Sto Pensando di Finirla Qui – Film e Libro

Buon martedì e buon inizio settimana (in ritardo)!

Come state? Come procede questo freddo novembre?

Oggi sono finalmente tornata, dopo settimane e mesi di mezzi ritorni, forse siamo arrivati ad un ritorno definitivo.

Comunque, oggi parliamo di un libro di cui voglio parlarvi da tempo immemore, ma non parleremo solo del libro in questione, affronteremo anche il film tratto da esso, uscito mesi e mesi fa su Netflix.

Come avrete letto dal titolo, parliamo di “Sto Pensando di Finirla Qui“, libro scritto da Iain Reid e film Netflix diretto da Charlie Kaufman.

Iniziamo subito, perché questo articolo ha già aspettato troppo!

Libro

Sto Pensando di Finirla Qui – Iain Reid

Casa Editrice: Rizzoli / Genere: Thriller, Suspense

Pagine: 252 / Prezzo di Copertina: € 18,00

Prezzo ebook: € 9,99 / Anno di P. Pubblicazione: 2016 (USA)

Link all’Acquisto: QUI

Incipit

“Sto pensando di finirla qui. Una volta che arriva, il pensiero rimane. Si trattiene. Si mette comodo. Spadroneggia. Non è che possa farci granché. Credetemi. Non se ne va. E’ qui, che mi piaccia oppure no. E’ qui quando mangio. Quando vado a letto. Quando dormo. E’ qui quando mi sveglio. E’ sempre qui. Sempre.”

Trama

Interno degli Stati Uniti. Una statale silenziosa e vuota, solo profili piatti che si ripetono, un’altalena, un granaio, pecore ferme nella luce del pomeriggio, fienili e campi. Seduta in macchina, sotto la musica country trasmessa dalla radio, la ragazza di Jake guarda la campagna e continua a pensare che deve farla finita con lui; anche se Jake, con quella sua aria svagata e le conversazioni interessanti, in fondo le piace. Ora sono di ritorno dalla casa dei genitori di lui, una fattoria sperduta dove lei ha incontrato per la prima volta quella coppia singolare e visto i recinti lugubri degli animali, un incontro che le ha lasciato addosso una sensazione inafferrabile, come di chi avesse varcato, per il tempo di una sera, la scena di un’allucinazione altrui. Un disagio che peggiora quando Jake, nel mezzo di quel luogo desolato mosso solamente dalla neve in aumento, si ferma in una gelateria, un edificio che emerge, fluorescente, dal buio, le vetrine sbiancate dai neon, e un attimo dopo imbocca una stradina secondaria, parcheggia davanti al suo vecchio liceo chiuso e sparisce all’interno della scuola. Per la sua ragazza, lasciata sola in macchina, ha inizio allora un altro percorso, vertiginoso, nel versante più oscuro della realtà, dove scoprire che fine ha fatto Jake fornirà finalmente la risposta, del tutto imprevedibile, a cosa sia accaduto davvero in questo silenzioso viaggio a due.

Film

Regia: Charlie Kaufman / Sceneggiatura: Charlie Kaufman

Piattaforma: Netflix / Data di Uscita: 04/09/2020

Attori principali: Jesse Plemons (Jake), Jessie Buckley (Luisa/Lucy/giovane donna), Toni Collette (Suzie), David Thewlis (Dean), Guy Boyd (bidello), Colby Minifie (Yvonne)

Ho letto il libro di Iain Reid qualche mese fa e con il senno di poi penso sia uno di quei casi in cui la lettura del libro o la visione del film combinata con l’altra sia ottima per comprendere al meglio l’opera.

L’opera in sé infatti è piuttosto complessa nel modo in cui viene presentata, anche se il nocciolo della vicenda e le varie tematiche presentate sono semplici, ma sia il film che il libro presentano queste tematiche in un modo che può sembrare a tratti onirico e stravagante.

Nel film in particolare ci sono continui riferimenti a musical famosi e non, inoltre l’opera sembra strizzare l’occhio al teatro. Il film per come è stato reso, soprattutto in alcune scene, e il libro per come è stato scritto, direi quasi stile copione teatrale, portano il telespettatore e il lettore in ambienti che ricordano il teatro.

Ma andiamo con ordine, so che questo è stato definito il film più complesso (dal punto di vista della comprensione) uscito nel 2020 e di certo può essere un film che necessita di una buona dose di riflessione e attenzione, come il libro.

La vicenda si apre con una ragazza, che nel libro non ha nome, mentre nel film si chiama Lucy o Luisa (il suo nome viene spesso storpiato come se non avesse una gran importanza), che attende il fidanzato, Jake.

Jake la vuole portare in visita dai genitori, che abitano in una fattoria e anche se Lucy ha dei dubbi sulla sua relazione con il ragazzo e vorrebbe appunto “finirla qui”, accetta l’invito e parte in macchina con il giovane.

I due affrontano un viaggio piuttosto lungo, che nel libro si avverte come interminabile, non direi noioso, perché viene riempito dai discorsi dei due che sono individui di certo intelligenti che non si lasciano andare a discorsi banali o ripetitivi.

Nel film la lunghezza del viaggio viene mitigata e questo viene avvertito come più breve, a mio avviso. Comunque dopo un viaggio tortuoso in scenari pieni di fienili, i due arrivano alla casa dei genitori di Jake e qui si iniziano a manifestare i primi segnali di una stranezza latente che aumenterà minuto dopo minuto.

I genitori del giovane vengono avvertiti come “strani”, sono figure per cui Jake prova molto imbarazzo e questo è evidente da diverse reazioni che lui avrà nel corso delle ore in cui rimarranno nella casa.

Una differenza del film rispetto al libro è che nella pellicola vediamo le scene dei nostri personaggi e ogni tanto qualche scena di un uomo, un bidello, che non sembra c’entrare nulla con la vicenda, diversamente dal libro, in cui queste scene non sono presenti, o meglio ci sono dei brevi capitoli in cui si parla di un uomo, ma non viene presentato come nel film, e nel libro si gioca maggiormente con l’uomo misterioso che chiama la nostra protagonista.

Nel libro questo uomo che chiama ad ogni ora della notte e a volte anche del giorno è una presenza fissa, angosciante, nel film c’è questa parentesi, ma lo spazio dedicatogli è ridotto rispetto al libro.

Comunque, i nostri si ritrovano a cena dopo una lunga attesa per i genitori di Jake che si presentano, ed è evidente fin da subito che soffrano di qualche disturbo, ad esempio il padre di Alzheimer e la madre di un problema di udito, ma non c’è solo questo, l’intera sequenza che si svolge nella casa ed è forse il cuore dell’opera risulta cosparsa di scene a primo acchito assurde e messaggi nascosti o riferimenti ad altre scene.

Una caratteristica di questa opera, e mi riferisco a film e libro, è il dialogo. Ci sono scene in cui dal punto di vista degli eventi non accade nulla, ma assistiamo a dialoghi su dialoghi che con l’andare avanti diventano a tratti inquietanti ed estranianti.

Tornando ai genitori, ho notato che nel film, sempre a mio avviso, viene accentuata la loro stranezza, non che non sia presente nel libro, ma nel film si può scambiare per pazzia a tratti.

Come dicevo la scena della casa è il cuore dell’opera ed è forse la sequenza in cui per la prima volta ci dedichiamo a collegare parecchi fatti, mettiamo assieme vari puntini e ci vengono sottoposte tematiche di vario tipo.

Una fra queste è senza dubbio la vecchiaia, lo scorrere inesorabile del tempo che non lascia scampo a nessuno.

Siamo trasportati in un viaggio in cui conosciamo i genitori di Jake e ci facciamo un’idea della sua infanzia, visitando la sua cameretta, ascoltando le conversazioni fra i suoi, visitando la cantina, ogni stanza è una parentesi che confonde, ma allo stesso tempo delinea un quadro del passato di Jake.

In particolare la scena della cantina nel libro viene trattata in modo un poco diverso e anche qui ho avuto l’impressione di leggere una scena più “lunga” rispetto a quella del film.

Quando la protagonista risale al piano superiore prega Jake di andare a casa, ma il tutto viene dilungato perché deve prendersi cura dei suoi genitori che nel frattempo hanno subìto un cambiamento e qui ci viene ripresentata la tematica del tempo, del concetto per cui la vita va avanti ed è un cerchio e noi non possiamo farci nulla.

Ovviamente la tematica del tempo porta con sé anche quella della morte, che è una presenza costante in quest’opera, ma non in modo sempre evidente.

Ci viene presentata sotto vari aspetti, in varie scene, è presentata come se fosse l’ultimo atto di una recita teatrale e i personaggi che assistono a questa morte non possono far altro che raccogliere i cocci e cercare di andare avanti con la propria vita.

Comunque, i due riescono a rimettersi in viaggio per tornare a casa della protagonista, ma nel viaggio di ritorno decidono di fermarsi a prendere un gelato in questo locale appartenente ad una catena di gelaterie.

Qui i nostri fanno degli incontri particolari, infatti oltre alle due ragazze bionde e piuttosto irrispettose (che saranno importanti per un discorso della protagonista nel film), incontreranno anche una ragazza che ha uno sfogo su un braccio e che a differenza delle due sarà molto gentile e disponibile e si lascerà scappare delle frasi inquietanti e strane.

Dopo la fermata in gelateria il viaggio riprende, ma ad un certo punto, sempre in mezzo alla tormenta che infuria, i due si fermano in un altro luogo che sarà vitale per la conclusione della vicenda, ma io mi fermo qui perché non voglio rischiare di spoilerare tutto.

Ci tengo però a dire che il finale è differente tra il libro e il film e qui risiede forse la differenza maggiore, perché il film in generale (a parte qualche modifica che è senza dubbio presente, ma non intacca mai l’essenza del libro) rimane piuttosto fedele all’opera originale.

Il finale del libro è decisamente più negativo e pessimistico, non lascia aperti molti spiragli, mentre quello del film è più positivo e legato al mondo dei musical, forma che viene citata spesso nella pellicola, ma usata nella sua vera forma solo nel finale appunto.

Sto Pensando di Finirla Qui” è un opera decisamente particolare e originale, in cui l’angoscia prende il sopravvento senza sapere bene il perché nei primi momenti, ci ritroviamo vittime di una atmosfera pressante, asfissiante, che ci spinge ad interrogarci su temi inevitabili e con la stessa forza con cui ci spinge, ci stacca poco dopo e ci riallontana.

La stranezza dei fatti e delle immagini danno un tono onirico alla vicenda, dettagli presentanti che vengono a mancare, frasi ambigue, intrecci di trama che si allacciano e donano un senso nuovo ad un concetto, il tutto rende questa storia diversa, ma allo stesso tempo comune per le tematiche.

Come dicevo sopra, c’è la morte, il tempo, il diventare adulti ed essere costretti a lasciar indietro la giovinezza ed essere guardati in modo diverso, l’essere figli e genitori, i sogni di gloria spezzati, il ritrovarsi molte volte nella vita in situazioni in cui siamo arrivati senza rendercene bene conto, solo per non deludere qualcuno o non sapere dire di “no”.

Parlando un poco del film, questo ha atmosfere piuttosto cupe, scure, anche se sopra a tutto regna un certo calore, un qualcosa di intimo nella freddezza generale del tutto.

A Kaufman piacciono le sceneggiature con parecchi dialoghi e di certo qui l’opera primaria non viene meno nel soddisfare questa sua peculiarità.

Il film l’ho trovato allungato rispetto al libro, ma non è quel tipo di allungamento che ti fa rimpiangere il libro perché non ha senso o è un semplice “allungare il brodo” senza scopo, qui c’è un senso e un significato dietro ad ogni scena aggiunta o ad ogni modifica.

Così come il libro il film potrebbe aver bisogno di una seconda visione o lettura perché può anche non essere di facile comprensione.

Mesi fa il libro non mi aveva conquistata a pieno, ma credo che la visione del film mi abbia aiutata a vedere con una luce diversa certi aspetti della storia e ad ampliare alcuni concetti.

Di certo “Sto Pensando di Finirla Qui” non è un thriller semplice e richiede un buon livello di attenzione, ma una volta compreso il meccanismo del film e le tematiche penso che la visione diventi più comprensibile.

Come dicevo prima è una storia che lascia il lettore e lo spettatore con una buona dose di angoscia, indipendentemente dal finale e dalla differenza fra film e libro, proprio per i temi e le atmosfere che si annodano assieme e arrivano al twist finale che aggiunge un ulteriore livello di comprensione e angoscia.

Nel libro è complesso arrivare dal soli alla comprensione del colpo di scena finale, mentre nel film è più intuibile e con un buon livello di attenzione si arriva a capire il mistero dietro all’uomo sconosciuto e al legame con i protagonisti.

Detto ciò, credo che “Sto Pensando di Finirla qui” sia un’opera che merita di essere scoperta e rappresenta un punto originale, diverso, certo prende ispirazione dal teatro, dai musical, fa riferimento al tetro dell’assurdo, sciorina tematiche che vediamo varie volte, ma ha un occhio di attenzione maggiore nei confronti di temi o sentimenti umani che molte volte vengono gettati in un angolo o non analizzati con la dovuta cura, come ad esempio il diventare vecchi.

Lo fa in modo diverso, strano forse, ma è una stranezza che ha un suo significato.

Voto (del film e del libro):

Se devo essere sincera è difficile per me dare un voto certo a quest’opera, al libro dopo la lettura avevo assegnato quasi quattro stelle, ma al film ne assegnerei quasi quattro e mezzo anche se il finale non mi ha conquistata a pieno, forse ho preferito quello del libro.

Penso che la presenza di scene con dialoghi molti lunghi e poca azione possa essere un qualcosa di negativo o noioso per alcuni spettatori o lettori, a me personalmente non ha annoiato, ma ho avuto varie volte l’impressione che nel libro diventi tutto più allungato e lento, non tanto per la differenza di forma ovviamente fra libro e film, c’è qualcosa in più, una sensazione in più nel libro che dilata il tempo.

Ci sarebbero ancora paragrafi e paragrafi da scrivere su questa storia, ma io non posso cadere nello spoiler e non vorrei finire per caderci con le mie mani.

Detto ciò, avete letto o visto “Sto Pensando di Finirla Qui”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A prestissimo!

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Altri Libri che Voglio Leggere prima di Vedere i Film/Serie tv

Buon giovedì!

Oggi voglio riproporre una tipologia di articolo che ho adorato scrivere l’anno scorso, sempre durante la maratona, ovvero quella dei libri che vorrei leggere prima di vedere il rispettivo film o serie tv tratti/o da esso.

Diciamo che è una specie di “obbiettivi di lettura parte 2” perché vorrei leggere questi libri nel 2020 se tutto va secondo i piani, per poi buttarmi nella visione dell’adattamento tratto, vorrei infatti portare più spesso sul blog le tipologie di articolo che ho portato quest’anno, ovvero l’articolo “film e libro”, in cui parliamo appunto sia del testo che del film tratto, ampliando il tutto magari alle serie/miniserie.

Ovviamente a questa lista vengono inseriti anche i libri che avrei voluto leggere prima del film dello scorso articolo.

The Terror (2018)

Parliamo in questo caso di una serie tv, che potete trovare su Amazon Prime Video e di cui io ho voluto rimandarne la visione convinta sempre di voler leggere prima il libro di Dan Simmons.

Ho ancora questa convinzione e sono certa del fatto che il 2021 sarà l’anno giusto per la lettura e la visione.

La storia è tratta da un fatto realmente accaduto, una nave della Marina Britannica intraprende un viaggio molto pericoloso alla ricerca del passaggio a Nord Ovest, ma incontrerà parecchie sventure sul cammino e la situazione metterà alla prova tutti i componenti dell’equipaggio.

