Buon martedì! Come state?
Sentite ancora le ripercussioni della domenica? Io sì.
Oggi recensione, parliamo del libro che è stato in lettura per tutto il mese di novembre sul gruppo di lettura, ovvero Frankenstein di Mary Shelley.
Grande classico, c’è molto da dire quindi iniziamo immediatamente!
Frankenstein – Mary Shelley
Casa Editrice: Mondadori
Genere: Classico/Gotico
Pagine: 276
Prezzo di Copertina: € 10,00
Prezzo ebook: € 0,99
Anno della Prima Pubblicazione: 1818
Link all’acquisto: QUI
Trama
Nel 1816 Lord Byron, durante una sera tempestosa nella sua villa a Ginevra, propone ai suoi ospiti – Mary e Percy Shelley, e William Polidori – di scrivere, per gioco, cun racconto dell’orrore. Ricollegandosi al mito di Prometeo, Mary scriverà Frankenstein. Una storia che è un groviglio etico, un ragionamento profondo sull’origine della vita: l’angosciante storia di uno scienziato che conduce macabri esperimenti nel tentativo di restituire la vita ai cadaveri. Una favola terribile capace di imporsi con la forza delle immagini e la sua autonomia di mito universale. Uno sconvolgente racconto dell’orrore in cui il mostro è più umano del suo creatore.
Per un attimo la mia anima si sollevò al di sopra delle sue meschine e umilianti paure, per contemplare le idee divine di libertà e sacrificio, di cui questi luoghi erano monumento e ricordo. Per un istante, osai scrollarmi di dosso le mie catene, e guardarmi attorno con uno spirito libero ed elevato; ma il ferro mi era penetrato nella carne, e ricaddi tremante e senza speranza nel mio io disperato.
Recensione
Prima di iniziare con la recensione vera e propria volevo dirvi che ho deciso di modificare un tantino il tipico stile delle recensioni, infatti per non scrivere paragrafi su paragrafi ammassati ho deciso di dividere la recensione in determinati “argomenti”, per renderle più ordinate. Ok, fine premessa, iniziamo con la recensione.
Allora, partiamo dal presupposto che non è facile parlare di questo libro, perché è un grande classico (forse uno dei più famosi), è un testo dell’800 e il suo contenuto spazia in diversi argomenti sui quali bisognerebbe aprire parentesi gigantesche.
Quindi approcciamoci un attimo agli aspetti più tecnici.
Stile di Scrittura
Ahime! Perchè l’uomo vanta sensibilità superiore a quella dei bruti? Ciò lo rende un essere ancora più afflitto dai bisogni. Se i nostri impulsi si limitassero alla fame, alla sete e al desiderio, potremmo quasi essere liberi; ma ora siamo mossi da ogni soffio di vento, e da una parola occasionale o dall’immagine che tale parola provoca.
All’inizio sono rimasta stupita dallo stile dell’autrice perché mi aspettavo un qualcosa di più aulico e prolisso, essendo un testo di quell’epoca, diciamo che nelle prime pagine secondo me non si assapora lo stile della giovane Mary in toto, poi avanzando emerge lo stile autentico che è decisamente più laborioso.
Ci sono pagine a volte di riflessione sull’animo umano e pagine di descrizioni di montagne e laghi (sopratutto), sono descrizioni che non mi hanno impresso nella mente un panorama stile fotografia, sono descrizioni abbastanza didascaliche, infatti direi che uno dei aspetti che ho apprezzato meno del testo (e forse l’unico) sono proprio le descrizioni, non perché siano scritte male, assolutamente, ma non sono al 100% evocative secondo me.
Sono quelle descrizioni stile “immagina l’Arno con il tramonto“, sono paesaggi che o tu lettore già conosci più o meno oppure non ti portano in quell’atmosfera voluta dall’autrice.
Questo è l’unico appunto che voglio fare sulla scrittura ed è ovviamente una considerazione personale, per il resto la scrittura di certo si prende i suoi tempi per analizzare le emozioni umane, per interrogarsi sulla natura dell’uomo e per rendere al massimo una caratterizzazione piena dei personaggi.
E’ un libro che usa diversi espedienti, ci sono lettere, racconti nei racconti, e ho trovato a tratti geniale questa matriosca di racconti perché è un’ottima tecnica per analizzare uno dei discorsi sui quali si basa l’opera ovvero la natura umana e la bestialità di questa, quindi lo stile lavora bene con i concetti principali espressi.
Di certo una giovane Mary Shelley di soli 19 anni non avrebbe mai immaginato un successo tale per una storia nata quasi “per divertimento”.
Quali sono i concetti espressi in Frankenstein?
