I Miei Luoghi Oscuri – James Ellroy

Buon venerdì e buon quasi weekend!

Oggi siamo qui con una recensione che in un certo senso aleggiava nell’aria dall’ultimo articolo uscito, quello sui libri perfetti per l’autunno (che trovate qui), perché abbiamo parlato del libro di oggi in quell’articolo, ma questo è un testo che necessita di una recensione singola a lui completamente dedicata.

Mi è già scappato qualche dettaglio sul libro di cui parleremo oggi, ma vi assicuro che c’è ancora tanto da dire, quindi direi di iniziare subito!

I Miei Luoghi Oscuri – James Ellroy

Casa editrice: Bompiani

Pagine: 488

Genere: true crime, autobiografico, biografico, narrativa contemporanea

Prezzo di Copertina: € 14,00

Prezzo ebook: € 6,99

P. Pubblicazione: 1996

Link all’acquisto: QUI

Incipit

La trovarono dei ragazzini. Militavano nella Babe Ruth League e stavano andando al campo per fare quattro tiri. Dietro di loro camminavano tre allenatori, adulti. Gli adulti notarono alcune perle sparse sull’asfalto. I ragazzini videro una sagoma nella striscia di vegetazione poco oltre il cordolo. Un piccolo fremito telepatico serpeggiò nel gruppo. Clyde Warner e Dick Ginnold richiamarono indietro i ragazzini – per impedir loro di vedere da vicino. Kendall Nungesser adocchiò una cabina telefonica sull’altro lato della Tyler, accanto al chiosco dei gelati, e vi si diresse di corsa.

Trama

La madre di James Ellroy venne assassinata in una tragica notte a El Monte quando lo scrittore aveva appena dieci anni. La trovarono dei ragazzini, riversa sulla schiena. Il coroner stabilì che era morta per asfissia dovuta a strangolamento mediante lacci. La polizia non scoprì mai chi fosse l’autore di quel brutale omicidio. Trentasei anni dopo Ellroy riapre l’indagine. Presa visione del fascicolo della polizia relativo a quel caso insoluto, lui stesso diventa investigatore per scoprire l’assassino. Con le fotografie del cadavere della madre davanti agli occhi fa della sua autobiografia un romanzo di una forza sorprendente. Costruire storie, prima immaginarie, poi autobiografiche ha permesso a questo grande scrittore di sopportare una realtà cruda e impietosa, di riscrivere le regole del noir, di salvare la figura di sua madre e se stesso dai successi più oscuri della propria coscienza.

Recensione

Questo testo tratta dell’omicidio della madre di James Ellroy, avvenuto quando lui aveva dieci anni a El Monte, una città della contea di Los Angeles. Jean, questo il nome della madre, venne ritrovata da dei ragazzini, riversa sulla schiena, uccisa per strangolamento.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile di Ellroy è soggetto a varie trasformazioni e modifiche nel corso del testo, infatti nella prima parte l’autore mantiene uno stile quasi da telecronista, descrive ciò che avvenne quella notte, quella fatidica del ritrovamento della madre, e ciò che avvenne anche nei giorni e nelle settimane successive, in generale come fu condotta l’indagine e quale strada scelsero di percorrere le forze dell’ordine.

In questa prima parte Ellroy descrive tutto in modo distaccato, come se andasse in ordine cronologico seguendo una specie di lista, quindi ha una penna e uno sguardo decisamente oggettivo e distante.

Nella seconda parte intitolata “Il Bambino nella Foto”, Ellroy parla di se stesso, qui lo stile cambia e diventa più personale e soggettivo. Parla della sua infanzia, del rapporto con il padre, degli eventi personali che seguirono quella tragica notte, in generale come si svolse la sua vita e come si sviluppò la sua infanzia e adolescenza dopo la morte della madre.

E’ la parte più autobiografica senza dubbio e quella che ci permette di vedere il processo di crescita di Ellroy e ci mostra anche come lui cercò, in un suo modo maldestro e scostante, di venire a patti con il trauma della morte della madre, che non affrontò mai veramente in quegli anni.

Nella terza parte invece conosciamo un personaggio che apparirà spesso nella quarta e ultima parte del libro, Bill Stoner, un sergente della sezione omicidi del dipartimento dello sceriffo. In questa parte conosciamo quest’uomo, la sua vita sia professionale che personale e apprenderemo informazioni varie su alcuni casi di cronaca nera su cui lavorò ai tempi Stoner, alcuni di questi lo tormentarono per anni.

Infine nella quarta e ultima parte del libro indaghiamo la vita di Jean o Geneva Hilliker, la madre appunto di Ellroy, conosceremo la sua infanzia e adolescenza in base anche a ciò che apprese nel corso degli anni l’autore e a ciò che gli permise di conoscere davvero sua madre per una bambina, ragazza e donna con una propria personalità e vita, prima di diventare la madre che lui ricordava in modo distante e sconnesso.

Il ritmo del testo non è costante, segue alti e bassi, anche il focus del libro cambia spesso, infatti in questo testo non si parla “solo” di Ellroy, dell’omicidio della madre e di alcuni personaggi e fatti che gravitano attorno a tutto questo, ma seguiamo anche molti altri casi di cronaca nera che vengono menzionati da Ellroy, ad esempio il caso della “Dalia Nera” che formò profondamente l’autore e lo avvicinò per sempre a questo mondo, o ad esempio anche il caso di O.J. Simpson, e in generale molti altri casi famosi e non.

Quindi ci sono queste lunghe divagazioni su altri casi di cronaca, fatti personali di Ellroy che hanno in un qualche modo contribuito al suo processo di crescita, rivelazioni e scoperte sui propri genitori, ideali che si spezzano, convinzioni che vengono modificate, insomma in questo testo accade tutto ciò che può accadere nella vita di un essere umano in cui ci sono momenti dove accadono fatti che sembrano spostare la nostra visuale su altro, per poi tornare alla base ed essere di nuovo distratti/e da altri eventi.

Ellroy è un pilastro del noir americano, quindi le atmosfere anche di questo testo, nonostante non sia uno dei suoi famosi romanzi ma più un testo autobiografico seguono qualche criterio tipico del noir, si intravede insomma il tratto distintivo della sua penna.

