Il Profumo – Patrick Suskind

Buon lunedì e buon inizio settimana!

Come state? Com’è iniziata questa settimana? Avrei voluto pubblicare prima questa recensione, ma purtroppo sono stata molto presa nei giorni precedenti.

Oggi parliamo di un caso letterario incredibile, questo libro è stato pubblicato nel 1985, ma sembra stata pubblicato anni prima per l’enorme risonanza che ha avuto e per il fatto che per molti è diventato un classico contemporaneo.

Sto parlando de “Il Profumo” di Patrick Suskind, libro che ho letto qualche settimana fa e di cui iniziamo subito a parlare.

Il Profumo – Patrick Suskind

Casa Editrice: TEA

Genere: romanzo, mystery, realismo magico, storico, horror

Pagine: 259

Prezzo ebook: € 8,99

Prezzo di Copertina: € 10,00

Anno di Pubblicazione: 1985

Link all’acquisto: QUI

Trama

Jean-Baptiste Grenouille nasce nella Parigi del Settecento, nel luogo più mefitico della capitale: il Cimitero degli Innocenti. Orfano, brutto, apparentemente insensibile, ha una caratteristica inquietante: in una società non ancora asettica come quella contemporanea e impregnata di mille effluvi e miasmi, non emana alcun odore. E però dotato di un olfatto unico al mondo, e il suo sogno è quello di dominare il cuore degli uomini creando un profumo capace di ingenerare l’amore in chiunque lo fiuti. E per realizzarlo è pronto a tutto…

Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo. Poiché il profumo era fratello del respiro.

Recensione

Dunque, ci tengo a dire che come immagine per il libro ho inserito la mia edizione, l’edizione in ogni caso su cui io ho letto “Il Profumo”, ma questa non credo sia più in catalogo.

A parte ciò, parliamo un poco della popolarità di questo libro, come dicevo prima infatti non sembra nemmeno un testo del 1985 per il riscontro che ha avuto sul pubblico e per la portata del caso editoriale che è stato, e che è ancora.

E’ stato realizzato anche un film, uscito nelle sale nel 2006 dal titolo “Profumo, Storia di un Assassino“, diretto da Tom Tykwer.

Ho visto il film qualche anno fa, prima di leggere il libro, ma non ricordo quasi nulla se non una vaga memoria negativa, non mi era piaciuto particolarmente e con il senno di poi non credo sia una trasposizione così eccellente del libro.

Stile, Ritmo e Atmosfere

E’ un libro che racconta in 259 pagine l’intera vita di un uomo, Jean-Baptiste appunto, nonostante ciò il ritmo è abbastanza lento, l’autore si dedica alle descrizioni ed è un bene per la natura del libro che è piuttosto sensoriale.

Lo stile di Suskind è delicato, ha un mano raffinata che delinea gli scenari, i profumi e le emozioni con garbo, ma allo stesso tempo decisione.

Consiglierei la lettura di questo libro anche solo per le immagini e le atmosfere che l’autore dipinge, riesce a portare il lettore nel panorama descritto, ad esempio in una Parigi oscura e sporca o in una grotta umida e fredda ai confini del mondo.

Ho apprezzato in particolare le atmosfere presenti nella prima parte del libro, quella ambientata a Parigi, per me la migliore, sembra di vivere con il protagonista nella notte umida di una città fredda che lo ripudia.

I profumi, protagonisti anche loro del romanzo, vengono descritti in ogni minimo dettaglio, ci sono inoltre dosi, proporzioni di ingredienti inseriti in miscele che danno vita a profumazioni deliziose, tutto ciò trascina il lettore in un ambiente animato da note profumate sospese nell’aria.

Personaggi

Il nostro protagonista è Jean-Baptiste, che noi conosciamo al suo primo giorno di vita, infatti viene alla luce in modo piuttosto burrascoso, da una madre che non intende tenerlo con sé.

