Cambiare Idea sui Libri

Buon giovedì!

Oggi dall’alto del nostro terzo giorno di maratona, parliamo di un argomento che voglio affrontare da diverso tempo, è un discorso che mi è balzato in testa qualche tempo fa vagando per la mia libreria e scorgendo vari libri letti negli anni scorsi.

E’ da un po’ che non ci mettiamo qui ad aprire un discorso su un topic in particolare e oggi è arrivato il momento.

Il titolo rappresenta in pieno l’argomento, ovvero, il cambiare idea sui libri letti a distanza di mesi o anni.

Mi è capitato infatti di leggere libri che nel corso del tempo hanno lasciato un segno nella mia memoria, non per motivi particolari, magari questi testi sono quelli più innocenti e letti senza troppe aspettative, ma per un motivo o per l’altro mi trovo a ripensare spesso a questi, in negativo o positivo.

Ovviamente vi farò alcuni esempi, molti di questi rappresentano libri di cui abbiamo parlato assieme negli scorsi anni, libri per cui esiste una recensione qui sul blog.

Penso che ogni lettore prima o poi incappi in una situazione simile, ovvero il ritrovarsi con un opinione totalmente diversa da quella iniziale, ma alcuni non esprimono questo cambio di rotta/pensiero, forse per paura di risultare non così stabili nella propria opinione.

La mia reazione, la prima volta che mi sono resa conto di aver maturato un pensiero differente dal primo è stata di senso di colpa, ho pensato: “vorrei modificare ciò che ho detto perché ora chi leggerà la recensione penserà che non ho gradito questo libro che ora invece apprezzo”.

C’è sempre da considerare il fatto che la memoria non è così affidabile, quindi si può rischiare di idealizzare un testo a distanza di tempo, un qualcosa che sulle prime non viene fatto per la frescura del ricordo.

Ci sono altri casi invece in cui si capisce solo tempo dopo un concetto o un elemento inserito in un testo che sulle prime si è frainteso o non compreso.

Parliamo ad esempio di “Tutto il Nostro Sangue” di Sara Taylor, libro che ho letto anni fa e di cui esiste qui una recensione.

Avevo assegnato 4 stelle al romanzo, la mia recensione non era affatto negativa, ma nemmeno così entusiasta.

Oggi mi ritrovo a pensare molto spesso a questo romanzo, all’epoca esordio della Taylor, e per ciò che mi ha lasciato mi sentirei persino di aumentare il mio voto ed esprimere più apprezzamento.

E’ un romanzo famigliare, certo non perfetto, essendo il primo dell’autrice, ma l’impatto che ha avuto su di me è stato forte a distanza di anni, in particolare un personaggio mi ha colpita profondamente ed è piuttosto raro per me ricordarmi nei minimi dettagli la personalità, il nome e le peripezie di un personaggio.

Tutto il Nostro Sangue” è un romanzo che ha raccolto opinioni/recensioni differenti, a molte persone è piaciuto mentre ad altrettante altre no, sta di fatto che se dovessi considerare nella recensione anche la mia reazione a distanza di anni non potrei far altro che essere più favorevole ed entusiasta nei confronti del testo.

Un altro esempio può essere il famosissimo “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello” di Shirley Jackson, libro letto sempre anni fa di cui trovate qui la recensione.

Tenendo conto anche del fatto che all’epoca (nel lontano 2016), le mie recensioni suonavano di certo più abbozzate ed immature rispetto a quelle odierne, avevo valutato questo testo con 4 stelle, con allegata un opinione di certo più che positiva ed entusiasta.

La mia opinione ha subìto delle modifiche nel corso degli anni e se dovessi parlarvi del libro oggi il mio voto sarebbe più basso e la mia opinione non così entusiasta.

Non fraintendetemi, è un ottimo romanzo psicologico, da molti definito il migliore dell’autrice, ed è di certo la punta di diamante, quindi per me rimane sicuramente un consiglio di lettura, ma non mi ha lasciato lo stesso impatto de “L’Incubo di Hill House“, sempre dell’autrice, testo invece amato generalmente di meno rispetto a questo che però io ho gradito maggiormente.

L’horror psicologico che c’è in questo romanzo è degno di nota e considerando la Jackson un autrice di mio gradimento, non forse fra le mie preferite, ma prima di poterlo dire con certezza vorrei leggere ciò che mi rimane di suo, non posso comunque non considerare questo libro importante per il genere, ma non mi ha colpita e non ha lasciato su di me una grande traccia.

Infine, parlando di un ultimo esempio non posso non citare “Stardust” di Neil Gaiman, uno dei miei invece autori preferiti, di lui vorrei assolutamente leggere tutto e non mi vergogno di dire che leggerei anche un post it con uno smile abbozzato da lui inserendolo in una teca, anche di questo trovate la recensione qui.

A questo invece avevo assegnato 3 stelle e con il senno di poi abbasserei di certo di un poco il voto, perché lo considero il peggiore fra quelli di Gaiman che ho letto finora.

Ovviamente, questo è sottinteso, se a voi è piaciuto vi prego di non sentitevi attaccati o offesi, è solo la mia semplice opinione.

A molte persone non è piaciuto “L’oceano in Fondo al Sentiero“, l’ultimo romanzo di Gaiman che per molti è un accozzaglia di elementi tipici dell’autore, io invece l’ho gradito maggiormente rispetto a questo.

All’epoca non ne avevo parlato in toni completamente positivi, ma non ero stata così critica come di certo vorrei essere ora.

Cosa voglio dire con questi esempi? Che può capitare di cambiare idea, questo cambio è influenzato da tanti fattori, la risonanza del libro a distanza di anni, il suo impatto a lungo termine su di noi, la memoria non così fedele che a volte ne modifica i contorni…

Insomma, questo non accade assolutamente con tutti i libri, ma con alcuni casi rari sì, e penso sia normale, perché quando si parla di un libro non si può avere la sfera di cristallo o non se ne può parlare anni dopo per una recensione, lo si fa di solito giorni, settimane o al massimo mesi dopo in casi estremi, ma non si può conoscere l’impatto che questo avrà su di noi anche comparandolo con altri testi dell’autore.

Magari si approfondisce un autore e si comprende di aver iniziato da quello meno apprezzabile per noi perché raccoglie un mix di elementi tipici di altri testi che vengono analizzati e approfonditi decisamente meglio in altri libri.

Come dicevo penso che alcune persone abbiano il timore di dire “ho cambiato idea”, specialmente magari chi parla di libri, come bookblogger, booktuber, bookstagrammer ecc. ecc.

Per i motivi di sopra quindi la paura di non essere considerate figure con un opinione solida e ben fabbricata, o una figura comunque in grado di dire un qualcosa e difenderlo strenuamente, ma concludo questo mio pensiero e ragionamento, dicendo che per me non c’è da avere nessuna paura di dire: “non la penso più in questo modo”, si matura, si cambia, ci si accorge di essere stati colpiti a lungo raggio da un libro sulle prime non considerato più di tanto.

