Il Giro di Vite – Henry James

Buon sabato!

Come state? Come state passando queste giornate assai particolari?

Lo so che vi avevo promesso le “cose del mese” come prossimo articolo dopo il precedente, ma cambio di programma! Non temete, a breve arriverà “le cose del mese”, a brevissimo!

Ma oggi parliamo del libro in lettura ad aprile sul gruppo di lettura, infatti per tutto il mese scorso abbiamo avuto modo di leggere “Il Giro di Vite” di Henry James.

Ho terminato questo libro più di due settimane fa, ma pubblico questa recensione solo ora un po’ perché mi sono voluta prendere qualche giorno di tempo per riflettere su questa lettura e po’ per vari impegni che hanno rimandato la scrittura della recensione.

Io direi di iniziare subito allora!

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Il Giro di Vite – Henry James

Pagine: 167

Genere: orrore/gotico/ghost story

Prezzo ebook: € 2,99

Prezzo di Copertina: € 9,00

Anno di Pubblicazione: 1898

Link all’acquisto: QUI

 

Trama

Protagonisti di “Giro di vite”, forse il più celebre tra i romanzi brevi di Henry James, sono Flora e Miles, due bambini perseguitati dai fantasmi di un’istitutrice e di un maggiordomo, e intrappolati in quella che Fausta Cialente nella nota al testo definisce una “tirannica atmosfera”. Ai classici motivi del racconto nero, “gotico”, James unisce una sottile indagine psicologica, consegnando al lettore uno dei più suggestivi racconti del mistero, sempre al confine tra realtà e soprannaturale.

Certo, in teoria tutti concordavamo ch’egli dovesse prender lezioni da me durante quell’incantevole estate, ma ora mi rendo conto che, per intere settimane, fui io piuttosto a ricevere lezioni. Imparai qualcosa – certamente all’inizio – che non avevo appreso nella mia vita modesta e limitata: imparai a divertirmi, e perfino a saper divertire, e a non pensare all’indomani. Era la prima volta, in un certo senso, che mi accorgevo dello spazio e dell’aria e della libertà, di tutta la musica dell’estate e dei misteri della natura.

Recensione

Come scritto sopra ho avuto bisogno di tempo dopo la lettura per riflettere sul testo che avevo appena terminato, mi ero approcciata a “Il Giro di Vite” con ottime aspettative, da parecchio infatti questo libro sosta nella mia libreria e ogni volta che mi capitava di guardarlo pensavo “oh, devo assolutamente leggerlo perché di sicuro mi piacerà”.

Purtroppo non è stato proprio così…

Andiamo con ordine, questo libro ha una lunga storia, è stato infatti pubblicato nel 1898 a puntate sulla rivista Collier’s Weekly, ed è classificato come una storia di genere gotico con i fantasmi.

Il fascino di questo libro risiede nella confusione che provoca nel lettore nelle diverse possibili interpretazioni che a fine lettura si fanno strada ripensando a ciò che si è appena letto.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile di James a volte sembra concentrasi parecchio sui luoghi, ad esempio si lascia andare a descrizioni piuttosto approfondite sulla casa, sul lago, sui piccoli dettagli dell’abitazione e tutto ciò torna al genere gotico, sono infatti le descrizioni a dare alla storia sempre un tocco gotico.

Ci si immagina questa grande magione e questa istitutrice che vaga per il tuo giardino e si perde a guardare la struttura quando all’improvviso inizia a vedere delle figure comparire di tanto in tanto.

E’ interessante il fatto che nonostante ci siano altre figure che lavorano all’interno della magione, l’autore sembra concentrarsi ed isolare quasi le figure dell’istitutrice e dei due bambini.

A queste descrizioni si affacciano anche scene di direi finta azione, capita spesso infatti di seguire la protagonista nei suoi ragionamenti che si concludono quasi sempre con l’iniziativa di voler fare un qualcosa senza però agire in modi particolari, almeno la maggior parte delle volte.

L’atmosfera è mista direi, ci sono momenti in cui sembra di stare a lume di candela mentre si cerca di vedere nel buio, mentre in altri si avverte un clima quasi giocoso e leggero.

Il ritmo sembra quasi sempre raggiungere l’apice alla fine del capitolo e qui torna il discorso della pubblicazione originaria in una rivista, quindi a puntate, forse per voler risvegliare l’attenzione del lettore l’azione, o comunque una scintilla di avanzamento nella storia, sembra (per la maggior parte dei capitoli concentrata solo nel pezzo finale.

Personaggi

Non ho amato il personaggio principale, ovvero quello dell’istitutrice, è di certo una ragazza che si ritrova a fare un lavoro in cui ad un tratto iniziano ad accadere cose strane e lei non sa a chi rivolgersi per poter sistemare queste situazioni, ma per la maggior parte del tempo pensa ed agisce come se stesse salvando il mondo senza smettere di correre da una parte all’altra quando guardando le azioni non è così.

Sembra che nei suoi pensieri cerchi sempre di darsi un tono, ma nella realtà si fa calpestare da questi bambini che conosce da relativamente poco tempo, deve proteggerli eppure a loro non basta nulla per farsi passare ogni marachella.