Nel cast della serie tv troviamo Jared Harris, Tobias Menzies, Paul Ready, Adam Negaitis e molti altri, la serie al momento è alla seconda stagione, è una serie americana.

Rebecca (1940)

Ci tengo particolarmente a vedere la versione del ’40 di Hitchcock, perché non l’ho mai vista per intero, ma ultimamente è uscito un nuovo adattamento su Netflix con Lily James, anche se ho sentito in giro pareri non troppo entusiasmi.

Avevo iniziato a leggere il libro a novembre, dato che a vinto il sondaggio per il gdl, ma è stato spodestato da altre letture purtroppo, anche se il tutto è solo rimandato, quindi vorrei riprendere la lettura l’anno prossimo.

Ho scoperto la Du Maurier quest’anno e me ne sono innamorata, quindi voglio assolutamente approfondire con questo che è uno dei suoi più grandi successi.

La trama è incentrata su questa donna che si sposa con Maxim de Winter, un ambito vedovo, ma la giovane si ritrova a vivere in una casa che riporta in ogni angolo il ricordo della precedente moglie del signor de Winter, il romanzo vira molto sull’aspetto psicologico e giallo.

Dune (1984/2021)

Ho accennato a Dune in qualche articolo fa, non ho mai visto il film dell’84 e so che nel 2021 uscirà un nuovo film tratto dalla saga di Herbert con Timothée Chalamet diretto da Denis Villeneuve.

Devo dire anche che fra me e la fantascienza c’è un universo che ci separa, non per mia scelta, non evito la fantascienza perché non mi piace, semplicemente non mi sono mai avvicinata del tutto al genere e vorrei rimediare.

Questa saga parla in particolare (la trama è parecchio vasta quindi cerco di riassumerla al meglio delle mie possibilità) di un pianeta inospitale che sembra in ogni modo cercare di uccidere chiunque metta piede sulla sua superficie, ma su questo pianeta cresce il melange, una sostanza molto potente. In seguito ad ardue scelte l’equilibrio fra i mondi si sflalderà dando il via ad un tempo di battaglie, conflitti, giochi di potere scontri cosmici in cui il pianeta più inospitale giocherà un ruolo fondamentale.

Vorrei vedere di certo prima quello dell’84 e successivamente quello del 2021 che era in realtà atteso per quest’anno, ma a causa della pandemia è stato rimandato.

Apocalypse Now (1979)

Sì, non ho mai visto “Apocalypse Now“, lo so, e non ho vissuto in una grotta giuro. Il film è stato liberamente ispirato al classico di Conrad, “Cuore di Tenebra“.

Il film è diretto da Francis Ford Coppola, con Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall, Frederic Forrest, Harrison Ford, e altri.

E’ considerato il film più famoso sulla guerra del Vietnam, è una rappresentazione vivida del dramma della guerra, in cui personalità molto diverse fra loro si scontrano rappresentando anche le due fazioni delle personalità presenti in un conflitto simile. E’ una pellicola incentrata su tematiche quali la scelta fra il bene e il male, la follia, ovviamente la violenza, la ribellione e la ragione.

Come dicevo il film è “liberamente” ispirato a “Cuore di Tenebra” quindi prende spunto per alcuni analisi e tematiche, ma non è un fedele adattamento.

Devo dire che in generale vorrei approfondire Conrad da anni, ho sempre rimandato, ma direi che è il momento.

Pastorale Americana (2016)

Pastorale Americana di Roth è ormai diventato un classico contemporaneo, pubblicato nel ’97, il film è uscito nel 2016 per la regia di Ewan McGregor che è anche l’attore principale assieme a Jennifer Connelly e Dakota Fannig.

Anche qui abbiamo la tematica del Vietnam, siamo di fronte ad una normale famiglia americana che vuole in un certo modo vivere secondo la visione del sogno americano sognando di appartenere ad una società piena di pace, prosperità, ordine rifiutando di vedere quello che è quel sogno in verità, eliminando l’ipocrisia e la falsità nascoste dietro.

Ho in libreria questo testo da leggere da parecchi anni e penso che il 2021 sarà l’anno giusto anche per buttarmi alla scoperta di Roth.

E voi? Quali libri volete leggere prima di vedere il film o la serie tv tratti da esso? Fatemi sapere!

A domani!

Cose Estive (2020)

Buon mercoledì!

Come state? Come è iniziata questa settimana?

Oggi finalmente tornano le cose del mese, anzi due mesi, perché come ogni anno mi ritrovo ad accorpare le cose di luglio e agosto assieme. Sarà perché questi due mesi per me sono uno solo, è tutta estate insomma.

Ci eravamo lasciati infatti con le cose di giugno e riprendiamo da lì!

Come sempre vi ricordo che questo tipo di articolo è penso il più rilassato e tranquillo del blog, parliamo in breve (come no) delle cose del/dei mesi appena terminati in totale relax.

Che dire? Iniziamo perché come in ogni “episodio” di questa rubrica mi perdo sempre…

Film Estivi

Go With Me per la regia di Daniel Alfredson è una pellicola uscita nel 2015 e punta parecchio sul cast, perché troviamo attori del calibro di Anthony Hopkins, Julia Stiles, Alexander Ludwig e Ray Liotta.

Potete trovare il film su Prime Video ad oggi, io ammetto di essermi incuriosita sia per la trama che per gli attori presenti nel cast, inoltre questo film è stato presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 72.

Parla di questa ragazza che viene presa di mira da un uomo temuto e odiato di nome Blackway, viene addirittura aggredita da questo e disperata si rivolge alla sceriffo. Ma lo sceriffo di rifiuta categoricamente di aiutarla dicendole in modo chiaro e tondo che l’unica cosa da fare è levare le tende. Lei si rifiuta giustamente di andarsene, perché quella è casa sua e si è appena ritrasferita da poco, quindi va a chiedere aiuto ad un altro uomo, suggeritole dallo sceriffo, non riesce a trovarlo, ma in compenso trova un uomo (A. Hopkins) che si offre di aiutarla e con lui un ragazzo (A. Ludwig). Così i tre iniziano il loro viaggio senza avere un piano ben definito. Tutta la città non si azzarderebbe mai nemmeno con un dito a toccare Blackway, ma loro sì, per vari motivi, vendetta, libertà e pace.

I colori di questo film sono scuri, per tutto il tempo vediamo prevalentemente il blu e il nero, non c’è mai un colore più luminoso o chiaro.

Questa pellicola somiglia ad una specie di western moderno oscuro, c’è la rivalità, c’è la voglia di uno scontro e di una vendetta finale quindi il film si carica sempre più ad arrivare all’epilogo.

E’ un film che mette in luce diverse tematiche, prima fra le tutte l’indifferenza, a nessuno sembra importare dei soprusi subiti dalla giovane per mano di Blackway, soprusi subiti tra l’altro da molte altre ragazze prima di lei, tutti conoscono quest’uomo e sanno quello che fa, ma nessuno fa nulla per impedirlo, nemmeno le forze dell’ordine.

Altra tematica è quella della vendetta, in particolare l’uomo (A. Hopkins) ha un conto in sospeso con Blackway per una vecchia faccenda tragica che riguarda sua figlia.

Insomma è un film che io ho gradito, certo in alcuni punti è piuttosto lento, ci sono scene a mio vedere abbastanza inutili che vengono prolungate per troppi minuti. La trama è semplice, ma l’atmosfera è adatta alla storia e gli attori sono strepitosi. E’ uno di quei film che poggia sugli attori soprattutto diciamocelo. Non mi ha fatta impazzire, ma ho passato una piacevole serata gurdandomelo.

Serie tv Estiva

Per l’ennesima volta AHS stagione uno, non ho visto nient’altro dal punto di vista delle serie tv, ho rivisto fino allo sfinimento (ovviamente) le prime due stagioni di Good Girls, ah e non ho ancora visto la terza perché me la voglio conservare fino almeno al quasi arrivo della quarta… sono pazza, lo so.

Non sto qua più di tanto a parlare della prima stagione di AHS perché ne avevo parlato anche qualche anno fa se non sbaglio, tra l’altro stavo dando i numeri perché avevo voglia di riguardarmi a tutti i costi AHS e pensate che ero ad un passo dal comprarmi i dvd su Amazon, per poi accorgermi del fatto che questa serie è tutta disponibile su Prime Video… vabbè meglio tardi che mai.

Comunque è una stagione storica, che dire, solo che me la ricordavo diversa e migliore, è decisamente più sessuale rispetto ai miei ricordi e non sono una fan di quelle inquadrature con lo zoom ogni due per tre.

Documentario Estivo

Questo documentario è andato in onda su Crime Investigation, ovvero il canale 119 di Sky, canale sul quale hanno trasmesso anche altri documentari a tema, come ad esempio “Il Mostro di Firenze” ecc.

Perché cito questo? Perché sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla qualità di questo, diretto e creato da Matteo Lena e Francesco Agostini.

E’ un documentario in quattro puntate, ricostruisce tutta la vicenda del “Mostro di Udine” e sopratutto percorre varie pista, non da nulla per certo e ascolta ed esamina diverse versioni.

Questo è uno dei punti migliori di un documentario, secondo me, il non dare per vera una sola pista o versione, ma guardare la vicenda a 360°, mettendosi nei panni di tutti.

Ci si sofferma sulle vittime e sulle famiglie di queste, finalmente un documentario che si concentra anche sulle vittime e non solo sul serial killer della situazione, entriamo in ogni vita delle persone a cui questa è stata precocemente strappata, in alcuni casi parliamo con i famigliari che descrivono i loro cari perduti.

Anche dal punto di vista grafico l’ho trovato un ottimo documentario, davvero ben realizzato.

Canzoni Estive

Dancing With Your Ghost – Sasha Loan

Formation – Beyoncé

Track and Field – Running Up That Hill

Cosmetico/Prodotto Skincare Estivo

Per tutte e due i mesi estivi ho utilizzato questa crema idratante di Dr. Botanicals, alla canapa, è una crema dal colore verde, contiene olio di semi di canapa, contiene anche vitamine A, D ed E assieme a vari minerali.

La sua è un’idratazione buona, non eccessiva, dura per varie ore, se avete una pelle piuttosto secca magari è da combinare con altro.

Quadro/Artista Estivo

Albert Lynch (1860 – 1950) l’ho scoperto a luglio, è stato un pittore peruviano, nato in Germania, ma ha sempre vissuto in Francia.

Fu un pittore concentrato soprattutto sui ritratti femminili, ma anche sulle scene di vita francesi, come quella centrale “Signore che Prendono il Tè“.

Il quadro a sinistra invece è “La Bella Betty“, una delle sue rappresentazioni più famose, mentre quello a destra è “Il Broccato Rosso“.

Utilizzo poco la pittura ad olio, preferendo spesso l’acquerello, il pastello e la tempera.

Le sue opere sono pervase dallo stile della Belle Epoque, con un romanticismo quasi malinconico.

Illustrò anche vari classici come “La Signora delle Camelie”, “La Parisienne” e “Le père Goriot”.

Scoperta Estiva

Non ho fatto grandi scoperte questa estate se devo essere sincera, ho vissuto un’estate piuttosto tranquilla, ma comunque rilassante che mi ha infuso una buona dose di energia.

App Estiva

Transno è un’applicazione per prendere nota, creare liste, cartelle, file, insomma serve per l’organizzazione ed è molto simile a Notion, anzi io la preferisco a Notion.

Sono entrambe ottime, ma Transno per me è più intuitiva e semplice da utilizzare, in più è veloce rispetto a Notion che ho dovuto installare e disinstallare tre volte perché non c’era modo di farla partire.

Io uso questa app per organizzare le letture o creare delle schede appunti sui libri che sto leggendo, ora, di solito io ho un taccuino dove mi scrivo tutti gli appunti e le recensioni dei libri letti però in caso di mancanza di questo taccuino o nota veloce sfodero Transno.

Io lo uso così, ma ha svariati utilizzi, si può organizzare tutto con questa app, creare delle cartelle e inserire all’interno fogli, immagini, appunti vari, insomma la trovo molto utile.

Citazione Estiva

Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d’estate, tre giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant’anni comuni non potrebbero mai contenere.

John Keats

Poesia Estiva

Come potrei trattenerla in me,
la mia anima, che la tua non sfiori;
come levarla oltre te, all’infinito?
Potessi nasconderla in un angolo
sperduto nelle tenebre;
un estraneo rifugio silenzioso
che non seguiti a vibrare
se vibra il tuo profondo.
Ma tutto quello che ci tocca, te
e me insieme
ci tende come un arco
che da due corde un suono solo rende
Su quale strumento siamo tesi,
e quale grande musicista ci tiene nella mano?
O dolce canto.

Come Potrei – R. M. Rilke

E voi? Cosa ha costellato la vostra estate? Come avete passato i mesi di luglio e agosto? Fatemi sapere!

A presto!

Cose degli Ultimi Mesi – Versione 2.0

Buon sabato e buon weekend!

Prima di tutto, come state? Come state trascorrendo queste giornate? 

Oggi torna una tipologia di articolo, o rubrica in generale, che adoro scrivere, come dico sempre infatti questo articolo è perfetto per essere letto in un momento di relax magari con un caffè o un qualcosa di fresco dato il caldo dell’ultimo periodo.

E’ tra l’altro una rubrica che non aggiorno da… beh dal dicembre del 2019, volevo rinnovare tutto di questa rubrica, ma credo di essermi persa in dubbi e domande varie.

Ma ora “le cose del mese” è di nuovo qui, versione 2.0 con nuove categorie alcune in sostituzione di altre che ho scelto di eliminare, ma da ora in poi questo tipo di articolo sarà decisamente più ricco, senza parlare dell’appuntamento di oggi che credo sarà interminabile data la mole di “cose” di cui voglio parlarvi.

Iniziamo subito perché questo sarà con tutta probabilità l’articolo più lungo di questa rubrica che abbia mai scritto.

Parleremo di tutte le cose dal gennaio del 2020 ad oggi, quindi uh! Preratevi!

Ovviamente non sarà sempre così, la rubrica verrà aggiornata da ora con più frequenza e non sarete costretti/e a sorbirvi una lista immensa perché la sottoscritta è in ritardo.

Film degli Ultimi Mesi

 

 

Ho visto vari film in questi mesi, parecchi a dire il vero, ma diversi erano revisioni e altri non mi hanno lasciato un granché quindi con tutta probabilità è per questo che il mio cervello li ha rimossi.

I due che ricordo bene ancora ora sono “We have always Lived in the Castle” o “Mistero al Castello Balckwood” per la traduzione italiana che io non comprendo del tutto e “Midsommar – Il Villaggio dei Dannati“.

Per il primo non capisco la scelta di tradurre in modo differente il titolo in italiano, ma a parte questa incomprensione come avrete intuito (quasi di certo dal titolo in inglese) questo è il film ispirato al titolo dell’omonimo romanzo di Shirley Jackson, “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello“.

Allora…

Ho sentito parlare pochissimo di questo film e anche facendo qualche ricerca non sono incappata in particolari video dedicati alla promozione (a parte ovviamente i trailer) o interviste varie, eppure non ho trovato “macchie” nel curriculum di questa pellicola, il film è stato presentato al Los Angeles Film Festival nel 2018 e distribuito nelle sale americane nel 2019, mentre in Italia arriva nel 2020 su Prime Video.

Fra gli attori principali troviamo Taissa Farmiga (Merricat), Alexandra Daddario (Constance), Crispin Glover (zio Julian) e Sebastian Stan (cugino Charles).