Quindi abbiamo atmosfere per la maggior parte cupe, ci ritroviamo ad affrontare il lato oscuro della società.

Sei pronta alla fuga. Hai dalla tua sia il tempo sia il temperamento. Il tempo aiuta i fuggiaschi. Le loro tracce scompaiono; non si riesce a capire dove si siano nascosti prima di svanire. Tu non vuoi che io sappia. La tua vita segreta era concepita per chiudere fuori determinati uomini. Fuggivi da uomini e verso uomini, e ti sei ridotta al nulla. Possedevi l’astuzia del fuggiasco e indossavi gli abiti del fuggiasco. La tua passione per la fuga ti ha uccisa. Non puoi fuggire da me. Troppo a lungo io sono fuggito da te. Ecco che pretendo un confronto di fuggiaschi. Ora tocca a noi.

La Vita Vera

Quando penso a questo libro e alla mia personale esperienza nella lettura di questo avverto immediatamente il peso di ciò che è contenuto in questo testo, perché qui c’è la vita vera di vari esseri umani certo, ma in particolare di quella dell’autore, James Ellroy.

Non saprei come descrivere al meglio quest’opera se non dicendo che leggendola si sentono gli anni di vita, i luoghi visitati da Ellroy e che lo hanno formato come individuo, quelle scoperte che si possono fare solo da adulti perché da bambini tendiamo a vedere in modo decisamente idealizzato i nostri genitori, ma visitiamo anche il lato malfamato e senza freni della società, vediamo per quanto poco si può arrivare ad uccidere qualcuno, ci rendiamo conto di quanto poco basta per cambiare la vita di una persona per sempre.

Tramite fatti di cronaca e pezzi di vita personale l’autore riesce in quasi 500 pagine a dare vita ad un libro-vita che va fino in fondo al rapporto anche tra Ellroy e la madre, una figura con cui lui intratteneva un rapporto di amore e odio, influenzato di certo dai discorsi tossici del padre che mirava solo ad ottenere l’affidamento e distruggere la ex moglie.

Il trauma subito dalla morte della madre e la consapevolezza di questo è arrivata con gli anni, l’autore si è reso conto ad un certo punto della sua esistenza di avere un trauma irrisolto che si è manifestato senza dubbio in varie forme sempre piuttosto negative.

E’ interessante notare come all’inizio del libro e nella seconda parte, quella riguardante personalmente l’autore, Ellroy abbia una immagine quasi astratta e lontana della madre, la vede come una donna a tratti rigida che viene però raccontata sempre in forme diverse dagli amici e dai conoscenti, forme che a volte non coincidono con i suoi ricordi.

Nell’ultima parte invece l’autore scava a fondo nella vita della madre e scopre i suoi segreti e finalmente riesce a vederla come una persona a sé, distaccandola dalle eccessive idealizzazioni, dai ricordi d’infanzia, dal suo omicidio e dalle foto che lui stesso ha dovuto revisionare del corpo di lei.

E qui torna il discorso di prima, ovvero che quando siamo bambini tendiamo ad idealizzare i nostri genitori che diventano quasi eroi o anti-eroi ai nostri occhi e finiamo per vederli solo come figure legate a noi per come le abbiamo sempre conosciute, senza pensare che prima di essere nostri genitori erano uomini o donne con un passato, un infanzia, un’adolescenza, un pre-genitorialità.

In questo libro Ellroy pensando ai genitori e a sé stesso riconosce colpe e ammette errori, ad esempio riconosce una parte di verità in ciò che gli diceva sempre la madre nei confronti del padre, verità che lui non voleva vedere dai suoi occhi di bambino da cui la figura del padre brillava come un diamante.

Parlando un poco del lato true crime del libro, come scritto prima si citano fatti di cronaca nera e ci si sofferma parecchio su alcuni di questi, a tratti Ellroy ha una narrazione frenetica, si citano nomi, luoghi, eventi, collegamenti e può risultare complesso riuscire a seguire la vicenda.

Per alcuni casi Ellroy fa emergere in parte la sua opinione a riguardo, non lo fa in modo diretto, ma alcune vicende terribili e crudeli le condanna con un occhio rigido e critico. Ad esempio nella quarta parte ci si focalizza su un caso poco conosciuto, quello che coinvolge un padre e un figlio (Robbie e Daddy Beckett, nomigliolo utilizzato da Ellroy) che si sono macchiati di vari crimini tra cui anche lo stupro e l’omicidio di una ragazza di nome Tracy Stewart. Per anni questi sono sfuggiti alla giustizia in un modo o nell’altro e nella parte finale del libro vediamo come si conclude il processo e come si chiude dopo anni e anni questo caso in cui i due si sono salvati e incolpati a vicenda innumerevoli volte.

Ellroy non si lascia andare nel corso dell’intera opera a manifestazioni intime o pareri troppo personali in modo diretto come dicevamo, capiamo fra le righe la sua opinione e il suo livello di comprensione nei confronti di vari episodi, personali e non, soprattutto nel dialogo immaginario che ha con la madre si lascia andare a brevi tratti a frasi intime, ma in generale rimane sempre alzata questa facciata piuttosto neutra o rigida, racconta fatti terribili cercando di non sprofondarci dentro a livello empatico.

Ma per il caso Stewart ho notato un maggiore coinvolgimento, a differenza di altri casi citati secondo me l’autore si è focalizzato maggiormente su questo anche per il livello intrinseco di crudeltà e assoluto annullamento di empatia e rispetto nei confronti della vita altrui, del totale narcisismo e della più completa noncuranza nei confronti delle persone vittime di questi individui.

E’ di certo uno dei casi più complessi da affrontare in questo libro.

Conclusioni

“I miei luoghi oscuri” è un libro autobiografico decisamente duro e doloroso a tratti da affrontare, un libro che ci mostra gli aspetti più traumatici, violenti e crudeli che si possono incontrare quando ci si muove nel mondo della cronaca nera e si cercano di analizzare alcune vicende.

Ma è anche un libro che ci mostra pagina dopo pagina un percorso lungo e faticoso compiuto da un figlio per riconoscere davvero la propria madre venuta a mancare per un omicidio violento senza ancora un colpevole.