Jean Baptiste ha un dono però, la capacità di riconoscere ogni profumo e di analizzare nei minimi dettagli ogni profumazione, ad esempio sa individuare un odore a metri di distanza, o sa dire in modo preciso quali ingredienti sono contenuti all’interno di un mix di aromi.

Ha anche però la particolarità di non avere un profumo personale come ogni altro essere umano, il non avere una profumazione propria lo fa sentire non appartenente al genere umano, non si sente una persona comune, infatti nel corso del libro non riceverà mai un atto di amore da un altro umano, nè lui amerà mai nessuno.

Jean-Baptiste è un reietto, spinto ai margini della società che vive in parte come un ladro, si nasconde sia per sua volontà che per volere altrui, non mostra interesse verso i piaceri umani basici come le altre persone, come ad esempio il sesso o il cibo o il bere, per lui l’unica fonte di piacere è il profumo e il fatto che alcuni essere umani, tutte ragazze giovani e belle, abbiano un profumo naturale meraviglioso, lo affascina.

Comincia così la sua caccia al profumo perfetto, alla creazione massima, per questo capolavoro però commetterà atti orribili, in particolare una serie di omicidi di ragazze giovani e innocenti.

Essere sempre in compagnia di un personaggio così emarginato risulta essere un esperienza interessante per la maggior parte del tempo, i suoi pensieri sono di un essere in conflitto con il mondo intero, che si sente superiore, ma allo stesso tempo sa non di poter fare nulla, perché non ci sono altri come lui, è solo e non vuole vivere in un mondo popolato da esseri di un livello inferiore.

Tematiche

Questo libro ne affronta varie, prime fra tutte quella dell’amore e dell’odio, ci sono entrambi qui e a volte si fondono assieme.

Jean Baptiste disprezza gli umani, ma è come se cercasse per tutto il tempo di nutrire ancora una speranza verso di loro, crede che siano un braco di creature stupide ed inette, ma una parte di lui si rifiuta di crederlo fino in fondo, spera di svegliarsi un giorno e vedere di fronte a sé la prova madre che lo spinga a ricredersi.

Ma questo non accade e alla fine lui rinuncia a questa speranza per abbandonarsi all’odio, al disprezzo, e alla rassegnazione.

Oltre a questo tratta la tematica ovviamente dell’umanità, del comportamento degli esseri umani gli uni verso gli altri, di ciò che di sporco c’è a questo mondo e degli stratagemmi utilizzati dalle persone.

E’ un libro anche sull’abbandono e sulla carenza di affetto, Jean Baptiste infatti passerà tutta la vita senza un briciolo di amore o affetto, tutte le persone che incontrerà non si rivolgeranno mai a lui con sguardo benevolo.

Qualcosa che non mi ha convita

Premetto che il libro in toto lo consiglierei, alcuni aspetti non mi hanno conquistata al 100%, uno di questi è il finale che esplode in una scena abbastanza forte che serve però per esprimere un concetto molto importante.

Tra l’altro nel finale entra in gioco il realismo magico, che è presente anche in altri punti, ma nel finale raggiunge il picco.

Qui Jean Baptiste capisce definitivamente la differenza fra lui e gli altri, capisce che non c’è posto per lui in questo mondo, come dicevo la scena finale è portata un po’ all’estremo.

Inoltre come dicevo mi ha appassionata molto il primo terzo del libro, mentre gli altri due terzi secondo me hanno meno mordente, il ritmo risulta più lento e la narrazione diventa più tranquilla, mi ha appassionata decisamente di più la prima parte.

Infine ci sono alcune forzature all’interno del libro, se vogliamo sospendere il senso di realtà si possono ignorare, ed è vero che appartiene al realismo magico, ma alcuni eventi non c’entrano con il realismo magico, sembrano solo forzati.

Ad esempio, nella terza parte del libro il protagonista si traferisce in questa piccola città in Francia sempre e viene rapito dal profumo di una giovane ragazza, la più bella del paese, inizia così una specie di countdown, prima di arrivare a lei Jean Baptiste decide di dedicarsi ad altre giovani.

