Le Cose Crollano – Chinua Achebe

Buon lunedì e buon inizio settimana!

Come state? Come è iniziata questa settimana di marzo?

Oggi parliamo di un libro di cui ancora non credo di aver detto nulla a riguardo, nemmeno nell’articolo dei libri migliori o peggiori del 2021, un testo che ho appunto letto l’anno scorso, il primo di una trilogia.

Ho visto per la prima volta questo libro in edizione americana, ma sono andata a ricercarlo e trovandolo edito in Italia da “La Nave di Teseo“, l’ho recuperato. Come dicevo è il primo di una trilogia, denominata “African Trilogy“, il seguito è intitolato “Non più Tranquilli” e il terzo “La Freccia di Dio”.

Parliamone assieme!

Le Cose Crollano – Chinua Achebe

Casa Editrice: La Nave di Teseo

Genere: fiction storica, narrativa letteraria

Pagine: 195

Prezzo di Copertina: € 18,00

Prezzo ebook: € 9,99

P. pubblicazione: 1958

Link all’acquisto: QUI

Incipit

“Okownko era ben conosciuto nei nove villaggi e anche oltre. La sua fama si basava su imprese indiscutibili. A diciotto anni aveva procurato onore al suo villaggio sconfiggendo Amalinze il Gatto. Amalinze era un grande lottatore e non perdeva da sette anni, da Umuofia a Mbaino. Il soprannome di Gatto si doveva al fatto di non toccare mai terra con la schiena. Fu questo l’uomo che Okownko sconfisse, alla fine di una lotta così feroce, a detta degli anziani, come non se ne vedevano da quando il fondatore del villaggio aveva combattuto con uno spirito della foresta per sette giorni e sette notti.”

Trama

Okonkwo è un guerriero, un lottatore, un uomo ambizioso e rispettato che sogna di divenire leader indiscusso del suo clan. Dal suo villaggio Ibo, in Nigeria, la fama di Okonkwo si è diffusa come un incendio in tutto il continente. Ma Okonkwo ha anche un carattere fiero, ostinato: non vuole essere come suo padre, molle e sentimentale, lui è deciso a non mostrare mai alcuna debolezza, alcuna emozione, se non attraverso l’uso della forza. Quando la sua comunità è costretta a fronteggiare l’irruzione degli europei, l’ordine delle cose in cui Okonkwo è nato e cresciuto comincia a crollare, e la sua reazione sarà solo il principio di una parabola che lo porterà nella polvere: da guerriero temuto e venerato, a eroe sconfitto, oltraggiato.

Recensione

Le cose Crollano” è generalmente considerato il più importante romanzo della letteratura africana ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1958, è stato tradotto in oltre 50 lingue, con più di 10 milioni di copie vendute in tutto il mondo ed è adottato come libro di testo in moltissime scuole africane.

Il titolo originale del romanzo, Things Fall Apart (letteralmente “le cose crollano”) è tratto dalla poesia The Second Coming di W. B. Yeats.

E’ un libro senza dubbio complesso di cui parlare quindi tenterò di farvi immergere il più possibile all’interno delle atmosfere e dei temi di questo testo, al meglio delle mie possibilità.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile di Achebe è piuttosto diretto, dobbiamo ricordarci anche che siamo nella Nigeria precoloniale, prima quindi dell’arrivo degli europei in quelle zone.

Questo aspetto ci tengo a sottolinearlo perché è un aspetto molto importante all’interno del testo e perché si riconduce allo stile e all’uso di una lingua, che prende ispirazione dalla lingua igbo, utilizzata in una buona fetta del testo. Okonkwo infatti si esprime nell’edizione originale del testo in inglese, nella traduzione ovviamente in italiano, ma utilizza vari termini intraducibili tratti appunto da questa lingua, nell’edizione italiana è presente un utile glossario finale per la traduzione.

Particolarmente ricchi di questi termini igbo sono i dialoghi e in generale il testo è costellato da proverbi e metafore africane.

Quindi tornando alle mie impressioni personali sullo stile, è uno stile decisamente particolare anche per questo aspetto dei termini utilizzati, diretto nelle immagini che propone, a volte anche dure e crude.

Il ritmo invece è piuttosto veloce, è un testo breve di 195 pagine in cui accadono molti fatti, vengono inseriti innumerevoli riferimenti alla tradizione africana e l’autore inserisce davvero tante immagini emblematiche ed interessanti, i personaggi si spostano, la vita va avanti, insomma accadono parecchi fatti.

Il ritmo però non accelera mai troppo, è ben equilibrato, si sofferma su alcuni momenti topici della vita del protagonista per azionare il focus su argomenti emblematici e lo fa dando a questi il giusto spazio, ci sono scene che vediamo, ma su cui l’autore non si sofferma per troppo tempo, perché degne di essere inserite, ma non vitali allo sviluppo della vicenda, mentre altre meritano assai più spazio.

Le atmosfere in generale sono mischiate, passiamo per vari stati in questo libro, per seguire un momento preciso della vita del protagonista le atmosfere si piegano a questo insieme, nei momenti più bui veniamo travolti dal senso di impotenza e disperazione di Okonkwo, negli istanti più sereni e normali legati alla quotidianità e alla routine, il mood generale è più rilassato.

