima possibile, prometto. Comunque, mi aggrego al marasma di persone che hanno letto e amato questo testo, perché anche io ne sono rimasta completamente catturata. Come dicevo prima “Piranesi” è un mondo e quando ci entri dentro non puoi non rimanerne affascinat*, abbiamo scenari poetici e a tratti inquietanti, atmosfere solitarie e legate ad un senso di vuoto e smarrimento, perché anche se il nostro Piranesi conosce bene il mondo in cui abita sembra esserci sempre questo senso di enorme grandezza in cui è facile perdersi perché sia noi che il protagonista non sappiamo quanto è davvero grande questo mondo o quali sono i suoi confini. Leggendo “Piranesi” si ha quasi la sensazione di sentire costantemente il suono dell’acqua, gocce d’acqua che cadono, onde che sbattono all’interno di queste enormi stanze presenti in questo mondo, l’acqua è un elemento sempre presente che fa da sfondo a molte scene. E’ un testo che come il Giovanni Battista Piranesi, architetto italiano del 1700, ci porta a perderci in questo mondo labirintico che sembra a tratti uscito da uno dei sogni del vero Piranesi, soprattutto per il concept delle infinite stanze e del fatto che ognuna sembra avere delle caratteristiche precise. A parte l’aspetto legato al mondo comunque, il libro ha una trama molto interessante e accattivante legata al nostro protagonista con cui non si riesce a non entrare in sintonia, è forse il protagonista che ho più amato pensando a quelli che ho incontrato in quest’anno di letture. E’ un testo relativamente breve che contiene però un intero e affascinante mondo tutto da scoprire. Ad un certo punto del libro ci si inizia a concentrare maggiormente sulla parentesi legata al protagonista, ma anche qui si rimane affascinati dalla miriade di tematiche che Clarke riesce ad affrontare ed inserire. Un libro poetico e doloroso, enorme e trascinante.
La madre di James Ellroy venne assassinata in una tragica notte a El Monte quando lo scrittore aveva appena dieci anni. La trovarono dei ragazzini, riversa sulla schiena. Il coroner stabilì che era morta per asfissia dovuta a strangolamento mediante lacci. La polizia non scoprì mai chi fosse l’autore di quel brutale omicidio. Trentasei anni dopo Ellroy riapre l’indagine. Presa visione del fascicolo della polizia relativo a quel caso insoluto, lui stesso diventa investigatore per scoprire l’assassino. Con le fotografie del cadavere della madre davanti agli occhi fa della sua autobiografia un romanzo di una forza sorprendente. Costruire storie, prima immaginarie, poi autobiografiche ha permesso a questo grande scrittore di sopportare una realtà cruda e impietosa, di riscrivere le regole del noir, di salvare la figura di sua madre e se stesso dai successi più oscuri della propria coscienza.
Non poteva che essere “I Miei Luoghi Oscuri” il mio libro preferito del 2022, solo lui e sempre lui. Abbiamo già parlato di questo libro, vi lascio la recensione completa qui. Non è un libro perfetto e sicuramente non è un libro che può piacere a tutti, ci sono stati momenti in cui ho faticato nella lettura ed è anche un libro che ho letto in un lasso di tempo abbastanza ampio perché ho sentito il bisogno di prendere delle pause a tratti. Però, come ho scritto anche nella recensione, questo è quel classico esempio di libro che dopo aver letto senti dentro di te e non è una frase buttata lì apposta, avete presente quando leggete un testo e vi immergete talmente tanto nel tempo in cui è ambientato, nei personaggi presenti, nelle vicende, da sentire di aver letteralmente vissuto voi in primis quelle situazioni e quel tempo? E’ come se fosse un pezzo di vita ed esperienza che si aggiunge alla vostra senza che l’abbiate realmente vissuta a livello fisico. A me è successo esattamente questo con il testo di cui stiamo parlando. E’ un libro che parla tra l’altro di vicende realmente accadute a James Ellroy, è decisamente autobiografico come testo, e si concentra sull’omicidio della madre di Ellroy avvenuto quando lui aveva solo dieci anni. L’autore parla di questo, della sua crescita post perdita, del rapporto con il padre, della sua dipendenza da droga e alcool, in generale della sua adolescenza burrascosa, e torna in età adulta anche su ciò che accadde in quella notte tragica alla madre, investigando in prima persona sul suo omicidio e affrontando per la prima volta il suo trauma riguardante la morte della madre. Ma non solo perché Ellroy dipinge una dolorosa, ma necessaria parentesi di reale comprensione della personalità della madre che in realtà forse non aveva mai conosciuto, torna sulle origini di lei, cerca di scoprire chi era la madre prima di diventare Jean Ellroy madre di James Ellroy, il che è assai complicato da fare quando il genitore in questione viene a mancare, perché quando si cresce penso sia normale iniziare a farsi domande sull’identità pre genitoriale dei genitori e se si ha la possibilità queste domande si possono fare al diretto interessato, ma quando il genitore non c’è più e per tutta la vita si è rimasti bloccati su un’idea e un’idealizzazione fissa risulta difficile e destabilizzante. A parte questa profonda e dolorosa scoperta e ricerca della verità sulla madre, la comprensione e il perdono, in questo testo si parla molto anche di tanti altri casi di cronaca nera, alcuni davvero crudeli e tragici. Non è un libro facile da digerire, ma credo sia un testo che lascia un forte impatto soprattutto umano e tramite la vita di Ellroy si possono comprendere e analizzare tanti aspetti della vita di ognuno di noi.