E infine è anche un testo che ci mette davanti all’aspetto più duro e complesso della vita, l’affrontare traumi, dipendenze, luoghi oscuri appunto che si è costretti in un modo o nell’altro a visitare, è un libro a livello di contenuto immenso che dona il profondo senso di aver compiuto un viaggio lungo e tumultuoso alla fine, come se anche il lettore avesse immerso il corpo in quei luoghi oscuri. Meraviglioso.

Voto:

E voi? Avete mai letto qualcosa di Ellroy? Vi è piaciuto? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!

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Libri Perfetti per L’ Autunno

Ben ritrovatə!

Oggi siamo qui per un articolo molto speciale, che arriva in ritardo a causa di vari problemi tra cui una brutta influenza che mi ha tenuta bloccata per giorni, ma l’importante è l’arrivo, e finalmente oggi possiamo parlare a ruota libera di una camionata (termine tecnico) di libri adatti all’autunno, ho voluto fare un qualcosa di diverso dal solito incorporando più testi e dividendo l’articolo in punti, infatti troverete i libri thriller, i classici, i libri sulle case infestate ecc. ecc.

Insomma questa è una listona di libri che io considero perfetti o comunque adatti al periodo autunnale, ho letto la maggior parte di questi libri, ma ci tengo anche a dire che alcuni testi che ho inserito non sono ancora stati letti dalla sottoscritta, ma è solo questione di tempo.

Iniziamo perché i titoli oggi sono parecchi!

Autorə Specifici

Dunque, la prima vera categoria di questo articolo non è legata a nessun genere, ma più che altro ad autori e autrici che a me danno sempre il vibe autunnale giusto, ovviamente ora entrerò anche un poco nel dettaglio per quanto riguarda i titoli che personalmente vi consiglio di questi autori/autrici.

Abbiamo il buon vecchio Stephen, che dire, i titoli da consigliare perfetti per il periodo di King sono tanti, io ve ne suggerisco tre, Carrie, libro che ho amato profondamente e di cui abbiamo già parlato in modo approfondito qui, Misery, altro capostipite dell’autore da cui è stato tratto un famosissimo film (anche di questo abbiamo parlato in modo approfondito, qui) e Shining, anche da questo è stato tratto un immenso film che comunque differisce dal libro, e anche per Shining ci troviamo di fronte ad un libro inquietante e agghiacciante ambientato appunto in un hotel assai problematico.

Abbiamo già parlato su questo blog anche di Shirley Jackson, autrice dell’horror psicologico, autrice molto amata da King tra l’altro, sua musa in un certo senso. Di suo vi consiglio il famoso Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello, che è la storia di due sorelle rimaste sole con lo zio in seguito ad una terribile tragedia che ha portato alla morte dei genitori, le due abitano quasi isolate fra l’odio degli abitanti della vicina cittadina e un giorno arriverà il cugino Charles a rompere il già sottile equilibrio che regna in quella casa, ne abbiamo parlato qui. Altro testo della Jackson che vi consiglio e L’Incubo di Hill House, c’è una serie tra l’altro ispirata vagamente al testo ma libro e serie hanno davvero poco in comune, ne abbiamo parlato qui. Vi consiglio vivamente la visione della serie se cercate un qualcosa di spaventoso adatto magari ad una serata di Halloween con gli amici. Comunque, torniamo al libro, anche qui abbiamo un ottimo esempio di thriller/horror psicologico, è un testo con all’interno un crescendo di follia morboso e inquietante che riguarda la protagonista. E’ un testo che personalmente a fine lettura mi ha lasciata spiazzata e ho impiegato qualche tempo per digerirlo del tutto, ma a distanza di tempo ne riservo un ricordo eccezionale. Infine La Lotteria, piccolo raccontino, esiste anche la versione in graphic novel, tratta di questa all’apparente innocente e tranquilla lotteria che si svolge in questo piccolo paesino, ma come sempre succede con la Jackson, man mano che si va avanti l’atmosfera cambia e diventa pesante e cupa fino all’esplosione finale.

Daphne du Maurier è un’altra garanzia, anche con lei troviamo quella tipica atmosfera morbosa, pesante, cupa, come se ci fosse qualcuno nascosto sotto il letto che aspetta solo il momento giusto per sbucare fuori, ma il tutto è mitigato da uno stile che trasporta il lettore in un ambiente finemente descritto che diviene evocativo e vivido. Rebecca è il suo testo più famoso e non posso di certo non citarlo, un romanzo sulla memoria e la gelosia che scava nelle profondità dell’animo umano. Gli Uccelli e altri Racconti è appunto una raccolta di racconti, e tra questi c’è quello che da il nome alla raccolta da cui è stato tratto anche il famoso film diretto da Hitchcock, qui troviamo fantasmi, omicidi e misteri con tinte gotiche e a tratti cupe.

Due paroline ovviamente su Edgar Allan Poe con i suoi Racconti del Terrore, lettura che calza a pennello, ambienti lugubri, oscure presenze, orrore e paura si mischiano in questi racconti che sono un classico del genere.

Ray Bradbury non ha scritto ovviamente libri solo dalle tinte inquietanti o spaventose, famoso soprattutto per il suo Fahrenheit 451, Bradbury ha scritto anche Il Popolo dell’Autunno, libro che parla di un circo misterioso che compare dal nulla a pochi giorni da Halloween e di due ragazzini costretti a fare i conti con i propri incubi, un mix con tinte gotiche che si aggira tra il romanzo di formazione, il fantasy e un testo a tinte oniriche. Assassino, Torna da me! è una raccolta di racconti con carnevali gotici, automi viventi e investigatori, anche qui un mix di fantasy, horror e weird.

Infine Algernon Blackwood, autore poco conosciuto rispetto agli altri/e citati, ma decisamente interessante, io vi consiglio per una lettura breve ma intensa I Salici, racconto d’atmosfera cupo e davvero intenso, incentrato su questi due uomini che si ritrovano in un luogo isolato circondato appunto da salici, di notte, e ad un certo punto questi salici e questa oscurità sembrano prendere vita. Blackwood è famoso soprattutto per il personaggio di John Silence, un detective dell’occulto, che nel nuovo volume da poco edito Fanucci trovate nel suo splendore nei suoi cinque racconti, e questo individuo investiga appunto su infestazioni, strane esperienze e affini.