Quando sta per arrivare il famigerato momento il padre di questa giovane con poteri che vanno oltre la preveggenza intuisce il pericolo con un tempismo che neanche la pioggia quando esci di casa.

Conclusioni

E’ un libro molto conosciuto e apprezzato, era inoltre il romanzo preferito di Kurt Cobain, piccola curiosità.

A me è piaciuto e ne consiglio in ogni caso la lettura, ma con qualche riserva, come scritto prima, non mi hanno conquistata le ultime parti e alcuni aspetti non li ho graditi.

Voto:

E voi? Avete mai letto “Il Profumo”? Vi è piaciuto? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!

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Le Cose che Abbiamo Perso nel Fuoco – Mariana Enriquez

Buon venerdì e buon quasi weekend!

Come state? Com’è andata questa settimana? Di certo non si può non considerare il fatto che è stata una settimana piuttosto smossa nel mondo.

Oggi voglio andare avanti con la carrellata di recensioni libresche che devo recuperare, a proposito, vi sentite pronti per dicembre? Sapete vero cosa vi aspetta? Certo, la maratona natalizia!

Pensavate me ne fossi dimenticata eh? Speravate forse… Anche quest’anno infatti dal primo giorno di dicembre al 24 ci terremo compagnia con un articolo ogni giorno, in cui parleremo di libri, obbiettivi per l’anno prossimo, bilanci vari e chi più ne ha più ne metta, mai come quest’anno c’è bisogno supporto per arrivare al Natale, ma anche all’anno prossimo in generale.

Detto ciò, oggi parliamo di un libro letto settimane fa, è una raccolta di racconti di un autrice argentina e io desidero parlarvene letteralmente da mesi.

Le Cose che Abbiamo Perso nel Fuoco – Mariana Enriquez

Casa Editrice: Marsilio

Genere: raccolta di racconti, narrativa contemporanea, macabro

Prezzo ebook: € 9,99

Prezzo di Copertina (cop. flessibile): € 16,50

Pagine: 197

Prima Pubblicazione: 2016

Link all’acquisto: QUI

Trama

Piccoli capolavori di realismo macabro che mescolano amore e sofferenza, superstizione e apatia, compassione e rimpianto, le storie di Mariana Enriquez prendono forma in una Buenos Aires nerissima e crudele, vengono direttamente dalle cronache dei suoi ghetti e dei quartieri equivoci. Sono storie che emozionano e feriscono, conducendo ¡I lettore in uno scenario all’apparenza familiare che si rivela popolato da creature inquietanti. Vicini che osservano a distanza, gente che sparisce, bambini assassini, donne che s’immolano per protesta. Quello di Mariana Enriquez è un mondo dove la realtà accoglie le componenti più bizzarre e indecifrabili della natura umana, e dove il mistero e la violenza convivono con la poesia.

Era per quello che non la desiderava più. Perché aveva visto un lato troppo oscuro. Non voleva fare più sesso con lei, non sapeva di cosa potesse essere capace. Paula era passata dall’essere una santa – una che lavora nel sociale, specializzata in minori a rischio, tanto materna e piena di abnegazione – all’essere una dipendente pubblica sadica e crudele che abbandonava i bambini per ascoltare musica e ubriacarsi; si era trasformata nella crudele direttrice di un orfanotrofio da incubo.

Recensione

Ho scoperto questa raccolta per puro caso perdendomi nei vari siti online quali IBS, Libraccio, Amazon ecc, la prima cosa che mi ha colpita è la copertina senza dubbio, non sono una che in generale si fa rapire dalla copertina, sono più una da titolo ad effetto, ma in questo caso i due occhietti della bambina mi hanno incantata.

Andando poi a leggere la trama mi sono incuriosita sempre di più, conoscendo poi la nazionalità e l’ambientazione della raccolta la mia curiosità ha raggiunto il picco.