Il film segue esattamente le vicende del libro, quindi ci troviamo in questa dimora abitata dalle due sorelle e dallo zio  sopravvissuti ad un avvelenamento che ha portato alla morte ai genitori delle due, in seguito a questo i Blackwood (in particolare le due sorelle Merricat e Constance) sono diventate mal viste in paese, sono prese di mira in vari modi e vivono quasi del tutto isolate tranne nei momenti in cui Merricat è costretta a recarsi in paese per procurasi i beni di prima necessità.

C’è un sottile equilibrio che regna in casa, equilibrio che viene rovinosamente ribaltato quando arriva il cugino Charles.

Avevamo già parlato del testo di Shirley Jackson in una recensione di qualche tempo fa (che vi lascio qui) e in quell’occasione mi ero concentrata sull’aspetto psicologico della storia perché secondo me è il più importante, questo libro e film infatti appartengono al genere horror psicologico e rientrano a pieno in questa descrizione.

Come scritto prima è un film parecchio fedele al libro, nel senso che io durante la visione ho riconosciuto quasi ogni scena come presente anche nel testo (c’è anche da dire che la mia lettura risale ad anni fa quindi potrei aver tralasciato qualcosa), la regia non spicca per originalità secondo me, non ha particolarità sotto questo punto di vista, la fotografia invece è davvero buona.

Forse non ha avuto così tanto successo perché il libro si concentra parecchio sulla psicologia e sui pensieri di Merricat, ma un film riesce a cogliere certe sfumature di meno rispetto ad un libro, o forse sto solo cercando un significato…

Il libro ruota tutto attorno alla spirale sempre più oscura in cui finisce la mente di Merricat e anche al suo legame a tratti morboso con la sorella, il film coglie il senso del testo, ma non riesce a renderlo profondo come il libro secondo me.

In linea di massima da persona a cui è piaciuto il libro, ho gradito il film.

Midsommar invece è uno degli horror dell’anno, ne ho sentito parlare ovunque e quasi sempre in un tono entusiasta, per la regia di Ari Aster (lo stesso de Hereditary – Le radici del Male), ha come protagonisti l’attrice Florence Pugh, l’attore Jack Reynor, William Jackson e Will Poulter.

Andiamo subito alla trama, di cosa parla Midsommar?

Di Dani una giovane ragazza che si ritrova in un momento piuttosto buio, la sorella si è suicidata e ha portato con sè anche i loro genitori, e come se non bastasse i suo fidanzato Christian vuole lasciarla, incitato anche dai suoi amici.

Questi amici ad un certo punto decidono di organizzare un viaggio in Svezia per partecipare ad un festival folkloristico, all’inizio Dani non viene invitata ma è Christian a costringere gli amici e alla fine tutti partono per la Svezia.

Qui entrano in un villaggio assai strano per loro, in cui tutti sono vestiti di bianco e sembrano all’apparenza insoliti, ma comunque gentili, e in breve tempo tutto si trasformerà in un esperienza sempre più inquietante che non lascia scampo.

In questo horror viene esaltata la fotografia che diventa un altra protagonista del film, non si può non ammirare il gran lavoro fatto in questo campo, ho adorato l’uso dei colori, si passa da un bianco limpido a colori accesi con parecchia saturazione, ad esempio i colori dei fiori sono sgargianti e attirano del tutto l’occhio.

La scenografia è quasi sempre pulita e netta, ogni oggetto o personaggio o minima sfaccettatura è al suo posto in un fotogramma costruito a tavolino.

A tratti alcune inquadrature sembrano quasi inutilmente elaborate, questo forse è uno dei pochi difetti.

E’ crudo come film, mostruoso, è quel tipo di horror che gioca sul rinchiudere la protagonista in uno scenario a lei sconosciuto circondata da personalità che non conosce, a parte il fidanzato e gli amici che man mano inizieranno e a diventare quasi estranei.

Avanzando nel film ad un certo punto si avverte quasi un senso di abbandono, Dani infatti si ritrova ad una scelta finale piuttosto importante e non fa altro che lasciarsi andare ad una nuova realtà.

E’ un film che fa leva sul sentirsi isolati in mezzo ad una società/cultura ignota e spaventosa che adotta riti crudeli che considera normalità.

Mi è piaciuto come film, sinceramente non lo rivedrei, non tanto per la crudezza delle immagini o per il senso di claustrofobia e crudeltà mascherata a normalità, ma più perché lo considero uno di quei film che si vedono una volta solo, ovviamente questo vale per me.

Serie tv degli Ultimi Mesi

Qui ragazzi/e ce ne sono parecchie, infatti ora le mostrerò tutte, ma ne parleremo pian piano, via!

Sì, sono parecchie, ma andiamo con calma.

Parliamo di quella che per me regna sovrana su tutte, la mia preferita in questa lista di ben sette serie tv, quella che ho amato e che continuo a rivedere a ripetizione.

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Ho scoperto questa serie per puro caso, infatti un giorno mi è stato suggerito su Youtube un video in cui veniva mostrato un collage di scene prese dalla serie, mi ha incuriosita e alla sera mi sono guardata la prima puntata su Netflix, è stato l’inizio della fine.

Come scritto questa serie si trova per noi in Italia su Netflix, ma viene trasmessa in America anche sulla NBC.

La serie ad oggi ha tre stagioni, anche se è stata confermato da poco il rinnovamento per una quarta stagione, le prima due sono disponibili in italiano su Netflix mentre la terza deve arrivare.

La terza stagione è stata trasmessa fino a poche settimane fa negli States ed è stata tagliata, avrebbe dovuto essere la stagione più lunga della serie (con ben 16 episodi), ma per la pandemia è stata tagliata ad 11 episodi.

La serie è stata creata da Jenna Bans e Jeannine Renshaw, con co-produttrice esecutiva Dean Parisot che ha diretto l’episodio pilota.

Come attori/attrici principali abbiamo Christina Hendricks (nei panni di Beth), Mae Whitman (nei panni di Annie, la sorella di Beth), Retta (nei panni di Ruby), Matthew Lillard (nei panni di Dean, il marito di Beth) e Manny Montana (nei panni di Rio).

La trama base della serie è questa:

Tre donne (Beth, Annie e Ruby) in una situazione economica assai complessa (nel momento in cui le conosciamo noi) scelgono di rapinare un supermercato con l’obbiettivo di prendere trentamila dollari, il supermercato è quello in cui lavora Annie, la sorella minore di Beth.

Riescono nel loro intento e sono in preda all’euforia per il successo, ma scoprono ben presto di non aver preso la cifra desiderata bensì molto di più, mezzo milione di dollari.

E si insospettiscono, come può un supermercato non così grande avere in cassaforte una cifra simile? E i loro sospetti sono fondati perché ad un certo punto ricevono una visita da un individuo parecchio minaccioso, il capo di una gang, Rio.

Dopo l’arrivo di Rio la loro vita non sarà più quella di prima.

La serie verte su vari punti, ma secondo la mia particolare analisi nel secondo episodio della prima stagione c’è un monologo che introduce il significato profondo della serie, è un monologo di Beth, lei parla mentre rischia la vita, ha una pistola puntata alla testa e parla della sua normalità, del fatto che loro tre sono persone normali e un evento come l’omicidio di una o più sconvolgerebbe tutti (per vari motivi).

Questo monologo all’apparenza inserito per far capire allo spettatore che Beth vuole salvarsi e salvare le altre ha decisamente più significati, è la serie stessa, donne normali (e buone come da titolo) che finiscono per mantenere una facciata tale diventando tutt’altro.

La serie appartiene al genere drama-comedy e ci rientra a pieno, ha momenti divertenti seguiti da momenti drammatici, in cui le protagoniste si ritrovano davanti a scelte difficili e tragiche, tradimenti e ferite difficili da chiudere.

Ma il tutto è sempre presentato in modo non tragico, mantiene quasi sempre un’alone di simpatia.

La regia è buona, ho adorato le musiche, sempre perfette, è una serie che risulta in toto davvero godibile.

Ho adorato il rapporto fra le tre donne, c’è molta chimica e si vede, ogni volta che mi capita di arrivare ad una scena in cui parlano e complottano fra di loro mi sembra di ritrovare quella sensazione che si prova quando si è in compagnia di amiche fidate con cui puoi parlare di tutto, queste trasmettono un forte senso di amicizia e lealtà.

Insomma, adesso mi fermo perché se fosse per me starei qui a parlare solo di “Good Girls” ma abbiamo altre 6 serie di cui parlare.

Voglio però dire solo una cosa, Good Girls è una serie iper sottovalutata, molte persone a cui ho nominato la serie non ne conoscevano nemmeno l’esistenza e nemmeno io prima di incorrere in un fortuito video su internet, tutto ciò per dire, date una possibilità a questa serie, se una sera (o una mattina, un mezzogiorno, un pomeriggio quando volete gustarvi qualcosa in tv) non sapete cosa guardare e avete voglia di una serie frizzante, divertente con protagoniste forti e “normali”, guardate Good Girls.

Sembra tanto un appello questo e forse lo è, merita di essere conosciuta e apprezzata questa serie.

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Locke & Key è una serie piuttosto di successo, si trova sempre su Netflix e dal momento del lancio è andata incontro a un buon numero di consensi.

So che non a tutti è piaciuta, si basa su una serie di graphic novel (che io non ho letto, ma che voglio recuperare, figurarsi se sto ferma) di Joe Hill e Gabriel Rodriguez.

Tra gli attori/attrici principali troviamo: Darby Stanchfield (Nina Locke), Connor Jessup (Tyler Locke), Emilia Jones (Kinsey Locke), Jackson Robert Scott (Bode Locke) e Laysla De Oliveira (Dodge/Eco).

La serie parla di questa famiglia, la famiglia Locke che decide, dopo la morte del padre e marito, di trasferirsi nella loro casa ancestrale in Massachussets, questa casa però è speciale, magica, infatti all’interno di questa casa si trovano delle chiavi particolari che donano abilità e poteri. Un demone però, che all’inizio abita sul fondo di un pozzo, vuole tutte le chiavi e non si fermerà di fronte a nulla.

La parte migliore della serie per me è l’atmosfera, è quasi sempre oscura, anche nei momenti di “tranquillità” o presunta tale, si ha sempre il sentore che qualcosa di maligno stia per accadere.

Ci tengo a dire che non ho terminato la prima stagione, mi mancano pochi episodi alla fine, voglio specificarlo perché ho letto varie opinioni in giro in cui si criticava il finale di stagione e la piega generale della serie verso la fine.

E’ una serie che affronta un’infinità di temi, dai traumi infantili, alla morte di un genitore, dall’impotenza a quel delicato periodo che è l’adolescenza, dai legami famigliari alla fiducia, insomma c’è molto di cui parlare.

La regia è anche qui buona, non è un qualcosa di sconvolgente, la scenografia mi è piaciuta sopratutto per il punto di prima, per il creare scene che incutono sempre un po’ timore.

Uno degli altri punti forti della serie è il concept di base, ovvero l’idea delle chiavi e il fatto che la casa è la protagonista della serie, forse sono un poco di parte perché le storie in cui si da vita ad un edificio sono fra le mie preferite.

E’ un sarei in completo stile Netflix, quindi adatta da guardare per intrattenimento, ma come dicevo tratta anche tematiche forti, che riportano un po’ tutti noi all’infanzia.

Mi è piaciuta.

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The Office è una serie piuttosto famosa, sopratutto in America, io l’ho vista su Prime Video, lì trovate tutte le 9 stagioni.

Ci sono varie serie comedy in questa lista, sono stati mesi difficili per tutti, una risata era necessaria.

Allora The Office, è una sitcom americana appunto creata da Ricky Gervais e Stephen Merchant, insieme con Greg Daniels.

La serie è realizzata con la tecnica del falso documentario, narra le disavventure di un gruppo di colleghi che lavora in una sede della Dunder Mifflin, un’azienda che si occupa della distribuzione della carta.

La trama è questa quindi noi seguiamo le varie gag che accompagnano i personaggi i ogni episodio mentre sono costretti a sopportare l’umorismo imbarazzante del loro capo Michael.

Fra gli attori principali troviamo: Steve Carell (Michael Scott), Rainn Wilson (Dwight Schrute), John Krasinski (Jim), Jenna Fischer (Pam), B.J. Novak (Ryan), Ed Helms (Andy), Brian Baumgarner (Kevin), Leslie David Baker (Stanley), Kate Flannery (Meredith), Angela Kinsey (Angela), Oscar Nunez (Oscar), Phyllis Smith (Phyllis), David Danman (Roy), Melora Hardin (Jan), Mindy Kaling (Kelly) e Paul Lieberstein (Toby).

Non è quel tipo di serie che ti fa ridere a crepapelle dall’inizio alla fine, ma le gag sono quasi sempre di alto livello, alcune invece sono volutamente imbarazzanti sopratutto quelle che riguardano Michael e il suo umorismo appositamente sbagliato.

All’inizio la serie non ha ricevuto un gran feedback (dalla critica sopratutto) ma con il tempo e le stagioni successive man mano è diventato un vero fenomeno, è entrata nella cultura americana.

Ho adorato l’evoluzione dei personaggi nel corso delle puntate, seguire le loro vite, i loro legami con gli altri colleghi e non solo è affascinante, è come stare accanto a dei buoni amici per anni.

Vorrei inoltre dire che la scelta degli attori è stata perfetta secondo me, ognuno è al posto giusto.

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Abbiamo un altra serie comica, questa volta italiana, ovvero Boris, ideata da Luca Manzi.

Ho visto questa serie su Netflix, lì trovate tutte e tre le stagioni.

Tra gli attori/attrici principali troviamo: Francesco Pannofino (René), Alessandro Tiberi (Alessandro), Caterina Guzzanti (Arianna), Carolina Crescentini (Corinna), Pietro Sermonti (Stanis), Eugenia Costantini (Cristina), Karin (Karin), Angelica Leo (Fabiana) e Ninni Bruschetta (Duccio).

E’ una delle serie comiche italiane più citate e più pop direi degli ultimi tempi, volevo vederla da parecchio, perché ne ho sentito parlare ovunque senza sapere bene nulla a riguardo.

La serie ha un concept interessante, ovvero segue le avventure su un set di una fiction televisiva, noi in particolare all’inizio seguiamo Alessandro, uno stagista appassionato di spettacolo al suo primo giorno sul set.

Su questo set troviamo i vari personaggi, tra cui René, il regista che sembra aver abbandonato l’idea di realizzare produzioni di qualità per lasciarsi andare a prodotti televisivi privi di qualunque tipo di qualità, si ritrova a girare la seconda stagione di una serie tv fallimentare ovvero “Gli Occhi del Cuore 2”.

Come detto da Marta Bertolini,  «Boris fu vittima, o forse è stata la sua fortuna, della pirateria: diciamocelo, Boris su Fox lo guardava pochissima gente ed è diventato un culto grazie al passaparola e alla pirateria.»

E’ una serie divertente, critica riguardo un tipo di televisione infima e ad altri aspetti del nostro paese, il favoritismo, i giovani sottopagati, la rinuncia alla qualità ecc. ecc.

E’ una serie brillante, acuta, ma anche forte in tutti i sensi, l’umorismo di René è sempre… diretto.

Merita di esser vista di certo.

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Bloodride è una serie Netflix, composta per ora da una sola stagione uscita quest’anno.

La prima stagione si compone di 6 episodi ognuno di loro è indipendente.

In ogni episodio infatti ci viene narrata la storia di un personaggio fra quelli presenti su un inquietante bus, ad inizio episodio compare sempre il filmato di questo bus dentro al quale viaggiano un manipolo di persone fino a quando l’inquadratura si sposta su una/o più persone in particolare e lì capiamo che lui/lei/loro saranno i protagonisti dell’episodio.

