LiberTiAmo di Settembre (2023)

Buon venerdì e buon primo di settembre!

Come state? Come avete trascorso l’assolato e caloroso mese di agosto, vi siete rilassat*? Vi siete goduti una bella vacanza o avete lavorato anche il mese scorso, o vi siete goduti il freschino delle mura di casa?

Io riemergo dalle tenebre, dopo essere sparita per ben due mesi perché tra lavoro, ferie e impegni vari purtroppo non sono riuscita nelle settimane precedenti a gestire nel migliore dei modi il blog, sono stati periodi impegnativi e intensi.

Ma ora siamo a settembre e dopo il delirio dell’estate dovrei riuscire ad essere più presente e soprattutto tornare con una certa costanza (so che lo dico sempre, ma settembre è sempre un mese in cui bene o male riesco a realizzare i miei propositi quindi spero di farcela).

Per molte persone settembre è come l’inizio di un anno nuovo e di certo si ritrova sempre una nuova energia e vigore, si riparte insomma.

E noi oggi ripartiamo nel migliore dei modi, ovvero parlando del libro che sarà in lettura nel mese di settembre sul gruppo di lettura, LiberTiAmo, che come sempre trovate qui, e come sempre ogni mese leggiamo assieme un libro scelto fra le proposte.

A settembre leggeremo “In Fondo alla Palude” di J.R. Lansdale, il romanzo è stato pubblicato nel 2000, Lansdale è autore di numerosi romanzi, racconti, fumetti e sceneggiature, tra questi è presente la famosa “Trilogia del Drive-In” e la serie di Hap e Leonard.

In Fondo alla Palude – Joe R. Lansdale

Anno di Pubblicazione: 2000

Link all’acquisto: QUI

Trama

Harry ha undici anni e passa gran parte delle giornate, come tutti i ragazzini di quell’età, a pescare sulle rive del fiume Sabine e a scorrazzare per i boschi insieme all’amato cane Toby e la sorella Tom. Sono tempi duri, c’è la Depressione, ma a lui non serve molto altro per essere felice. La sua vita però cambia quando scopre il cadavere martoriato di una donna nera nelle acque della palude. Inizia cosí la grande avventura che lo porterà a varcare per sempre il confine che segna la fine di ogni infanzia, quel punto oltre il quale il mondo smette di essere abitato dai mostri e inizia a riempirsi dei fantasmi che tormentano le esistenze degli adulti.

Il libro sarà in lettura per tutto il mese di settembre.

Ci leggiamo prestissimo!

Le Città Invisibili – Italo Calvino

Buon mercoledì!

Come va? Com’è iniziata questa settimana?

Oggi parliamo di quello che è stato il libro per il gruppo di lettura del mese precedente, ovvero settembre.

Infatti il mese scorso sul gruppo abbiamo letto “Le Città Invisibili” di Italo Calvino, il libro di cui parleremo appunto oggi, in realtà questa recensione si è fatta attendere perché io ho terminato questa lettura il 04/09 e avrei voluto parlarvene prima, ma fra una recensione arretrata e l’altra eccoci qui.

Comunque, bando alle ciance, iniziamo!

Le Città Invisibili – Italo Calvino

Casa Editrice: Mondadori

Pagine: 160

Genere: Narrativa

Prezzo ebook: € 7.99

Prezzo di Copertina: € 12,00

Prima Pubblicazione: 1972

Link all’acquisto: QUI

Trama

“A un imperatore melanconico, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili. Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che possono valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi.”Italo Calvino

Pensai: “Forse Adelma è la città cui si arriva morendo e in cui ognuno ritrova le persone che ha conosciuto. E’ segno che sono morto anch’io.” Pensai anche: “E’ segno che l’aldilà non è felice.”

Recensione

Dunque, è difficile parlare di questo libro, prima di tutto per la particolarità di questo, infatti ci troviamo davanti ad una raccolta di città nel vero senso della parola.

Struttura

In questo libro c’è una trama di base, che raccoglie queste città e le tiene assieme, abbiamo Marco Polo che in un dialogo con Kublai Kan, l’Imperatore dei Tartari parla delle città che ha visitato, 55 in totale divise in 11 categorie.

Qui Calvino ricorre alla letteratura combinatoria, letteratura in cui l’autore gioca con il lettore e questo si ritrova a trovare combinazioni ed incastri vari nel testo.