E voi? Cosa ne dite? Anche voi avete cambiato idea su alcuni libri? Quali? Fatemi sapere!

A domani!

Bookabook, Cocci di Vetro e il Crowdfunding

Buon sabato! Come state?

Spero come sempre al meglio, nonostante tutto.

Oggi, farò un qualcosa di particolare per il mio blog, un qualcosa che non ho mai fatto, infatti in questo sabato soleggiato non sarò io a raccontarvi o parlarvi di un qualcosa, ma sarà un altra persona, Valeria, una scrittrice, tempo fa avevamo parlato del suo primo libro, ovvero “La Landa delle Strane idee“.

Titolo che a me personalmente era piaciuto parecchio, ma perché oggi sarà Valeria la principale narratrice di questo articolo?

Ebbene, Valeria vi parlerà di una nuova realtà riguardante la pubblicazione di libri (una realtà incredibilmente interessante) perché lei in prima persona è fase di campagna crowdfunding per iniziare la pubblicazione.

Quindi penso sia curioso leggere la presentazione di questo nuovo progetto da lei e sapere qualcosa in più sul suo nuovo libro “Cocci di Vetro  – brevi racconti a caccia di frammenti di luce“.

Tra l’altro nei prossimi giorni uscirà la recensione del nuovo testo di Valeria, che ringrazio perché sto avendo l’opportunità di leggere il suo libro in versione non editata e di recensirlo per prima, quindi a breve conoscerete la mia opinione a riguardo.

Ora, dopo questo piccolo accenno, lascio la parola a Valeria!

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L’inizio – Storia di un libro

Buongiorno (o buonasera) a tutti i lettori! Il mio nome è Valeria e oggi sono qui per dare la mia personale risposta alla domanda “cosa si cela dietro a un libro?

Cocci di Vetro e Frammenti di Persona

Cosa si cela dietro un libro? Ma quale libro? Ognuno di essi ha una storia diversa alle spalle e io vorrei raccontarvi quella del mio libro. Posso apparire egocentrica o narcisista (e non vi darei tutti i torti)… Ma credo che il mondo della scrittura sia così vasto, così ampio, che risulta quasi impossibile indagare quello altrui. Non che esplorare il proprio sia semplice.

Quindi, se vi interessa esplorarlo assieme a me, spero apprezzerete questi frammenti autobiografici dedicati ai miei lavori, ma a uno in particolare: Cocci di vetro – Brevi racconti a caccia di frammenti di luce.

L’Inizio

Partiamo, giustamente, dal principio. Il mese scorso ho inviato Cocci di vetro a Bookabook (una casa editrice in crowdfunding). Qualche settimana più tardi (anche in anticipo rispetto alle tempistiche previste) mi ha risposto dicendomi che avevo superato la loro selezione qualitativa.

E che a breve la mia campagna crowdfunding sarebbe iniziata…

Non solo un libro…

Prima di dilungarci a spiegare cosa sia Bookabook è meglio ripassare le basi: cos’è il crowdfunding? Io lo riassumerei così: non solo un libro, ma la possibilità di crearne uno.

Lo scopo di una campagna crowdfunding è quello di riunire in un’unica community un insieme di individui isolati che in comune hanno l’obiettivo di sostenere un progetto… O un libro. Quante volte ci siamo trovati dinnanzi allo scaffale di una libreria senza trovare un titolo che ci soddisfi? O, peggio ancora, trovarci fra le mani un libro orrendo senza sapere come sia arrivato addirittura sullo scaffale di una libreria? Personalmente mi è capitato spesso…

Sebbene questa sia una realtà, non è l’unica a nostra disposizione… Perché ne esiste un’altra, un’altra dimensione dove è il lettore a scegliere cosa finisce su quello scaffale della libreria. E questa realtà è il crowdfunding.

Cos’è Bookabook?

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Eccomi che finalmente corro a rispondere a questa domanda (dandovi anche il link del loro sito). Bookabook è una casa editrice in crowdfunding e il suo obiettivo è rendere i lettori protagonisti, tanto quanto lo sono gli scrittori. Dare a ciascuno la sua voce. È vero che le scelte del singolo consumatore influenzano i prodotti che vengono introdotti sul mercato, è una realtà già conosciuta… Ma quanta influenza ha il singolo nella massa? Quanto ci si può concretamente sentire partecipi? L’obiettivo di Bookabook è quello di abbattere questo limite.

La Storia di Bookabook

Bookabook nasce nel 2014 come una delle prime case editrice in crowdfunding, e che adesso può vantare una delle comunità di lettori più numerose in Europa. Nel 2015, il team di Bookabook si è ritrovato, ad Amsterdam, tra i finalisti per il premio internazionale per l’innovazione in editoria Renew the Book. A distanza di anni dai suoi inizi, Bookabook è rimasta salda nei suoi obiettivi e nei suoi ideali, portandosi a casa non pochi risultati… Come, ad esempio, il lancio di quello che sarebbe diventato un grande successo: Papà, Van Basten e altri supereroi.

Come funziona?

Sei un lettore? Sì? Non serve altro.

Basta iscriversi al sito e sarai, in automatico, responsabile della sorte dei libri che ti verranno proposti. E qui sorge il primo dubbio… Come faccio a sapere che quello che leggo è di qualità?

È qui la vera differenza tra Bookabook e il self-publishing; posso parlare per esperienza personale avendoli provati entrambi. Mentre nel self-publishing potenzialmente chiunque può avere accesso allo scaffale di quella famosa libreria, con Bookabook bisogna prima convincere il team e superare la loro selezione, per poi affrontare il giudizio dei lettori.

Per quanto possa sembrare ovvio, non penso sia da dare per scontato che io, lettore su Bookabook, non sto andando a caccia di qualcosa di “qualità”, ma di qualcosa che “mi piaccia”… Questo perché qualcuno ha già fatto la selezione per me.

Chiarito questi punti sorge un nuovo dubbio… E se la campagna va male? È una domanda più che lecita visto che il libro verrà pubblicato e distribuito solo se la campagna crowdfunding va a buon fine. Ma se ciò non dovesse accadere? In quel caso Bookabook si impegna a rimborsare ogni singolo preordine.

In Conclusione

Ecco che così si conclude questo mio frammento autobiografico. Sebbene mi sia dedicata agli aspetti più “tecnici” che biografici, mi sembrava corretto esporre in maniera esaustiva in cosa consiste questo mio inizio. E dare tutte li informazioni nel caso qualcuno voglia intraprendere a sua volta questa strada.

Valeria

TBR Invernale (P. 1)

Buon venerdì ragazzi/e, buon quasi weekend e buona festa dell’Immacolata!