Vorrei citare anche questi due testi perché meritano di rientrare nei top dell’anno, sto parlando del secondo volume della serie di Sandman, “Casa di Bambola” e “La Scala di Dioniso” di Luca di Fulvio.
Ho amato molto il secondo volume della serie, più del primo e del terzo, rimane per ora il mio preferito. Sto pian piano avanzando nella lettura della famosa serie di cui quest’anno tra l’altro è uscita anche una serie tv su Netflix, è una serie che narra di Morfeo, il dio dei sogni e degli incubi, ma non solo, ci sono molti altri personaggi, trame e sottotrame, ad esempio seguiamo anche la sorella di Morfeo, Morte, un personaggio magnetico e accattivante. Insomma è una serie decisamente ricca e questo secondo volume spicca per bellezza di trama e intrecci.
De “La Scala di Dioniso” abbiamo già parlato in una recensione approfondita quindi non mi dilungherò più di tanto. E’ il testo che mi ha fatto conoscere Luca di Fulvio che è già entrato nella cerchia dei miei autori italiani contemporanei preferiti. E’ un testo particolare per il mondo in cui è ambientato, decisamente cupo e noir, narra le vicende di questo ispettore che si ritrova trasferito in questo luogo dalle tinte decisamente oscure, una cittadina fiancheggiata da quartieri pregni di crimine e oscurità, è un testo decisamente ben riuscito a mio vedere per quanto riguarda la cupezza delle atmosfere. Il nostro eroe, con molti punti deboli, deve indagare su una serie di omicidi, anzi vere e proprie stragi in cui il serial killer sembra divertirsi a torturare le vittime e inscenare un quadro preciso della scena del crimine. Se vi piacciono i noir o le atmosfere vivide e cupe, le storie d’amore tormentate, i personaggi complessi e una scrittura che a tratti si prende i suoi tempi per farvi entrare a pieno nella storia, questo libro è perfetto per voi.
E voi? Quali sono stati i vostri libri top dell’anno? Fatemi sapere!
Siamo definitivamente nella settimana di Natale, che dire, è arrivato in modo strano quest’anno, ma tutto è stato così in questo 2020 che si accinge a chiudersi.
Oggi, parliamo dell’ultima top three dell’anno, e di un argomento che io vorrei iniziare a trattare maggiormente qui sul blog, ovvero le graphic novels!
Nel 2020 ho cercato di buttarmi più del mio solito in questo grande mondo, e lo farò anche l’anno prossimo di sicuro, e chissà magari potrà nascere anche una nuova rubrica qui sul blog…
Durante l’anno ho letto varie graphic novels, ma solo tre di queste sono quelle che ho davvero apprezzato e che rimarranno nella mia memoria per parecchio tempo, parliamone!
Il Porto Proibito – Teresa Radice, Stefano Turconi
Anno di pubblicazione: 2015
Nell’estate del 1807, una nave della marina di Sua Maestà recupera al largo del Siam un giovane naufrago, Abel, che di sé ricorda soltanto il nome. Diventa ben presto amico del primo ufficiale, facente funzioni di capitano perché il comandante della nave è, a quanto pare, scappato dopo essersi appropriato dei valori presenti a bordo. Abel torna in Inghilterra con l’Explorer, e trova alloggio presso la locanda gestita dalle tre figlie del capitano fuggiasco. Ben prima che gli possa tornare la memoria, però, scoprirà qualcosa di profondamente inquietante su di sé, e comprenderà la vera natura di alcune delle persone che lo hanno aiutato.