La serie è creata da Kjetil Indregard e Atle Knudsen, è di origine norvegese.

Questo tipo/struttura di serie mi ricorda molto una serie di cui vi avevo parlato tempo fa ovvero Creeped Out, sempre disponibile su Netflix.

Me la ricorda, ma sono comunque parecchio diverse, ad esempio Creeped Out l’ho apprezzata molto perché è sempre una serie con episodi a sé ma legati da un punto in comune e ogni episodio racconta una storia/leggenda/evento, ben costruito che ha un suo senso logico e ha degli ottimi ritmi.

Bloodride no, prima di tutto io ho ipotizzato che questo bus fosse una specie di bus infernale diciamo, un mezzo di trasporto per le anime che raggiungono l’inferno, ma è una mia ipotesi perché non è ben specificato ed è un peccato perché è la base della serie, ma è anche uno degli aspetti pi affascinanti.

A parte questo ho un serio problema con le storie narrate, mi è capitato di non sopportare la maggior parte dei personaggi, ma questo non è stato l’aspetto peggiore per me, la critica che mi sento di smuovere alla serie è che ogni episodio sembra cadere nel delirio o nella risoluzione finale senza mezze misure, non ha un buon ritmo, non c’è una tempistica piacevole, tutto decade in qualche nano secondo.

Alcune storie sembrano proprio leggende e sono interessanti, ma il modo in cui vengono trattate non lo è a mio avviso, mi aspettavo di più, peccato perché l’idea del bus infernale non era male.

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The Good Place è una serie fantasy creata da Michael Shur, ha quattro stagioni ed è terminata con appunto la quarta e ultima stagione, è stata trasmessa sulla NBC.

Fra gli attori/attrici principali troviamo: Kristen Bell (Eleanor), William Jackson Harper (Chidi), Jameela Jamil (Tahani), D’Arcy Carden (Janet) e Manny Jacinto (Jason).

La serie è disponibile su Netflix e su Infinity.

Anche qui abbiamo un concept di base degno di essere approfondito, Eleanor infatti, la nostra protagonista, muore e si ritrova nell’aldilà. Qui incontra il suo mentore Michael, che le dice di essere meritevole di stare nella “parte buona” per tutte le sue buone azioni compiute in vita. Il problema è che deve esserci stato un errore, Eleanor non è una persona buona, anzi è una ragazza egoista che non ha compiuto nessuna delle azioni elencate da Michael.

So che a molte persone è piaciuta questa serie, appartenente al genere comedy, a me purtroppo no.

Ho guardato quasi tutta la prima stagione, tranne l’ultimo episodio perchè ad un certo punto ho perso interesse.

Gli effetti fantasy sembrano “economici” diciamo, non capisco se è un effetto voluto oppure no, sta di fatto che è una serie comedy che non fa mai ridere.

Io non credo di aver sorriso nemmeno una volta durante la visione e non ho un umorismo così schizzinoso…

Non ho dei particolari che legano lo spettatore in un qualche modo, ripeto, l’idea base è ottima il problema è tutto il resto, l’umorismo, l’interesse, gli effetti, lo svolgimento in generale.

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Infine parliamo di “On My Block“, serie tv disponibile su Netflix, ha attualmente tre stagioni.

La serie è stata creata da Lauren Lungerich, Eddie Gonzalez e Jeremy Haft.

Tra gli attori/attrici principali troviamo: Sierra Capri (Monse), Jason Genao (Ruben), Brett Gray (Jamal), Diego Tinoco (Cesar) e Jessica Marie Garcia (Jasmine).

La serie si basa sulle vicende di un gruppo di ragazzi che abita in un quartiere difficile di Los Angeles, Freeridge, in mezzo a bande di quartiere, questi sono in procinto di iniziare le superiori.

Affrontiamo vicende legate alla crescita dei personaggi, quindi mi verrebbe da chiamarla una serie tv di formazione, questi giovani come scritto sono a stretto contatto con una banda, in particolare Cesar finisce (per la sua famiglia) invischiato all’interno di una banda e i suoi amici di sempre cercano di aiutarlo ad uscirne.

Vediamo uno spaccato di società difficile, che ha a che fare con la criminalità.

I personaggi sono caratterizzati bene, anche gli attori che li interpretano sembrano ottimi per la parte.

Sono ragazzini che si ritrovano vicini ad un passo importante e devono iniziare al loro futuro, in tutto questo come se non bastasse appaiono centinaia di altri problemi e loro di tutto per cercare di risolverli assieme.

Il loro legame è un piacere da vedere specialmente in alcune situazioni delicate.

La serie non spicca per estri creativi o originali secondo me, ma rimane una visione piacevole.

Documentario degli Ultimi Mesi

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Going Clear, Scientology e la Prigione della Fede” è stato il documentario dell’ultimo periodo per me.

E’ del 2015 e da qualche settimana è disponibile su Netflix, il documentario è stato tratto da un omonimo saggio (in Italia edito da Adelphi) di Lawrence Wright, presente anche lui nella pellicola.

Il tutto è diretto da Alex Gibney, un protagonista del documentario stesso.

La pellicola è di 120 minuti circa, e tratta di Scientology e di tutto ciò che si nasconde dietro alla facciata blu di questa organizzazione, dalle sue origini, al fondatore Ron Hubbard, a storie di torture e vessazioni.

Ho già visto vari documentari sull’argomento, ma questo ha aggiunto informazioni che non conoscevo e che ritengo davvero importanti per farsi un’idea più netta su ciò che è Scientology e su quello che è accaduto nella storia di questa organizzazione.

Scientology non è riconosciuta in Italia come religione, ma negli Stati Uniti e in Australia (e anche in Inghilterra) è riconosciuta come religione.

La chiesa di Scientology si basa sui principi istituiti dal fondatore, Ron Hubbard appunto, uno scrittore che iniziò la sua carriera negli anni trenta pubblicando testi di genere fantasy, western, fantascienza e tanti altri, nel 50′ però ci fu una svolta nella sua carriera con il testo Dianetica/Dianetics, l’opera alla base della chiesa che riscosse un enorme successo.

La vita di quest’uomo è davvero intricata e lunga da descrivere, sta di fatto che dalla sua mente nascono i principi di questo credo, tutti basati sulla mente e sull’universo contenuto in essa.

Questo documentario è una descrizione (non completa perché ciò avrebbe richiesto di certo più ore) della chiesa, delle sue pratiche, della sua storia, del perché è diventata una religione e tutto questo viene spiegato da chi è stato all’interno della chiesa per anni.

All’interno di questo gruppo ci sono anche personaggi famosi, si prendono in esame anche due figure di spicco che hanno di certo offerto molta pubblicità a Scientology, ovvero Tom Cruise e John Travolta.

All’inizio chi entra nella chiesa lo fa perché si sente bene, magari è in un periodo complesso della propria vita ed è vulnerabile, Scientology utilizza uno strumento, l’E-meter, e una persona che entra a far parte dell’organizzazione deve sottoporsi spesso a sessioni di e-meter, questo strumento (ma è il caso di dirlo, chi usa lo strumento, non lo strumento stesso) sonda nella memoria dell’interrogato e cerca di “ripulire” questa memoria portando alla luce ricordi traumatici.

Una persona si sente bene perché vede in questi la risposta a tutto ciò che non va nella propria vita, il problema è che la memoria non è attendibile, quindi la maggior parte dei ricordi che fuoriescono da questo vaso di Pandora non sono veri, sono una caricatura (magari un frammento di uno spot pubblicitario visto da piccoli o altro) e vengono utilizzati come se fossero ricordi attendibili veri e propri.

Tutto il materiale che fuoriesce da questi interrogatori viene registrato e se c’è qualcosa di compromettente viene messo da parte per ricattare in un futuro l’interessato.

Il documentario mostra ogni fase che accompagna un membro di Scientology, mette in luce alcuni fatti piuttosto conosciuti accaduti negli anni, si sofferma in particolare sulle testimonianze e sull’esperienza di ogni intervistato/a.

Gli effetti utilizzati sono ottimi, la regia altrettanto ed è nel complesso un documentario davvero ben realizzato che analizza un fenomeno come quello di Scientology che ha coinvolto decisamente più persone di quelle a cui si può pensare, a molte ha rovinato la vita, ha estorto denaro, ha tolto ogni contatto con ogni fonte esterna, ha imposto torture ecc.

E’ interessante analizzare questo fenomeno per capire come può nascere tutto questo dalla mente di un uomo che viene descritto come ossessivo e paranoico, che sembra delirare molte volte sparando segreti sulla vita e sul mondo che sembrano usciti da un libro di fantascienza, e nonostante ciò è riuscito a mettere insieme ciò che è un’organizzazione milionaria come quella di Scientology.

Canzoni degli Ultimi Mesi

Ahh qui ne abbiamo un bel po’!

Ho scoperto Isak Danielson che secondo il mio modesto parere ha una voce pazzesca, l’ho sentito collegare spesso a Lewis Capaldi e in effetti…

Isak Danielson – Broken

Isak Danielson – Power

Take Control – Kodaline

Old Money – Lana del Rey

High School Sweethearts – Melanie Martinez

Count your Blessings – Mattiel

The Boy With The Moon and Star on His Head – Cat Stevens

Street Life – The Crusaders

Cosmetico/prodotto skincare degli Ultimi Mesi

Ho sopratutto prodotti skincare da citare perché sono mesi che non mi trucco, o mi trucco pochissimo, un po’ per la quarantena ovviamente, un po’ perché in generale ultimamente mi dedico ad un trucco/non trucco, sarà una fase, chissà.

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Il primo prodotto di cui voglio parlarvi è un gel detergente della linea BIO di Phytorelax (brand che apprezzo particolarmente anche per i prodotti corpo).

Questo gel lo avevo acquistato prima del lockdown su un sito online, ma credo si possa reperire anche nella profumerie, ha un costo attorno alla decina di euro.

Questo in particolare è adatto alle pelli miste e impure, dato che ho una pelle mista pensavo fosse perfetto per me e in effetti funziona bene sul mio tipo di pelle, mi piacciono i gel detergenti perché sono rinfrescanti e risvegliano il viso al mattino quando mezzi sonnolenti ci si avvia in bagno per lavarsi.

Lascia una sensazione di freschezza e purezza quindi è un ottima base per qualunque cosa succederà di lì a breve sul viso, che applichiate subito una crema idratante o facciate uno scrub ecc.

Cercavo da tempo un buon gel detergente e questo lo sto usando con piacere.

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Parlando di scrub ecco quello che utilizzo io dopo aver usato il gel, ovvero lo scrub di Naobay, il Deep Cleansing Scrub Cream scrub.

E’ uno scrub in crema, tipologia che non apprezzo sempre perché molte volte questo lascia una specie di “patina” fastidiosa e grassa sul viso, ma questo no, una volta sciacquato sparisce del tutto senza lasciare segni.

Non è troppo aggressivo anche per il fatto che la crema ammorbidisce il tutto.

Lo acquistai sempre mesi fa (non finisce più questo scrub) prima del lockdown in profumeria ma si trova anche online.

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Maschere! Parliamo di questa maschera di Korres, un marchio che non avevo mai provato, questa è una maschera idratante con yogurt greco.

Ho avuto modo di provarla nella travel size che ha comunque parecchio prodotto all’interno quindi la sto utilizzando da settimane, quella che vi mostro in foto è la full size di 100 ml.

La consistenza sembra quella di uno yogurt molto denso mischiato a latte condensato, applicata sul viso assomiglia ad una normale crema idratante, non si avverte quasi durante il tempo di posa.

Credo di essermi innamorata, cercavo da tempo una maschera idratante davvero idratante e non grassa o di quell’idratante che diventa secchezza dopo 2 minuti.

Questa idrata (senza ingrassare in modo fastidioso) la pelle per giorni, la lascia elastica, morbida e omogenea.

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Ultimo prodotto, abbiamo un lip balm di Dr. Lipp, anche senza inserire prodotti makeup riesco ad inserire un prodotto per e labbra.

E’ leggermente colorato, è disponibile in tre colorazioni, si trova su Lookfantastic, ma anche BeautyBay e Amazon.

So che non è apprezzato del tutto questo prodotto, per alcune persone risulta troppo appiccicoso, a me non da fastidio questa caratteristica, ma sì è un poco appiccicoso stile lip gloss.

Idrata le labbra per ore, è uno dei lip balm più idratanti che abbia mai provato.

 Questo effetto stile labbra idratate/piene/rinvigorite dura per parecchio, anche qui è scoccata la scintilla

Tè/bevanda degli Ultimi Mesi

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Ho scoperto questo infuso pazzesco della Pompadour, alla ciliegia e fragola.

So che non si trova in tutti i supermercati, ma è sempre reperibile online.

Se vi piacciono la fragola e la ciliegia di sicuro vi piacerà anche questo infuso, è saporito e gustoso.

Sarà che ogni giorno mi porto sempre dietro un tè/infuso/tisana, ma ho finito più di una confezione di questo infuso ad oggi.

Quadro/artista degli Ultimi Mesi

Negli ultimi mesi ho approfondito la mia conoscenza e la mia ricerca su Zdzislaw Beksinski (1929-2005), un pittore di origine polacca.

Come potete vedere le sue opere sono sempre cupe e tetre, dalle sfumature orrorifiche.

Iniziò la sua carriera come fotografo e fu subito un innovatore sia nella fotografia che successivamente nell’arte pittorica.

Aveva un carattere molto schivo e ciò lo portò ad estraniarsi dal mondo più sociale dell’arte, nel 75′ una giuria di critici lo definì il migliore artista dei primi trent’anni della Repubblica Popolare Polacca.

Il particolare periodo storico in cui è vissuto e cui ha sviluppato la sua arte ha influito di certo sulle sue opere, viene definito un “pittore maledetto”, “il pittore che dipingeva gli incubi”.

La sua morte avvenne nel 2005, venne trovato nel suo appartamento a Varsavia con 17 ferite da taglio sul corpo, è stato ucciso da dei conoscenti perché si è rifiutato di prestare loro dei soldi, per la precisione alcune centinaia di zloty (circa 100 dollari).

Nonostante fosse particolarmente schivo non era conosciuto per avere un brutto carattere, era definito una persona piacevole, ma di certo timida e chiusa.

La sua arte è di certo particolare, affascinante ed abbagliante in modo oscuro e tetro, può sembrare una contraddizione, ma ogni suo dipinto sembra raffigurare la decadenza umana, l’essere che perisce sempre, in ogni condizione umana c’è un fondo di fine e rassegnazione.

Lui definiva in modo diverso le sue opere, le descriveva come opere quasi ottimiste e divertenti, di certo in alcune è visibile questo aspetto, ma di primo acchito non si può non avvertire il tutto come una raffigurazione del deterioramento umano, per lo stile.

Vi consiglio questo video, non approfondisce del tutto l’artista, ma è una buona introduzione.

Scoperta degli Ultimi Mesi

Ho scoperto varie “cose”, ma la maggior parte di queste mi sono sfuggite.

Tranne Scrivener e Masterclass.

Scrivener è un programma perfetto per chi scrive, è a pagamento, ma si può provare per 30 giorni.

Da poco è uscita la terza versione, ha tutte le funzioni più utili per scrive come la suddivisione di pagine apposite per personaggi, ambientazioni e qualunque altra categoria di vostro gradimento.

La suddivisione in capitoli, parti varie, icone pensate per ricordare quali parti vanno revisionate, quali sono a posto, quali vanno riscritte, insomma ogni funzione pensata per uno/una scrittrice.