Oggi ci sono tanti auguri da fare ma più andremo avanti più auguri ci saranno.

Leggendo il titolo dell’articolo di oggi, chi mi segue da un po’ avrà pensato “questa qua è pazza, ci ha già provato con le tbr ed è stato un fallimento su tutta la linea”.

Vi do ragione, non c’è frase che possa difendermi.

Io con le azioni pianificate non sono brava, cambio continuamente idea, vado troppo a periodi e ciò non è un buon mix per una TBR.

In passato avevo provato a farne una, fallendo, ma ci voglio riprovare.

E’ importante ritentare in ciò che si è fallito giusto? Poi i titoli di cui andrò a parlarvi sono libri che non vedo l’ora di leggere e finalmente è arrivato il momento giusto quindi sono quasi certa del fatto che li leggerò a breve.

PS: Questi non sono tutti i libri che pianifico di leggere in inverno, sono una parte perché alcuni non sono certa di volerli inserire e per il momento preferisco non mettere troppi titoli in TBR, al massimo aggiornerò l’articolo con una parte 2 perché sicuramente tra i libri in arrivo per regalo a Natale alcuni li vorrò leggere subito.

Non è una classica TBR insomma, ma questo immagino non vi stupisca più di tanto…

 Quasi sicuramente arriverà una seconda parte.

Questi sono i titoli che per ora sono certa di leggere in inverno, tralasciamo il fatto che l’inverno inizia ufficialmente il 22 dicembre, facciamo finta che inizi già oggi. Quindi i libri che ho intenzione di leggere da oggi al 21 marzo (per questo dico che ci sarà una parte 2 perché la mia mente non riesce a pianificare la mia voglia di leggere un libro ad un raggio temporale così ampio).

Ecco una parte di quelli che ho intenzione di leggere in questi mesi!

I racconti Di Natale – C. Dickens

Il Libro di Natale – S. Lagerlof

Dodici Racconti di Natale – J. Winterson

Questi prevedo di finirli prima dell’inizio del 2018 o massimo alla prima settimana di gennaio, sono letture a tema e tutti e tre sono in lettura al momento.

Non potevo non leggere nulla di Dickens nel periodo natalizio, per me questo autore è sempre una garanzia.

Mentre degli altri due titoli vi ho parlato in qualche articolo fa, “Il Libro di Natale” mi sta piaciucchiando mentre quello della Winterson è adorabile da leggere, di una dolcezza incredibile.

Troppe Cose a Cui Pensare. Saggi – Saul Bellow

Ross Poldark – Winston Graham

La Stanza di Jacob – Virginia Woolf

Non ho mai letto nulla di S. Bellow e questa raccolta di saggi edita BigSur che ho acquistato in digitale qualche giorno fa mi incuriosisce da impazzire, avrei potuto iniziare con altro di suo ma dato che mi ritengo una persona che apprezza i saggi ho voluto provare proprio con questi per scoprire questo autore.

Per quanto riguarda il primo volume della saga dei Poldark poi, devo decidermi a leggerlo da tempo, ho sempre rimandato per il fatto che se leggo tutti e tre i volumi che per ora sono stati pubblicati in Italia da Sonzogno poi magari passa del tempo dalla pubblicazione degli altri e mi dimentico i testi letti prima ma ho deciso che non darò peso a queste ansie, voglio iniziare questa saga comunque.

Mi sento poi pronta finalmente ad affrontare un altro testo della Woolf, negli ultimi mese ne ho recuperati un tot, quasi tutti usati, e per quanto mi riguarda ci vuole tempo prima di digerire un libro della Woolf  e fare spazio per un’altro, penso sia arrivato il momento giusto per me.

So che non sono molto originale dato che mi sembra di aver inserito gli ultimi due testi anche qualche mese fa in una specie di buon proposito per le letture estive ma pazienza, alla fine non ho rispettato quei propositi quindi non vedo perché non ritentare.

Infine per questa prima parte di TBR mancano i titoli del gruppo di lettura, che saranno da qui a marzo 3/4 dipende dai tempi.

I primi tre titoli quelli di Natale come vi dicevo mi aspetto di finirli a breve, anche perchè sono piuttosto brevi e sono racconti.

Tutti gli altri sono in totale 6/7, mi aspetto di leggere di più da gennaio a marzo per questo ci sarà una parte di tbr 2 che uscirà nelle prossime settimane, non ora perché non ho in mente altri libri precisi che sono certa di leggere e tra quelli che sbarcheranno a Natali fra regali e autoregali un buon tot finiranno nella seconda parte dell’articolo.

Quindi, io ci sto riprovando e vedremo come andrà, al termine di ogni testo come sempre arriverà la recensione ovviamente.

Vedremo, vedremo…

Intanto per oggi era tutto, questo è un piccolo piano per cercare di organizzare di poco con le letture e farmi un idea in previsione anche del 2018 dato che quest’anno ho letto molto, troppo poco rispetto alle aspettative e devo assolutissimamente recuperare!

E voi? Vi siete già fatti/e un idea dei libri che leggerete questo inverno?

Dato che le reading challenge del 2017 per me sono fallite vedrò se provare a farne una almeno anche nel 2018, un anno di fallimenti il 2017 praticamente.

Se ne troverò una interessante ci riproverò con piacere però!

Niente gente, ci leggiamo domani!

Elisa

 

 

 

 

Stranger Things 2 – Dobbiamo Parlarne!

Inizia la #XmasMaratona! Evviva! Ed è anche venerdì! Felicità x2!

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Con questa gioia nei cuori iniziamo, oggi primo di dicembre, con un articolo in cui parliamo assieme di Stranger Things 2, più di un anno fa (oddio sono già invecchiata di un anno) avevo scritto un articolo in cui vi parlavo della prima stagione di questa chicca e dato che voglio essere coerente e continuativa, cosa che non sono mai, ho deciso di scrivere un articolo sulla seconda stagione.

Tra l’altro sono andata a rileggermi alla veloce il mio vecchio articolo di un anno fa e sarò precisina io, ma quando trovo degli errori mi vergogno sempre mortalmente, perché da genio assoluto quale sono la maggior parte delle volte non rileggo gli articoli. Bene.

Ormai quasi tutti hanno già parlato di ST2 (abbreviamolo così) e io sono un po’ l’ultima della fila ma questa cosa non mi ha mai turbata più di tanto, anzi ammetto di essermela presa comoda.

Come per l’articolo sulla prima stagione, vi avviso che NON faro spoiler, quindi se non lo avete visto potete leggere comunque in tutta tranquillità questo articolo.

Iniziamo subito!

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Episodi: 9

Stagioni: 2

Ambientazione: anni ’80

Cast: Winona RyderMillie Bobby BrownGaten MatarazzoCaleb McLaughlinNatalia DyerDavid HarbourNoah SchnappCharlie HeatonFinn Wolfhard, Sadie Sink, Sean Astin, Paul Reiser e Dacre Montgomery.

