L’Invenzione di Morel – Adolfo Bioy Casares

Buon venerdì!

Come state? Come siete arrivat* all’inizio di questo mese di maggio?

Oggi torniamo alle recensioni, finalmente dopo il periodo di semi-sparizione e l’attesa per la pubblicazione del famoso articolo su Sylvia Plath, torniamo sul nostro caro sentiero costellato di recensioni.

Parliamo di un libro che ho letto oramai qualche mese fa ed è un testo che ho citato anche nell’articolo dei libri da regalare a Natale, quindi ehm… sì, andiamo un poco indietro. Ero convinta tra l’altro di aver già pubblicato la recensione di questo testo, ma a quanto pare mi sbagliavo quindi bisogna rimediare il prima possibile, il libro in questione è L’Invenzione di Morel di A. B. Casares.

Parliamone!

L’Invenzione di Morel – Adolfo Bioy Casares

Casa editrice: SUR

Pagine: 133

Genere: fantascienza, narrativa

Prezzo di Copertina: € 15,00

Prezzo ebook: € 9,99

P. Pubblicazione (ITA): 2017

Link all’acquisto: QUI

Incipit

Oggi, su quest’isola, è avvenuto un miracolo. L’estate è arrivata in anticipo. Ho sistemato il letto vicino alla piscina e fatto il bagno fino a molto tardi. Impossibile dormire. Due o tre minuti all’asciutto erano sufficienti a trasformare in sudore l’acqua che doveva proteggermi dall’afa spaventosa. All’alba mi ha svegliato un fonografo. Non ho potuto tornare al museo per prendere le mie cose. Sono fuggito giù per le scarpate. Mi trovo nella zona delle paludi, a sud, tra piante acquatiche, furibondo per le zanzare, con il mare o sudici ruscelli fino alla vita, e mi accorgo di avere assurdamente anticipato la mia fuga.

Trama

“L’invenzione di Morel” è il romanzo più celebre di Adolfo Bioy Casares, uno dei narratori più originali della letteratura latinoamericana del Novecento. Pubblicato nel 1940, esce oggi in una nuova traduzione di Francesca Lazzarato, che ne ha curato anche la postfazione. Fortemente ispirato all’”Isola del dottor Moreau” di H.G. Wells e ai racconti di E.A. Poe, questo romanzo visionario narra le avventure di un fuggiasco che, sbarcato su un’isola deserta per evitare la condanna all’ergastolo, scopre di non essere solo come credeva. In bilico tra il terrore di essere identificato e la frustrazione per il desiderio di essere riconosciuto, il protagonista si ritrova sospeso tra realtà e irrealtà e inizia a seguire, osservare e spiare gli altri isolani. Sarà infine il misterioso Morel a fornirgli le chiavi di lettura di un mondo allucinatorio costituito da pura forma.

Recensione

Casares era un grande amico e collaboratore di Jorge Luis Borges, scrisse numerose storie con lui, sotto lo pseudonimo di Honorio Bustos Domecq.

L’Invenzione di Morel è l’opera più famosa di Casares, pubblicata per la prima volta nel 1940. A Bioy Casares sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti, fra cui il Gran Premio de Honor della SADE (la Società Argentina degli Scrittori, 1975) e il Premio Miguel de Cervantes nel 1991.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile utilizzato per questo romanzo è certamente diretto e personale, leggiamo direttamente dal diario di un uomo che narra della sua rocambolesca e particolare esperienza su un’isola, si trova su questa per dei problemi con la giustizia, infatti è un ricercato e per scappare da tutto decide di seguire il consiglio di un uomo incontrato per caso che gli suggerisce proprio di andare a vivere in solitaria in questo luogo all’apparenza disabitato.

Il tono della narrazione è quindi quello confidenziale e diretto di un individuo spaventato e solo che si lascia andare a riflessioni e considerazioni. E’ uno stile decisamente scorrevole però e direi che la narrazione prosegue ad un ritmo sostenuto, è pur sempre un romanzo di 133 pagine.

Le atmosfere sono legate a questo ambiente naturale e selvaggio, con elementi naturali molto forti, immagini di acqua, alberi, insetti, fango, vegetazione, ma con un tocco di mano umana, perché infatti su quest’isola (questo è proprio il fulcro dell’intera vicenda) al di sopra di una specie di collina ci sono delle costruzioni edificate dall’uomo.

L’atmosfera generale attraversa diversi stadi, abbiamo quello frenetico legato all’inizio alla fuga di quest’uomo, che racconta dell’idea di traferirsi su un’isola e della effettiva fuga quando è già in questo luogo, abbiamo poi quello della curiosità quando inizia a scoprire il luogo e queste costruzioni e questo tono di curiosità mista a inquietudine dura per una buona parte del romanzo in cui sia lui che il lettore cercano di capire il mistero di quest’isola. Successivamente abbiamo il lato più spaventoso e la risoluzione finale, insomma c’è un bel sali e scendi con questo testo.