Conoscevo da tempo questo programma, ma l’ho sempre sottovalutato, sono sincera, pensavo non fosse un qualcosa di speciale rispetto ad un classico word, mi sbagliavo.

Questo programma non è word, è la perfezione per uno scrittore, è pensato per aiutare in ogni modo possibile e facilitare il lavoro.

Masterclass invece è un sito piuttosto famoso, grazie anche alla pubblicità su Youtube.

Si possono trovare classi/corsi di ogni tipo, io mi sono iscritta sopratutto per le classi riguardanti la scrittura, troviamo autori del calibro di Neil Gaiman, Joyce Carol Oates, Margaret Atwood, R.L. Stine e altri.

In questo momento sto seguendo ovviamente la classe di Neil Gaiman, è colpa anche sua se mi sono iscritta (anzi sopratutto sua), ma voglio iniziare a breve quella della Oates.

Ci sono comunque moli altri argomenti, dal lifestyle, alla sceneggiatura, alla regia, alla recitazione, alla cucina, alla musica, all’arte ecc. ecc.

Per ogni argomento abbiamo specialisti del campo che insegnano (ad esempio per la cucina c’è Gordon Ramsay).

Vorrei scrivere un articolo dedicato a Masterclass per dirvi se secondo me ne vale la pena oppure no, parlarvene più nel dettaglio quindi non mi dilungo oltre.

App degli Ultimi Mesi

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Nichi è un’app per stories e collage, la utilizzo da mesi ed è intuitiva e semplice.

Si possono realizzare stories davvero carine, ci sono parecchi elementi gratuiti da inserire anche se non tutti lo sono, infatti per alcuni è necessario pagare, ma si possono realizzare comunque stories soddisfacenti già con gli elementi gratuiti.

E’ l’applicazione che utilizzo sempre in Instagram, non ho scoperto grandi app in questo periodo, questa è l’unica che ho effettivamente utilizzato con piacere.

Citazione degli Ultimi Mesi

Girando sempre su se stessi, vedendo e facendo sempre le stesse cose, si perde l’abitudine e la possibilità di esercitare la propria intelligenza.
Lentamente tutto si chiude, si indurisce e si atrofizza come un muscolo.

– Albert Camus

Poesia degli Ultimi Mesi

Limite

La donna ora è perfetta
Il suo corpo
morto ha il sorriso della compiutezza,
l’illusione di una necessità greca
fluisce nei volumi della sua toga,
i suoi piedi
nudi sembrano dire:
Siamo arrivati fin qui, è finita.
I bambini morti si sono acciambellati,
ciascuno, bianco serpente,
presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.
Lei li ha raccolti
di nuovo nel suo corpo come i petali
di una rosa si chiudono quando il giardino
s’irrigidisce e sanguinano i profumi
dalle dolci gole profonde del fiore notturno.
La luna, spettatrice nel suo cappuccio d’osso,
non ha motivo di essere triste.
E’ abituata a queste cose.
I suoi neri crepitano e tirano.

– Sylvia Plath (scritta prima di morire)

Bene!

Siamo finalmente arrivati alla fine, ho voluto scrivere questo articolo cumulativo per metterci in pari e chiudere il capitolo dedicato agli scorsi mesi, credo sia l’articolo più lungo che abbia mai scritto e pubblicato.

Sono contenta perché dal mese prossimo possiamo iniziare un nuovo capitolo con questa rubrica, rimettiamoci in carreggiata, torniamo alle tradizioni!

E voi? Quali sono le vostre cose dei mesi passati? Sono stati mesi pesanti e difficili, hanno provato tutti noi per un mare di ragioni diverse.

Noi ci leggiamo prestissimo!

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Libri che Voglio Leggere Prima di Vedere le Serie Tv/Film

Buon sabato e buon inizio weekend!

Oggi parliamo di un tema interessante, c’è una serie tv infatti uscita ieri che mi ha fatta pensare a questo argomento ovvero il leggere determinati libri prima di vedere le rispettive serie tv o film ad esso ispirati.

La serie tv di cui parlo è The Witcher, uscita ieri su Netflix, attendevo questa serie dall’annuncio praticamente, conoscevo infatti questa saga non per i libri ma per il videogioco che è diverso dalla storia originale, quindi l’idea che ho di tutto il regno, il background dei personaggi e le fondamenta della serie non sono del tutto veritiere essendo basate sul videogioco.

Prima di guardare la serie però vorrei leggere la saga e questa voglia mi ha fatto pensare a questo articolo, anche perché ci saranno varie serie in uscita nel 2020 ispirate a libri, parecchie inerenti a titoli di Stephen King e mi piacerebbe assieme a voi parlare dei libri da leggere/recuperare prima di vedere la serie o film.

Non tutte quelle di cui parleremo saranno in uscita nel 2020, alcune sono già uscite.

The Witcher (2019)

 

La serie tv è disponibile da ieri (20 dicembre) su Netflix, se ne è parlato parecchio nelle scorse settimane, io non mi sento però di dire nulla prima di aver letto la saga o aver visto la serie. I libri sono in totale sette, due raccolte di racconti e cinque romanzi veri e propri che costituiscono la saga.

Ne vedete otto nella foto perché ad oggi sono in effetti otto, ma i libri originari sono sette, l’ultimo “La Stagione delle Tempeste” è stato pubblicato nel 2013 e fa parte della saga, ma non è un continuo delle vicende narrate nei testi precedenti.

Vorrei a breve dedicarmi a pieno a questa saga.

The Stand (2020)

Nel 2020 uscirà una serie tv di 10 puntate prodotta da CBS sul famoso romanzo post-apocalittico di Stephen King, “L’ombra dello Scorpione“.

Non sappiamo quando arriverà in Italia, ma possiedo da anni questo titolo e non mi sono ancora buttata nella lettura, quindi ci sono varie ragioni per le quali vorrei leggere questo libro, la serie tv, l’importanza di questo romanzo fra le pubblicazioni di King, e semplicemente la voglia di levarlo dai libri “in attesa”.

Queste Oscure Materie (2019)

Serie tv del 2019, già uscita che si basa sulla famosa trilogia di Philip Pullman e prende alcuni elementi anche da “Il Libro della Polvere“.

Trasmessa dalla BBC in questo momento, probabilmente arriverà in Italia nel 2020.

E’ un trilogia famosissima per ragazzi che io non ho mai letto (che vergogna), punto a recuperarlo prima di vedere la serie tv, a dire il vero ho sempre voluto leggere questa trilogia, ma ho sempre rimandato e questo è il momento giusto per recuperare.

E’ un trilogia fantasy, pubblicata tra il 1995 e il 2000.

The Dark Tower (2020)

Sempre proveniente da un’opera/e di Stephen King (caro Stephen che non si ferma mai), la serie tv della Torre Nera nasce dalla saga omonima, composta da otto libri.

La serie sarà disponibile nel 2020 su Amazon Prime Video, è al momento in produzione.

E’ una saga di genere western, fantasy e horror, molti dei romanzi di King sono collegati a tratti a questa serie, è di sicuro una fetta importante della produzione di King.

Ho sentito varie opinioni a riguardo, mi piacerebbe iniziare a leggere il primo volume e farmi un’idea sul continuare oppure no.

Good Omens (2019)

Serie disponibile su Amazon Prime Video, ha riscosso un gran successo, ed è tratta dal romanzo “Buona Apocalisse a Tutti!” di Terry Pratchett e Neil Gaiman.

Conosco Neil Gaiman per varie opere che ho letto durante gli anni e lo apprezzo come autore, conosco meno Terry Pratchett perché sto leggendo il primo volume di MondoDisco ma non in modo continuo.

Comunque, è di genere umoristico, fantastico e apocalittico, è un romanzo del 1990.

L’Altra Grace (2017)

Serie di qualche anno fa disponibile su Netflix, tratta dal romanzo omonimo di Margaret Atwood.

La serie è composta da sei episodi, lessi uno o due anni fa “Il Racconto dell’Ancella” della stessa autrice e mi piacque decisamente.

E’ una serie tv che desidero vedere dall’uscita, ma non senza aver prima letto il libro, è di genere drammatico, biografico e storico.

Mia Cugina Rachele (2017)

Qui parliamo di un film del 2017, diretto da Roger Michell, un adattamento appunto dell’omonimo romanzo scritto da Daphne Du Murier.

Non ho mai letto nulla di questa autrice, vorrei recuperare il prima possibile, c’è anche un altro adattamento cinematografico del testo del 1952.

Il Silenzio degli Innocenti (1991)

Pilastro del cinema, e pienamente nel mio genere dovrebbe già essere fra i miei libri letti, ma non è così.

E’ legato alla serie di Hannibal Lecter, il film è del 1991 mentre il libro è del 1988, il film è vincitore di diversi premi Oscar ed è ricordato come uno dei picchi nella recitazione di Jodi Foster e Anthony Hopkins.

 

Ci sono parecchi testi che hanno ispirato riadattamenti che vorrei leggere ma questi sono forse i più “urgenti”, quelli che desidero recuperare il prima possibile.

E voi? Quali libri che hanno ispirato serie o film vorreste leggere a breve? Fatemi sapere!

A domani!

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Cose del Mese – Aggiorniamoci un Attimo

Ahhh buona domenica!

Come state prima di tutto? Come avete trascorso la prima parte di questo magico ottobre? Ottobre è un mese sempre un po’ magico, l’autunno (che in realtà inizia a settembre), i colori caldi che riempiono gli ambienti, i primi freddi e le prima bevande bollenti… Insomma, come va?

Sono qui oggi per un aggiornamento perché nel mese scorso non è uscito l’articolo delle cose del mese e non c’è un articolo di questo tipo da fine luglio per parlare delle “cose” di giugno.

Perché tutto ciò? Ad agosto il blog è stato quasi tutto il mese in vacanza e le cose di luglio non sono state un granché, quindi rimanda che ti rimanda siamo finiti a questo punto.

Allora ho pensato, “perché non fare un articolo unico per gli ultimi tre mesi, luglio, agosto, settembre e la prima parte di ottobre per rimetterci in pari del tutto”? Un super “cose del mese”! Allora iniziamo!

Film del Periodo

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I film sono stati pochissimi, ma tranquilli ci rifaremo con le serie tv, ne ho visti davvero pochi e nessuno mi ha conquistata particolarmente.

L’unico che mi sento di citare è King Arthur, mi è piaciucchiato, la regia è di Guy Ritchie, il regista di Sherlock Holmes (come è sapientemente riportato nella locandina).

Uscito nel 2017 ma nella mia mente è ancora nuovo, come attori troviamo Charlie Hunnam, Jude Law e Astrid Berges-Frisbey.

La trama è piuttosto conosciuta insomma, vengono raccontate le gesta di Re Artù, piccola curiosità questa pellicola doveva essere la prima di una serie dedicate appunto a Re Artù ma non ha riscosso un gran successo quindi il progetto iniziale è stato modificato.

Arthur qui accetta il proprio destino e fa di tutto per seguirlo, una volta estratta la spada di Excalibur mirerà al diventare Re, ed è il suo destino diventarlo, ma per farlo dovrà affrontare Vortigern, non sarà solo in questa ardua missione però, dalla sua vittoria e dalla sua gloria nascerà la Tavola Rotonda.

Qual’è la parte più positiva del film? Gli effetti speciali, sono davvero piacevoli da gustare durante la visione, realizzati alla perfezione, tendo a volte a essere un po’ critica su questi perché trovo sia difficile trovare una serie tv o un film in cui gli effetti speciali siano effettivamente al livello della pellicola, ma in questo gli effetti speciali sono addirittura meglio.

Io non ho visto questo film al cinema ma vederlo riprodotto al cinema secondo me è un’esperienza con i fiocchi, per quanto riguarda la storia, beh è un po’ come quei fantasy in cui si butta dentro di tutto e alla fine ci sono ottocento sottotrame da chiudere, ci sono tanti eventi, azione e l’atmosfera del film in generale è piacevole. Carino, nulla di speciale ma lo rivederei.

Serie tv del Periodo

Diciamo che questa sezione è più di aggiornamento, perché abbiamo già parlato di queste serie ma ho continuato la visione di queste perché di Poldark avevo guardato solo le prime stagioni e di Disenchantment (o Disincanto) solo la prima perché la seconda è uscita il 20 settembre su Netflix.

A dire il vero in questo periodo sono uscite diverse seconde stagioni di serie tv che seguivo e che vi ho nominato qui come Creeped Out e Haunted, che vedrò al più presto (anche se Haunted mmm, non so come prenderla come serie/documentario).

Quindi perché vi parlo di queste serie? Vorrei confermare o negare quello che scrissi mesi fa, per quanto riguarda Poldark sono arrivata alla quinta stagione, ultima della serie ma attendo l’arrivo di questa in Italia per gustarmela del tutto. Infatti la serie ad oggi è stata dichiarata come terminata anche se gli stessi attori non sono stati molto chiari su questo, infatti ci hanno lasciato una speranza.

Quindi confermo o nego le mie opinioni positive a riguardo?

Allora dalla prima alla fine della quarta stagione diciamo di sì, l’unico problema a volte sono quei momenti di dramma incredibile che si risolvono dopo due secondi, ma voglio dire è comunque una serie di genere drammatico/sentimentale quindi lo accetto.

E’ realizzata sempre bene dal punto di vista della recitazione e della sceneggiatura, anche della regia se vogliamo, tutti bravi devo dire.

Non amo il fatto che sia così poco chiaro il destino della serie, i libri infatti continuano quindi tutti si domandano “ma perché non va avanti”?

Perché si dovrebbe cambiare completamente l’età dei personaggi, dal sesto libro infatti mi pare i nostri cari personaggi ai quali siamo tanto affezionati diventano più vecchiotti e lasciano spazio ai figli e ai figli dei figli.

Comunque rimane per me una serie piacevole da vedere.

Disincanto invece serie di Matt Groening di cui avevamo parlato mesi fa si trova su Netflix e da qualche settimana mi gusto piano piano le puntate della seconda stagione.

In questa stagione succedono parecchie cose, innanzi tutto ritroviamo Bean, Luci e Elfo ma ci vorrà qualche puntata per rivederli assieme come il trio che amiamo, la serie riparte incuriosendo il telespettatore però perché vediamo il padre di Bean, il Re che vive ora in un regno pietrificato, tutti sono diventati pietra e lui è solo con se stesso, perché? Bean tornerà da lui? Tutto si risolverà?

Tutti scherzano sul fatto che Disincanto sia il divertimento di Groening e in effetti per me è così, è una serie realizzata con cura ma a volte trovo che non suoni sempre bene, non sempre riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore fino alla fine, a me piace anche lasciarlo in sottofondo sulla tv mentre lavoro al pc, questo per dire che non ruba sempre la curiosità di chi lo guarda.

Però la seconda stagione migliora rispetto alla prima, vediamo anche ambientazioni nuove e bellissime come ad esempio Steamland, città lontana da Dreamland, tutta a tema Steampunk, ahh che ambinetazione squisita.

Molte domande vengono lasciate in sospeso ma è da comprendere dato il fatto che ci sarà una terza stagione di certo, almeno da ciò che è stato scritto.

Riconfermo il fatto che è una serie da comprendere del tutto, non è immediata sotto questo punto di vista ma rimane interessante e bellissima per le animazioni per me, adoro lo stile.

Ora! Piccolo appunto che devo inserire, vi ricordate Diablero, la serie di cui vi avevo parlato mesi fa?

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Per qualche motivo Netflix ha deciso di togliere da questa il doppiaggio in italiano, non so per qualche motivo, la seconda stagione sembra ancora lontana a venire ma per un motivo a me sconosciuto l’audio in lingua italiano non è più disponibile ma solo i sottotitoli. E’ un piccolo aggiornamento dato che mesi fa lo consigliai e volevo aggiornarmi su questa strana e fastidiosa sparizione.