Ideatori: Matt e Ross Duffer

 

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Trama (Primo Episodio)

Quasi un anno dopo gli avvenimenti della prima stagione, una ragazza psichica con un tatuaggio come quello di Undici contrassegnato col numero #008 lavora come membro di una banda criminale a Pittsburgh. Intanto ad Hawkins, Mike, Will, Lucas e Dustin incontrano una ragazza nuova della loro scuola, Maxine soprannominata “Max” che attrae subito l’interesse di Dustin e Lucas; il fratello maggiore della ragazza, Billy, conosce nel frattempo Steve. Mike e Nancy stanno ancora cercando di affrontare le perdite rispettive di Undici e Barb, mentre Will ha spesso visioni del Sottosopra, nella quale si staglia nel cielo un’enorme figura vivente simile ad un ragno. Per tale motivo Joyce e Hopper portano il ragazzino a fare visite periodiche presso l’ “Hawkins National Laboratory”, ora gestito dal dottor Owens. Quest’ultimo continua a effettuare esperimenti al portale per il Sottosopra che permane aperto nei sotterranei della struttura.

 

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Recensione

Inizio con il dire che prima di iniziare la visione della seconda stagione temevo cambi di azione svantaggiosi, temevo la crisi da seconda stagione insomma.

Invece no, lo dico subito, questa stagione non mi ha assolutamente delusa, per nulla, anzi mi ha stupita e fatta innamorare ancora di più di Stranger Things.

Rispetto a ST1 qui alcune scene le ho trovate più frenetiche, ci sono episodi come l’ottavo in cui succede di tutto e un fatto dopo l’altro sino al colpo di scena finale di puntata, spesso ci si ritrova a trattenere il fiato e altre a sentirlo mancare.

Lo stile anni ’80 che permea l’atmosfera di ogni singola scena resta, come anche i caratteri dei personaggi che non hanno risentito di una stagione anzi li ritroviamo sempre uguali con le loro stesse battute, lo stesso meccanismo di pensiero, la stessa coerenza.

E’ un po’ come ritrovare dei vecchi amici.

Parlando di personaggi ne ho rivalutati alcuni che durante il primo ST non mi avevano conquistata pienamente, in particolare sto parlando di Steve e Will (che nella prima stagione era poco presente).

Il personaggio di Will mi piace molto e penso che il giovane attore che lo interpreta Noah Schnapp, abbia dato una grande prova di recitazione in ST2, sicuramente in questa stagione è stato un vero e proprio protagonista, è stato messo in risalto per tutte le volte in cui non si è visto nella precedente stagione.

Ho sentito molto persone lamentarsi del fatto che il personaggio di Mike poi (interpretato da Finn Wolfhard) sia mancato molto in ST2, in effetti si vede poco e quel poco di solito è di sfuggita tranne negli ultimi episodi in cui è più presente.

Ma io non mi lamento di questo, certo in alcune scene ne ho proprio sentito la mancanza ma l’anno scorso lui era uno dei protagonisti e stavolta invece è toccato a Will, pazienza, abbiamo conosciuto meglio Will.

Parliamo di Steve ora  qui andiamo sui gusti personali (interpretato da Joe Keery), non era uno dei miei personaggi prediletti ma sono stata costretta a ricredermi, in ST2 mi è davvero piaciuto, rimane in essenza quello dell’anno scorso, il suo modo si essere è uguale, ma l’ho trovato maturato e il suo ruolo in ST2 è elettrizzante.

Ci sono anche tre nuovi importanti personaggi, Bob, Max e Billy.

Billy è il fratellastro di Max (interpretato da Dacre Montgomery) ed è un ragazzo aggressivo, narcisista e imprevedibile, mi è piaciuta molto l’interpretazione di Montgomery.

Bob (interpretato da Sean Astin), è uno dei miei personaggi preferiti della seconda stagione forse IL preferito in assoluto, ah Bob il mio cuore.

Ma ahimè, per dei personaggi che si riscattano ce ne sono altri che non convincono, in ST2 non mi hanno convinto Jonathan e Nancy.

Lo so, calma, calma, non sto dicendo che come personaggi non mi piacciono più semplicemente li ho trovati “sciapi”, li vedevo a malapena, era quasi come se non ci fossero anche nelle scene in cui erano presenti.

Vi parla una che l’anno scorso adorava questa coppia e che tifava per il loro avvicinamento, anzi erano quasi in testa alla mia top three di personaggi preferiti ma è successo qualcosa in ST2, non so di preciso cosa ma non mi hanno convinta, non hanno espresso tutto quello che avevano espresso l’anno scorso.

Parliamo subito dei punti negativi, ma non li chiamerei così, sono più che altro delle piccole postille di azioni o situazioni che non mi hanno convinta e sono due.

La prima sono appunto Nancy e Jonathan che erano di spessore come una carta velina per quanto mi riguarda e la seconda è un “processo” che accade nell’ultima puntata e mi ha lasciata con un dubbio.

Cercherò di descrivervelo a larghe linee, nel nono episodio “La Porta” ovvero l’ultimo succedono molte cose importanti e c’è una scena in cui i ragazzi si organizzano per attuare un piano. Ad un certo punto a una parte del gruppetto viene in mente un idea, quanto ormai gli altri si sono allontanati, grazie anche a questa idea tutto punta verso una direzione. Il mio dubbio è “e se a questi ragazzi l’idea non fosse venuta all’improvviso, così di colpo? cosa sarebbe successo?”.

Non è una critica ci tengo a precisarlo è solo un dubbio che non riesco a levarmi dalla testa.

Ci sono diversi messaggi importanti che ho molto apprezzato in questa stagione tra cui anche quello che smentisce il classico becero del “eh ma le donne si conquistano se gli mostri che non ti importa, eh ma devi fare lo strafottente, eh vedi dopo come ti ama… sì, sì, vedi”.

Insomma ragazzi questa serie è bella, non pensavo ad una stagione di questo tipo, così scoppiettante, piena di novità, colpi di scena e invece.

Parlando delle scene della regia ci sono molti momenti al “andiamo a conquistare il mondo” ovvero quelle scene in cui parte la musica a palla (rock anni ’80, quello classico che è sempre una garanzia) e i personaggi iniziano a prepararsi per qualcosa.

Gli effetti sono realizzati alla perfezione, non c’è stato in istante in cui vedendo scene del sottosuolo io mi sia detta “mm qui l’effetto è un po’ titubante” assolutamente no, gli effetti sono pazzeschi, anche perchè in ST2 si gioca molto di più sul sottosuolo.

La ricostruzione anni ’80 è meravigliosa, la fotografia altrettanto, la musica idem, insomma una gran stagione e una gran serie.

