Teddy – Jason Rekulak

Buon venerdì e ben ritrovat*!

Come state? Ci troviamo qui in un nuovo fine settimana per parlare del libro del giorno!

Oggi parliamo di “Teddy” di Jason Rekulak, un thriller paranormale che ha fatto molto parlare di se negli scorsi mesi, è un’uscita del settembre 2022 e devo dire che ora si vede decisamente meno in giro rispetto al botto delle settimane successive alla pubblicazione, ma ogni tanto viene ancora citato.

E’ un testo che di certo ha diviso e divide ancora i lettori, c’è chi lo ha amato alla follia e chi lo ha detestato ritenendolo a tratti privo di senso, con risoluzioni e sviluppi di trama discutibili.

Beh, dopo questa premessa direi che è il momento di darvi la mia opinione, parliamone!

Teddy – Jason Rekulak

Casa editrice: Giunti

Pagine: 416

Genere: narrativa, thriller psicologico, mystery, suspance

Prezzo di Copertina: € 16,90

Prezzo ebook: € 9,99

P. Pubblicazione: 2022

Link all’acquisto: QUI

Incipit

Qualche anno fa ero praticamente al verde, e così mi offrii volontaria per un progetto di ricerca della University of Pennsylvania. Seguendo le indicazioni arrivai all’ospedale del campus, a West Philly, ed entrai in un grande auditorium pieno di donne, tutte tra i diciotto e i trentacinque anni. Non c’erano abbastanza posti e io arrivai tra le ultime, così dovetti sedermi, tremante, sul pavimento. C’erano caffè e ciambelle al cioccolato gratuiti, e un grosso televisore che trasmetteva The Price is Right, ma tutte quante guardavano il telefono. Sembrava di essere in coda per qualche ufficio, però ci pagavano un tanto all’ora e quindi avremmo aspettato volentieri anche tutto il giorno.

Trama

Teddy è un dolce bambino di cinque anni, intelligente e curioso, che ama disegnare qualsiasi cosa: gli alberi, gli animali, i genitori e, occasionalmente, anche la sua amica immaginaria, Anya, che dorme sotto il suo letto e gioca con lui quando è da solo. Ma ora a occuparsi di lui per tutta l’estate c’è Mallory, la nuova babysitter. I due si sono piaciuti fin dal primo incontro, tanto che il signor Maxwell non ha potuto opporsi all’assunzione della ragazza, che nonostante la giovane età ha dei difficili trascorsi con la droga. All’apparenza tutto è perfetto: i Maxwell sono gentili e comprensivi, la loro casa sembra uscita direttamente dalla copertina di una rivista e le giornate sono scandite da una routine serena, che comprende giochi, pisolini e bagni in piscina. Fino a quando i disegni di Teddy cominciano a cambiare, diventano sempre più strani, cupi, quasi macabri e rivelano un tratto decisamente troppo complesso per un bambino di quell’età. Che cosa sta succedendo? Per Teddy è colpa di Anya, è lei a dirgli cosa rappresentare e a guidare la sua mano. Qualcosa non va e, anche se può sembrare una follia, solo Mallory può scoprire la verità prima che sia troppo tardi. Un thriller che sconfina nel paranormale e che, grazie alla forza espressiva delle illustrazioni, vi sorprenderà, pagina dopo pagina, in un inquietante crescendo, fino all’imprevedibile colpo di scena finale.