Il romanzo perfetto

Questo romanzo, o racconto, viene descritto come perfetto a livello di struttura e incastro narrativo ed effettivamente è un testo senza dubbio completo e ben strutturato, che prende ispirazione dal famoso “L’Isola del Dottor Moreau” di H.G. Wells.

Quindi abbiamo a che fare con un narratore che fa una strana e curiosa scoperta, come dicevamo su questa collina scopre l’esistenza di strutture umane tra cui una cappella, un museo e una piscina. All’inizio si approccia a queste con cautela, anche perché sente voci e presenze umane da lontano quindi sa che c’è qualcuno oltre a lui in questo luogo e cerca di spiare queste persone da lontano, ma con il tempo si fa più audace e decide di tentare un approccio.

Il protagonista si lancia nel corteggiamento di una donna, che fa parte del gruppo di individui comparsi su questa collina, tenta e ritenta con questa donna, ma man mano che il tempo passa fa una scoperta piuttosto strana e inaspettata.

Diciamo che da parte del lettore si può arrivare a comprendere in parte il mistero prima della rivelazione che colpisce il protagonista, ho trovato invece il finale piuttosto sorprendente e inaspettato.

Secondo me “L’invenzione di Morel” è un libro che può piacere a molte persone perché ha tutti gli elementi per intrattenere e far riflettere, ma allo stesso tempo stupire e avvicinare il lettore alle disavventure di quest’uomo fuggito dalla legge per rincorrere una speranza di salvezza, senza considerare che la fuga dal carcere lo ha scaraventato in un altro carcere selvaggio e sperduto.

Sono tanti i temi inseriti da Casares, abbiamo il lato fantastico che si interseca con il selvaggio, il tema dell’immortalità, l’amore e la morte, ma anche la solitudine e il controllo.

Il famoso Morel del titolo è uno dei personaggi che compaiono su questa collina in compagnia della famosa donna di cui il nostro protagonista si innamora e lui con la sua invenzione hanno fortemente a che fare con il controllo di cui stavo parlando prima, controllo addirittura sulla vita e l’immortalità, un controllo che manca completamente al nostro fuggiasco che ha invano tentato di mettere assieme la sua vita e ricominciare, fallendo.

L’amore che il protagonista prova per una donna che di fatto non conosce e non risponde al suo corteggiamento lo tiene però lontano dalla solitudine in cui è caduto, sembra infatti che l’autore ricolleghi l’amore alla salvezza dalla solitudine, una solitudine in cui l’uomo non vuole e ha paura di ricadere, scappa da questa non accettando nemmeno la realtà, perdendo di nuovo il controllo sulla sua vita.

Di base, oltre a molti altri elementi, “L’invenzione di Morel” è anche la storia tragica di un uomo che per tutto il tempo fugge, dalla legge, dalla solitudine, dall’accettazione della realtà, dalla mortalità.

Parlando del lato fantastico e inquietante, che sono ciò che incuriosiscono maggiormente durante la lettura perché si vuole scoprire il mistero dietro a tutto, alcune persone hanno nel corso degli anni descritto questo testo aggiungendo anche un aspetto legato al terrore delle atmosfere e della vicenda. Di certo ha dei risvolti macabri e tragici, all’inizio è facile provare ansia con il protagonista per le scoperte che fa e che sembrano non avere una spiegazione logica, ma forse non aggiungerei “terrore” ai termini adatti per descrivere il libro.

Ma è sicuramente inquietante, in più il lato fantastico di cui stavamo parlando prende una piega più tecnica e logica andando avanti nella lettura, ma tutto il romanzo ha questa atmosfera generale di sospensione, come se il nostro protagonista, il luogo e queste persone fossero letteralmente ferme e immobili nel tempo.

Conclusioni

Di certo consiglio la lettura de “L’invenzione di Morel” anche per la struttura, la curiosità e la godibilità nella lettura, è un romanzo adatto anche a periodi di semi-blocco del lettore o periodi in cui si ha voglia di una lettura non troppo complessa perché magari si vive una situazione stressante, è una boccata di aria e avventura, anche per il luogo in cui il libro è ambientato.

Su di me non ha avuto un impatto così forte, ma la considero assolutamente una lettura piacevole, fa parte di quei volumi che ho gradito, ma non vanno oltre le tre stelline e mezzo, ma di certo è un romanzo ben costruito e ottimo sotto tutti i punti di vista.

Voto:

E voi? Avete mai letto “L’invenzione di Morel”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A presto!

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