Ci sono tutte delle situazioni e delle micro-situazioni che alla fine trovano spiegazione e si concentrano per la risoluzione finale.

Riferimenti a fatti accaduti nelle puntate precedenti a gogò, tutto segue una linea e se in ST1 avevamo il famoso alfabeto scritto sul muro con le lucine qui abbiamo i disegni-tunnel come i demo-cani.

I miei vivi complimenti, ora che ho terminato questa serie posso anche rannicchiarmi sotto le coperte e controllare ossessivamente notizie della terza stagione.

Voto: 

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Molto bene.

Per oggi era tutto gente, noi ci leggiamo domani (che bello scrivere questa frase).

E voi? Avete visto Stranger Things 2? Sì? Vi è piaciuto? No? Avete visto la prima stagione?

A presto!

Elisa

 

 

Scrivere di Ciò che Si E’ Letto

Buongiorno, buon lunedì ma soprattutto buon inizio giugno (in ritardo) people!

Finalmente torno sul blog, non vedevo l’ora di poter scrivere questo articolo!

Oggi non parliamo di un libro in particolare, né di nuove uscite letterarie, né di poesia, parliamo però di un argomento sempre legato ai libri, una questione piuttosto importante su cui da qualche mese mi ritrovo a pensare.

Per la serie “parliamone” oggi ci facciamo quattro chiacchiere tranquille per ragionare sulla questione “scrivere di ciò che si è letto”.

Come ai vecchi tempi oggi con un bel bicchiere di té freddo ci mettiamo a parlare di svariati punti, io mi sa che ci vado piano col té però dato che il grande alleato ventilatore mi ha tradita facendomi prendere un raffreddore di quelli potenti, proprio a giugno.

Mi è capitato qualche volta, ma neanche tanto spesso, di entrare in quello che significa essere una bookblogger o una blogger più in generale.

Oggi vorrei soffermarmi su un dilemma che può attanagliare chi scrive di libri ovvero chi recensisce, chi ne parla, chi li racconta, insomma chi gestisce un blog che parla di libri.

Questo dilemma come vi dicevo mi attanagliava da qualche tempo, prima in maniera lieve poi con il passare delle settimane un grande interrogativo è cresciuto in me alimentato da quel dilemma iniziale, l’interrogativo in questione è:

Qual’è il modo migliore per scrivere di un libro che si è letto?

Una risposta a questa domanda (e un ulteriore conferma del fatto che non sono l’unica ad avere dubbi su ciò che scrivo) è arrivata nelle scorse settimane da Chiara del blog IlMioMondoInventato.

Chiara in un articolo racconta appunto quali sono i criteri utilizzati da lei per scrivere le recensioni che porta sul suo blog, io leggendo questo articolo mi sono posta la stessa domanda che si pone Chiara (oltre a quella di prima) “le mie sono buone recensioni?”

Ovviamente a questa seconda domanda io non posso rispondere, non sono io a poterlo dire.

Questo blog è aperto da un anno e mezzo quindi non da varie ere geologiche ma nemmeno da ieri insomma, le mie recensioni sono cambiate dall’inizio e questo penso sia evidente dando un’occhiata a quelle risalenti ai primi tempi, non sono cambiate solo le recensioni, è cambiato il mio stile di scrittura e la mia concezione riguardo al scrivere un buon articolo, o post.

Andando a guardare sul calendario non è passato molto tempo dal primo post ma il mio approccio è cambiato, si è evoluto.

Quindi mi è venuto spontaneo chiedermi quali sono gli ingredienti necessari per scrivere una buona recensione, le recensioni sono importanti per un blog che parla di libri, molto importanti e si cerca di descrivere un quadro a qualcuno che non lo ha ancora visto, oppure l’ha visto e vuole sentire l’opinione di qualcun’altro.

Trovo che una recensione scritta da qualcuno che si segue influenzi, positivamente o negativamente, un possibile lettore di un determinato titolo quindi una recensione ha il suo peso.

Almeno questo è quello che succede a me, mi è capitato ovviamente anche di acquistare e leggere titoli criticati che a me sono piaciuti, quindi bene o male che se ne parli le recensioni hanno una ripercussione secondo me sulla persona che ti segue e le legge.

Per quanto mi riguarda un buon 35% se non di più nelle mie recensioni rappresenta l’opinione personale, un 20% la scrittura o lo stile di scrittura che ritengo piuttosto importante e il resto la storia di per sè, quindi la trama, i fatti narrati e il resto.

La scrittura dipende sempre anche dal gusto personale, per esempio uno stile come quello di Simenon a me non entusiasma, è troppo coinciso e poco esaustivo dal punto di vista delle descrizioni, mi rendo anche conto però che a qualcun’altro una scrittura simile potrebbe piacere quindi l’opinione personale spalleggia l’intera recensione.

E’ un argomento interessante perché tutti (mi rivolgo ai bookblogger) scrivono le proprie recensioni in modo diverso ed è giusto sia così, in questo modo si ha un ritratto dello stesso titolo sotto punti di vista diversi, questo è un bene ma stando a questa considerazione non esiste un prototipo di recensione ideale ogni recensione è personale e ideale a modo suo.

Nelle mie recensioni di solito tendo a citare i punti positivi e negativi di un libro per poi analizzarli, a me sembra un buon modo per strutturare una recensione ma ci sono moltissimi altri modi per parlare di un libro.

Come scrive sempre Chiara la ricerca è molto importante, necessaria per parlare di un libro nel migliore dei modi è sempre utile sapere qualcosa dell’autore, qualche curiosità sulla pubblicazione insomma senza informazione non si può scrivere una buona recensione.

Ogni volta che mi siedo per scrivere una recensione al pc mi viene spontaneo domandarmi “sto facendo un buon lavoro?” e questo interrogativo persiste anche dopo averlo terminato “ho scritto una buona recensione?”, penso sia comune farsi queste domande.

Quando parlo di un libro non faccio mai spoiler, per il discorso di prima ovvero non importa come ne parli di un determinato titolo la persona che legge l’articolo potrà in futuro leggere quel libro quindi ritengo sia meglio non rivelare particolari che devono rimanere nascosti.

Di solito nelle recensioni non descrivo lo svolgimento della storia a causa spoiler appunto e anche perché quello che un potenziale lettore conosce della storia è scritto nella trama quindi io parlo solitamente della scrittura, dei punti salienti della storia (non tutta) senza entrare nei particolari, delle caratteristiche dell’opera, gli argomenti che tratta e ovviamente racconto le mie opinioni personali.

Magari per un lettore che segue determinati bookblogger penso che la cosa migliore da fare sia trovare il blogger che ha i gusti più simili ai suoi, non è la scoperta della’acqua calda quello che sto dicendo ma la ritengo una considerazione maturata nel tempo.

Bene, questo è quello che è emerso dalle mie personali considerazioni sulle recensioni e sui dilemmi legati a queste.

