Sonno Profondo – Banana Yoshimoto

Buon mercoledì!

Come vi sentite in questo mercoledì? Spero che tutto proceda nel migliore dei modi!

Oggi recuperiamo un’altra recensione, di un libro che ho letto qualche mese fa e che mi ha stupita.

Il libro di oggi è “Sonno Profondo” di Banana Yoshimoto, ed è il mio primo approccio con l’autrice, famosa soprattutto per “Kitchen“, diventato un super best seller.

Sonno Profondo” è un testo che sostava da anni nella mia libreria ed è una raccolta di tre racconti, simili soprattutto peri personaggi che incontriamo in essi e il mood generale.

Iniziamo!

Sonno Profondo – Banana Yoshimoto

Casa Editrice: Feltrinelli

Genere: racconti, narrativa contemporanea

Pagine: 134

Prezzo di Copertina: € 8,50

Prezzo ebook: € 4,99

P. Pubblicazione: 1989

Link all’acquisto (nuova edizione): QUI

Incipit (primo racconto)

Da quanto tempo sarà che quando sono da sola dormo in questo modo? Il sonno viene come l’avanzare della marea. Opporsi è impossibile. E’ un sonno così profondo che né lo squillo del telefono né il rumore delle auto che passano fuori mi arrivano all’orecchio.

Trama

“Queste tre storie, dice Banana Yoshimoto, raccontano la notte di alcuni personaggi che si trovano in una situazione di blocco, in una fase in cui il flusso regolare del tempo si è interrotto”. In questa sospensione, emergono i temi a lei più cari, i percorsi del suicidio, la decadenza dell’istituzione familiare, il ruolo della sessualità, ritratti questa volta in noir, per suscitare una forte emozione.

Recensione

Sonno Profondo” è il terzo romanzo dell’autrice giapponese ad essere tradotto in Italia, il libro raccoglie tre racconti precedentemente apparsi sulla rivista “Kaien”: “Sonno Profondo“, “Viaggiatori nella Notte” e “Un’esperienza”.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile di Banana Yoshimoto è pulito, lineare, non avendo mai letto nulla dell’autrice sono rimasta stupita dalla semplicità (dal punto di vista dei termini utilizzati) del suo stile, sa indagare nei quadri complessi delle emozioni umane e ha la grande abilità di saper utilizzare, a mio modesto pare, il grande mantra dello “Show don’t tell” magnificamente, almeno in questo testo.

Il ritmo sembra lento ad un primo acchito perché la Yoshimoto si concentra sulle sensazioni dei personaggi e il loro modo di vivere gli eventi più piccoli e normali, ma in realtà la storia avanza, quindi il ritmo è quello strano mix che sembra far rallentare a tratti il tempo mentre la vita di tutti i giorni va avanti per i nostri personaggi.

Le atmosfere dei racconti sono costellate da un senso di malinconia e solitudine generale, i tre racconti sono infatti accomunati da un senso quasi di abbandono nei confronti della vita o della vita per come era vista dai personaggi.

I personaggi vivono in uno stato di blocco che li porta ad osservare le persone e la vita attorno a loro come se fossero all’interno di una bolla, vedono quello che succede, ma a loro sembra non importare, sono concentrati su un passato che non c’è più, su un periodo della loro vita che è stato importante e che loro tendono ad idealizzare senza concentrarsi sul presente, come se non esistesse, come se avessero lasciato la loro vita in mano a delle entità uguali a loro che non sono loro.

Vivono in quello stato di apatia e distacco come se fossero in un costante sonno profondo, ogni giornata è uguale a quella precedente, non c’è interesse o voglia di fare nulla di particolare nella loro vita, questa ovviamente può essere anche una forma di depressione da non sottovalutare.

Penso che Banana Yoshimoto sia bravissima nel far provare queste sensazioni al lettore senza al tempo stesso appesantire il tutto, non insiste mai troppo sulle emozioni di questi personaggi, ha uno stile equilibrato, dipinge un quadro senza esagerare mai.

Sonno Profondo

Sonno Profondo” è il primo racconto della raccolta e parla di questa ragazza che dorme costantemente, vive in questo appartamento sola e frequenta un uomo sposato. Si perde spesso in ricordi riguardanti il periodo in cui lavorava o in cui studiava, ma nello stato attuale vive quasi come se fosse nella famosa bolla di cui parlavamo prima, ogni tanto si incontra con quest’uomo, ma non prova particolari interessi o slanci nella propria vita.