Libri per Ragazzi

Pensando ai testi per ragazzi sono quattro quelli che mi navigavano in testa, il primo è I Mostri di Rookhaven di P. Kenny, romanzo con i mostri e con varie illustrazioni in bianco e nero all’interno decisamente piacevoli e suggestive. Il romanzo è la storia di due ragazzi, fratello e sorella, che all’improvviso si ritrovano in un luogo completamente sconosciuto a cui accedono da un portale, e in questo luogo incontreranno una famiglia assai particolare, una famiglia appunto di mostri e creature.

Ho letto questo testo qualche settimana fa e tutto sommato la considero una piacevole lettura, perde un poco di vigore dalla metà in poi e ci sono di certo alcuni aspetti che non mi hanno convinta, ma secondo me è un perfetto libro per ragazzi con atmosfere a brevi tratti cupe, ah e con i mostri certo, non dimentichiamo i mostri.

Di Città di Spettri abbiamo già parlato ampiamente in una recensione dedicata, che trovate qui, quindi non mi dilungherò più di tanto. E’ il primo volume di una trilogia e questo si avverte bene in alcuni tratti secondo me, però rimane un romanzo dalle tinte gotiche e cupe molto scorrevole e d’intrattenimento, soprattutto per i ragazzi.

Forse negli anni abbiamo anche già parlato de Il Figlio del Cimitero, testo senza dubbio citatissimo e amatissimo, del buon vecchio Neil Gaiman.

E’ la storia di un ragazzino che ha la capacità di vedere e dialogare con i morti e passa molto tempo in questo cimitero, tra le tombe, ovviamente però lui è vivo e ben presto dovrà affrontare delle minacce. Non posso non citare anche Coraline ovviamente di Neil Gaiman, che non ho ufficialmente inserito perché ormai ne avrete le tasche piene di me che nomino questo testo ogni due per tre, ma entrambi questi volumi sono a mio vedere ottime letture per ragazzi (ma anche per adulti ovviamente) adatte al periodo, anzi forse fra le migliori che esistano dato che Neil raramente sbaglia.

Infine il primo volume di Petrademone, Il Libro delle Porte di Manlio Castagna, che è lo stesso autore che assieme a Guido Sgardoli ha scritto Le Belve, altro testo perfetto per l’autunno, ma decisamente più pesante rispetto a quelli citati in questa sezione.

Petrademone, Il Libro delle Porte è il primo volume di una trilogia che si concentra su questa ragazzina Frida che arriva in questa dimora ovvero Petrademone dagli zii, dopo la scomparsa dei genitori. Ma in questo luogo Frida avverte qualcosa di maligno e assieme ai suoi nuovi tra amici si butterà nell’avventura cercando al tempo stesso di ricominciare a vivere dopo un evento così devastante e traumatico.

Paranormal/Ghost Stories

La donna in Nero o The Woman in Black di Susan Hill è un testo di cui abbiamo parlato 2/3 anni fa (qui) proprio per Halloween ed è stato recentemente riedito in una nuova edizione Mondadori.

E’ appunto una storia con all’interno la “presenza” di fantasmi, a si concentra su quest’uomo un giovane avvocato londinese, incaricato di gestire l’eredità e presenziare al funerale della signora Alice Drablow, l’unica abitante di Eel Marsh House. Dal momento in cui si recherà nell’abitazione assai cupa, isolata e inquietante della deceduta Drablow assisterà a fatti inspiegabili e la vicenda subirà una veloce impennata in un vortice di inquietudine e mistero.

Da L’ospite di Sarah Waters è stato tratto un film del 2018 e questo è senza dubbio considerato uno dei testi più famosi della Waters.

E’ un libro gotico che si concentra sulla famiglia Ayres e sull’arrivo del dottor Faraday nella dimora di Hundreds Hall, luogo che sogna da quando era bambino di visitare, ma finirà con lo scoprire che ciò che si nasconde dietro i cancelli della dimora è molto più nebuloso e oscuro del previsto, infatti gli abitanti di questa combattono una dura lotta per salvare dalla rovina la casa e loro stessi, ma dietro a tutto ci sono misteri e presenze che si annidano in ogni angolo.

Infine Mexican Gothic di Silvia Moreno Garcia, libro che io ho in lettura in questo preciso momento, un testo che ha avuto un immenso successo negli States e che qualche tempo fa è giunto qui da noi.

Si concentra su questa ragazza di nome Noemì che spinta dal padre e da strane lettere ricevute dalla cugina si mette in viaggio verso High Place, una tetra dimora tra le montagne del Messico, la dimora dove vive la cugina con il nuovo marito e parte della famiglia di questo. Da lì a poco Noemì inizierà ad essere soggiogata dalla casa, ad avere strane visioni, ad avvertire strane e macabre presenze, finendo intrappolata in un vortice da cui sembra impossibile uscire, fra segreti di famiglia e trame fosche.

True Crime

L’Avversario di Carrère è sicuramente uno dei testi più citati e conosciuti quando si parla di true crime, anche se il testo in questione è più un romanzo verità, che parla di un fatto realmente accaduto di cui l’autore ha potuto raccontare anche in seguito alla sua corrispondenza con Romand, il killer di questa storia.

Questo libro è la storia di Jean-Claude Romand, un uomo che conduce una doppia vita e che ad un certo punto ha iniziato a tessere una fitta trame di bugie su tutto, sul lavoro, sugli studi, sul proprio carattere, fino al trovarsi un giorno ad esplodere quando tutto questo castello di menzogne ha rischiato di sommergere ogni cosa ed è esploso commettendo una serie di efferati omicidi. Ha ucciso la propria famiglia, moglie e due figli, e i propri anziani genitori, senza contare il fatto che ha tentato anche di uccidere l’amante in un tentativo poi sventato. In questo testo l’autore parla di questo terribile fatto di cronaca e lascia il lettore con molte riflessioni sull’animo umano, su quello che è stato il punto di rottura di questo individuo e su come sia stato possibile arrivare a questo punto.

I Miei Luoghi Oscuri di James Ellroy è a mio vedere un assoluto capolavoro, di cui parleremo a breve in una recensione approfondita.