Le descrizioni delle città non vanno oltre le 3/4 pagine e ogni città si ritrova assieme in una, come dicevo prima, categoria. Ad esempio abbiamo “Le città e il desiderio” o “Le città sottili“, “Le città e i morti” o ancora “Le città e il nome“.

Ogni categoria esiste per un motivo e le città che rientrano in una determinata categoria hanno elementi in comune, o un “significato” generico comune, anche se a volte questo sembra più difficile da trovare.

Il libro ha in totale 9 capitoli, all’interno di questi vengono presentate un tot di città, all’inizio e alla fine di ogni capitolo c’è un dialogo in corsivo fra Polo e Kublai Kan, questo dialogo crea una cornice.

Le città hanno tutte un nome di donna dalle tinte classiche, ad esempio: Moriana, Leonia, Fedora, Eufemia, Zaira, Dorotea, Bauci, Ipazia ecc. ecc.

Struttura del Testo

Immaginazione e Critiche

Il mio primo pensiero venuto spontaneo leggendo questo libro è stato: “un libro del genere fa esplodere la tua immaginazione”, e lo penso ancora, credo che uno dei vari pregi di questo testo siano le immagini che Calvino riesce a creare, immagini forgiate quasi in sogno, alcune molto diverse fra loro altre invece piuttosto simili.

Ci si immagina città con un “sottosopra” quindi una sua simile posizionata al di sotto di questa in cui vivono persone che alimentano la città di sopra, ci si immagina città sospese con funi in cui gli abitanti non toccano mai per terra, città piene di matasse di fili che legano una casa all’altra, un’edificio all’altro, insomma è un libro che vi porta in un mondo senza limiti e contorni.

Calvino trasforma la realtà in un qualcosa di sospeso, lontano, ma allo stesso tempo vicino.

Ad esempio alcune “critiche” o semplicemente immagini dell’autore si riferiscono a problemi reali, ad esempio quello dell’immondizia.

“I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.”

C’è una città nel libro che diventa satura di immondizia e decide di portare questa al di fuori dalle mura, così finisce per essere circondata dalla spazzatura e le altre città vicine a lei hanno lo stesso problema.

Calvino porta quindi alcuni problemi contemporanei e non in queste città immaginarie perché queste non sono del tutto immaginarie, in ogni città si può riconoscere un qualcosa che ci riporta alla realtà, pur tenendoci sospesi nell’immaginario.

Trovo che all’interno ci sia anche un interessante ragionamento che riguarda il potere, in particolare questo appare nei discorsi fra Polo e Kublai Kan, quest’ultimo ovviamente si ritrova con il peso del potere sulle spalle e si perde in ragionamenti vari con Polo riguardo all’essenza di una città e di un impero. Quanto si può conquistare? Qual’è il peso di questa conquista? C’è altro dopo, quando si arriva in un luogo, e lo si conquista, è tutto finito lì?

Calvino non indirizza questi ragionamenti o critiche in modo diretto, le inserisce nel testo senza spingere troppo su questi.

Conclusioni

E’ un libro di cui è difficile parlare perché credo sia una vera e propria esperienza, quel libro da leggere magari a piccole dose perdendosi nei meandri dei mondi che vengono creati all’interno, o magari di fretta facendo indigestione di fantasia.

E’ una raccolta di città che non sono solo città, sono universi, simboli, discorsi più estesi sulla vita e sul significato di questa, il tutto sotto forma di città appunto, ci sono città in cui ti sembra di non essere mai arrivato, sei sempre stato lì e non ne sei mai uscito, ci sono città che si ripetono, città che ti rinfacciano il passato…

Penso sia anche un libro che non si finisce mai di leggere, lo si può ripescare dalla libreria e tornare a perdercisi come se fosse la prima volta, è un caso raro trovare un libro simile, un mondo che non si finisce mai di esplorare.

Le città contenute all’interno sono sogni, ma anche realtà, in ognuna anche la più lontana dalla realtà si può trovare un elemento di vita comune a tutti.

Voto:

E’ stata una lettura rinfrescante, di sicuro lo definirei un testo innovativo, nuovo e libero, come l’autore d’altronde.

E voi? Avete mai letto “Le Città Invisibili”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A presto!