Ci tengo a dire che ognuno sul proprio blog scrive le recensioni come vuole sempre e solo lui (o lei), non voglio assolutamente insinuare il fatto che è meglio scrivere le recensioni in un determinato modo rispetto ad un altro, non fraintendetemi.

In questo articolo voglio solo parlare sinceramente con voi e dirvi un po’ come scrivo personalmente le mie recensioni, su quali criteri mi appoggio e aprire un sereno dibattito su cosa significa scrivere una recensione.

Voi cosa ne pensate? Ditemi la vostra ragazzi, vi aspetto!

A prestissimo!

Elisa

Stranger Things – Dobbiamo Parlarne!

Weiii bentornati!

Oggi, vi avviso, andremo a parlare di un argomento un tantino diverso da quelli che sono abituata a trattare e che voi siete abituati a vedere sul blog.

Tanto ormai su questo blog si parla di tutto ed è bello così, mixiamo argomenti!

Chiariamo subito che come sempre io NON farò spoiler.

Infatti oggi parleremo di una serie tv molto, molto famosa in questo periodo ovvero Stranger Things.

Ve ne avrei dovuto parlare settimane fa oramai ma volevo prendermi tutto il tempo per farmi qualche ricerca sulla serie e farmi la mia vera opinione con il passare del tempo.

Vi dirò come mi sono avvicinata a questa serie tv.

Dunque, in un caldo e noioso pomeriggio domenicale in cui il mio unico hobby era infastidire quel buon compare che abita con me (si parla del mio cane) di nome Adelmo, mi venne l’idea di farmi un giro su Netflix.

Io non sono quel classico tipo di persona che passerebbe tutto il giorno (a anche la notte) a vedere in continuazione serie tv e film, forse una volta lo sono stata ma con il passare del tempo  quella parte di me si è assopita.

Quindi non ho sempre voglia di vedere “cose” nuove, anzi preferisco passare il tempo scrivendo, ascoltando musica o leggendo.

Ma quella domenica addocchiando una nuova serie così interessante e con Winona Ryder (attrice che io amo), mi sono lasciata andare alla visione di questa serie.

Inutile dirvi che mi sono guardata tutte le puntate una dietro all’altra e ora sono già in astinenza.

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Episodi: 8

Stagioni: 1

Ambientazione: anni ’80

Genere: Fantascienza, Soprannaturale

Cast: Winona Ryder, Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Natalia Dyer, David Harbour, Noah Schnapp, Charlie Heaton e Finn Wolfhard.

Ideata da: Matt e Ross Duffer

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Trama

Il 6 novembre 1983 a Hawkins, una remota e tranquilla cittadina dell’Indiana, il dodicenne Will Byers, membro di un ristretto gruppo di quattro amici fraterni, sparisce in circostanze misteriose; allo stesso tempo in un laboratorio segreto nei dintorni della stessa cittadina un ricercatore è vittima di un’inquietante creatura. Dallo stesso laboratorio Hawkins, una stramba ragazzina approfitta della confusione generata dall’incidente per fuggire. Dopo aver trovato rifugio in un ristorante, inseguita da agenti del laboratorio, continua la sua fuga imbattendosi nei tre migliori amici di Will: Mike, Dustin e Lucas, che si erano messi sulle tracce del fidato compagno svanito nel nulla. La ragazza, che si identifica con il numero tatuato sul suo braccio, “Undici”, crea un legame in particolare con Mike, il quale accetta di nasconderla nella sua abitazione.

Si scoprirà poi che i piani degli agenti del laboratorio sono più subdoli e malefici di quello che si possa pensare.

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Recensione

Sono sicura che almeno qualcuno di voi abbia sentito parlare di questa serie prima di oggi e credo ve ne abbiano parlato in modo positivo.

Se così non è, ne parlo io.

Partiamo subito da uno di quelli che sono (a mio vedere) uno dei punti di forza di questa serie, ovvero il punto di vista e la caratterizzazione dei giovani.

In Stranger Things molti dei personaggi sono ragazzini o adolescenti ed è affascinante vedere in che modo affrontano alcune vicende come la scomparsa di alcuni loro amici ed è interessante vedere come gli adolescenti possano essere davvero cattivi.

L’ambientazione anni ’80 è curata nei minimi dettagli, io non sono cresciuta in quell’epoca però ho potuto vedere film ambientati e creati in quegli anni quando ero piccola e in un certo senso mentre guardavo questa serie mi sentivo sul divano di casa assieme ai miei genitori.

La recitazione è sicuramente un altro punto di forza perché da quello che ho potuto vedere ogni attore è riuscito a caratterizzare il proprio personaggio in modo convincente e fermo.

Uno dei miei personaggi preferiti è stato Hopper (David Harbour) che è il capo della polizia di Hawkins ed è un uomo ferito dentro dalla scomparsa della figlia, ci viene presentato come un “latin lover” vista la sua propensione ad intrattenersi (e ho voluto fare l’elegante) con molte donne.

Un altro dei miei personaggi preferiti è senza dubbio Jonathan (Charlie Heaton) che è il classico ragazzo preso di mira e non accettato perché considerato strano, insomma un outsider è il figlio Joyce (Winona Ryder) e il fratello di Will (Noah Schnapp).

Per quanto riguarda il mio personaggio preferito nella cerchia dei giovinotti molto giovani, ho amato Mike (Finn Wolfhard), anche se mi è piaciuto molto anche Will che a differenza degli altri però si è visto poco nella serie (non vi dirò cosa intendo con poco altrimenti sarebbe spoiler).

Ultimo personaggio preferito Undici (Millie Bobby Brown), adorabile, meravigliosa.

Direi, parlando di personaggi, di chiudere la parentesi con quello che forse mi è piaciuto meno di tutti non per il fatto che fosse poco caratterizzato o mal interpretato semplicemente non mi ha convinto come personaggio forse per il fatto che a volte fa delle scelte poco coerenti, sto parlando di Nancy (Natalia Dyer).

L’attrice è molto brava ma purtroppo il personaggio di Nancy non riesco proprio a farmelo piacere del tutto.

Stiamo parlando di una serie soprannaturale quindi, sempre senza fare spoiler, ci ritroveremo a vedere degli effetti ad un certo punto.

Questi effetti non hanno niente a che fare con quelli che conosciamo oggi, sono vecchio stampo, sono quegli effetti che riguardandoli oggi ti rendi conto di quanti progressi sono stati fatti in questo campo.

E’ una serie che io invito tutti a guardare, anche se non siete fan del genere fantascientifico o soprannaturale, perché trovo che una serie così non si possa catalogare sotto determinati generi.

Io guardando tutti gli episodi ho visto davvero molto, ci sono storie d’amore, ci sono rapporti d’infanzia molto affascinanti, ci sono rapporti genitori/figli, note di nostalgia e sopratutto sempre tanti colpi di scena e un crescente desiderio nello spettatore di vedere sempre altro senza fermarsi.