 

Canzoni del Periodo

Madonna – Devil Prey 

Billie Eilish – When the Party is Over

The Who – Baba O’riley

 

Cosmetici del Periodo

Ho fatto delle scoperte interessanti che sto ancora provando quindi preferisco aspettare ancora un attimo prima di citarle, ma posso già parlarvi de le matite occhi Made to Last di Pupa, matite automatiche waterproof e il Maxi Blush di Rimmel.

Allora parliamo di queste matite incredibili, io non ho mai, e dico mai da quando applico ma matita all’interno dell’occhio, trovato una matita che mi resistesse tutto il giorno senza sbavare ovunque.

So che è un problema che hanno diverse persone e io non ero da meno, ebbene queste matite mi durano nella rima interna dell’occhio per tutto il giorno signori e signore.

Io le possiedo in due colorazioni, una blu, la numero 401 e una marrone, la numero 202.

Ci sono varie colorazioni di blu, viola, verde, marrone, nero e grigio. Questa matita una volta applicata si rapprende seccandosi e rimane lì, infatti una volta tentai di ripassarla per sicurezza ma andandoci di nuovo sopra si tolse e capii che si era seccata e la lasciai così.

Spero decidano di ampliare le colorazioni, ahh come vorrei una matita occhi rossa con questa formula incredibile!

Altro prodotto top che non avrei mai comprato mesi fa è un blush di Rimmel, non che non compri blush anzi ultimamente è impazzita la mia mania per questi ma in particolare questi blush non mi ispiravano molto, ci sono 4 tonalità, che non sono tantissime e io ho comprato la più accesa, la 003 Wild Card.

Sembra un rosso fluo ma vi garantisco che è più un colore anguria diciamo, a me piacciono molto i blush rossi e pescati perché trovo siano quelli migliori sul mio incarnato, in più trovo che molte persone abbiano un po’ di timore nell’utilizzare i blush, si sa in caso se ne applichi troppo il risultato potrebbe essere disastroso.

L’importante è andarci piano ma un pochino di blush per me sta sempre bene, in più non so voi ma sulla mia pelle non dura mai il blush quindi anche se ho fatto un bel lavoro nell’applicarlo non importa perché sparirà dopo poco.

Questo lo consiglio perché? E’ un bellissimo colore, la quantità è inifinta, la figura che fa è stupenda e costa decisamente poco (incredibile).

Nessuna App del Periodo Putroppo

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Scoperta del Periodo

Ahh ho scoperto un (due anzi) bellissimo canale se vi piacciono gli audiolibri e magari non avete Audibile o altri siti/app del genere e se amate Lovecraft.

Audiolibri di Sutter Cane

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Il primo canale contiene quasi del tutto audiolibri di opere di Lovecraft, letti la maggior parte da Roberto Pedicini un doppiatore magistrale.

Nel secondo canale invece ci sono anche testi di Tolkien, Stoker, e appunto Lovecraft, letti dal creatore del canale.

E altra scoperta, che non è una scoperta per la maggior parte di voi secondo me, sono solo arrivata in ritardo io, BookMooch.

Non pensavo fosse così semplice scambiare su questo sito che viene da prima di Acciobooks ma a differenza di questo non siete obbligati a scambiare con chi vi ha richiesto il libro e voglio dire, è perfetto.

Insomma ho sempre e solo scambiato su Accio ma questa nuova scoperta mi ha conquistata.

 

Citazione del Periodo

Certe parole sembrano possedere un potere magico formidabile. Migliaia di uomini si son fatti uccidere per parole di non hanno mai compreso il significato, e spesso anche per parole che non hanno nessun significato.

– Gustave Le Bon

Obbiettivi per ciò che ne rimane del Mese di Ottobre

Vediamo, il mio percorso verso la conquista della patente prosegue vittorioso quindi il mio obbiettivo è lavorarci per bene.

Dovrei mettermi alla scrittura di un racconto da terminare prima del 30/10 ma siamo già al 14 e il mio cervello si è richiuso come una cassaforte.

Come sempre ho 40 libri iniziati e nemmeno uno terminato ma punto a finire almeno quello in lettura per questo e lo scorso mese sul gruppo, ovvero “Le Sette Morti di Evelyn Hardcastle” e Story di Robert Mckee che ho in lettura appunto.

Insomma come sempre un sacco di “cose”.

E voi? Cosa avete combinato in questi ultimi mesi? Ma sopratutto, cosa ne farete di ciò che rimane del mese di ottobre? Fatemi sapere!

A presto!

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Cose del Mese – Giugno!

Buona domenica! Come va questo week end?

Siete in uno stato di estrema afa o il freschetto vi ha riportato un’influenza degna dell’inverno più freddo?

Torna l’appuntamento con le cose del mese, finalmente, maggio è saltato ma non è stato un granché quindi non vi siete persi/e nulla di sicuro.

Però oggi parleremo di giugno e di varie cose che hanno costellato il mese per me, come i film, le serie e insomma un piccolo recap, come sempre sono curiosa di sapere come è andato il vostro giugno!

Iniziamo!

Film del Mese

 

Allora, io non so cosa sia successo perché questi non sono in generale i film che guarderei (a parte quello centrale), non sono una fan dei film apocalittici o di generi affini a questo.

Quindi inizierei da quello che è più nelle mie corde, ovvero Suzzanna Buried Alive, pellicola originale Netflix di genere thriller diretto da Rocky Soraya e Anggy Umbara.

E’ in indonesiano quindi a meno che voi non conosciate questa lingua i sottotitoli sono fondamentali.

Come definire questo film? Allora è appunto un thriller che segue una specie di leggenda, Suzzanna è la moglie di un uomo benestante ovvero Satria che è il boss di un azienda, alcuni dipendenti di questa azienda si mettono d’accordo per rubare in casa di Satria quando lui è assente, quella sera però Suzzanna rientra prima a casa e da lì ci saranno eventi confusi che sfoceranno in un epilogo terribile.

Spoiler non spoiler Suzzanna muore, viene letteralmente sepolta viva da questi malviventi, ma la donna al momento della morte e della sepoltura era incinta e diventa una sundel bolong, uno spirito molto vendicativo dai lunghi capelli neri e vestita di bianco, di solito questa figura ha un grosso buco nella schiena, vengono associati alle prostitute ma nel film è un stata leggermente modificata questa leggenda.

Infatti si dice che Suzzanna sia diventata questo spirito per il fatto che ospitava dentro di lei un’altra vita ed è come se fosse morta due volte, in più diciamo che ha subìto una morte piuttosto violenta.

Il film non è sinceramente nulla di speciale, è una visione piacevole per chi ama i thriller ma non è nulla di sconvolgente, la cosa più positiva è il fatto che non ha sempre un’atmosfera pesante, non si prende troppo sul serio ed è un bene.

Il finale mi ha sorpresa.

Vado veloce perché questa volta abbiamo ben 4 film di cui parlare ma nessuno che mi sia piaciuto più del normale, infatti du tutti salvo solo Suzzanna, gli altri no.

Il prossimo è La Fine, film originale Netflix, diretto da David M. Rosenthal, fra gli attori principali troviamo Theo James e Forest Whitaker.

E’ un film apocalittico, quindi non il mio genere, tutto il film ruota attorno al fatto che all’improvviso tutte le comunicazioni con la costa sud degli Stati Uniti vengono interrotte per un fatto “sismico” non identificato. Quindi il mistero è, ma cosa è successo?

Perché non si hanno notizie, le strade sono chiuse dall’esercito, non è possibile raggiungere il luogo e nessuno sembra voler dire quello che è successo?

Seguiamo Will e Tom che per tutto il film cercano di raggiungerE’e la figlia per uno e la fidanzata per l’altro appunto nella costa sud.

Andranno contro diversi pericoli, personaggi ambigui e situazioni pericolose.

Ci sono diversi problemi in questo film, certe volte ho avuto l’impressione che mancassero i dialoghi, i personaggi quando devono parlare non parlano, lo fanno tutto assieme in determinati momenti ma tacciono per parecchi minuti guardando l’orizzonte.

Altro problema sono i personaggi che entrano di prepotenza nella storia, c’è un personaggio in particolare, una donna che viaggia con i due per parecchi chilometri, ad un certo punto (per un fatto per me un po’ superficiale) sparisce e non si vede più in tutto il film, speravo di incontrarla di nuovo prima o poi ma niente.

Il film è tutto lì alla fine, loro due che viaggiano, incontrano gente, rubano benzina, rompono la macchina, fanno discorsi drammatici e nostalgici…

E’ un film che proprio non mi ha convinta, nemmeno il fulcro, il motivo ambiguo legato all’interruzione dei contatti, pensavo ad un twist supernaturale come gli alieni, delle creature marine feroci, un buco enorme nel terreno che ha ingurgitato tutto, o anche delle fate arrabbiate che hanno dato fuoco a tutto, e invece no, il motivo di tutto ciò è molto più “naturale”.

Non capisco perchè nessuno dica nulla, sembra che non possano dire niente ma voglio dire cosa c’è di male, le persone che sono dentro la città capisco che non possano comunicare perché magari dopo il fenomeno si è rotta la linea o ci sono stati guasti importanti, va bene.

Ma qualcuno che abita vicino alla costa avrà sentito o visto qualcosa, se l’esercito poi sa quello che è accaduto perchè è così misterioso a riguardo?

Arriviamo poi a due film dello stesso franchise ovvero La Notte del Giudizio (o The Purge) e La Prima notte del Giudizio.

Io non so… sinceramente non sapevo nemmeno se citarli o no, so che molte persone amano questa saga diciamo e io non avevo mai visto un capitolo di questa, ho voluto rimediare, ne ho visti due e mi bastano.

E’ stato un fatto casuale anche, La Prima Notte del Giudizio l’ho visto per caso, alle due di notte, stavo facendo zapping e l’ho beccato, era iniziato da poco e mi sono detta “ma perché no?”.

Beh la faccio corta, di cosa parla? Sappiamo più o meno tutti su quale idea si basa questa serie, ovvero i padri fondatori d’America decidono di inaugurare una notte appunto del giudizio, chiamato anche “lo sfogo”, notte in cui tutti i crimini di questo mondo sono in un certo senso legali, non ci sono ripercussioni.

Allora, senza offendere nessuno, se vi piace questa serie non prendetevela, ma personalmente l’idea di base non la trovo un granché, ne capisco la base ma non mi piace come idea.

So che è anche un idea se vogliamo molto psicologica, ovvero, quanto in là si può spingere la moralità di un essere umano? Sopratutto sapendo di non essere perseguito. Chi commetterà un crimine e chi no?

Questo film dovrebbe essere la base per gli altri anche se viene dopo, perché parla delle origini di questa idea dello sfogo, diretto da Gerard McCurray, fra gli attori principali troviamo Y’Lan Noel e Lex Scott Davis.

Credo sia nella mia top five di film peggiori visti quest’anno, non per la qualità tecnica del film che non è malaccio tutto sommato, ma lo svolgimento, il fatti che accadono, dovrebbe essere un thriller ma a volte fa davvero ridere e non come Suzzanna che lo intenzionalmente, questo fa ridere per sbaglio che è peggio.

Quali sono i problemi?

Non so a chi è venuta questa idea ma chi partecipa allo sfogo deve indossare delle lenti a contatto neon per registrare e monitorare i crimini, a me è sembrata una cosa pseudo-“wow gli occhi luminosi, roba da giovani, che figaggine”.

Un altro problema è il pezzo finale, ora io non vorrei spoilerare ma farò un eccezione, il protagonista entra in un condominio per salvare delle persone dall’aggressione di una banda di russi addestrati e davvero efficienti, lui entra con una specie di canotta della salute, da solo, con una o due borse (non mi ricordo) piene di armi e munizioni che sposta da una parte all’altra e li uccide ovviamente tutti.

Non credo esista sul pianeta Terra un uomo Dmitri ovvero il protagonista, io… preferisco non commentare.

Ci hanno voluto buttare dentro anche guerre fra i gang, spacciatori di droga, un pazzo a caso che sbuca nel finale e salva la situazione, non mi è piaciuto nulla.

Parliamo ora dell’ultimo film ovvero “La Notte del Giudizio“, quello più famoso della serie, del 2013, credo sia il primo uscito.

Diretto da James DeMonaco, fra gli attori principali troviamo Lena Headley e Ethan Hawke.

Questo l’ho voluto vedere su Netflix, perché effettivamente ho sempre sentito parlare di questo film in particolare non degli altri della serie, allora ho detto, prima di bocciare nella mia mente una saga/serie voglio vedere quello più famoso.

Stesso concept, solo che qui seguiamo le vicende di un venditore di allarmi che nella notte dello sfogo si barrica in casa con la famiglia, la moglie e i due figli. L’allarme che hanno è davvero avanzato e loro tramite delle telecamere riescono anche a vedere la situazione al di fuori della casa, all’improvviso il bambino vede un uomo disperato in ricerca di aiuto, così senza dire nulla apre la porta e lo fa entrare. Da lì in poi la casa viene assediata da una banda, questi li minacciano, o l’uomo o loro.

Questo è più carino da vedere, l’idea di base per me rimane sempre poco convincente ma almeno qui il film segue un senso logico e non fa ridere quando non deve.

Non è male questo, anche il finale mi è piaciuto, se volete un qualcosa di thriller e di leggero non è un cattiva scelta.

C’è di meglio ma c’è anche di peggio.

Serie tv del Mese

 

 

Entrambe provenienti da Netflix, ho iniziato a vedere la Casa di Carta (finalmente) e Alto Mare.

Sono entrambe serie tv spagnole tra l’altro, vorrei specificare il fatto che non ho terminato la prima stagione di nessuna di queste due quindi non conosco ancora il finale e non posso esprimermi del tutto.

La Casa di Carta è una serie famosissima, ideata da Alex Pina, fra gli attori principale troviamo Ursula Corberò, Itziar Ituno, Alvaro Morte, Paco Tous, Pedro Alonso, Alba Flores, Miguel Herran, Jaime Lorente e Esther Acebo.

Ho visto solo metà della prima stagione, almeno per me è una di quelle serie che non riesco a guardare stile binge watching, dopo aver visto un esempio o massimo due non riesco a proseguire.

E’ comunque una bella serie, realizzata bene, la trama è interessante, trovo incredibile il fatto che questi rapinatori riescano a stare nella zecca di stato per così tanto tempo ma nella serie sono ore, mentre per noi sono episodi anche abbastanza lunghi quindi insomma il tempo è diverso. Solo non credevo che la serie si basasse su di loro che per tutto il tempo sono dentro la zecca di stato.

Di cosa parla? Parla di un gruppo di rapinatori che entra appunto nella zecca di stato spagnola per stampare 2 miliardi e 400 milioni di euro ovviamente legali, la squadra è coordinata da “Il Professore”, un uomo enigmatico e direi affascinante, dopo essere entrati con successo all’interno della struttura, tutto procederà come deciso in precedenza ma la storia prenderà degli sviluppi davvero sorprendenti e inattesi.

Capisco perché piaccia così tanto, l’idea di base è interessante, la recitazione mi piace, la sequenza degli eventi è ottima, mi piace anche la narrazione.

A volte è un tantino lenta, questo è l’unico appunto che ho da fare.

Altra serie del mese è stata Alto Mare, sempre distribuita da Netflix, è diretta da Carlos Sedes e Lino Escalera.