Recensione

L’autore prima di dedicarsi alla scrittura, è stato, fino al 2018, l’editore di Quirk Books. Il suo romanzo d’esordio, I favolosi anni di Billy Marvin (Rizzoli, 2018) è stato tradotto in 12 lingue e nominato per un Edgar Award. Teddy è il suo secondo romanzo che presto diventerà una serie per Netflix.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Allora, parliamo di un romanzo medio, nel senso che è un testo di 416 pagine, considerando anche il fatto che alcune non sono di testo bensì di illustrazioni prese dal blocco da disegno di Teddy appunto, questo bambino a cui la nostra Mallory deve fare da babysitter. Quindi per essere un testo medio scorre molto velocemente, anche perché lo stile di Rekulak è davvero scorrevole e fluido da leggere, di certo questo a mio avviso è uno dei tratti migliori del libro perché scorre che è una meraviglia ed è uno di quei casi in cui si dice sempre: “un altro capitolo, poi un altro e un altro ancora” e così facendo si legge metà testo in una serata.

Il libro è anche ambientato in tempi relativamente recenti quindi ci sono anche brevi accenni a fatti o tecnologie contemporanee insomma, senza contare il fatto che Mallory è una protagonista che ha a che fare con una serie di problematiche legate al suo passato, tra cui la sua precedente dipendenza da droghe e antidolorifici, la sua ancora in corso elaborazione del lutto e problematiche varie legate alla famiglia. Ciò per dire che sono vari i temi affrontati in queste pagine da Rekulak, senza contare quelle degli altri personaggi.

Quindi, lo stile funziona bene per un thriller, non spicca per caratteristiche particolari, funziona come veicolo di suspence per far arrivare il lettore alla fine.

Il ritmo direi che è constante, è un crescendo che porta fino alla risoluzione finale dell’enigma base del testo quindi il fatto che ad un certo punto durante il lavoro di Mallory come babysitter la ragazza inizi ad avere a che fare con strani disegni fatti da Teddy che non sembrano provenire dalla sua mano, ma da una mano decisamente più abile e grottesca perché il tenore di certi disegni è piuttosto macabro.

Le atmosfere generali devo dire che funzionano bene in alcuni punti soprattutto, ci sono frammenti di questo libro in cui si riesce a percepire il classico brivido sulla schiena, proprio per un insieme di fattori, il mistero, le presenze misteriose, il luogo in cui trova Mallory ecc. ecc.

Ciò che funziona e ciò che non funziona

Questo è un libro che mi ha fatto provare una serie di sensazioni e pensieri contrastanti a fine lettura, una parte di me ha sinceramente gradito la scorrevolezza e l’intrattenimento trovati in questo volume, un’altra parte si è chiesta più volte il perché di certe svolte di trama o plot twist o inserimenti vari di scene discutibili.

Devo dire anche che nonostante sia un testo veloce da leggere, ad un certo punto ho avvertito un senso di sazietà, sapete come quando avete mangiato tanto a tavola al pranzo di Natale e il prossimo boccone potrebbe farvi esplodere, ma lo mangiate comunque anche per far piacere a vostra madre che ha cucinato per ore? Ecco, c’è tanto in questo volume a livello di eventi, temi, svolte di trama varie da essere troppo a una certa.

Alcune persone, ho notato leggendo varie recensioni su Goodreads, hanno avuto dei problemi con alcune tematiche inserite nel libro o lasciate trapelare da alcuni personaggi, in particolare quella riguardante l’essere transgender, un’altra riguardante l’ateismo, un’altra il razzismo.

In realtà ci sono varie tematiche, oltre anche a quelle che ho citato, che non vengono esposte palesemente dall’autore, ma vengono fatte trapelare in modo subdolo in scene che vengono buttate lì come veicolo di avanzamento della trama, ma non vengono mai giustificate oppure viene data a queste una risoluzione davvero dozzinale e di poco conto.

Nel volume si parla di questa tematica (l’essere transgender), o meglio si accenna davvero brevemente, non si esplora più di tanto, ma è un tema che risulterà importante in funzione dello svolgimento della trama, ebbene a parte il trascinarla dentro la trama senza un senso logico, ma più come giustificazione di un evento appunto della trama, non sta molto in piedi a livello logico. Non posso scendere troppo nei particolari per non fare spoiler, ma vi dico che il modo in cui si usa questo tema, che dovrebbe essere una trovata originale a livello di risoluzione della vicenda, non sta molto in piedi a mio avviso. In più spunta in un contesto di violenza e sopraffazione e oltre che essere forzata e trattata in un modo che dire approssimativo è dire poco.

