Avrei Voluto Scriverlo Io

Buona domenica giovini!

Allora andrò dritta al sodo, oggi niente articolo inerente al Natale, ai regali, all’atmosfera natalizia, niente di niente.

Si torna a parlare su questo blog di scrittura finalmente, dopo secoli è arrivato il momento di farci una chiacchierata tranquilla su un punto specifico che riguarda a dire il vero sia la scrittura che la lettura.

Avevo in mente questo articolo da parecchio tempo, da mesi forse anche da un annetto.

Come vi avevo scritto in uno degli scorsi articoli in questa maratona natalizia mi piacerebbe dare più spazio ad articoli come questi in cui parliamo di un argomento specifico.

E a questo proposito c’è un pensiero che mi tormenta ogni tanto, una scintilla che mi scatta nella mente quando mi capita di leggere certi libri o racconti o ancora brevi esercizi di stile o ancora battute di una sceneggiatura.

“Quanto avrei voluto scriverlo io.”

Sono incappata in una vignetta molto simpatica tempo fa in cui una ragazza leggeva un libro e la sua parte da lettrice commentava con affermazioni del tipo “oh che storia interessante” oppure “mi chiedo cosa succederà nel prossimo capitolo” mentre la sua parte da scrittrice pensava “il ritmo di questo paragrafo è magnifico” o ancora “l’autore qui sta usando gli oggetti del quotidiano e le scene per mostrarci la miseria dei personaggi senza scriverlo direttamente”.

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Ecco questa qui.

E’ questa vignetta che mi ha dato l’ispirazione per questo articolo perché rappresenta alla perfezione ciò che si pensa leggendo un libro se oltre all’essere lettori si è anche scrittori (o aspiranti tali).

Ho voluto parlarvene perché molto spesso discutendo di scrittura, pronunciando questa frase mi capita di sentire risposte di questo tipo “ognuno scrive in modo diverso, non puoi desiderare di avere uno stile uguale ad un altra persona”, e io mi ritrovo sempre a dire “non è questo il punto”.

Penso ci sia una specie di rigida credenza nel pensare che chi scrive nello specifico (dato che si parla di questo mestiere) non può prendere ispirazione o desiderare di aver scritto una frase o un paragrafo scritto da un altra persona, come se questo sminuisse la creatività che risiede dietro a questa professione.

E questo vale anche per altre professioni che ruotano attorno alla creatività.

Mi è capitato diverse volte di pensare dopo aver letto un passaggio di un autore o autrice “ah che meraviglia! Questa è poesia allo stato puro, chissà a cosa avrà pensato mentre scriveva questa frase, quanto vorrei avere la sua fantasia e il suo immenso dono nel collegare parole che risuonano come una poesia.”

Non per questo però sento di essermi sminuita come aspirante scrittrice.

Questo è un meccanismo che appartiene di più all’idea utopica che si ha nell’immaginario collettivo dello scrittore o del creatore in generale.

Come l’immagine dello scrittore che è rinchiuso nella stanza più alta della torre più alta che medita tutto il giorno su ciò che vuole scrivere o ancora quello che vive in strada o nei bar per raffigurare il volto dell’umanità che incontra, certo non escludo che qualcuno viva secondo questo stile di vita e non c’è nulla di male ma questa visione appartiene a un idealizzazione ricavata da anni e anni di stereotipi.

Insomma come questi sono stereotipi lo è anche il fatto che uno scrittore non può pronunciare la frase “avrei voluto scriverlo io”.

Questa frase apre anche le porte ad un altra discussione che coinvolge la lettura, chi scrive ogni volta deve fare un lavoro (a volte impegnativo a volte meno) per dividere il lato del lettore da quello dello scrittore.

Alla fine però sono due parti che si appartengono in un certo senso.

Io non lo faccio sempre è per questo anche che nelle recensioni mi soffermo, a volte più del dovuto, a scrivere dello stile, del ritmo di tutti questi aspetti tecnici.

E’ difficile scindere i due lati, diciamo che sono utili a volte abbinati assieme e a volte complicano il tutto.

Tutto questo per dire una semplice cosa, è il momento di spezzare questo cliché ingiustificato ed è anche il momento di non dividere queste due personalità ma anzi di farle forse lavorare assieme, una parte si occupa delle informazioni tecniche e l’altra delle emozioni date dalla lettura, perché no?

Oltre a dire questo voglio chiedere a voi ragazzi/e, quando leggete un libro sentite emergere di più il vostro lato da lettore/lettrice o quello da scrittore/scrittrice? 

Bene!

Articolo domanda/riflessivo oggi ma ogni tanto è bello anche così dai, che ne dite?

A domani!

Elisa

 

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On Writing Tag! – Il Tag degli Scrittori

Salve ragazzi!

Come state? In questi giorni sono stata poco presente e mi dispiace, ma è proprio vero, o le cose non succedono o succedono tutte assieme e in questi giorni i miei impegni si sono accavallati impedendomi di scrivere anche solo una parola.

