Di Notte Sotto il Ponte di Pietra – Leo Perutz

Buon sabato ragazzi e buon inizio weekend!

Vi siete già ambientati in questo freddo novembre? Inizia quella fase dell’anno in cui mettere solo un piede fuori casa la sera comporta il completo congelamento del corpo, bei tempi.

Comunque, io adoro parlare del tempo ma non distraiamoci, oggi parliamo del libro del mese di ottobre del gruppo di lettura.

Il libro di cui sto parlando e appunto “Di Notte Sotto il Ponte di Pietra” di Leo Perutz, che ha vinto il sondaggio e ci ha accompagnato durante lo scorso mese.

Iniziamo subito che c’è tanto da dire!

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Di Notte Sotto il Ponte di Pietra – Leo Perutz

Editore: e/o

Pagine: 237

Prezzo di Copertina (Ed. Cartacea): € 13,60

Prezzo ebook: € 9,99

Anno della Prima Pubblicazione: 1953

Link all’Acquisto: QUI

 

Trama

Praga, fine del 16° secolo. Sulla città regna Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, personalità misteriosa. Vive arroccato nel Castello, circondato da alchimisti, astrologi, pittori, servitori fedeli e imbroglioni di ogni risma. Ama Esther, moglie dell’ebreo Mordechai Meisl, l’uomo che gli presta il denaro per la sfarzosa ed eccentrica vita di corte; ma è un amore che esiste solo nei sogni, perché così ha voluto Rabbi Lo?w, autore di sortilegi, cabbalista, creatore del Golem. Dentro questa Praga magica Perutz intreccia le sue fantastiche invenzioni narrative intorno a un perno che è l’emblematico, inestricabile intreccio dei destini dei due rivali, Rodolfo e Mordechai, il Cristiano e l’Ebreo, entrambi grandi, entrambi perdenti.

 

“Creature umane” continuò a parlare l’angelo “la vostra vita è veramente povera e piena di affanni. Perché la opprimete con l’amore che vi sconvolge i sensi e rende miseri i vostri cuori?”. Il sommo rabbino con un sorriso levò gli occhi verso l’angelo, che conosceva le vie e i sentieri segreti del mondo superiore, ma a cui erano diventate estranee le vie del cuore umano. “In principio” gli disse, “i figli di Dio non si sono forse innamorati delle figlie degli uomini? Non le hanno aspettate alle fontane e alle sorgenti, non le hanno baciate col bacio della loro bocca all’ombra degli ulivi e delle querce? Non era la bella Naama, la sorella di Tubalcain, ne vedesti mai una pari a lei?”. L’angelo Asael abbassò il capo e i suoi pensieri volarono indietro nei secoli agli albori dei tempi. “Sì, era la bella Naama, sorella di Tubalcain, che forgiava bracciali e catene dorate” disse piano. “Era bella e delicata. Era bella come un giardino di primavera nell’ora in cui spunta il mattino. Sì, era bella, la figlia di Lamec e Silla”. E mentre pensava all’amata della sua lontana giovinezza, caddero dagli occhi dell’angelo due lacrime, identiche a lacrime umane.

Recensione

Iniziamo immediatamente parlando dell’autore, Leo Perutz nacque a Praga nel 1882, fu costretto ad andarsene anni dopo dalla sua amata città ma la portò sempre nel cuore non dimenticando mai il fascino e il mistero di questa.

Ha scritto diversi titoli che negli anni si stanno riscoprendo e accolgono il successo che meritano da tempo, questo autore è un contemporaneo di Kafka e di Meyrink, ha riscosso una buona fama attorno al 1928 per poi essere ingiustamente “accantonato”.

Di Notte Sotto il Ponte di Pietra è una delle opere di maggior successo di Perutz e forse anche una delle più sofferte, parla della sua amata Praga e venne scritta negli anni in cui lo scrittore non abitava più in patria quindi sotto certi aspetti fu doloroso per lui scrivere quest’opera.

E’ realizzata in modo particolare, contiene 14 racconti, il settimo è quello principale e porta il nome del titolo, ha uno stile un po’ alla “Sofia Si Veste Sempre di Nero”, in cui si capisce che sono racconti staccati fra loro ma tornano sempre gli stessi personaggi quindi non dico che si possa leggere anche a romanzo ma vi consiglio di proseguire in ordine se volete leggerlo, come appunto un romanzo.

I racconti sono ambientati nel 500/600 e fra i soggetti che spiccano maggiormente troviamo L’Imperatore Rodolfo II, Mordechai Meisl un ricco ebreo (che tra l’altro è realmente esistito), Rabbi Low il rabbino “magico”, Koppel-Bar e Jackele-Narr.

Questi sono i personaggi che spuntano di più ma personalmente sono quelli che mi sono rimasti più impressi, partiamo da quello che secondo la descrizione immagino sia quello che vi è sembrato più strano, ovvero il rabbino Rabbi Low.

C’è un pezzo stupendo che descrive quest’uomo:

“Non era Cristo, era il popolo ebraico, perseguitato e schernito per secoli, che ha manifestato il suo dolore in quell’immagine. No, non andare nel ghetto, lo cercheresti inutilmente. Gli anni, il vento, il tempo, lo hanno distrutto e non ne sono rimaste tracce. Ma va’ per le strade, dove vuoi, e quando vedi un vecchio venditore ambulante ebreo che trascina il suo fardello in casa mentre i ragazzi in strada gli corrono dietro gridando “Ebreo! Ebreo!” e gli buttano addosso pietre ed egli si ferma e li guarda con uno sguardo che non è il suo, che proviene dai suoi avi e antenati, che, come lui, hanno portato la corona di spine del disprezzo e hanno sopportato i colpi di frusta della persecuzione – se vedi questo sguardo, allora, forse, hai avrai visto qualcosa, poco, pochissimo, dell’ “ecce homo” del sommo Rabbi Low.