La critica riguardante l’ateismo ha a che fare con il fatto che i genitori di Teddy siano atei convinti e proibiscano a Mallory qualunque espressione religiosa in presenza del bambino, non si può parlare di religione dentro casa, o accennare minimamente a questa e i genitori di Teddy sono personaggi che vengono descritti fin dall’inizio come individui dubbi… diciamo, quindi l’autore lascia intendere che gli atei siano persone rigide, arrabbiate e astiose nei confronti della religione e in generale amanti della censura.

La tematica del razzismo invece riguarda un personaggio in particolare che è Mitzi, una vicina di casa di Mallory e della famiglia di Teddy che viene rappresentata come una hippy che fa uso di sostanze e contatta i morti, una figura aperta spiritualmente diciamo che però si esprime in modo pessimo facendo riferimento al razzismo.

Ci sono anche altri temi, alcuni di questi devo essere sincera, durante la lettura non mi sono saltati all’occhio, ho letto le scene incriminate, ma le ho interpretate più come una esaltazione di un cliché riguardante un certo personaggio più che come messaggio subdolo inserito dall’autore.

Parlando di cliché e personaggi, senza mai fare spoiler, penso sia intuibile il fatto che i personaggi da sospettare siano quelli a cui si pensa subito, certo magari all’inizio si ha un intuizione, ma non si è certi, però io non ho avvertito una particolare sorpresa nella scoperta finale che ha più strati però, infatti vengono dipanate varie risoluzioni a vari misteri alla fine.

Altri temi comunque invece saltano all’occhio perché sembrano forzati o come dicevo alcune scene vengono giustificate malamente oppure nemmeno giustificate, ci si aspetterebbe più commento da parte di Mallory che narra il tutto, invece viene accettata e basta la situazione.

Sicuramente è un testo che ha dei problemi a mio avviso, a livello anche di incastro e risoluzione, c’è la parentesi paranormale che penso sia gestita abbastanza bene anche se si sporca verso il finale, diventa un intrigo un po’ confuso.

I punti positivi sono l’atmosfera e la scorrevolezza, direi anche che fino ad un certo punto il lato paranormale ha dei lati originali e interessanti che, come ho detto in precedenza, funzionano bene.

Conclusioni

E’ un libro che io ho letto nell’arco di una finestra temporale ampia, ma non perché sia un libro lento o complesso da leggere, semplicemente perché l’ho messo da parte per un tot di tempo per focalizzarmi su altre letture, e alla fine sono stata felice di leggere soprattutto per l’essermi tolta la curiosità una volta per tutte.

E’ un thriller che sicuramente è stato aiutato anche dai social nella sua esplosione di fama, posso capire anche perché abbia avuto questo successo forse solo leggermente eccessivo, però come scritto anche sopra è un thriller scorrevole, originale per certi inserimenti, un tipo di lettura di intrattenimento.

Ma è anche un volume con tutti i problemi che ho elencato prima, senza parlare del fatto che uno degli aspetti, a mio avviso, più fastidiosi in un thriller è la risoluzione di certe parentesi con soluzioni discutibili o poco probabili, fattore presente in questo libro, purtroppo.

Voto:

E voi? Avete mai letto “Teddy”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A presto!

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L’Invenzione di Morel – Adolfo Bioy Casares

Buon venerdì!

Come state? Come siete arrivat* all’inizio di questo mese di maggio?

Oggi torniamo alle recensioni, finalmente dopo il periodo di semi-sparizione e l’attesa per la pubblicazione del famoso articolo su Sylvia Plath, torniamo sul nostro caro sentiero costellato di recensioni.