Su Stranger Things ci sarebbero da dire così tante cose ma ahimè rischierei di spoilerare tutti gli otto episodi, quindi non entrerò nel dettaglio.

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Quello che vi posso dire però è che non tutti gli eventi accaduti nella prima stagione sono stati chiari quindi spero che nella seconda stagione questi eventi “senza risposta” si chiariscano.

Sto parlando ad esempio del personaggio di Barb (personaggio adorabile) o della vicenda Nancy, Jonathan e Steve.

Parliamo un attimo dell’aspetto musicale, ci sono ovviamente tracce appartenenti agli ’80 e una delle tracce più citate è Should I Stay Or Should I Go dei The Clash (una delle mie canzoni preferite tra l’altro).

Insomma una serie imperdibile per gli amanti degli anni ’80 e delle classiche atmosfere Sci-fi anche se io sinceramente la consiglio veramente a tutti, che siate giovani o adulti non importa.

Voto (prima stagione):

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Guarderò senz’altro la seconda stagione, anzi sono in trepidante attesa e non vedo l’ora di gustarmela.

Detto ciò, correte a guardarla e noi ci leggiamo presto gente!

Rimanete connessi perché sta per arrivare una grande, grande, grande novità qui!!

A presto!

Elisa

In My Mailbox #3 Marzo

Ehilà compari!

Marzo è terminato da poco, quindi è arrivato il momento di chiudere in bellezza questo capitolo composto da 31 giorni parlando degli acquisti libreschi che hanno costellato questo mese.

Questo mese l’ho trovato infinito, infatti la mia mente fatica ancora a capire che siamo ad Aprile…

Gli acquisti sono stati tanti anche questo mese ma in mia difesa posso dire che qui, dalle mie parti c’è stato un piccolo mercatino libresco da prezzi molto bassi, anche perchè i libri erano nuovi, quindi potete capire che questa è stata la mia rovina finanziaria…

Detto ciò, iniziamo!

 

Iniziamo parlando dell’ultimo libro, che ho comprato proprio qualche giorno fa.

Let’s go!

La voce Invisibile del Vento – Clara Sanchez

Ho già capito che piano piano io arriverò a possedere tutti i libri di questa autrice, perché generalmente mi piacciono sempre le sue trame e il suo stile.

Non ho guardato molte recensioni prima di acquistare questo libro, sono andata un po’ alla cieca facendomi catturare da quelle brevi frasi in copertina:

 Conosci la voce del silenzio?
Ti fidi del buio?
Ti fidi di te stesso?
Devi trovare una risposta,
 o sarà troppo tardi.       

Mi fido abbastanza di questa autrice e sono molto curiosa di addentrarmi fra le pagine di questo libro.

Nel Mio Paese è Successo un Fatto Strano – Andrea Vitali

Stesso discorso della fiducia vale per questo autore, mi fido abbastanza di Andrea Vitali e ho un ricordo affettuoso di Pianoforte Vendesi, che lessi quando ero piuttosto piccola in un giorno in cui girovagando per la casa trovai questo libricino in uno scaffale.

Questo libro è indicato solitamente per bambini (dai 9 agli 11 anni) ma la trama è davvero interessante e non m’importa se è destinato ad un pubblico molto giovane perché spero sarà un lettura piacevole.

In breve, parla di infrangere la routine, infatti in questo paesino in cui succedono sempre le stesse cose un giorno si alza una fitta nebbia che ricopre tutto e cambia ogni cosa, come si fa a far ritornare tutto come prima ?

I Resti di Lei – Neil Cross

Qui si inaugura la serie “libri thriller poco conosciuti potenzialmente brutti ma non importa perché sono una drogata del genere“.

Esatto, perché al momento dell’acquisto non sapevo nulla di questo libro e guardando in giro ho visto che tutto sommato le valutazioni per questo libro non sono pessime ma non sono nemmeno eccellenti.

Ma da appassionata non mi interessa perché l’importante per me è leggere qualcosa che si avvicini anche lontanamente a qualcosa di simile al giallo o thriller.

Questo libro l’ho acquistato nel mercatino di cui vi ho parlato all’inizio per pochi euro e visto che la trama mi ispirava mi sono buttata.

Parla di un giovane uomo che scopre di avere poche settimane di vita e decide di “regolare” i conti con alcune persone della sua vita a costo di innescare una catena di morte.

La Casa sul Fiume – Penny Hancock

Stessa serie del libro qui sopra, acquistato sempre in questo mercatino e sempre poco conosciuto.

Anche in questo caso mi ha attratto molto la trama e devo che il titolo attira parecchio a mio modesto parere.

Parla di questa donna che in preda all’ossessione fa di tutto per tenere “prigioniero” un ragazzo di 15 anni amico del figlio, che era entrato solo per dare un occhiata a un vecchio disco in vinile ma da quella casa sul fiume in riva al Tamigi non uscirà più.

La Rabbia e L’orgoglio – Oriana Fallaci

Tempo fa ho tentato un timido approccio con gli scritti di Oriana Fallaci ma devo ammettere che il modo in cui certi temi vengono trattati nei suoi libri mi ha sempre colpita e reputo che le sue opere ogni volta che vengono lette necessitino di un’ attenzione e di una concentrazione che non sempre possiedo, però ho deciso di “studiare” meglio i suoi scritti.

Ragion per cui ho acquistato la Rabbia e L’orgoglio, libro in cui la Fallaci parla di terrorismo islamico del suo isolamento e delle sue scelte.

Una lettura che sicuramente lascerà un segno.

L’Usignolo – Kristin Hannah

E parlando di letture che lasceranno il segno passiamo a questo libro.

Scritto che sta riscuotendo un buonissimo successo ultimamente, ottime recensioni, formidabile passaparola, insomma un libro doloroso e profondo.

Doloroso perchè si parla di amore e di guerra (tema che personalmente mi fa soffrire sempre molto), precisamente della seconda guerra mondiale in Francia.

Libro molto celebrato che non vedo l’ora di leggere.

Shakespeare non l’ha Mai Fatto – Charles Bukowski

Ho un rapporto un tantino conflittuale con Bukowski, alcune volte apprezzo la sua scrittura schietta ma altre volte invece non mi soddisfa appieno.

Questo libro è un diario di viaggio attraverso l’Europa, precisamente Parigi e Nizza.

Viaggio che Bukowski assieme alla sua compagna ha intrapreso, scritto nel 1979.

Volevo leggere qualcosa di suo in questo periodo e Shakespeare Non l’ha Mai Fatto mi è sembrato perfetto quando l’ho addocchiato in libreria, sì questo l’ho acquistato in libreria in una delle mie missioni di suicidio monetario in questi luoghi.