Rabbi Low come Mordechai Meisl fa uso, in una piccola parte, della magia. Questo è un libro che assieme alla realtà pura riesce a mischiare la pura magia, qualcosa di non possibile per gli esseri umani.

Mordechai Meisl è come vi dicevo, l’ebreo più ricco di Praga, talmente ricco da essere lui che aiuta L’Imperatore con le entrate finanziarie perché questo con i mesi è finito in disgrazia e con lui anche il regno, avendo speso molte finanze nell’acquisto di opere d’arte preziose (fatto anche questo reale).

Koppel-Bar e Jackele-Narr invece sono due poveracci essenzialmente che si guadagnano da vivere suonando a matrimoni o compleanni, mi sono rimasti impressi perchè il libro si apre con loro e perché li trovo due personaggi interessanti, purtroppo ve lo dico già ora non avranno una grande fortuna.

Questa opera ruota molto attorno all’ebraismo e alla cristianità, al disprezzo con cui hanno sempre dovuto condividere gli ebrei, argomento che torna molto nel corso del romanzo.

Ogni racconto mi ha ricordato una specie di favola per bambini (non per il linguaggio o il tema ovviamente) ma per il fatto che si conclude con una specie di morale, la maggior parte delle volte traspare il fatto che per l’autore la fortuna e la sfortuna nella vita di un individuo (che si creda in queste o meno) conti molto più di quanto sembra e sopratutto si da molto peso anche al destino al “doveva accadere, gli eventi si sono allineati perché accadesse, nulla è casuale”.

Mi è piaciuto come romanzo, la caratterizzazione dei personaggi è ottima sicuramente anche per questo mi sono rimasti impressi tutti questi personaggi, l’atmosfera cupa, magica, è piacevole e circonda tutto il libro sopratutto il primo capitolo forse.

E’ abbastanza scorrevole come testo, sulla scrittura nulla da dire, alcuni pezzi sono poesia pura, piccola letteratura diciamo.

Avrei voluto qualche descrizione in più degli ambienti ma questo era uno sfizio mio, in realtà ci sono un buon numero di descrizioni che servono a rendere nel migliore di modo l’immagine della Praga dell’epoca.

E’ un libro che parla di tutto, dalla religione, all’amore, dalla magia, all’aldilà.

Il personaggio di cui si parla di più sopratutto nella seconda parte del libro è sicuramente l’Imperatore Rodolfo II, figura interessante che affascinava l’autore a parer mio.

Mi è piaciuto l’epilogo, non vorrei svelarvi troppo ma il fatto che per tutto il libro si sia parlato di Praga, delle opere dell’ebreo Mordechai e alla fine si “passa avanti” mi ha fatta quasi emozionare (quasi).

E’ un libro che mi rimarrà impresso?

In piccola parte, come vi dicevo i personaggi assieme all’atmosfera sono il punto forte, tutto il resto non mi è rimasto in mente più di tanto.

Mi è piaciuto comunque, è stata una lettura che è servita a trasportarmi in un epoca affascinante che ho vistato con molto piacere.

Vi consiglio la lettura?

Sì, se vi piacciono i testi storici si, leggerò sicuramente altro di Perutz perché mi piacerebbe approfondire la conoscenza che con questo primo testo che ho letto scritto da lui ho iniziato ma sento che c’è ancora molto da conoscere di questo autore, Di Notte Sotto il Ponte di Pietra non è abbastanza per farsi un idea completa per me.

 

Voto:

Progetto senza titolo

Sono felice di aver letto questo libro, penso che tre stelline sia una giusta valutazione per il mio voto finale.

Bene gente!

Voi lo avete letto? Sì? Vi è piaciuto? No? Vorreste farlo?

Fatemi sapere, a prestissimo!

Elisa

 

 

10 pensieri riguardo “Di Notte Sotto il Ponte di Pietra – Leo Perutz

    1. Uhh vado subito a leggere la tua recensione, l’ho vista ora!! A me è piaciuta sopratutto la scrittura e la caratterizzazione di alcuni personaggi ma per il resto non mi ha convinta, certo alcuni simboli sono interessanti ma certamente non mi ha conquistata del tutto. E’ stata una lettura lenta e a tratti piacevole, un libro per cui non bisogna velocizzare i tempi insomma..

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      1. È un romanzo che non dico non mi abbia lasciato proprio nulla, perché come ti scrivevo pensavo spesso a cosa mi sarei portata del libro alla fine, qualcosina (di piccolo) mi ha lasciato non é stato come “l’Arte di Essere Fragili ” che con l’andare delle settimane non mi sembra di aver letto nulla. Ad oggi dopo mesi se non vedo l’immagine della copertina fra le letture dell’anno non mi ricordo nemmeno più di averlo letto 😅

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      2. Va be’, “L’arte di essere fragili” era una zeppa da tavolo, meglio non ricordarselo! 😀 “Di notte sotto il ponte di pietra” è un bel romanzo che non ha incontrato i nostri gusti personali… succede…

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      3. Aahahahahhaha “L’Arte di Essere Fragili” è proprio nel nostro gergo l’esempio di libro “zeppa da tavolo” insomma! Sicuramente in confronto a quello il libro di Perutz è moooltooo meglio! 😉

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