Parliamo di un libro che ho letto oramai qualche mese fa ed è un testo che ho citato anche nell’articolo dei libri da regalare a Natale, quindi ehm… sì, andiamo un poco indietro. Ero convinta tra l’altro di aver già pubblicato la recensione di questo testo, ma a quanto pare mi sbagliavo quindi bisogna rimediare il prima possibile, il libro in questione è L’Invenzione di Morel di A. B. Casares.

Parliamone!

L’Invenzione di Morel – Adolfo Bioy Casares

Casa editrice: SUR

Pagine: 133

Genere: fantascienza, narrativa

Prezzo di Copertina: € 15,00

Prezzo ebook: € 9,99

P. Pubblicazione (ITA): 2017

Link all’acquisto: QUI

Incipit

Oggi, su quest’isola, è avvenuto un miracolo. L’estate è arrivata in anticipo. Ho sistemato il letto vicino alla piscina e fatto il bagno fino a molto tardi. Impossibile dormire. Due o tre minuti all’asciutto erano sufficienti a trasformare in sudore l’acqua che doveva proteggermi dall’afa spaventosa. All’alba mi ha svegliato un fonografo. Non ho potuto tornare al museo per prendere le mie cose. Sono fuggito giù per le scarpate. Mi trovo nella zona delle paludi, a sud, tra piante acquatiche, furibondo per le zanzare, con il mare o sudici ruscelli fino alla vita, e mi accorgo di avere assurdamente anticipato la mia fuga.

Trama

“L’invenzione di Morel” è il romanzo più celebre di Adolfo Bioy Casares, uno dei narratori più originali della letteratura latinoamericana del Novecento. Pubblicato nel 1940, esce oggi in una nuova traduzione di Francesca Lazzarato, che ne ha curato anche la postfazione. Fortemente ispirato all’”Isola del dottor Moreau” di H.G. Wells e ai racconti di E.A. Poe, questo romanzo visionario narra le avventure di un fuggiasco che, sbarcato su un’isola deserta per evitare la condanna all’ergastolo, scopre di non essere solo come credeva. In bilico tra il terrore di essere identificato e la frustrazione per il desiderio di essere riconosciuto, il protagonista si ritrova sospeso tra realtà e irrealtà e inizia a seguire, osservare e spiare gli altri isolani. Sarà infine il misterioso Morel a fornirgli le chiavi di lettura di un mondo allucinatorio costituito da pura forma.

Recensione

Casares era un grande amico e collaboratore di Jorge Luis Borges, scrisse numerose storie con lui, sotto lo pseudonimo di Honorio Bustos Domecq.

L’Invenzione di Morel è l’opera più famosa di Casares, pubblicata per la prima volta nel 1940. A Bioy Casares sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti, fra cui il Gran Premio de Honor della SADE (la Società Argentina degli Scrittori, 1975) e il Premio Miguel de Cervantes nel 1991.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile utilizzato per questo romanzo è certamente diretto e personale, leggiamo direttamente dal diario di un uomo che narra della sua rocambolesca e particolare esperienza su un’isola, si trova su questa per dei problemi con la giustizia, infatti è un ricercato e per scappare da tutto decide di seguire il consiglio di un uomo incontrato per caso che gli suggerisce proprio di andare a vivere in solitaria in questo luogo all’apparenza disabitato.

Il tono della narrazione è quindi quello confidenziale e diretto di un individuo spaventato e solo che si lascia andare a riflessioni e considerazioni. E’ uno stile decisamente scorrevole però e direi che la narrazione prosegue ad un ritmo sostenuto, è pur sempre un romanzo di 133 pagine.

Le atmosfere sono legate a questo ambiente naturale e selvaggio, con elementi naturali molto forti, immagini di acqua, alberi, insetti, fango, vegetazione, ma con un tocco di mano umana, perché infatti su quest’isola (questo è proprio il fulcro dell’intera vicenda) al di sopra di una specie di collina ci sono delle costruzioni edificate dall’uomo.