Dunque il focus di questo libro è l’omicidio della madre dell’autore, morta quando lui aveva dieci anni in seguito ad asfissia per essere stata strangolata con dei lacci in una tragica notte a El Monte. In questo libro c’è un intero universo, c’è il mondo di James Ellroy che noi impariamo a conoscere da bambino, poi da ragazzino, da adolescente e da adulto e ci rendiamo conto del suo processo di crescita, è senza dubbio un libro con una buona fetta autobiografica che ci porta però sempre al main focus ovvero la madre, il rapporto con la madre e il come Ellroy sia riuscito o meno negli anni a digerire ed elaborare questo grave trauma. Ci parla anche del padre, ci parla di sua madre quando era giovane, ne ricostruisce una figura staccata dal mondo in cui l’abbiamo incontrata all’inizio, un mondo in cui lei era solo la madre di Ellroy, donna divorziata che si stava divertendo in una serata di svago, donna schiva e intelligente, che attirava gli uomini ma che senza dubbio era rimasta scottata da un matrimonio con una fine disastrosa. E’ un libro grazie al quale finiamo per conoscere un Ellroy uomo gettato tante volte a terra dalla vita, ma conosciamo anche una donna forte che purtroppo è venuta a mancare e di cui nessuno è mai riuscito a risolvere l’omicidio, ma conosciamo anche tanti casi di cronaca che Ellroy cita nel corso del testo, da quelli più famosi (per esempio O.J. Simpson) a quelli semi-sconosciuti, ma decisamente torbidi e morbosi.

A Sangue Freddo di Truman Capote è uno dei testi di genere true crime più famosi di sempre, il libro è stato tradotto in 37 lingue.

 È il resoconto dettagliato del quadruplice omicidio della famiglia Clutter, ma anche un’impietosa radiografia del sogno americano vissuto in provincia. E’ il 15 novembre 1959 quando in Kansas, un proprietario terriero, sua moglie e i loro due figli vengono trovati brutalmente assassinati, Truman Capote si reca sul luogo dell’omicidio e mentre ricostruisce l’accaduto, le indagini che portano alla cattura, il processo e infine l’esecuzione dei colpevoli Perry Smith e Dick Hickock, esplora le circostanze di questo terribile crimine e l’effetto che ha avuto sulle persone coinvolte, scavando nella natura più profonda della violenza americana.

Non te ne Andrai di Ann Rule si concentra su Thomas Capano, ricco esponente della comunità italoamericana di Wilmington, uomo affascinante in grado di far credere qualsiasi cosa alla donna che ha attirato la sua attenzione. Anne Marie Fahey, irlandese, piacente, è alla ricerca del “vero” amore e vuole credere alle promesse del suo seduttore. Ma Thomas è un manipolatore, in grado di giocare con i sentimenti e la psiche di chiunque lo circonda. Seduttore impenitente, spinto a continue conquiste amorose, è anche prigioniero di una gelosia maniacale. Un moderno Barbablù che cerca nelle donne una corte per soddisfare la sua vanità. Una volta entrata nel suo mondo nessuna può permettersi di abbandonarlo, neanche Anne Marie.

Thriller

Abbiamo parlato (qui) qualche mese di Shutter Island o L’Isola della Paura di Dennis Lehane, uno dei thriller credo più belli che abbia ad ora mai letto, da cui è stato tratto un film molto famoso con Leonardo di Caprio.

Si concentra su quest’uomo di nome Teddy Daniels, un agente federale che si sta recando all’Ashecliffe Hospital, l’istituto psichiatrico in cui sono ricoverati pazienti affetti da gravi patologie psichiche, è stato chiamato sull’isola a indagare sulla scomparsa di un’ospite della clinica, Rachel Solando, internata dopo essersi macchiata dell’orrenda uccisione dei suoi tre figli. Tra risposte elusive, sguardi diffidenti e testimoni ambigui, Teddy si muove in un crescendo di sospetti, mentre una violenta tempesta si abbatte sull’isola, tagliandola fuori dal resto del mondo. Shutter Island è un capolavoro di tensione che indaga le profondità della psiche umana facendoci chiedere dove è in grado di arrivare la mente di un uomo.

Teddy di J. Rekulak è un po’ il thriller paranormale del momento, si vede ovunque e se ne parla ovunque, io lo sto leggendo ora e devo dire che mi sta davvero piacendo, si sta dimostrando una bella sorpresa.

Teddy è un bambino di cinque anni,che ama disegnare qualsiasi cosa: gli alberi, gli animali, i genitori e, occasionalmente, anche la sua amica immaginaria, Anya, che dorme sotto il suo letto e gioca con lui quando è da solo. Ma ora a occuparsi di lui per tutta l’estate c’è Mallory, la nuova babysitter. I due si sono piaciuti fin dal primo incontro, tanto che il signor Maxwell non ha potuto opporsi all’assunzione della ragazza, che nonostante la giovane età ha dei difficili trascorsi con la droga. All’apparenza tutto è perfetto: i Maxwell sono gentili e comprensivi, la loro casa sembra uscita direttamente dalla copertina di una rivista e le giornate sono scandite da una routine serena, che comprende giochi, pisolini e bagni in piscina. Fino a quando i disegni di Teddy cominciano a cambiare, diventano sempre più strani, cupi, quasi macabri e rivelano un tratto decisamente troppo complesso per un bambino di quell’età. Che cosa sta succedendo? Per Teddy è colpa di Anya, è lei a dirgli cosa rappresentare e a guidare la sua mano. Qualcosa non va e, anche se può sembrare una follia, solo Mallory può scoprire la verità prima che sia troppo tardi. Un thriller che sconfina nel paranormale e che, grazie alla forza espressiva delle illustrazioni, vi sorprenderà, pagina dopo pagina, in un inquietante crescendo, fino all’imprevedibile colpo di scena finale.

Infine Quelle Belle Ragazze di K. Slaughter è un thriller molto amato negli States, ma in generale l’autrice è stata direi recentemente riscoperta.