E’ di genere thriller, si basa su una vicenda che accade appunto in alto mare, è ambientata negli anni 40′, le protagoniste sono due sorelle Carolina e Eva, entrambe salgono a bordo di questa enorme nave, Carolina si deve sposare con un uomo di rilievo sulla nave (non ricordo la sua posizione ma ha una carica alta sulla nave), mentre Eva è una scrittrice e segue la sorella per andare in Argentina. Sono comunque ragazze benestanti.

Ad un certo punto ci sarà un omicidio sulla nave e da lì inizieranno una serie di eventi molto ambigui.

La serie è carina, nulla di troppo serioso ma è comunque thriller solo che ha un’atmosfera più rilassata certe volte, non persiste sempre quell’alone di ansia.

Ci sono in mezzo anche storie d’amore, vicende famigliari, misteri, ve la consiglio.

Canzoni del Mese

Fire on Fire – Sam Smith

Labirinth – Jealous

Stones – Bruce Springsteen

Cosmetico del Mese

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Questo è lo Shimmering Skin Perfector Highlighter di Becca, a dire il vero lo uso da qualche mese e non so perché non l’ho mai citato qui.

Questo è un illuminante liquido che trovate o in questo formato da 30 ml quindi in full size o in un set in cui c’è un illuminante in polvere in travel size e un illuminante liquido sempre in travel size, io quasi quasi vi consiglio di più questo kit perché costa un po’ di meno, avete due prodotti in due formulazioni e vi garantisco che durano all’infinito, infatti quello in full size credo duri 20 anni più o meno mentre quello in travel size dura il giusto.

Ci sono diverse colorazioni tutte sul dorato, oro rosa, oro più classico, trovate sia il full size che il kit da Sephora o sul sito.

E’ il mio illuminante liquido preferito, la durata è fenomenale, ha un effetto naturale bellissimo, io di solito lo applico con le dita leggermente sul viso e credo sia l’illuminante perfetto per me, non è troppo leggero nè troppo presente, sembra la luminosità naturale della pelle.

 

App del Mese

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E’ un’app super carina, un simulatore di vita, la classica app/giochino insomma, si deve gestire la vita di una personalità a caso creata randomicamente dall’app, per qualche giorno è stato il mio passatempo per quando si hanno quei momenti di attesa.

E’ semplice comunque, non ci sono animazioni, c’è una specie di resoconto della vita del personaggino per man mano avanza con gli anni fino alla morte.

Scoperta del Mese

Niente di che, c’è un sacco di roba nelle altre sezioni ma non in questa, lo so, è triste.

Citazione del Mese

La nostalgia per quello che abbiamo perso è più sopportabile della nostalgia per quello che non abbiamo mai avuto.

– Mignon McLaughlin

 

Obbiettivi per ciò che rimane di Luglio

Allora vediamo, sto lavorando a diverse storie e progetti quindi direi proseguire certamente con questi, questa tra l’altro è l’unica sezione dell’articolo in cui posso parlarvi a mò di me del presente, quindi vi dico che in questo momento ho quasi la sensazione che tutto stia rallentando.

Sapete quando passate un periodo pieno e man mano c’è quel calo dopo? Ecco, in questi mesi sono stata occupata anche con il conseguimento della patente che fino a settembre posso momentaneamente salutare, infatti mi attende l’esame a settembre ma prima ho le ferie di agosto e sono felice così.

Ho la sensazione che le cose stiano per spegnersi, nel senso, tra poco ci saranno le vacanze, la pausa, tutto sta per fermarsi e va bene così.

Bene!

E voi? Come avete passato il vostro giugno ma sopratutto come state ora in questa calda domenica di luglio? Fatemi sapere!

A presto!

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Cose del Mese – Febbraio!

Ohh rieccoci! Come state? Scusate la sparizione ragazzi/e ma ormai lo sapete, il lavoro mi sta risucchiando in queste settimane.

Siamo a più di metà marzo, lo so, ma diciamocelo non è la prima volta che arrivo così in ritardo sugli articoli del mese, ero indecisa riguardo a quello di febbraio, probabilmente sarà piuttosto corto perché la parte più succosa è all’inizio ma per il resto è stato un mese troppo veloce e senza grandi smottamenti.

Quindi ho pensato seriamente anche al non pubblicare questo articolo ma alcune cose sono carine e alla fine eccomi qui.

Iniziamo subitissimo!

Serie tv del Mese

Queste sono state le mie due serie tv di febbraio, la prima è stata Russian Doll e la seconda Castlevania.

Partiamo da Russian Doll, serie originale Netflix del 2019 ideata da Natasha Lyonne (l’attrice protagonista), Amy Poehler e Leslye Headland.

E’ uscita sulla piattaforma l’1 febbraio e la prima stagione è composta da 8 episodi, quindi di che cosa parla questa serie?

Di molteplici morti come direbbe la protagonista, Nadia, che nel giorno del suo compleanno muore ma misteriosamente torna in vita nello stesso appartamento in cui si stava svolgendo la festa, e non sarà così solo questa volta ma ogni volta che morirà e morirà diverse volte.

E’ una specie di loop temporale che la costringe a tornare sempre nel bagno dell’appartamento della festa, ogni volta, nel corso della serie si spiegherà anche il meccanismo di questo loop ma non voglio dirvi troppo perché è facile fare spoiler.

Allora, io adoro l’attrice protagonista, che recitava anche in Orange is the New Black, quindi ho dovuto fiondarmi a vedere subito questa serie.

E’ piuttosto spudorata come serie e di certo originale, mi ha fatto pensare al film “Auguri per la tua Morte” ma il concept che c’è dietro a questo loop è completamente diverso, compreso i personaggi e la situazione.

Ti spinge a guardarla tutta d’un fiato infatti nel giro di due giorni ho dovuto finirla, perché volevo scoprire come si sarebbero evolute le cose, la vicenda infatti si scopre piano piano, devo dire che la conclusione finale ovvero il motivo del loop è originale perché non me lo sarei immaginata ma al tempo stesso non è così tanto originale.

Tutto sommato comunque è una serie che mi è piaciuta, non so in cosa potrebbe consistere una seconda stagione ma sono curiosa di vederla.

L’altra serie è Castlevania, una serie animata creata da Warren Ellis basata sul videogioco della Konami.

E’ stata trasmessa per la prima volta nel 2017, ad oggi è stata rinnovata per una terza stagione che al momento non si sa ancora quando uscirà.

Non conoscevo il videogioco e il passato/riferimenti di questa serie ma l’argomento e il setting mi intrigava molto, ovvero siamo nella Valacchia del 1400′ e Dracula scatena delle bestie feroci su tutto il territorio della Valacchia (l’orda dell’inferno) in seguito ad un enorme tragedia personale che gli è accaduta, ovvero che la chiesa in particolare è responsabile della morte di sua moglie, Lisa, uccisa per essere sospettata si stregoneria.

Da qui la morte e la distruzione ovunque, ad un certo punto appare però un nuovo personaggio che sembra l’unico (che assieme ad altri) potrà salvare la situazione, Trevor Belmont.

Qui c’è un bel po’ di violenza, gente sbudellata, organi sparsi in giro, fiumi di sangue, insomma la violenza non viene evitata.

Io sono alla fine della seconda stagione ora, la prima devo dire che passa veloce anche perché gli episodi sono brevi, massimo 25 minuti l’uno.

Anche qui non ho particolari cose da dire, perché è una bella serie, piuttosto gotica in alcune parti e dark, c’è questa atmosfera rossiccia/nera bellissima.

Nonostante questo clima comunque ogni tanto mi ha fatto sorridere, anche se sembra molto strano.

 

Film del Mese

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Senza dubbio Velvet Buzzsaw è stato il film di febbraio, mi è piaciuto moltissimo, sopratutto dopo averlo capito davvero.

E’ un film del 2019, il film è stato anche presentato al Sundance Film Festival.

Di cosa parla?

Ehh, di tante cose. Dell’universo dell’arte direi, è una critica a questo, è una critica anche ai critici se vogliamo, al peso che in questo universo si da alle critiche che possono distruggere un artista, ma anche al desiderio di denaro, secondo me il film si basa su un concetto principale che è “nel momento stesso in cui dai più importanza ai soldi che puoi fare con qualcosa rispetto a quel qualcosa, non è più arte”.

Il film non ha valutazioni incredibili ma lo capisco perché può non piacere a tutti e io stessa ammetto di aver faticato a capire tutti i messaggi della pellicola, mi sono aiutata infatti con qualche video su Youtube, una volta compresa del tutto ne ho apprezzato il valore.

Ci sono parecchie morti, e ognuna di questa ha un senso specifico, i dettagli sono importanti.

L’ho rivisto due volte questo film perché avendolo guardato a inizio febbraio non mi ricordavo alcune cose e per parlarvene ho voluto rivederlo, ho notato che nel doppiaggio italiano c’è un problema con la voce di un’attrice ma in generale mi è piaciuto forse di più della prima volta.

La vicenda comunque ruota attorno (anche se non c’è un vero e proprio protagonista secondo me) a Josephina che scopre una collezione molto vasta e bellissima di dipinti di un artista sconosciuto, un uomo anziano che la donna trova morto nella sua palazzina.

Diciamo che l’arte di questo è “maledetta” e ciò da inizio ad una serie terribile di eventi, è un horror ma in una scena (che io non sono riuscita a vedere) viene fuori molto lo splatter.

Nel coso doveste vederlo e dire “ma cosa mi significa tutto questo?” vi consiglio di vedere questo video.

Mi sarebbe piaciuto scrivere un articolo perché ci sono molti spunti interessanti in questa pellicola.

Canzoni del mese

Harry Nilsson – Gotta Get up

Lovely – Billie Eilish

The Night We Met – Lord Huron

 

Cosmetico del Mese

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Un prodotto per le labbra? Ma dai, che strano.

Allora, io lo nomino questo prodotto ma non so quanto possa interessare, anche perchè a febbraio non ho provato grandi cose ma questo rossetto mi ha rapito il cuore, è il Retro Rouge di MAC.

E’ di una limited edition di Charlotte Olympia per questo non so se è ancora reperibile, se esiste ancora ecc..

So solo che se cercate un colore simile c’è il Divine Wine di Maybelline che è molto simile, ho anche quello (ed è uno dei miei rossetti preferiti), e la formula anche è ottima.

Da quando ho provato i rossetti MAC sono diventati i miei preferiti.

 

App del Mese

Nulla, il deserto arido questo mese, il nulla cosmico.

Scoperta del Mese

Sono stata costretta a cambiare pc a febbraio, l’unica cosa che ho scoperto è la delusione per l’abbandono del mio vecchio pc, di certo comunque febbraio è stato meglio di marzo questo posso già dirlo.

A febbraio credo di aver riscoperto la voglia di leggere finalmente, che si era nascosta da qualche parte, anche se il tempo non mi ha aiutata a coltivarla.

Citazione del Mese

“Talvolta crediamo di aver nostalgia di un luogo lontano, mentre a rigore abbiamo soltanto nostalgia del tempo vissuto in quel luogo quando eravamo più giovani e freschi. Così il tempo ci inganna sotto la maschera dello spazio. Se facciamo il viaggio e andiamo là, ci accorgiamo dell’inganno.”

Arthur Schopenhauer

Obbiettivi per Marzo che ormai è Quasi finito Per Fortuna

Terminare il mese ed evitare danni. Il mese di marzo non mi ha mai portato molta fortuna, nemmeno quest’anno, sembra che tutto il peso sia caduto qui a marzo ma ehi è quasi finita almeno.

Bene!

Lo so, oggi è stata breve ma febbraio è stato troppo breve per fare cose lunghe… almeno per me.

E voi? Com’è stato il vostro febbraio? Troppo breve per viverlo a pieno?

A presto!

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Cose dell’Anno – 2018!

Oh oh oh, buon venerdì!

Ho deciso di fare una cosa particolare, dato che è l’ultimo mese dell’anno e dato che avrei voluto scrivere una specie di articolo “recap” con le sezioni delle varie cose di ogni mese, ho deciso di unire le due idee e creare un articolo delle cose dell’anno!

In questo articolo voglio parlarvi (incluse le cose di novembre) di ciò che ha costellato il mio 2018, dato che dicembre non è ancora finito però vi beccherete l’articolo per le cose di dicembre a gennaio, lo so non c’è mai fine.

Quindi ora voglio fare un recap, con cose nuove anche, del 2018 e parlarvi delle migliori di quest’anno e non per me.

Iniziamo immediatamente perché ci sono tante cose di cui parlare!

Documentari dell’anno

I migliori documentari del 2018 (escludendo dicembre ma vabbè ne parleremo più avanti) per me sono stati quattro, di due vi ho già parlato e anche parecchio nei mesi scorsi ovvero “The Keepers” e “Wild Wild Country”, che sono stati due documentari piuttosto lunghi ma entrambi ottimi, dal punto di vista della qualità, della scrittura, dei materiali forniti, l’unica pecca che lega questi due documentari è secondo me la lunghezza appunto quindi non escludo che qualcuno guardandoli possa non avere la costanza o la voglia di continuare fino in fondo.

Perchè hanno entrambi 6 o 7 episodi l’uno e sono episodi da un ora più o meno che fornisco molto materiale su cui pensare e da allegare a altre informazioni date precedentemente ma a volte sembrano infiniti, sopratutto nel caso di “Wild Wild Country” trovo che alcuni minuti si potessero risparmiare.

In “The Keepers” invece è un tempo lungo ma giustificato.

Passiamo ai due invece di cui non vi ho mai parlato, il primo è Twisted Faith che ho visto nel mese di novembre su Sky, canale 119 se non erro, è un documentario in cui ogni episodio è a sè quindi potete guardarlo quando volete senza sentirvi “legati” al seguire la serie diciamo, parla di culti pericolosi appunto quindi sette, gruppi religiosi con idee estremiste e non viste di buon occhio dalla società insomma tutti quei gruppi considerati sette o insiemi di persone che vivono secondo determinate regole esterne alla società.

All’inizio dell’episodio c’è un giornalista che parla di una setta del nostro paese e successivamente l’episodio parte davvero e si affronta il caso della puntata.

In ognuna si parla di una setta o gruppo che vive secondo le regole di un individuo, ovviamente le condizioni cambiano da setta a setta ma c’è una sensazione che ho provato nell’ascoltare i racconti delle vittime e nell’ascoltare la versione di queste riguardo al modo in cui vivevano, ho avvertito un senso di claustrofobia quasi.

Il trovarsi fin da piccoli, o il nascere all’interno di questi gruppi che magari all’inizio sono totalmente pacifici o così credevano queste persone, che nel corso del tempo diventano aggressivi o espongono regole sempre più oppressive, è soffocante.

In alcuni di questi gruppi si parla di violenze, percosse, perfino di violenze su minori, le tematiche di questo documentario sono difficili da digerire sopratutto quando si pensa che la maggior parte di queste persone non conosceva la realtà, la vita al di fuori di questa quotidianità.

Se ve lo siete perso non temete di certo verrà ripetuto su questo canale, ora ho visto che vanno in onda episodi stile “riassuntivo” sugli episodi più lunghi in cui si racconta in dettaglio la storia di queste vittime.

Parliamo ora dell’ultimo documentario, penso che questo sia stato il mio numero 1 del 2018, ovvero Icarus.

L’ho guardato qualche settimana fa e mi sono innamorata perdutamente, penso sia uno dei documentari migliori che io abbia visto negli ultimi mesi/anni.

Ha vinto anche un Oscar come miglior documentario nel 2018.

Io non ho visto gli altri documentari nominati agli Oscar ma questo è stato una vera esperienza, è questo quello che dovrebbe essere un documentario, un esperienza che ti apre gli occhi.

Di cosa parla?