Ho trovato i suoi pensieri in grande contrapposizione con le sue azioni, nei pensieri sembra una ragazza determinata, pronta a tutto, certa di quello che vede e di quello che deve fare, ma nella realtà cambia faccia con nulla.

L’unico personaggio che ho gradito è quello della signora Grose, confidente della protagonista, anche lei lavora all’interno della magione.

E’ una donna umile, di indole buona che per la maggior parte del testo si ritrova ad essere la spalla della protagonista anche se non prende grandi iniziative, per il suo ruolo segue la protagonista.

Il mio interesse per la figura della signora Grose nasce per ciò che questa non dice, credo infatti che sia un personaggio che sa molto di più di quello che vuole far credere, sembra ogni volta volersi auto censurare ed il lettore in questo modo è portato a credere che ci sia un enorme mistero alla base di queste informazioni non dette, in realtà anche alla fine lei non rivela molto.

Sono qui a domandarmi ancora se lei sa davvero sa qualcosa in più o l’autore ha voluto far credere al lettore che questa sapesse di più di quello che si ritrova a dire nel libro.

Ci sono anche vari altri personaggi, come i due bambini, Miles e Flora, che per quanto mi riguarda risultano solo due bambini intelligenti e furbi, anche se per la maggior parte del tempo vengono descritti come angeli, sopratutto dalla protagonista (anche senza bisogno di una effettiva conoscenza, perché dopo qualche minuto dall’incontro di trova già innamorata di questi).

Infine abbiamo i personaggi dei fantasmi, la signorina Jessel, ex istitutrice e Quint, maggiordomo e amante della signora Jessel. Di loro, tirando le somme pensando a tutte le informazioni fornite non si sa un granché, si sa che erano amanti e che secondo la signora Grose, Peter Quint era una presenza negativa.

Interpretazioni

E’ appurato che il fascino del romanzo sia proprio quello che riguarda la confusione finale lasciata al lettore, per le molteplici interpretazioni e per le poche informazioni fornite.

A James piaceva dedicarsi alla psicologia dei personaggi e perdersi ad analizzarla, scrisse questa novella anche per analizzare appunto i comportamenti umani di fronte ad una situazione paranormale come quella dell’apparizione di spettri.

Eppure, ho trovato la psicologia dei personaggi in generale frustrante a tratti, è una psicologia che secondo me non va sempre in profondità ed è in netto contrasto con le azioni certe volte, non che nella realtà ognuno di noi faccia sempre quello che pensa, non dico questo, ma la protagonista passa tutto il tempo ad esaltare quasi un qualcuno che non è, almeno non dalle sue azioni.

Come dicevo questo libro ha parecchie interpretazioni, non posso analizzarle tutte perché farei spoiler incredibili, la più accreditata è comunque quella che la protagonista vede questi spettri per una sua pazzia, diciamo, mentale.

Io non abbraccio questa interpretazione, non credo che tutto sia frutto della psiche della protagonista, anzi attribuisco una buona porzione di “colpa” alla furbizia dei bambini, che sanno decisamente di più rispetto a quello che rivelano.

Conclusioni

E’ difficile per me arrivare a queste conclusioni e di certo mi dispiace scrivere ciò di un classico, ma vari aspetti di questo testo non mi hanno convinta.

Apprezzo un testo con molteplici interpretazioni, perché stuzzica la mente diciamo, ma in questo caso il libro mi è sembrato confuso come pochi, le informazioni fornite sembrano deboli e non sono abbastanza per potersi fare magari un idea più salda rispetto alla propria interpretazione.

Senza contare ciò che ho voluto scrivere per quanto riguarda la protagonista.

Quindi, tirando le somme, mi è piaciuto il personaggio della signora Grose e ho trovato alcune ambientazioni più convincenti di altre, vorrei aggiungere anche che per brevi secondi il libro riesce ad incutere ansia, in particolari nelle prime scene delle apparizioni.

Personalmente questa sensazione non è durata molto, ma per le prime due apparizioni mi sono sentita gelare una volta addentrata nelle descrizioni.

Voto

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Mi dispiace assegnare due stelline e mezzo, ma purtroppo per la mia esperienza di lettura è il voto che mi sento di lasciare.

E voi? Sono davvero curiosa di sentire altre opinioni, avete letto “Il Giro di Vite”? Sì? Vi è piaciuto? No? Perchè? Fatemi sapere!

Noi ci leggiamo prestissimo con le “cose del mese” giurin giurello!

Buon weekend!

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6 pensieri riguardo “Il Giro di Vite – Henry James

    1. Scusami immensamente per il ritardo nella risposta! Finalmente riesco a rispondere! Io durante la lettura ho iniziato sempre più ad avvicinarmi alla teoria del “lei vede i fantasmi e i bambini sanno tutto ma non dicono nulla”, mi sono creata un’immagine più negativa dei bambini diciamo. So che ci sono tantissime teorie proprio perché è un romanzo che secondo me lascia molto all’immaginazione per far costruire forse al lettore la propria teoria…

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