L’autrice è di origine argentina, di suo in Italia possiamo trovare anche “Quando parlavamo con i morti” edito Caravan e “Qualcuno cammina sulla tua tomba: i miei viaggi nei cimiteri“, sempre edito Caravan.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Per una raccolta di dodici racconti totali ci troviamo davanti a varie tematiche, molte di queste si ripetono, di certo l’atmosfera accomuna ad un certo punto quasi tutti i racconti, ovvero quella legata al macabro, all’oscuro, al morboso, al sanguinoso.

Lo stile della Enriquez non si perde più di tanto di divagazioni, descrizioni o pensieri, con ciò non voglio dire che il libro manca di analisi psicologica, solo lo stile rimane sempre scattante, veloce e utilizza un lessico nel complesso semplice.

L’autrice va dritta al punto, non si fa problemi a mostrare una situazione/immagine nel suo lato più sporco, malato, crudo, non indora mai la pillola e anche in scene forti non si esime dal “mostrare” ogni dettaglio sempre in modo diretto.

Tematiche

Vorrei parlare un poco delle tematiche per poi passare a parlarvi di ogni racconto, quando prima dicevo che alcuni temi o argomenti si ripetono intendevo tematiche come la violenza, la violenza su minori, i bambini soprattutto (che compaiono in vari racconti, in alcuni sono vittime in altri carnefici), la routine di coppia e l’abbandono, l’assassinio, la droga, ma anche l’inquinamento e la depressione.

In un racconto di cui parleremo tra poco ad esempio è chiara la critica alla droga nei bassifondi di una Buenos Aires all’apparenza abbandonata a se stessa, la città tra l’altro è molto importante in questa raccolta, quasi tutti i racconti sono ambientati qui in luoghi nascosti se vogliamo della città, ma l’autrice raffigura sempre un ambiente dove dilaga l’oscurità e l’abbandono.

Il Bambino Sporco

E’ il primo racconto, uno di quelli dall’atmosfera meglio costruita, parla di una donna che vive in una zona malfamata di Buenos Aires appunto, ma lei in questo quartiere possiede una casa grande e ” da ricchi” soprattutto rispetto alle altre. Ad un angolo della strada lei vede sempre una donna sdraiata su un materasso con il proprio bambino, accade che una sera lei soccorre questo bimbo per poi doversi ritrovare in lite con la madre. Da lì i fatti macabri cominciano a susseguirsi…

Penso sia un buon inizio per la raccolta, è un racconto che funziona, ci sono dettagli piuttosto crudi riguardo la decapitazione.

L’Hosteria

Questo è stato per me un racconto piuttosto deludente, inizia con i migliori propositi, abbiamo anche un luogo che sembra maledetto (io adoro le storie su case/luoghi in generale maledetti), vuole essere una specie di classica storia di fantasmi e strutture edificate dove non si dovrebbe edificare, non nel senso di abuso edilizio, ma di terreni maledetti.

Costruisce una bella tensione per poi evaporare in un nulla.

Gli Anni Strafatti

Questo è uno dei racconti con le protagoniste per urta-nervi che io abbia mai incontrato, ma a parte ciò si parla di giovani scapestrati, menefreghisti, che disprezzano gli adulti e chiunque non sia “come loro”, si parla soprattutto di droga e strane apparizioni.

Anche qui un racconto che non mi ha convinta, non sapevo bene dove volesse andare a parare l’autrice, una storia di rimorso? Una critica all’abuso di droga e alla diffusione della droga?

La casa di Adela

Uno dei miei preferiti, anche qui abbiamo un edificio maledetto, in questo caso una casa, ma la tensione e l’attesa qui alla fine viene premiata, ha un poco i vibes di Stranger Things e IT, abbiamo dei bambini che entrano in una casa che per loro diventa quasi un ossessione, peccato che quella casa riserverà loro sorprese terribili.

Uno di quelli più riusciti, malinconico, triste, lascia nel lettore un senso di perdita.