Il libro si concentra su Claire e Lydia che sono sorelle e non si parlano da più di vent’anni. I loro rapporti si sono interrotti quando Claire ha deciso di sposare Paul, affermato architetto, e di diventare la sua sofisticata moglie trofeo. Lydia, invece, è una madre single, ha una storia con un ex detenuto, e fatica ad arrivare alla fine del mese. Nessuna delle due è riuscita a superare la tragedia che ha colpito la loro famiglia quando Julia, la sorella maggiore, è scomparsa senza lasciare tracce, e la notizia che un’altra ragazza, anche lei giovane e bellissima, è sparita nel nulla in circostanze molto simili, di colpo riporta nelle loro vite tutto l’orrore e lo strazio del passato. Come se non bastasse, pochi giorni dopo Paul viene ucciso. Che legame c’è tra la scomparsa di un’adolescente e l’omicidio di un uomo di mezza età a quasi venticinque anni di distanza? Accantonata la reciproca diffidenza, le due sorelle si alleano per dissotterrare i segreti che hanno distrutto le loro vite, finendo per scoprire una scioccante verità dove meno se l’aspettano.

Classici Spooky

I classici adatti al periodo sono tanti, davvero tanti, quindi andrò veloce perché la maggior parte di questi classici sono iper citati e famosi nei decenni e nei secoli.

Abbiamo Dracula di Bram Stoker di cui abbiamo anche recentemente parlato in una recensione (qui), classico con i vampiri tra fughe, inseguimenti e luoghi in pieno stile gotico, un pilastro del genere e forse IL libro per eccellenza del periodo autunnale.

Frankenstein di Mary Shelley, altro mega classicone di cui abbiamo già parlato (qui), incentrato sulla minacciosa creatura figlia di sperimentazioni a cura del dottor Frankenstein che sembra volersi sostituirsi a Dio. Ma questa sua creazione finirà per rivoltarglisi contro, innescando una serie di eventi terribili.

Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie è uno dei testi più famosi dell’autrice inglese, incentrato su questi dieci individui costretti per una serie di motivazioni a recarsi nello stesso luogo, dopo poco dall’inizio della coabitazione però gli individui ascoltano un disco molto inquietante e dopo l’ascolto si innescherà una serie di omicidi che sembra seguire in modo preciso una all’apparenza innocente filastrocca.

Storie di Fantasmi di E. Wharton. Ghosts, «Fantasmi», è il nome originario di questa raccolta, dove i racconti sono caratterizzati dalla specifica sensibilità dell’autrice, una sensitiva che grazie alla costante razionalità riesce a rimanere sempre “al di qua della pagina”. Fin da bambina inoltre, la Wharton è «profondamente imbevuta di celticità e di senso del soprannaturale», e al lettore viene chiesto solo di provare, meglio di condividere la dovuta paura e di prestare la dovuta attenzione. «I fantasmi, per manifestarsi, esigono… silenzio e continuità».

Anche di Carmilla abbiamo parlato proprio qualche mese fa (qui), abbiamo un altro classico con i vampiri, che viene addirittura prima di Dracula. Seguiamo la storia di questa ragazza che all’improvviso si trova ad ospitare in casa una giovane di cui non sa nulla che diventerà la sua migliore amica. Ma man mano che avanzano i giorni, più l’amicizia cresce, più i fatti strani nelle vicinanze della casa aumentano.

Rosemary’s Baby di Ira Levin (qui) è anche qui un classico molto famoso da cui è stato tratto un film. Siamo in compagnia della giovane Rosemary che assieme a suo marito, Guy, si trasferisce al Bramford, uno storico palazzo in centro a Manhattan. Un luogo prestigioso e antico che ospita però anche tanti segreti e non si può certo dire che i nuovi vicini della coppia siano del tutto innocenti.

L’Esorcista di W.P.Blatty (qui), altro testo da cui è stato tratto un film famosissimo. Tratta di questa attrice, madre di una bambina dolce e gentile che ad un certo punto inizia a comportarsi in modo molto strano e problematico. La donna sottoporrà la bimba a visite su visite per cercare una causa a questo comportamento fino ad essere costretta a chiedere aiuto ad un esorcista.

Infine Lo strano Caso del dr. Jekyll e mr. Hyde di Stevenson. Quando il dottor Jekyll inventa la pozione che lo trasforma nel doppio di se stesso, un essere deforme e capace di ogni misfatto chiamato Hyde, non sospetta ancora le conseguenze cui andrà incontro. Vittima della sua stessa creatura, Jekyll cade in una trappola autodistruttiva, fino a identificarsi spontaneamente con Hyde.

Manga/Graphic Novel

Parliamo un poco di Junji Ito, illustratore famosissimo, soprattutto per Tomie, questo personaggio femminile di una bellezza quasi divina, ma dall’atroce dono di poter tornare ogni volta in vita dopo essere stata brutalmente uccisa per aver portato gli uomini alla follia.

Le illustrazioni di Junji Ito sono aberranti, mostruose, gioca molto sulla deformità fisica rendendola un qualcosa di quasi inguardabile che crea un senso di forte disgusto e raccapriccio, in questo volumone delle storie di Tomie assistiamo a vari eventi di cui lei è sempre il filo conduttore. Ho letto questa raccolta e vi posso dire che ci sono certe storie come Il mignolo o La Babysitter che ho trovato assolutamente d’impatto.

Ma di Junji Ito non si può non citare anche la raccolta Il Mostro che contiene una riscrittura di Frankenstein più altri racconti. Abbiamo sempre l’horror tipico di Junji Ito quindi come dicevo un horror più che altro fisico e corporeo.

Per quanto riguarda le graphic novel invece mi sento di citare Gideon Falls, quello che vedete nell’immagine è il primo volume.

E’ complesso parlare della trama di Gideon Falls quindi cercherò di riportare un poco ciò che si può trovare cercando online: Un misterioso fienile nero appare e scompare in diversi punti della storia. Ogni volta che si manifesta, qualcosa di orribile accade. Un sacerdote che sta ritrovando se stesso dopo aver smarrito la via e un giovane ossessionato da terrificanti visioni, in luoghi diversi, cercano risposte. Sono loro ad aver capito che il fienile esiste, o è il fienile che li ha cercati, e perché?

E’ una storia dal ritmo serrato che vi terrà con fiato sospeso fino all’ultimo, o meglio fino alla fine del volume dato che questo è il primo.