Sono innumerevoli, come vi dicevo prima il libro ruota attorno a diversi dilemmi principali, la bestia avrebbe potuto essere diversa se Victor e gli umani in generale l’avessero trattata in modo differente? Dove sta la ragione, è la bestia dopo aver subìto eventi che hanno messo a nudo il lato negativo della natura umana, ad essere motivata nel fare ciò che ha fatto? Oppure si è spinta troppo oltre e non ha compreso le motivazioni? O ancora, se Victor avesse mantenuto fede alla sua posizione di padre/Dio tutto quello che viene narrato nel libro non avrebbe mai avuto luogo? Victor può realmente incolpare la bestia, creata da lui stesso, per ciò che ha fatto questa sapendo in cuor suo di essere venuto meno nei confronti di questa?
E’ uno di quei testi che nel corso delle pagine instaura nella mente del lettore talmente tanti interrogativi che il trascriverli qui e ora per me sarebbe impossibile, o una lista infinita di domande troppo lunga per poterla sopportare.
Un’aspetto sul quale ho riflettuto a lungo è la coscienza di Victor, nel corso del testo a causa di questa mostruosa creazione la sua vita verrà rovinata, ma lui sembra rendersi conto fino ad un certo punto delle sue colpe, realizza a tratti il fatto che se lui in prima persona si fosse comportato in modo diverso non sarebbe accaduto forse un qualcosa di questo tipo.
Un altro aspetto interessante della sua personalità è il coraggio, spesso lui si mette in bocca questo termine ma per quanto mi riguarda non è un uomo coraggioso, preferisce scappare a volte invece che affrontare qualcosa o qualcuno, preferisce tacere invece di confessare, preferisce fingere invece che ammettere.
Victor è un uomo di grande intelligenza, ma sembra perdersi, non affronta le conseguenze delle proprie azioni e invece che provare quanto meno a salvare vite umane preferisce mantenere il suo segreto, quando deciderà di raccontare tutto sarà oramai troppo tardi.
Il modo in cui Victor tratta la bestia è mostruoso, lui ha creato questa creatura e sembra dimenticarsene, non rispecchia la bellezza, la grazia, i suoi canoni e quelli della società, è un mostro, un essere orrendo, un demone e per questo merita di non essere nemmeno mai “nato” secondo lui, è un padre che odia il proprio figlio, un Dio che spera nella morte della sua creazione.
Per qualche istante Victor si lascia andare alla compassione e prova a comprendere questo essere, ma è un momento che dura poco perché subito dopo torna questo odio mortale.
Victor è un’essere egoista anche, una delle tragedie finali rappresentano questo suo aspetto secondo me, si preoccupa prima per lui stesso e dopo per gli altri, continua a pensare alla sua famiglia, ma quando è il momento di proteggerla dalla tragedia e dalla distruzione lui non fa nulla.
Dal canto suo la bestia sprigiona quell’odio e quel disprezzo verso la razza umana che solo chi viene emarginato dalla società, viene additato come un essere che non merita la vita e viene al mondo costretto a nascere solo perché rinnegato dal suo stesso padre, può provare.
La bestia compie azioni di una malvagità e una mostruosità uniche, nessun essere dovrebbe poter togliere la vita, e fino alla fine dei suoi giorni si accerterà di far pagare a Victor ogni colpa.
Qui arriva un concetto da me molto amato nei romanzi di tutti in generi, la vendetta, qui rappresentata magistralmente, sono sempre attratta dalla natura di questa, che sembra essere un cibo che non sazia mai, anche dopo la morte della propria fonte di vendetta non si è sazi e ci si rende conto di aver inseguito un’idea, una morsa di odio e voglia di prevalere sull’altro.
Uh, parliamo anche di un ultimo concetto, l’intelligenza del mostro, la creatura senza dubbio è dotata di un’intelligenza non indifferente e tutto ciò che ha imparato lo ha imparato osservando vari esseri umani, leggendo, apprendendo, ma qui sorge spontanea una domanda, un essere così intelligente e strategico (come viene mostrato all’interno del libro) può allo stesso tempo essere così bestiale e irrefrenabile nella sua violenza? Comprende la gravità delle proprie azioni, ma ciò non lo ferma.
Infine vorrei accennare qualcosa su Walton, il personaggio con cui si apre il testo che incontrerà Victor casualmente e questo gli narrerà tutta la storia che conosciamo, ho amato il personaggio di Walton anche se non è uno dei principali, perché è in fondo un essere che comprende, ha ascoltato tutta la storia da Victor, è a conoscenza di tutti i fatti e alla fine quando si troverà costretto a prendere una decisione sceglierà di testa sua.
Mi è piaciuto molto questo testo, è un classico che sono felice di aver finalmente letto!
Voto:
Voto quasi pieno, ho deciso di non assegnare punteggio pieno per ciò che vi ho detto sulle descrizioni, ma è un libro meraviglioso e ne consiglio a tutti la lettura!
Bene, detto ciò, fatemi sapere, avete mai letto questo libro? Sì, vi è piaciuto? No, perché?
A domani!