Sta di fatto che le atmosfere si legano profondamente al territorio in cui siamo in questo testo.

La Colonizzazione

Come dicevamo all’inizio del romanzo gli europei non sono ancora giunti nelle terre di Okonkwo, ma andando avanti nella lettura arrivano eccome i colonizzatori e la vicenda cambia come anche il mondo attorno al protagonista.

E’ affascinante e preoccupante vedere come muta questa situazione, all’inizio infatti ai colonizzatori viene data una parte di terra per vivere e piano piano la situazione si espande, questi portano anche la religione, il cristianesimo, e vediamo dagli occhi di Okonkwo come le vecchie tradizioni africane vengano una dopo l’altra sostituite da una nuova religione e un nuovo modo di “fare” le cose.

Assistiamo a diversi livelli di crollo in questo libro, proprio come da titolo, il crollo dell’identità di un popolo, il crollo delle tradizioni, delle credenze, di tutto ciò che fa di un popolo una società, ma anche il crollo di un uomo, la sua identità, la sua fede, il crollo di tutto ciò in cui crede e in cui si riconosce.

E’ un libro di certo tragico, è un discesa verso la disfatta e il crollo appunto, quando la vicenda inizia infatti la vita di Okonkwo è felice, è diventato uno dei membri più importanti del suo clan, è conosciuto per la sua fama di grande lottatore, insomma a differenza del padre, che non ha mai goduto di buona fama, lui è un uomo importante.

Ma finisce per uccidere un ragazzo e viene esiliato per sette anni nel villaggio di origine di sua madre, come da legge degli antichi e al suo ritorno in terra si rende conto che tutto attorno a lui è cambiato per l’arrivo degli inglesi appunto.

La vicenda segna un crollo ulteriore del protagonista e chiude il cerchio della sua vita.

“L’uomo bianco capisce le nostre usanze riguardo la terra?” – “Com’è possibile, se non parla neanche la nostra lingua? In compenso dice che le nostre usanze sono malvagie; e lo dicono anche i nostri fratelli che hanno abbracciato la sua religione. Come pensi che possiamo combattere se i nostri stessi fratelli si sono rivoltati contro di noi? L’uomo bianco è molto intelligente. E’ arrivato tutto pacifico con la sua religione. La sua stupidità ci ha fatto ridere e l’abbiamo lasciato stare. Adesso ha conquistato i nostri fratelli, e il nostro clan non può più agire di comune accordo. L’uomo bianco ha premuto il coltello sulle cose che ci tenevano uniti e ci siamo divisi.”

La bellezza delle scene

Alcune scene di questo testo sono intrise di una bellezza cruda e reale, sembra di riuscire a respirare l’aria africana, di vedere i suoi meravigliosi paesaggi, di immergersi nelle atmosfere, anche in scene particolarmente tragiche per i nostri personaggi.

Penso in particolare ad una scena a cui mi capita di pensare spesso, avete presente quando leggete un libro e per un connubio di motivazioni una scena, un fotogramma creato dalla vostra mente sulla scena che state leggendo, vi rimane impresso? E vi sembra di averla vissuta in prima persona quella vicenda.

Ecco, all’interno de “Le Cose Crollano” c’è una scena in cui Okonkwo e una della sua mogli seguono la loro bambina che viene portata all’interno di questa grotta, è notte, la moglie di Okonkwo (uno dei miei personaggi preferiti, personalmente) cammina per chilometri cercando di non farsi vedere da questa vecchia saggia che ha preso la bambina, arriva a questa grotta e cercando di non farsi né vedere, né sentire si siede fuori da questa aspettando che la donna e la sua bambina ricompaiano. Ebbene, mentre aspetta arriva Okonkwo che nella disperazione della donna, la rassicura e le rivela che l’ha seguita per tutto il tempo.

Nelle leggi del clan in cui vive Okonkwo gli uomini, soprattutto quelli con la sua posizione, hanno più mogli e Okonkwo è un uomo complesso, un personaggio profondo che sulle prime si può etichettare come un uomo incline alla violenza, duro, rigido, ma è molto di più.

La scena che vi ho descritto secondo me racchiude parecchie sfaccettature non evidenti del carattere di Okonkwo e del rapporto con questa moglie, è una scena quasi dolce, in contrasto con un personaggio con i suoi modi.

Direi che l’intensità e la profondità del carattere del protagonista è un altro degli aspetti affascinanti di questo libro.

Conclusioni

“Le cose Crollano” è stata davvero un’esperienza, leggerò di certo gli altri due volumi della trilogia e la profondità, le atmosfere, la vividezza di questo libro hanno davvero colpito nel segno.

Le tematiche e l’importanza di questo testo sono enormi, è uno di quei volumi per cui dovrei scrivere una recensione lunga 30’000 parole.

E’ un libro potente, in cui ci si immerge in una cultura ampia e affascinante, si vive in atmosfere forti che lasciano difficilmente indifferente il lettore.

Voto:

E voi? Avete mai letto “Le Cose Crollano”? Sì? No? Fatemi sapere!

A presto!

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