Horror per gradire e per finire

Questi sono tre libri horror che non ho inserito nelle altre sezioni, ma che comunque vi consiglio e soprattutto sono testi a mio vedere perfetti per l’autunno.

Il primo è il Notturno di Thomas Ligotti, una raccolta di racconti weird ed horror che segue un tipo di horror alla H.P. Lovecraft, un horror perturbante e macabro immerso in atmosfere cupe e decadenti. Sono presenti nel catalogo Il Saggiatore anche altre raccolte di Ligotti che negli ultimi anni sta venendo riscoperto.

Abbiamo poi Lasciami Entrare di J.A. Lindqvist, identificato un po’ come il King nordico. Questo è un horror con i vampiri, che si svolge a Blackeberg, periferia ovest di Stoccolma, dove il ritrovamento del cadavere completamente dissanguato di un ragazzo segna l’inizio di una lunga scia di morte. Mentre nel quartiere si diffonde la paura, l’introverso dodicenne Oskar conosce Eli, una coetanea che si è appena trasferita nella zona, ma c’è qualcosa di molto strano in lei.

E infine dopo questa lunga listona, parliamo un attimo de La Casa sull’Abisso di Hodgson. Testo che io ho letto circa un anno fa e di cui dovrebbe essere uscito un Pillole Letterarie.

E’ un libro molto complesso di cui parlare, tra l’altro se non si conoscono determinati significati o riferimenti a mio vedere non si riesce bene a comprendere il lavoro dell’autore che è immenso, ma in caso doveste leggerlo per poi finirlo e non riuscire a capire del tutto le sue sfaccettature vi consiglio di dare un’occhiata a varie analisi del testo che si trovano senza problemi online.

Ma di che parla il libro? Di questa casa sull’abisso appunto, di una dimora che all’inizio del testo viene trovata per caso da due viaggiatori e con questa viene ritrovato anche un manoscritto in cui si parla di fatti davvero inquietanti e paurosi, ma anche strani e incomprensibili, accaduti all’interno di quella casa. Non è però il classico testo ambientato in una casa maledetta, la cantina della casa che si protende sull’abisso porta in un’altra dimensione, in un altro tempo e in un altro spazio. Ci troviamo in un non-luogo dove tutto è già avvenuto e dove, ovviamente, sono presenti dei mostri i quali, provenendo dall’interno della casa che costituiva il baluardo contro il pericolo, indicano invece che una salvezza, peraltro assai improbabile, è altrove, al di fuori.

Bene!

E dopo questa listona di titoli che per ora fermo qui, anche se ne avrei molti altri, ditemi: avete letto qualcuno di questi testi? Sì, quale? Avete dei testi perfetti per l’autunno? Quali sono? Fatemi sapere!

A presto!

Città di Spettri – Victoria E. Schwab

Buon venerdì e buon quasi weekend!

Dunque, per la prima recensione di ottobre ho deciso di parlarvi di “Città di Spettri” di Victoria Schwab, un libro che ho recentemente concluso, perché vorrei (almeno questa è una idea e una specie di obbiettivo, vedremo se riuscirò a rispettarlo) indirizzare le recensioni di questo mese verso generi adatti al vibe del periodo, quindi thriller, mystery, noir e affini.

Ho già in mente qualche titolo adatto e di certo più avanti nel mese uscirà anche un articolo/lista di libri appartenenti al vibe di stavamo parlando sopra.

Ad alcuni testi di cui vi parlerò in questo articolo però vorrei dedicare anche una recensione singola a parte, come appunto “Citta di Spettri”.

Friggevo dalla voglia di leggere questo testo dai tempi dell’uscita e finalmente posso dire di averlo fatto, leggo raramente romanzi per ragazzi, ma questo per il modo in cui mi era stato descritto mi attraeva parecchio.

Direi di iniziare!

Città di Spettri – Victoria Schwab

Casa editrice: Mondadori

Pagine: 318

Genere: fantasy, urban fantasy, paranormale, gotico, ghost-story, young adult

Prezzo di Copertina: € 15,00

Prezzo ebook: € 8,99

P. Pubblicazione (ITA): 2021

Link all’acquisto: QUI

Incipit

La gente pensa che i fantasmi escano solo di notte, oppure a Halloween, quando sul mondo cala il buio e i muri si assottigliano. Ma la verità è che sono dappertutto. Tra gli scaffali del pane del supermercato, nel bel mezzo del giardino della nonna, seduti in prima fila sul tuo stesso autobus. Solo perché non riesci a vederli, non significa che non ci siano.

Trama

Da quando Cass è quasi annegata (sì, va bene, è veramente annegata, ma non le piace ripensarci), è in grado di attraversare il Velo che separa i vivi dai morti… e accedere al mondo degli spiriti. Persino il suo migliore amico è un fantasma. Insomma, la faccenda è già piuttosto strana. Ma sta per farsi ancora più strana. Quando i suoi genitori vengono ingaggiati per girare un programma televisivo dedicato alle città infestate, tutta la famiglia si trasferisce a Edimburgo, in Scozia. Dove cimiteri, castelli e vicoli sotterranei pullulano di fantasmi irrequieti. E quando Cass incontra un’altra ragazza che condivide il suo stesso “dono”, si accorge di avere ancora molto da imparare sul Velo, e su se stessa. Da Victoria Schwab, un racconto spaventoso ed elettrizzante, pieno d’azione, che parla di infestazioni, passato, mistero, e del legame tra i veri amici (anche se quell’amico è un fantasma…).

Recensione

Città di Spettri” è il primo volume di una trilogia, seguito da “Tunnel di Ossa” e “Ponte di Anime“, definita la trilogia di Cassidy Blake, protagonista dei volumi.

È nota per il suo romanzo Vicious pubblicato nel 2013, la serie Shades of Magic, lo standalone La vita invisibile di Addie LaRue e i suoi libri di narrativa per bambini e young adult.

Stile, Ritmo e Atmosfera

Lo stile è scorrevole, è un libro che senza dubbio si legge molto velocemente, un po’ per l’impaginazione, un po’ per il formato pocket è un po’ proprio per lo stile dell’autrice che è uno stile tipico anche da romanzo per ragazzi, quindi ad esempio le descrizioni sono ridotte all’osso, il ritmo è piuttosto scattante, le vicende si susseguono una dopo l’altra e abbiamo appunto a che fare con la nostra Cassidy che ha 12 anni, quindi ci ritroviamo ad affrontare alcune prime esperienze con lei e a vivere situazioni tipiche di quell’età con lei.