Comunque finalmente sono riuscita ad uscire da questo tornado di cose da fare e la situazione si è tranquillizzata quindi posso tornare attivamente sul blog, yuppi, yuppi ye.

E cosa non da meno, sono riuscita a sopravvivere al diluvio universale che in questi giorni sta colpendo in modo piuttosto rude il mio territorio.

Ho deciso di tornare con un tag molto carino che ho visto da un canale Youtube che apprezzo particolarmente.

Il tag si chiama On Writing, (come l’omonimo libro di Stephen King) e la creatrice di questo tag si chiama Paola e ha un canale su Youtube di nome Inchiostro e Vinile.

Io ho avuto modo di vedere però questo tag da Giulia di M’hanno detto di Fare un blog, canale/blog che seguo con molto affetto.

Dopo questa introduzione direi che possiamo iniziare!

Io ringrazio Paola per aver inventato questo tag davvero carino e invito tutti quelli che hanno la passione della scrittura, sia che lo facciate per lavoro o per passione a partecipare!

Il tag è aperto a tutti!

Iniziamo!

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1

Quando hai cominciato a scrivere?

Dunque, ho iniziato a scrivere per passione all’età di 15 anni. Era un momento particolare e sinceramente non è che la mia vita sociale all’epoca andasse particolarmente bene, quindi un giorno ho preso in mano un vecchio quaderno e ho iniziato a scrivere, semplicemente.

Ho sempre tenuto vari diari personali su cui scrivevo con frequenza ma quel giorno non ho scritto le mi vicende personali, ho creato per la prima volta una storia.

Prima di quell’età ho sempre provato un senso di ammirazione per le persone che scrivevano, le consideravo quasi irraggiungibili, come se grazie alle parole riuscissero a creare qualcosa di unico, qualcosa di mai esistito.

Penso ancora che lo scrittore abbia il potere di andare oltre, di creare “la meraviglia”.

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2

Lo fai per lavoro o per hobby?

Ad ora per hobby, ma spero di trasformarlo in un lavoro in un ipotetico futuro prossimo.

Sento però che ora sono troppo poco “maturata” per farlo diventare un lavoro, amo scrivere ma se mi dovessero dire, in questo momento, di scrivere un libro che poi verrebbe pubblicato direi “no, non sono pronta, non ho ancora tutte le abilità e le esperienze necessarie”.

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3

Hai mai pubblicato qualcosa?

A livello editoriale no, non ancora anche per il discorso che ho fatto nel precedente punto.

Ho scritto una storia che tempo fa decisi di pubblicare online ma ora ho deciso di ritirarla perché avevo scritto quella storia in un momento delicato e avevo bisogno di condividerla con il mondo ma qualche tempo fa mi sono resa conto che non aveva più senso tenere online una storia che non mi rappresentava più.

(Era autobiografica, anche se lo sapevo solo io…)

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4

Hai mai pubblicato a pagamento?

No.

Ho scritto e scrivo tutt’ora online ma per blog e non sono mai stata retribuita.

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5

Scrivi a mano o al computer?

A mano…

So cosa stanno pensando quelli più tecnologici di voi ma gente, io ovviamente per i blogs scrivo a pc (sono costretta) ma scrivere al computer non mi soddisfa, è come se le mie parole, la mia scrittura non esistesse.

Non prendetemi per pazza, scrivendo a mano sento che la mia scrittura è qualcosa di tangibile qualcosa di mio, esiste, mentre scrivendo in digitale la sento quasi estranea.

Quando scrivo storie, scritti personali li scrivo a mano poi se mi aggradano li copio sul pc, questa ricopia mi serve anche a correggere eventuali errori quindi alla fine i tremila passaggi che faccio non sono inutili.

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6

In che momento della giornata preferisci scrivere?

Alla mattina presto, molto presto, verso le cinque o le sei, se non ho gli occhi iniettati di sangue e riesco a tenere in mano la penna.

Anche nel tardo pomeriggio però, verso il tramonto, magari fuori in giardino con una bella tazza di tè fumante una coperta di pile sulle e spalle e uno spray per le zanzare.

L’importante quando scrivo è che ci sia silenzio, io non ascolto nemmeno la musica a volume uno quando scrivo perchè ho bisogno di molto silenzio altrimenti mi distraggo.

Mi piace scrivere anche alla notte (a meno che non crolli appena toccato il letto), per qualche strano motivo le mie storie scritte di notte convergono in finali cupi e inquietanti.

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7

Scrivi su “ispirazione” o commissione?

Generalmente su ispirazione ma mi è capitato di dover scrivere su commissione, non per lavoro perché non vengo retribuita come ho detto prima, ma scrivendo per un altro blog non mio scrivo articoli (in questo caso) su commissione.

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8

Che genere scrivi?

Bhe scrivo un po’ di tutto, racconti thriller, storie sentimentali, storie introspettive ( uno dei miei generi preferiti), storie d’avventura, un po’ di tutto ma devo essere ispirata per scrivere un determinato genere.