Ne abbiamo parlato nei libri consigliati da regalare, questo fumetto è diventato un must ormai, se ne è parlato dal momento dell’uscita e se ne parla ancora oggi. L’ho inserito al terzo posto perché i primi due hanno avuto più risonanza su di me, anche se “Il Porto Proibito” è di certo un ottimo fumetto. E’ in bianco e nero, ora dirò una cosa che mi farà odiare da qui alla fine del mondo, ma in alcune situazioni non mi ha convinto il bianco e nero. La storia è originale per i generi in cui sfocia anche e ha di certo un twist finale interessante, che però si vede arrivare un poco. Rimane il fatto che il personaggio di Abel è il classico ragazzino che non si dimentica.
Sandman vol. 1 Preludes and Nocturnes – N. Gaiman, S. Kieth, M. Jones, M. Dringenberg
Anno di Pubblicazione: 1991
In “Preludi e notturni”, il primo ciclo di storie di Sandman, un occultista tenta di catturare la Morte per ottenere la vita eterna, ma per sbaglio ne evoca il fratello più giovane, Sogno. Dopo 70 anni di crudele prigionia e una fuga rocambolesca, il Re dei Sogni, conosciuto anche come Morfeo, inizia un viaggio per recuperare alcuni oggetti magici legati ai suoi mistici poteri. Durante questa incredibile avventura Morfeo incontrerà Lucifero, John Constantine e un pazzo decisamente pericoloso.
Ho letto il primo volume di Sandman scritto da Neil Gaiman, dato che mi sono fissata di voler leggere tutto ciò che ha scritto Gaiman, e me ne sono innamorata. L’ho letto in inglese e non so se recuperare i prossimi volumi in inglese o in italiano dato che stanno venendo ristampati dalla Panini Comics, in occasione anche del meraviglioso audiolibro che si trova su Audible. Da questo primo volume iniziamo ad entrare nella vicenda di Morfeo, ma attorno a lui ruotano molti altri personaggi, che incontreremo nel corso della saga. Il mood, la magia, i personaggi di Sandman mi hanno davvero rapita.
La Casa – Paco Roca
Anno di Pubblicazione: 2016
Nel corso degli anni un padrone di casa riempie di ricordi la propria dimora, muta testimone della sua vita. E anche lui ne diventa l’immagine fedele. Come le coppie che hanno sempre vissuto insieme. Così, quando il suo occupante sparisce per sempre, il contenuto della casa è paralizzato dalla polvere nella speranza che un giorno il suo padrone ritorni. I tre fratelli protagonisti di questa storia torneranno un anno dopo la morte del padre nella casa di famiglia dove sono cresciuti. La loro intenzione è di venderla, ma ogni oggetto buttato via fa tornare alla mente i ricordi. Temono di disfarsi del loro passato, del ricordo di loro padre, e di loro stessi.
Ho letto questa graphic novel negli ultimi giorni e non me dimenticherò facilmente, anzi penso la rileggerò varie volte in futuro. E’ un fumetto che parla del tempo, della crescita, della morte e dei legami che si vengono a creare in una famiglia nel corso degli anni. Seguiamo una famiglia che si ritrova unita nella vecchia casa dei genitori e si perde nel passato, ripensando ad aneddoti, situazioni, eventi vari. E’ una storia che punta il riflettore sul significato del tempo che scorre, sul valore di chi non c’è più e sui ricordi che abbiamo costruito con quelle persone. Sul fatto anche che tutto questo è un ciclo che si ripete, inevitabile. E’ un libro toccante, profondo che riesce nel migliore dei modi a trattare una tematica affine a tutti, quella dell’invecchiamento e dei ricordi.
E voi? Quali sono le vostre graphic novel preferite del 2020? Vi siete buttati nel mondo delle graphic novels? Sì? No? Fatemi sapere!
"We’re all scared most of the time. Life would be lifeless if we weren’t. Be scared, and then jump into that fear. Again and again. Just remember to hold on to yourself while you do it.”
"Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito. Perché la lettura è un'immortalità all'indietro."