L’atmosfera generale attraversa diversi stadi, abbiamo quello frenetico legato all’inizio alla fuga di quest’uomo, che racconta dell’idea di traferirsi su un’isola e della effettiva fuga quando è già in questo luogo, abbiamo poi quello della curiosità quando inizia a scoprire il luogo e queste costruzioni e questo tono di curiosità mista a inquietudine dura per una buona parte del romanzo in cui sia lui che il lettore cercano di capire il mistero di quest’isola. Successivamente abbiamo il lato più spaventoso e la risoluzione finale, insomma c’è un bel sali e scendi con questo testo.

Il romanzo perfetto

Questo romanzo, o racconto, viene descritto come perfetto a livello di struttura e incastro narrativo ed effettivamente è un testo senza dubbio completo e ben strutturato, che prende ispirazione dal famoso “L’Isola del Dottor Moreau” di H.G. Wells.

Quindi abbiamo a che fare con un narratore che fa una strana e curiosa scoperta, come dicevamo su questa collina scopre l’esistenza di strutture umane tra cui una cappella, un museo e una piscina. All’inizio si approccia a queste con cautela, anche perché sente voci e presenze umane da lontano quindi sa che c’è qualcuno oltre a lui in questo luogo e cerca di spiare queste persone da lontano, ma con il tempo si fa più audace e decide di tentare un approccio.

Il protagonista si lancia nel corteggiamento di una donna, che fa parte del gruppo di individui comparsi su questa collina, tenta e ritenta con questa donna, ma man mano che il tempo passa fa una scoperta piuttosto strana e inaspettata.

Diciamo che da parte del lettore si può arrivare a comprendere in parte il mistero prima della rivelazione che colpisce il protagonista, ho trovato invece il finale piuttosto sorprendente e inaspettato.

Secondo me “L’invenzione di Morel” è un libro che può piacere a molte persone perché ha tutti gli elementi per intrattenere e far riflettere, ma allo stesso tempo stupire e avvicinare il lettore alle disavventure di quest’uomo fuggito dalla legge per rincorrere una speranza di salvezza, senza considerare che la fuga dal carcere lo ha scaraventato in un altro carcere selvaggio e sperduto.

Sono tanti i temi inseriti da Casares, abbiamo il lato fantastico che si interseca con il selvaggio, il tema dell’immortalità, l’amore e la morte, ma anche la solitudine e il controllo.

Il famoso Morel del titolo è uno dei personaggi che compaiono su questa collina in compagnia della famosa donna di cui il nostro protagonista si innamora e lui con la sua invenzione hanno fortemente a che fare con il controllo di cui stavo parlando prima, controllo addirittura sulla vita e l’immortalità, un controllo che manca completamente al nostro fuggiasco che ha invano tentato di mettere assieme la sua vita e ricominciare, fallendo.

L’amore che il protagonista prova per una donna che di fatto non conosce e non risponde al suo corteggiamento lo tiene però lontano dalla solitudine in cui è caduto, sembra infatti che l’autore ricolleghi l’amore alla salvezza dalla solitudine, una solitudine in cui l’uomo non vuole e ha paura di ricadere, scappa da questa non accettando nemmeno la realtà, perdendo di nuovo il controllo sulla sua vita.

Di base, oltre a molti altri elementi, “L’invenzione di Morel” è anche la storia tragica di un uomo che per tutto il tempo fugge, dalla legge, dalla solitudine, dall’accettazione della realtà, dalla mortalità.

Parlando del lato fantastico e inquietante, che sono ciò che incuriosiscono maggiormente durante la lettura perché si vuole scoprire il mistero dietro a tutto, alcune persone hanno nel corso degli anni descritto questo testo aggiungendo anche un aspetto legato al terrore delle atmosfere e della vicenda. Di certo ha dei risvolti macabri e tragici, all’inizio è facile provare ansia con il protagonista per le scoperte che fa e che sembrano non avere una spiegazione logica, ma forse non aggiungerei “terrore” ai termini adatti per descrivere il libro.