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9

Ultimo lavoro terminato e quello a cui stai lavorando.

Ultimamente non scrivo molto, mi sono presa una pausa dal mondo della scrittura, ho deciso di focalizzarmi per ora di più sull’apprendere leggendo opere altrui.

Quindi ho sospeso i miei lavori, l’ultimo testo terminato risale a qualche mese fa ed è un racconto del mistero.

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10

Scrivi anche più cose contemporaneamente?

E’ capitato, ma generalmente mi concentro su un solo lavoro per potermi dedicare solo a quello e scriverlo in meglio possibile evitando errori di distrazione o errori di confusione.

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11

Cosa fai quando le idee vengono meno?

Mi pare di avervene parlato in una chiacchierata un bel po’ di articoli fa ormai.

Io sono una di quelle persone fortemente convinte che le idee siano ovunque, si può prendere spunto da tutto, da una foglia che cade, da un sogno fatto, da una goccia di pioggia che vi cade sul naso, da qualsiasi cosa anche aprendo a caso un libro e puntando un dito su una parola.

Quindi è questo quello che faccio, mi guardo attorno e per esempio trascrivo una discussione fra due persone e da li ci costruisco una storia accendendo la fantasia.

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12

Il momento più bello dell’iter di un libro?

Secondo me l’inizio e la fine, l’inizio quando l’autore fa un recap dei personaggi cercando di buttare giù le descrizioni iniziali e la prima parte del libro e la parte finale del lavoro, quando ti senti soddisfatto della tua opera e guardandola tra le mani dici “Oh sì, ho fatto proprio un bel lavoro” *pacca sulla spalla*.

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13

Il libro che vorresti aver scritto tu.

Ce ne sono parecchi, per esempio Dieci Piccoli Indiani della Christie uno dei gialli più belli di sempre, Notti Bianche di Dostoevskij e in generale più o meno tutte le opere di Poe.

Mi fermo qui altrimenti non la finisco più.

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14

Hai qualche mania/rito/abitudine mentre scrivi?

In generale devo avere sempre qualcosa da bere, che sia acqua o tè o latte ma qualcosa ci deve sempre essere.

Un ‘altra cosa che faccio spesso mentre scrivo e cambiare continuamente posizione, che io sia su una sedia, su una poltrona o un divano, non riesco a stare ferma e ogni due minuti devo mettermi seduta in un modo diverso.

Come ho detto anche su, quando scrivo ho bisogno di concentrazione quindi non devo avere nessuno che mi parla, può anche esserci qualcun’altro nella stanza, l’importante è che non mi parli e non mi guardi possibilmente.

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15

Il look ideale per scrivere.

Vestiti comodi, cose di casa.

In autunno e in inverno pigiami in pile inguardabili tra l’altro, il massimo dell’antisesso proprio e d’estate pantaloncini o pantaloni leggeri e t-shirt/top.

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Ti dai degli orari di lavoro o scrivi quando ne hai voglia?

Ho provato a darmi degli orari ma il piano è fallito miseramente, sono una persona che vive nel ritardo quindi scrivo quando ne ho voglia o quando sento l’urgente bisogno di farlo.

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17

Qual’è la tua posizione preferita per scrivere?

Seduta su una sedia o una poltrona con una gamba inserita sotto l’altra fino a quando non mi si addormenta e passo 5 minuti di dolore acuto per poi rimetterla sotto.

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18

Leggi manuali di scrittura?

Yes, ora ne sto leggendo uno che s’intitola Lezioni di Scrittura Creativa della Gotham Writer’s Workshop, una scuola molto famosa e importante americana di scrittura creativa.

E’ un manuale con esercizi e consigli molto utili, in futuro vorrei fare un corso di scrittura creativa.

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19

La casa editrice con cui vorresti pubblicare?

Mi piacerebbe l’Einaudi ma sinceramente non se mai ci arriverò a pubblicare con questa casa editrice, mai dire mai nella vita no? Fa bene sognare in grande!

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20

Il tuo sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe scrivere un libro che voglia dire qualcosa, sembra una considerazione stupida forse ma secondo me non lo è.

Ho letto libri che una volta terminati invece che lasciarmi qualcosa mi hanno tolto qualcosa (a parte i soldi in tasca), quindi già scrivere un libro che abbia un significato per qualcuno, che faccia capire qualcosa a qualcuno sarebbe un traguardo per me.

Non punto a scrivere un bestseller di quelli che stanno in classifica al primo posto due settimane e poi nessuno se li ricorda, vorrei scrivere qualcosa che rimanga alle persone.

Sia chiaro che con questo non voglio svelare il segreto dell’universo o altro, semplicemente vorrei che una volta terminato il mio libro il lettore dica “questo lo rimetto in libreria e lo lascerò a lungo lì perchè mi è rimasto dentro”.

Bene gente!

Spero che vi abbia fatto piacere leggere le mie abitudini e le mie idee per quanto riguarda la scrittura, se anche voi amate scrivere sarei interessata a leggere le vostre risposte!

A presto ragazzi!

Elisa