Dello scandalo riguardante il doping da parte degli atleti russi in breve, un ciclista decide di sottoporsi al doping per provare che ingannare il test è facile, fin troppo, ma tutta la vicenda si allarga e diventa qualcosa di molto, molto più grande.

Non voglio svelarvi troppo perché è un documentario breve, di 2 ore che io consiglio a tutti di vedere, è incredibile per me il fatto che in 2 ore siano riusciti a condensare una vicenda simile in una maniera eccelsa.

E’ un documentario realizzato alla perfezione, dagli effetti grafici, alla qualità visiva, alle informazioni che porta… fantastico!

Per le serie tv non sono riuscita a decidermi perché non ho visto grandi serie tv nel 2018 e nessuna mi ha fatta impazzire sinceramente…

Film dell’Anno

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Ho visto anche il film de “Quel che Resta del Giorno”, dopo aver letto il libro assieme al gdl negli scorsi mesi.

Uscito nel 93′ ha come attori principali Anthony Hopkins e Emma Thompson.

Mi è piaciuto molto come film, ho amato anche il libro ma il film credo tagli gli spazi vuoti che possono esserci nel libro.

La recitazione di entrambi gli attori è perfetta, rappresentano ciò che immaginavo io nella lettura del libro, sono esattamente come me li ero immaginati.

Vi riparlo brevemente della trama, parla di un maggiordomo che dopo anni di servizio si sposta dall’abitazione per intraprendere un viaggio e in questo si renderà conto che ha passato tutta la vita al servizio dei propri “padroni”.

Fa un bilancio dei momenti più significativi della propria carriera e da ciò ne deriva il libro e il film.

Abbiamo già parlato del libro e sapete la mia opinione a riguardo, mi è piaciuto molto sia questo che il film.

 

Canzoni dell’Anno

Johnny Cash – 40 Shades of Green

Gabrielle Aplin – Start of Time

Wires – The Neighbourhood

Sick Boy – The Chainsmokers

Johnny Cash – Highway Man

 

Cosmetico dell’Anno

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Assolutamente il Gingerbread Girl di Too Faced, so che la versione maschile è quello più gettonato ma io mi sono innamorata della versione femminile sembra sui toni cioccolato ma allo stesso tempo bordeaux/mattone.

E’ bellissimo come colore, il prezzo non è dei più abbordabili ma per la formula e il colore particolare mi sento comunque di consigliarlo.

La versione maschile è più sull’aranciato è forse si adatta a più carnagioni ma questo mi ha rapito il cuore.

 

App dell’Anno

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L’app del mese per me è stata Photodirector perché mi ha aiutata in ogni singola foto, è ottima per correggere, per aggiungere effetti, per rendere la foto più presentabile insomma.

Penso sia una delle migliori app per modificare/correggere fotografie che io abbia mai provato.

E’ gratuita anche se per certi servizi bisogna pagare passando alla versione premium però si riesce a lavorare bene anche senza acquistarla secondo me.

 

Scoperta dell’Anno

A parte la mia ritrovata passione per i documentari e oltre all’aver trovato delle perle, un’altra scoperta che ho fatto invece che è più personale che altro riguarda il mio accettare diversi progetti.

Mi sono ritrovata piena di cose da fare specialmente in questo periodo anche perchè durante l’anno ho accettato di tutto e per la prima volta mi ritrovo a fare ordine, so che non posso prendere ovunque, specialmente adesso che ho anche altri progetti esterni al blog.

Sono giunta quindi alla conclusione che chiuderò il mio secondo blog in cui parlo di beauty, semplicemente perché non fa per, ho deciso di voler dedicare le mie energie a questo blog, non mi sento la persona più adatta per questo ruolo, anzi qui parlando di libri, scrittura ecc sono nella mia confort zone, so che è questo il mio posto.

Citazione dell’Anno

Ciò che si è visto
una sola volta
non esiste ancora.
Ciò che si è sempre visto
non esiste più.

Elias Canetti

 

Cosa Positiva/Negativa del 2018

Beh quest’anno ho imparato una grande lezione, ho capito che è importante seguire il proprio obbiettivo e sopratutto lasciar perdere ciò che ti accorgi non essere più importante per te.

Sono sempre stata convinta di poter fare tutto (dal punto di vista degli impegni) ma nel 2018 mi sono resa conto che le strade importanti per me si contano sulle dita di una mano.

E ho intenzione di seguirle nel 2019.

Obbiettivi per il prossimo Anno

Questo, focalizzarmi su ciò che è importante, sopratutto seguire le strade che rappresentano quello che voglio fare nella vita sopratutto dal punto di vista lavorativo.

Bene!

E voi? Come è stato il vostro 2018 ? E’ stato un anno da ricordare? Un anno che vi ha insegnato lezioni importanti? O una anno di transizione?

Noi ci leggiamo prestissimo!

Elisa

 

 

 

Cose del Mese // Luglio – Agosto

Buon giovedì gente!

Sì, sono davvero io, non siete vittima di qualche allucinogeno o di un immaginazione troppo sviluppata, so che sono sparita nelle ultime settimane ma ci sono state le vacanze di mezzo e vari progetti e un casino incredibile quindi che ne dite se ne parliamo per bene?

Prima cosa, vi ricordo che in questi giorni c’è un sondaggio in corso sul gruppo di lettura per scegliere il libro di settembre, vi aspettiamo qui!

Nei prossimi giorni ovviamente arriverà l’articolo/annuncio per quello che sarà il libro del prossimo mese.

Seconda cosa, sapete che c’è una sezione “beauty” nel blog e fino a qualche mese fa sono riuscita a tenerla abbastanza attiva? C’è un problema per me, ogni volta che pubblicavo un articolo di questo genere mi sembrava di pubblicarlo nel posto sbagliato perché voglio parlare di libri e di scrittura in questo blog non di altri argomenti.

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State intuendo dove sto andando a parare?

Esattamente, ho aperto un altro blog incentrato solo sul beauty, perché non si direbbe dalla frequenza con il quale aggiorno questa sezione ma è una mia passione e tutta questa poca frequenza è come un cane che si morde la coda, perchè evitavo di pubblicare anche per il fatto di non sentirmi a mio agio su questo blog a parlare di questo.

Sono sparita anche perché mi sono impegnativa ad “avviare” questo blog, che per chi fosse interessato/a vi lascio QUA, è sempre su wordpress perché qui mi sento a casa, hai capito wordpress? Un inquilina si moltiplica per 2 gioisci di ciò!

Penso che lascerò comunque gli articoli pubblicati fin’ora di beauty ma per qualsiasi nuovo articolo su questo universo mi trovate lì ora!

Per il resto qui la vita procederà come al solito, oggi è il 23 e tutto va bene (si fa per dire), io ho terminato le mie vacanze proprio oggi e quando uscirà questo articolo io sarò al lavoro con tutta probabilità.

Ho pensato di non annunciare nemmeno le vacanze del blog quest’anno perché ero già dispersa da qualche settimana, le mie vacanze non sono durante quasi nulla e sapevo che sarei tornata prima di settembre.

Detto ciò, passiamo al succo dell’articolo ovvero le cose di luglio e agosto che vi ho già fatto attendere troppo.

Iniziamo!

Documentari dei mesi

Ho cercato un altro documentario sulla scia de “Wild, Wild, Country” o “The Keepers” ma non li ho trovati quindi ho deciso di buttarmi su altro.

Il primo di cui vi parlo ha un nome lunghissimo che non riscriverò più di una volta, “Inside The World’s Toughest Prisons” è, come intuirete dal titolo, un documentario in cui un uomo condannato ingiustamente ad una condanna per omicidio anni prima dopo essere stato scarcerato decide di viaggiare e documentare ciò che accade all’interno delle prigioni più dure e temute del mondo.

Non ho guardato tutta la prima stagione ma da ciò che ho visto posso dirvi che chi lo ha realizzato è molto bravo nel capire i tempi di riproduzione perché la puntata termina nell’esatto momento in cui tu pensi di averne abbastanza.

E’ interessante certo, per vedere come si vive all’interno di queste carceri in qui sono accaduti fatti brutali anche come per esempio rivolte, omicidi, soprusi, credo sopratutto che l’intero documentario ruoti attorno alle domande “Cosa fa un uomo quando si ritrova in una situazione difficile e violenta? Come agisce? Come si rivolta contro gli altri?”.

Alcune prigioni sono addirittura ignorate o nascoste dalla società, in carceri in cui in ogni momento potrebbe scoppiare una rivolta, la tensione cresce e scoppia fino a trascinarsi dietro vittime di una violenza brutale.

E’ una serie da guardare in pillole, un po’ per la cruda realtà delle vicende un po’ perché due puntante alla volta sarebbe decisamente troppo.

Altro documentario è “Dark Tourist“, un giornalista anche qui gira per il mondo ma per motivi diversi, lui è un vero e proprio dark tourist in quanto visita luoghi pericolosi o in cui sono successi fatti pericolosi per esempio partecipa ad un esorcismo (crediate o no in questi fatti io eviterei di partecipare ad un evento simile comunque), simula atti pericolosi come passare il confine in territori proibiti oppure va in luoghi colpiti dalle radiazioni, va a cena con i vampiri di New Orleans, festival voodoo, aggressioni insomma c’è di tutto.

Alcune situazioni sono interessanti altre mi hanno fatto pensare “cosa sto guardando?” ma questa domanda me la sono fatta tante volte quindi a posto.

Quando David, visita luoghi di tragedie o ripercorre fatti realmente accaduti tipo l’omicidio di JFK è molto interessante o quando intervista alcune persone che vivono nel quartiere costruito in Messico da Escobar, che lodano e ammirano quest’uomo perché ha dato a tutti loro “un tetto” e sembrano ignorare la carneficina provocata proprio dal regno di Escobar senza parlare del resto.

E’ un documentario interessante e a volte divertente grazie ai momenti “wtf”, ne consiglio la visione se vi interessa il genere.

 

Serie tv

Disincanto

A parte la revisione di “Poldark” che hanno deciso di donarci questa estate su canale 5 il resto non è stato un granchè da guardare.

Qualche giorno fa su Netflix è approdato “Disincanto”, non so voi ma il titolo mi piace un sacco ed è molto legato al contenuto della serie, come posso descrivere questa serie tv? Vediamo..

In un regno incastonato fra le rocce ai tempi del Medioevo seguiamo le vicende di Bean una principessa anticonvenzionale che assieme al demone Luci, che assomiglia più ad un gatto che a un demone, e all’elfo “Elfo” trascorre le sue giornate nel regno a combinare disastri, ad ubriacarsi e a vivere la sua giovane età a pieno.

Ormai per farmi guardare una serie tv deve essere cartoon e avere all’interno dell’umorismo nero altrimenti, nulla da fare.

La serie è stata creata da Matt Groening, il creatore dei Simpson e di Futurama, si vede aggiungerei, dal punto di vista delle animazioni e della qualità della serie (graficamente) non ho nulla da dire, è perfetta senza parlare del fatto che ambientazione stile medioevo cartoon è davvero bella da vedere.

La serie non è stata osannata come previsto dal pubblico e dalla critica, io credo sia piacevole da vedere, è senza dubbio realizzata alla perfezione ma alcune situazioni e alcune battute non mi convincono, non perché troppo da umorismo nero ma perché scontate e poco divertenti.

Continuo comunque a consigliare questa serie che spero migliorerà nelle prossime stagioni, io ho terminato la prima in 1 giorno anche perchè ogni episodio è da mezz’ora quindi non ci si mette molto, il tempo corre con questa serie.

 

Canzoni dei Mesi

Via del Campo – Fabrizio de Andrè

Come Togheter – Michael Jackson

God Is a Woman – Ariana Grande

non pensavo avrei mai citato una canzone di questa cantante, non è il mio genere ma questa canzone mi ha rapita anche per il bellissimo video

Sleeping at Least – Already Gone

Cosmetico dei Mesi

Nonostante il nuovo blog terrò qui questa sezione.

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Il prodotto di questa estate per me è stato questo fondotinta che non ho indossato un granchè per il caldo, lo mettevo sopratutto alla sera per sembrare presentabile quando mi spuntava qualche imperfezione.

Ne parlerò meglio nelle prossime settimane sul nuovo blog.

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L’ho acquistato nella colorazione 10, la più chiara come sempre, ha un profumo agrumato e la consistenza tastandola sembra appiccicaticcia, è una linea ideata con l’86,9% di ingredienti naturali, di solito i fondotinta naturali mi spariscono dopo due secondi dal viso ma questo ha una buona durata e vi dirò, anche un’ottima coprenza.

Noto che all’inizio dell’applicazione sembra intensificare i pori ma dopo averlo finito di stendere e aver completato la base questo aspetto sparisce.

I miei dubbi sono stati spazzati via da questo prodotto.

Ne parleremo presto!

 

App dei Mesi

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Preview è stata la mia app sopratutto di agosto, con l’apertura di un nuovo instagram dedicato al nuovo blog ho dovuto studiarmi un po’ l’aesthetic generale del profilo, missione che ho fallito, ma Preview ha fatto di tutto per aiutarmi.

Sicuramente conoscerete questa app perché è piuttosto popolare, ti permette di impostare (in una immagine provvisoria) come uscirà il feed del tuo profilo pubblicando certe foto prima di altre o viceversa.

E’ un app molto utile, non è il massimo della comodità perché si potrebbe migliorare questo aspetto quando si impostano le immagini ma se cercate un’applicazione che faccia questo lavoro sporco, Preview è l’ideale.

 

Scoperta dei Mesi

Durante queste vacanze ho iniziato a leggere “La Famiglia” di Ed Sanders, che ho acquistato negli ultimi mesi, dovrei postare una foto/book haul su instagram perchè sopratutto per i regali di compleanno ci sono state parecchie entrate.

Sto continuando a leggerlo perché questo libro è enorme e mi sta piacendo davvero parecchio, è un libro di non-fiction sugli eventi legati alla the family di Manson e a Charles Manson in prima persona, sarebbe perfetto se Netflix girasse un documetario su questi eventi.

Dopo aver letto qualche anno fa “Le Ragazze” mi era venuta la curiosità di leggere qualcosa di reale, ovvero qualcosa che riportasse gli eventi realmente accaduti, quindi non appena ho visto questo titolo ne ho approfittato.

Non ci sono state grandi scoperte questa estate a parte i film trash che davano la sera tardi su canali strani della tv.

Citazione dei Mesi

Le coincidenze, a volte, sono i segnali misteriosi della vita,
ai quali bisogna credere.

– Cesare Pavese

Cosa Negativa/Positiva di questi Mesi

Sono contenta di aver realizzato il progetto blog 2, ci pensavo da tempo, perché relegare il beauty ad uno spazietto aggiornato quasi mai mi dispiaceva.

Le cose negative è che le vacanze sono già finite per quanto mi riguarda.

Sto leggendo poco ultimamente ma ho voluto rallentare del tutto i ritmi anche per riposarmi prima di ripartire oggi, sono stati mesi di caldo, fatica e idee.

 

Obbiettivi per Settembre

Questo mese sono puntuale per parlare del mese prossimo, evviva, ricordatevelo perché non succederà più.

Vorrei finalmente fare qualcosa di buono con queste idee che vi dicevo, che riguardano sopratutto la scrittura ma anche altri progettini legati al blog.

Settembre rappresenta i nuovi inizi per me, come la scuola, mi ricorda la novità, aria di innovazione, come se si potesse fare tutto ciò che si vuole, lanciarsi verso nuove mete.

E’ quello che voglio fare a settembre!

 

Bene!

E voi? Come è stata la vostra estate? Vi siete riposati/e? Vi siete divertiti/e? Fatemi sapere!

Noi ci leggiamo prestissimo!

Elisa