Il ritmo come dicevamo è piuttosto veloce, la protagonista si butta da un luogo all’altro, da un ragionamento all’altro, da una situazione all’altra.

Infine parlando della scrittura di questo volume direi che le atmosfere sono a tratti effettivamente gotiche e virano verso un qualcosa di grottesco e cupo, ma non direi che queste atmosfere sono persistenti all’interno del romanzo, ci ritroviamo a volte in luoghi oscuri e tetri perché Cassidy si trova ad Edimburgo con i genitori proprio per visitare luoghi simili per la caccia ai fantasmi/lavoro televisivo dei suoi, ma ci sono anche parecchi momenti in cui le atmosfere sono rilassate e non si avverte quel senso di macabra oscurità, direi che il lato più gotico spunta nel finale.

Di certo appartiene alla fetta di romanzi per ragazzi che virano sulle atmosfere macabre, ma non è quel macabro opprimente direi che è ben misurato.

Una lettura piacevole

Se dovessi descrivere brevemente questo libro direi che è un testo piacevole da leggere per chi ha voglia di una storia leggera e a brevi tratti cupa, adatta al periodo.

Niente di più, niente di meno, è un testo che su di me non ha lasciato un grande segno, non mi sono affezionata più di tanto ai personaggi, anzi credo rimangano abbastanza superficiali, si cerca di far emergere qualcosa della loro personalità, ma secondo me leggendo solo questo primo volume non si riesce del tutto ad entrare in sintonia con loro.

Il world building è semplice, la storia di base non ha tratti particolarmente originali, parliamo di una ragazzina che riesce appunto a vedere i fantasmi entrando in questo Velo che lei descrive come se fosse una specie di tenda che può tirare e passare dall’altra parte e il mondo reale sembra prendere le sembianze del passato, più precisamente del ricordo, una specie di bolla del tempo, del fantasma in questione e di come era quel luogo ai tempi.

Cassidy ha un migliore amico che la segue sempre, anzi quasi sempre, che si chiama Jacob ed è un fantasma, legato a lei da un evento traumatico che viene accennato, ci viene raccontata l’essenza di questo evento traumatico, ma non si scende troppo nei dettagli.

In questo primo volume ci sono vari punti che ovviamente, proprio per il fatto di essere un primo volume, non vengono chiariti, sappiamo ancora poco del dono di Cassidy, di come funziona il Velo, della reale natura/intenzioni di Jacob e in generale direi anche del reale legame tra i personaggi, che capiamo sì, ma sembra essere solo accennato.

Direi che questo primo capitolo serve più che altro a presentare i personaggi e a farci entrare nel mondo di Cassidy che si ritrova all’improvviso con un dono immenso che non sa come utilizzare, anche se ad un certo punto della storia arriverà una ragazzina molto simile a Cassidy, con il suo stesso dono, che la aiuterà a comprendere meglio il Velo.

Ho trovato interessante l’idea del Velo che ovviamente torna in tutto il volume, di solito nelle ghost stories troviamo i classici fantasmi che creano scompiglio nel mondo reale con le loro apparizioni, il loro spostare oggetti senza chiedere, il loro continuo rumoreggiare anche a notte fonda, qui invece Cassidy riesce ad avvertire le presenze, ma prima di entrare effettivamente in contatto con loro sembra dover attraversare questo Velo.

E’ una specie di sottosopra al passato.

Conclusioni

Tirando le somme direi che questa è stata una lettura molto scorrevole e senza impegno, i personaggi sono stereotipati e poco approfonditi, l’idea base come dicevo non è così originale, se non per alcuni aspetti e in toto è un testo nella media, ma è comunque una lettura che rientra a pieno titolo in quelle adatte al vibe autunnale e se volete una ghost story con una protagonista simpatica con un migliore amico fantasma, perché non scegliere “Città di Spettri”?

Voto:

E voi? Avete mai letto qualcosa di questa autrice? Vi è piaciuto? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!

LiberTiAmo di Ottobre e Novembre (2022)

Buon primo di ottobre e buon sabato!

Rieccomi oggi su questi schermi per parlare del libro che leggeremo assieme per i prossimi due mesi sul gruppo di lettura, LiberTiAmo, che trovate su Goodreads (qui), infatti questa volta il libro in questione è un bel mattoncino e per questo i tempi di lettura sono stati prolungati a due mesi, ma parliamone!

Vi ricordo come sempre che ogni mese sul gruppo leggiamo assieme un libro, senza tappe o obbiettivi, andiamo semplicemente avanti in libertà e verso fine mese o al momento preferito ne parliamo un poco assieme.

L’Armata dei Sonnambuli – Wu Ming

Casa editrice: Einaudi

Link all’acquisto: QUI

Trama

1794. Parigi ha solo notti senza luna. Marat, Robespierre e Saint-Just sono morti, ma qualcuno giura di averli visti all’ospedale di Bicêtre. Un uomo in maschera si aggira sui tetti: è l’Ammazzaincredibili, eroe dei quartieri popolari, difensore della plebe rivoluzionaria. Dicono che sia un italiano. Orde di uomini bizzarri riempiono le strade, scritte enigmatiche compaiono sui muri e una forza invisibile condiziona i destini. Qualcuno la chiama «fluido», qualcun altro Volontà. Ma è meglio cominciare dall’inizio. Anzi: dal giorno in cui Luigi Capeto incontrò Madama Ghigliottina.

L’armata dei sonnambuli è un romanzo del collettivo di scrittori italiani Wu Ming. 

È il secondo romanzo di quello che i Wu Ming chiamano il “Trittico Atlantico”, progetto che prevede la realizzazione di tre libri, tutti ambientati negli ultimi trent’anni del XVIII secolo, su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico. 

Il testo sarà in lettura per tutto il mese di ottobre e novembre.

Bene, e voi? Avete mai letto “L’Armata dei Sonnambuli”? Vi è piaciuto? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!