Pablito

Parla di un bambino assassino e del fatto che una guida che si occupa di portare i visitatori in luoghi famosi per aver dato l’infanzia a serial killer, o essere stati luogo di massacri inizi a vedere questo “Pablito” il bambino killer ovunque, ad un tratto sorge il dubbio, “Pablito” corromperà anche lui?

E’ un racconto anche qui ben riuscito, ha un finale aperto nel senso che non è di così facile interpretazione e soprattutto ha molteplici interpretazioni.

Ragnatela

Forse il peggiore, a mio vedere ovviamente, della raccolta, parla di questa coppia formata da un uomo insopportabile, altezzoso e intransigente ed una donna senza la minima spina dorsale. E’ un raccolto difficile da decifrare, perché anche qui abbiamo molteplici interpretazioni per la risoluzione finale.

Rimane uno dei peggiori, lascia senza nulla in mano.

La fine della Scuola

Uno dei più macabri ed inquietanti, tratta anche la tematica del bullismo e dell’autolesionismo, parla di questa ragazza molto strana che viene presa di mira dai compagni per la sua stranezza, sta di fatto che alla giovane sembrano accadere fatti sempre più agghiaccianti.

Da un poco la stessa sensazione finale de “Il Bambino Sporco”, decisamente forte per le immagini.

Zero Carne su di Noi

Parla di una ragazza che trova un teschio umano e diventa ossessionata da questo, al punto da tagliare i contatti con il resto del mondo e farsi lasciare dal fidanzato. Le tematiche principali sono quindi quelle dell’ossessione, della dipendenza e dell’isolamento.

Non uno dei migliori, non mi ha lasciato un granché.

Il Cortile del Vicino

Uno dei più horror della raccolta, parla di una giovane coppia che si traferisce in un nuovo appartamento, in seguito a vari problemi passati, e la ragazza inizia a vedere scene davvero terribili legate al cortile del vicino e ad un bambino vittima di atti orribili.

Verte sulle turbe psicologiche perché noi non sappiamo se questa visione sia veritiera oppure no e la protagonista sembra piuttosto instabile, mi è piaciuto, forte la tensione che si percepisce da metà in poi.

Sotto l’Acqua Nera

Qui abbiamo il racconto di cui vi ho parlato prima, che tratta di inquinamento, ma non solo. Parla di questa detective che si trova ad investigare su vicende orride accadute in un bassofondo di Buenos Aires, un quartiere situato vicino ad un fiumiciattolo ridotto in uno stato terrificante, gli abitanti hanno gettato di tutto dentro l’acqua diventata ormai marcia, nera, putrefatta, si dice ci siamo corpi su corpi sotto quel marciume. Sembra un quartiere in cui aleggia una maledizione, un quartiere stregato e violento, pieno di degrado.

Uno dei miei preferiti ed uno dei più inquietanti.

Verde Rosso Arancione

Vuole essere un racconto sulla depressione, il deep web e l’isolamento, ma sfocia in un qualcosa di scontato senza dire nulla. Parla di una ragazza che intraprende un rapporto con questo ragazzo che ormai vive segregato in camera sua, si parlano grazie al pc e lei si basa sempre sulle varie luci che indicano lo status, se è online (verde), oppure no.

Uno di quelli che ho apprezzato di meno, non aggiunge nulla all’argomento, mi è sembrato piuttosto sperimentale.

Le Cose che Abbiamo Perso nel Fuoco

Il racconto che da il nome alla raccolta, di certo il più interessante per il messaggio e la critica che vuole lanciare, è inoltre uno dei più complessi. Parla di un mondo in cui le donne vengono picchiate ed uccise, con il fuoco o con altri sistemi dai compagni (quindi non diverso dal nostro), ma qui sembra che le donne siano arrivate ad una conclusione ovvero, sono loro a darsi fuoco perché in questo modo possono avere la libertà di essere loro stesse e di scegliere, non subiscono questa violenza dagli uomini, ma lo fanno di loro spontanea volontà.

Terribile, ma affascinante per la riflessione che spinge a fare.

