Cambiare Idea sui Libri

Buon giovedì!

Oggi dall’alto del nostro terzo giorno di maratona, parliamo di un argomento che voglio affrontare da diverso tempo, è un discorso che mi è balzato in testa qualche tempo fa vagando per la mia libreria e scorgendo vari libri letti negli anni scorsi.

E’ da un po’ che non ci mettiamo qui ad aprire un discorso su un topic in particolare e oggi è arrivato il momento.

Il titolo rappresenta in pieno l’argomento, ovvero, il cambiare idea sui libri letti a distanza di mesi o anni.

Mi è capitato infatti di leggere libri che nel corso del tempo hanno lasciato un segno nella mia memoria, non per motivi particolari, magari questi testi sono quelli più innocenti e letti senza troppe aspettative, ma per un motivo o per l’altro mi trovo a ripensare spesso a questi, in negativo o positivo.

Ovviamente vi farò alcuni esempi, molti di questi rappresentano libri di cui abbiamo parlato assieme negli scorsi anni, libri per cui esiste una recensione qui sul blog.

Penso che ogni lettore prima o poi incappi in una situazione simile, ovvero il ritrovarsi con un opinione totalmente diversa da quella iniziale, ma alcuni non esprimono questo cambio di rotta/pensiero, forse per paura di risultare non così stabili nella propria opinione.

La mia reazione, la prima volta che mi sono resa conto di aver maturato un pensiero differente dal primo è stata di senso di colpa, ho pensato: “vorrei modificare ciò che ho detto perché ora chi leggerà la recensione penserà che non ho gradito questo libro che ora invece apprezzo”.

C’è sempre da considerare il fatto che la memoria non è così affidabile, quindi si può rischiare di idealizzare un testo a distanza di tempo, un qualcosa che sulle prime non viene fatto per la frescura del ricordo.

Ci sono altri casi invece in cui si capisce solo tempo dopo un concetto o un elemento inserito in un testo che sulle prime si è frainteso o non compreso.

Parliamo ad esempio di “Tutto il Nostro Sangue” di Sara Taylor, libro che ho letto anni fa e di cui esiste qui una recensione.

Avevo assegnato 4 stelle al romanzo, la mia recensione non era affatto negativa, ma nemmeno così entusiasta.

Oggi mi ritrovo a pensare molto spesso a questo romanzo, all’epoca esordio della Taylor, e per ciò che mi ha lasciato mi sentirei persino di aumentare il mio voto ed esprimere più apprezzamento.

E’ un romanzo famigliare, certo non perfetto, essendo il primo dell’autrice, ma l’impatto che ha avuto su di me è stato forte a distanza di anni, in particolare un personaggio mi ha colpita profondamente ed è piuttosto raro per me ricordarmi nei minimi dettagli la personalità, il nome e le peripezie di un personaggio.

Tutto il Nostro Sangue” è un romanzo che ha raccolto opinioni/recensioni differenti, a molte persone è piaciuto mentre ad altrettante altre no, sta di fatto che se dovessi considerare nella recensione anche la mia reazione a distanza di anni non potrei far altro che essere più favorevole ed entusiasta nei confronti del testo.

Un altro esempio può essere il famosissimo “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello” di Shirley Jackson, libro letto sempre anni fa di cui trovate qui la recensione.

Tenendo conto anche del fatto che all’epoca (nel lontano 2016), le mie recensioni suonavano di certo più abbozzate ed immature rispetto a quelle odierne, avevo valutato questo testo con 4 stelle, con allegata un opinione di certo più che positiva ed entusiasta.

La mia opinione ha subìto delle modifiche nel corso degli anni e se dovessi parlarvi del libro oggi il mio voto sarebbe più basso e la mia opinione non così entusiasta.

Non fraintendetemi, è un ottimo romanzo psicologico, da molti definito il migliore dell’autrice, ed è di certo la punta di diamante, quindi per me rimane sicuramente un consiglio di lettura, ma non mi ha lasciato lo stesso impatto de “L’Incubo di Hill House“, sempre dell’autrice, testo invece amato generalmente di meno rispetto a questo che però io ho gradito maggiormente.

L’horror psicologico che c’è in questo romanzo è degno di nota e considerando la Jackson un autrice di mio gradimento, non forse fra le mie preferite, ma prima di poterlo dire con certezza vorrei leggere ciò che mi rimane di suo, non posso comunque non considerare questo libro importante per il genere, ma non mi ha colpita e non ha lasciato su di me una grande traccia.

Infine, parlando di un ultimo esempio non posso non citare “Stardust” di Neil Gaiman, uno dei miei invece autori preferiti, di lui vorrei assolutamente leggere tutto e non mi vergogno di dire che leggerei anche un post it con uno smile abbozzato da lui inserendolo in una teca, anche di questo trovate la recensione qui.

A questo invece avevo assegnato 3 stelle e con il senno di poi abbasserei di certo di un poco il voto, perché lo considero il peggiore fra quelli di Gaiman che ho letto finora.

Ovviamente, questo è sottinteso, se a voi è piaciuto vi prego di non sentitevi attaccati o offesi, è solo la mia semplice opinione.

A molte persone non è piaciuto “L’oceano in Fondo al Sentiero“, l’ultimo romanzo di Gaiman che per molti è un accozzaglia di elementi tipici dell’autore, io invece l’ho gradito maggiormente rispetto a questo.

All’epoca non ne avevo parlato in toni completamente positivi, ma non ero stata così critica come di certo vorrei essere ora.

Cosa voglio dire con questi esempi? Che può capitare di cambiare idea, questo cambio è influenzato da tanti fattori, la risonanza del libro a distanza di anni, il suo impatto a lungo termine su di noi, la memoria non così fedele che a volte ne modifica i contorni…

Insomma, questo non accade assolutamente con tutti i libri, ma con alcuni casi rari sì, e penso sia normale, perché quando si parla di un libro non si può avere la sfera di cristallo o non se ne può parlare anni dopo per una recensione, lo si fa di solito giorni, settimane o al massimo mesi dopo in casi estremi, ma non si può conoscere l’impatto che questo avrà su di noi anche comparandolo con altri testi dell’autore.

Magari si approfondisce un autore e si comprende di aver iniziato da quello meno apprezzabile per noi perché raccoglie un mix di elementi tipici di altri testi che vengono analizzati e approfonditi decisamente meglio in altri libri.

Come dicevo penso che alcune persone abbiano il timore di dire “ho cambiato idea”, specialmente magari chi parla di libri, come bookblogger, booktuber, bookstagrammer ecc. ecc.

Per i motivi di sopra quindi la paura di non essere considerate figure con un opinione solida e ben fabbricata, o una figura comunque in grado di dire un qualcosa e difenderlo strenuamente, ma concludo questo mio pensiero e ragionamento, dicendo che per me non c’è da avere nessuna paura di dire: “non la penso più in questo modo”, si matura, si cambia, ci si accorge di essere stati colpiti a lungo raggio da un libro sulle prime non considerato più di tanto.

E voi? Cosa ne dite? Anche voi avete cambiato idea su alcuni libri? Quali? Fatemi sapere!

A domani!

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2 pensieri riguardo “Cambiare Idea sui Libri

    1. Per alcuni libri assolutamente, di sicuro una rilettura non che far bene soprattutto quando si sente un cambio di opinione, infatti di tutti i testi per cui ho cambiato idea vorrei optare per una rilettura..

      "Mi piace"

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