Ma è sicuramente inquietante, in più il lato fantastico di cui stavamo parlando prende una piega più tecnica e logica andando avanti nella lettura, ma tutto il romanzo ha questa atmosfera generale di sospensione, come se il nostro protagonista, il luogo e queste persone fossero letteralmente ferme e immobili nel tempo.

Conclusioni

Di certo consiglio la lettura de “L’invenzione di Morel” anche per la struttura, la curiosità e la godibilità nella lettura, è un romanzo adatto anche a periodi di semi-blocco del lettore o periodi in cui si ha voglia di una lettura non troppo complessa perché magari si vive una situazione stressante, è una boccata di aria e avventura, anche per il luogo in cui il libro è ambientato.

Su di me non ha avuto un impatto così forte, ma la considero assolutamente una lettura piacevole, fa parte di quei volumi che ho gradito, ma non vanno oltre le tre stelline e mezzo, ma di certo è un romanzo ben costruito e ottimo sotto tutti i punti di vista.

Voto:

E voi? Avete mai letto “L’invenzione di Morel”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A presto!

LiberTiAmo di Maggio (2023)

Buon lunedì, buon primo maggio e buona festa dei Lavoratori!

Come andiamo? Come state in questo primo giorno di maggio e di festa?

Oggi parliamo brevemente del libro che sarà in lettura per tutto il mese sul gruppo di lettura, (LiberTiAmo) che trovate come sempre su Goodreads e ogni mese alla fine di un sondaggio un libro vincitore viene eletto per essere letto il mese seguente.

A maggio leggeremo “Guida al Trattamento dei Vampiri per Casalinghe” di G. Hendrix, parliamone un poco assieme!

Ma prima, ci tengo a dire che qui a maggio (come avevo anche detto ad aprile, ma alla fine il mese è volato e non me ne sono resa conto) vorrei tornare minimo al normale ritmo di pubblicazione pre-sparizione e spero davvero di riuscirci anche perché qui ehi, abbiamo dei libri in arretrato di cui parlare!

Guida al Trattamento dei Vampiri per Casalinghe – Grady Hendrix

Casa editrice: Mondadori

Link all’acquisto: QUI

Trama

Difficile la vita di Patricia Campbell: il marito è troppo impegnato col lavoro, i figli con le loro vicende, l’anziana suocera ha bisogno di cure costanti per cui Patricia è sempre in ritardo nel suo infinito elenco di faccende domestiche. La sua unica oasi felice è un gruppo di lettura, formato da donne unite dal comune amore per il true crime. Nei loro incontri, invece che di matrimoni, maternità e pettegolezzi, si parla della famiglia Manson. Ma un giorno James Harris, bello e misterioso, viene a vivere nello stesso quartiere di Charleston e si unisce al gruppo. James è un uomo sensibile, colto e fa sentire a Patricia cose che non provava da anni. Eppure c’è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza. Quando i bambini di colore cominciano a scomparire senza che la polizia faccia nulla, in Patricia e nelle amiche si fa strada il sospetto che James sia un serial killer, ma nessuno al di fuori del gruppo ci crede. Sono loro ad aver letto troppi libri di true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero? Insomma “Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe” è un horror che ci racconta l’America di oggi: la condizione delle donne, dei neri, la violenza maschile e il fascino per il crimine, e molto molto altro…

Il testo è una pubblicazione del 2020, Hendrix è famoso anche per pubblicazioni quali: Horrorstör, My Best Friend’s Exorcism e The Final Girl Support Group.

Il libro sarà in lettura per tutto il mese di maggio, in caso fosse necessario del tempo aggiuntivo per la lettura valuteremo una proroga.

E voi? Avete mai letto qualcosa di Hendrix? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!