Ne avevano discusso poco tempo prima: Miguel le aveva confessato che secondo lui, a parte le malattie gravi, tutti i problemi emotivi si potevano risolvere con la forza della volontà. “E’ una vera sciocchezza” gli aveva risposto lei. “Pensi che forse un ossessivo possa smettere, che so, di lavarsi le mani compulsivamente?”. A quanto pareva, Miguel pensava di sì. Pensava che un alcolizzato potesse smettere di bere e un’anoressica potesse riprendere a mangiare, se davvero lo volevano. Stava facendo un grandissimo sforzo, e glielo disse guardando il pavimento, per accettare il fatto che lei andasse dalla psichiatra e prendesse delle pillole, perché credeva che quelle cose non servissero, a niente, sarebbe guarita da sola, era normale essere triste dopo i problemi che aveva avuto sul lavoro. “Il fatto è che non sono soltanto triste Miguel” gli aveva risposto lei, fredda e imbarazzata, imbarazzata per la sua ignoranza, e poco disposta a tollerarla. “Lo so, lo so” disse lui.

Voto

E’ una raccolta di certo godibile per alcuni racconti, decisamente meno per altri, ma è un testo che ho gradito e leggerei altro della Enriquez. Ottima atmosfera e tematiche interessanti.

E voi? Avete mai letto “Le cose che abbiamo Perso nel Fuoco”? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!

LiberTiAmo di Novembre (2020)

Buona domenica e buon Ognissanti!

Oggi come ogni primo del mese, parliamo del libro scelto per la lettura appunto per il mese appena iniziato.

Come sempre si è svolto il sondaggio a metà ottobre e ha visto vincitore un romanzo in particolare, vi ricordo come sempre che trovate il nostro gruppo di lettura sia su Telegram che su Goodreads, potete unirvi in ogni momento del mese alla lettura!

Scopriamo il libro di novembre.

Rebecca la Prima Moglie – Daphne du Maurier

Casa Editrice: Il Saggiatore

Link all’acquisto: QUI

Trama

Durante un soggiorno a Monte Carlo insieme alla signora cui fa da dama di compagnia, una giovane donna, appena ventenne, conosce il ricco e affascinante vedovo Maxim de Winter. L’uomo inizia a corteggiarla e, dopo due sole settimane, le chiede di sposarlo; lei, innamoratissima, accetta con entusiasmo e lo segue nella sua grande tenuta di famiglia a Manderlay. Sembra l’inizio di una storia da favola, ma i sogni e le aspettative della giovane si scontrano subito con la fredda accoglienza della servitù, in particolare della sinistra governante. Eppure non si tratta solo di questo: c’è qualcosa, in quel luogo, che giorno dopo giorno rende l’ambiente sempre più opprimente; c’è una presenza che pervade ogni stanza della magione e che si stringe attorno ai passi dell’attuale inquilina come una morsa silenziosa. È Rebecca, la defunta signora de Winter, più viva che mai nella memoria di tutti quelli che l’hanno conosciuta e modello inarrivabile per la giovane, che invece si muove impacciata e confusa nella sua nuova esistenza altolocata e mondana. Un fantasma ingombrante che si trasformerà in una vera e propria ossessione per la protagonista, costretta a immergersi nelle ombre del proprio matrimonio e spinta sempre più ai con¬fini della follia, ¬fino a dubitare della propria stessa identità.

Rebecca è stato pubblicato per la prima volta nel 1938.

Il libro fu tradotto in molte lingue fino a risultare l’opera di narrativa più letta nell’anno di
prima pubblicazione.

Dal libro vennero tratti diversi adattamenti cinematografici, quello più famoso risale al 1940 e fu diretto da A. Hitchcock, quello più recente invece risale a pochi giorni fa, è una pellicola distribuita su Netflix diretta da Ben Wheatley.

Il libro sarà in lettura per tutto il mese di novembre, quindi dal 01/11 al 30/11 (compreso).

Vi unirete a noi nella lettura?

A presto!