D’amore si Muore Ma Io No – Guido Catalano

«Avevo un bel vestito?»
«Sì, blu e rosso corto, un sacco primaverile.»
«C’era il sole?»
«C’eravamo tu, io e il sole.»
«Hai fatto bene a cercarmi.»
«Sei stata brava a farti trovare.»

Questo libro ha riscosso un buon successo e guardandolo schizzare ai primi posti delle classifiche la mia anima da personcina che va controcorrente ha storto un tantino il naso, perchè ho una repulsione per fenomeni letterari e simili.

Ma sempre nella spedizione in libreria ho avuto modo di toccare con mano questo libro, ho letto qualche pagina, l’ho tenuto fra le manine e mi è piaciuto molto ed ora devo ammettere di provare molta simpatia per questo libro.

Ho avuto modo anche di guardare un’intervista fatta all’autore (personaggio interessante e particolarmente simpatico che si autodefinisce l’ultimo dei poeti) e la mia simpatia è cresciuta.

Così quel giorno di inizio marzo è uscito dalla libreria assieme a me e non vedo l’ora di leggerlo.

Cosmopolis – Don DeLillo

Devo farvi presente la mia caprina ignoranza su questo autore, perché ricordo di aver letto solamente molto tempo fa un pezzetto di Rumore Bianco senza mai addentarmi nelle sue opere più di tanto, mi vergogno molto, così ho deciso di rimediare.

Cosmopolis parla di questo giovane miliardario che noi seguiamo attraverso il viaggio di un giorno in cui questi va incontro al suo destino e noi guardiamo il suo incontro con gli uomini e delle donne della sua vita attraverso diversi scenari.

Mi è sembrato il libro giusto con cui iniziare ad avvicinarmi a Don DeLillo, dico iniziare perchè di Rumore Bianco non è che abbia letto molto.

Bene!

Gente per oggi credo di avervi detto tutto, vi ho informato un po dei miei ultimi acquisti e spero di avervi tenuto compagnia.

E voi? Cosa avete acquistato di bello questo mese? Avete fatto anche voi come me una spedizione suicida in libreria?

A presto!!

Elisa

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14,000 Cose Per Cui Essere Felici – 14,000 things to be happy about – Parliamone!

Ehilà ciurma come state?

In questi giorni mi sono un pochettino chiusa nelle mie letture, senza aggiornare nessun sito o social o altro… Brava Elisa!

Questo sarà un articolo un tantino diverso dal solito, come avrete letto dal titolo non sarà una recensione ma bensì un Parliamone, ovvero un tipo di articolo in cui vi parlerò di un libro che mi incuriosisce molto e che ho acquistato da poco (quindi che non ho ancora letto ma solo scuriosato…).

Vi voglio parlare di questo libro anche perché ha per me una storia curiosa e ho intenzione di leggerlo a breve, ma non so di preciso se tornerò a parlarvene in futuro nella recensione perché è un libro… particolare diciamo.

Comunque ora di parlare a vanvera e inizio magari… Andiamo!

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Eccolo qui!

14,000 things to be happy about di Ann Kipfer, è come evincere dal titolo un libro in lingua originale, che non è stato ad oggi tradotto in italiano.

Se con l’inglese ve la cavate bene, con tutta probabilità non avrete nessun tipo di difficoltà perchè (per quello che ho potuto vedere) il linguaggio che si usa è nel complesso decifrabile per una persona che possiede quantomeno un livello medio di padronanza della lingua.

Quindi, non è il primo libro che leggo in lingua, con l’inglese me la sono sempre cavata bene quindi spero di avere problemi.

Questo libro ha in tutto 609 pagine, ma il formato della pagina non è molto ampio, diciamo formato “tascabile” da portare sempre con se in borsa o altro…

*Il libro contiene anche piccolissime illustrazioni in bianco e nero all’interno.

Per questo libro non avuto grandi difficoltà per quanto riguarda la reperibilità, avendolo acquistato la scorsa settimana su Amazon (al prezzo di € 8, 76 anche se controllando ora il prezzo è sceso a € 7, 19… non so perché…).

Insomma il libro si presenta come una specie di “elenco” di piccole cose come per esempio:

i pancakes con la frutta fresca

i raggi del sole

le palle da golf personalizzate

suonare e ballare la musica da vacanza

l’insegna di Hollywood

Ecc. ecc. con altre 13,995 ragioni per essere felici.

Insomma piccole cose che però ci rendono per qualche secondo felici.

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<-    Le pagine sono fatte in questo modo

Come ho scoperto questo libricino?

Siamo arrivati al momento flashback di questo articolo, tempo fa stavo girovagando su We Heart It, un applicazione direi molto popolare in cui si possono salvare immagini creare collezioni ecc. fin quando scrivendo Book sulla barra di ricerca mi sono venute fuori immagini appunto di libri (la maggior parte delle immagini su questa app/sito sono provenienti dall’America presumo…), perchè le immagini di libri sono un mio feticcio, lo so è grave, e in molte di queste immagini compariva questo libro.

Così sono stata subito attratta sia per il titolo che per in generale il contenuto e l’ho subito cercato su Amazon, io adoro i libri di questo tipo.

Immagini come queste per intenderci…

Quindi, brevemente, volevo parlarvi di questo libro perché l’ho iniziato proprio oggi, anche se è da leggere in pillole, e sento che mi terrà compagnia per molto tempo.

Ve ne ho parlato anche perchè spero possa incuriosirvi tanto quanto ha incuriosito me e ho preferito parlarvene in un articolo come questo piuttosto che in una recensione per il tipo di libro appunto.

E’ il classico libro che ogni giorno ti solleva il morale secondo me.

A voi incuriosisce? Conoscevate già questo libro (anche perchè in America è molto famoso) oppure no?

A prestissimo ciurma!!!!

Elisa

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Propositi Letterari per il Nuovo Anno!

Buongiorno lettori!

Oggi, come avrete letto dal titolo, voglio parlarvi dei miei buoni propositi letterari per quanto riguarda il nuovo anno!

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Dunque, iniziamo subitissimo!

  • Quest’anno ho mi sono imposta di leggere al minimo (ripeto al minimo…) 40 libri ma vorrei arrivare ai 60 o più.
  • Di questi mettiamo 60 libri, 10 dovranno essere classici che non ho mai letto.
  • Voglio iniziare ad avvicinarmi ai generi Fantasy e Young Adults, generi con io tendenzialmente non vado molto d’accordo, ma voglio ridare altre opportunità a questi generi, ritentiamo!

 

Bene!

Per ora questi sono i miei propositi per il 2016, ma non nego che in questi giorni sto pensando a qualche nuovo obbiettivo.

In caso mi imponga nuovi obbiettivi aggiornerò questo articolo, non temete ciurma!

E voi?

Quali sono i vostri propositi letterari per il nuovo anno??

 

A presto!

Elisa

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