E’ un racconto che ha al suo interno un’aura di solitudine non indifferente, la Yoshimoto riesce a scrivere in modo decisamente evocativo, leggendo mi sono immaginata perfino il movimento di un vestito indossato dalla protagonista durante un momento di relax e alla fine dopo un buon tot di tempo dalla lettura, per qualche motivo sono queste le scene che ricordo di più, quelle legate alla vita di tutti i giorni, ma con un tocco di poesia e atmosfera in più.

Durante la lettura si può provare il desiderio di spronare quasi questa ragazza a cambiare la propria vita, ma questo desiderio non diventa mai così forte al punto da rendere la lettura fastidiosa per l’immobilità della protagonista.

Ognuno di noi dopotutto ha vissuto o vivrà io credo un periodo di limbo, un lasso di tempo in cui ci si sente bloccati e non si può tornare indietro, verso il passato magari negativo, ma sicuro e allo stesso tempo non si riesce ad andare avanti, l’importante è saper affrontare questo periodo nel migliore dei modi, come dicevo sopra alcune di queste emozioni (con ovviamente mille e più considerazioni in base al caso) possono anche essere collegate ad una malattia come la depressione.

“Credo che la forza si stesse impercettibilmente rigenerando dentro di me. Anche se era stata solo una piccola onda, una piccola storia di resurrezione vissuta dal mio cuore provato dalla perdita di un’amica e dalla quotidiana stanchezza del vivere, mi fece pensare quanto l’uomo sia fondamentalmente sano. Non ricordavo più se in passato mi fosse già accaduto, ma nell’affrontare il buio che ognuno ha dentro di sé dopo una ferita profonda, distrutta dalla stanchezza, all’improvviso un’energia sconosciuta aveva cominciato a riemergere.”

Ecco, la protagonista di questo primo racconto si perde nel sonno e lascia che i giorni passino non concentrandosi più di tanto sul futuro.

Viaggiatori nella Notte

Il secondo racconto riguarda una ragazza che trova una lettera della ex fidanzata del fratello morto un anno prima e da lì inizia la sua passeggiata nel viale dei ricordi, quelli di suo fratello, quelli di questa ragazza e quelli degli attimi vissuti assieme quando sia lei che il fratello erano più giovani.

E’ un racconto che parla di morte e mancanza, viviamo sempre nelle atmosfere della raccolta, quelle del vuoto e del distacco dalla realtà, ma qui indaghiamo nei meandri di un rapporto profondo e viscerale come quello fra fratello e sorella e ci perdiamo assieme alla protagonista nelle varie domande che la morte del giovane ha lasciato in lei.

Il ritrovamento di questa lettera scatenerà tutta una serie di ricordi ed emozioni che lei ha forse volutamente lasciato addormentate dopo la morte del giovane, per non soffrire e non essere costretta a guardare in faccia la realtà.

Abbiamo anche qui un racconto toccante, pieno di nostalgia che ci porta ad interrogarci sul passato, davvero il passato è solo passato? O è ogni giorno con noi anche se non lo vediamo e a volte lo ignoriamo? E’ vero che concentrarsi troppo su di esso può essere nocivo, ma anche ignorarlo può esserlo.

Un’esperienza

La raccolta si conclude con “Un’esperienza” che è un racconto assai amaro in cui questa ragazza ci racconta di un’esperienza passata, anni prima infatti era andata a vivere in un appartamento con un ragazzo per cui aveva perso la testa e un’altra ragazza che frequentava questo giovane, insomma era una storia a tre e tutti vivevano sotto lo stesso tetto.

La narratrice in questo racconto si perde a parlare della sua “rivale” e riscopre un sentimento di affetto nei suoi confronti, è un racconto molto interessante perché fa riflettere sulla potenza della memoria e dei ricordi, e sul concetto di rivalità e odio.

Ai tempi quando stavano assieme la protagonista non amava particolarmente questa ragazza, ma non la detestava nemmeno, forse pensava di odiarla, ma dal modo in cui parla di lei al passato scopriamo che provava quasi un senso di affetto e ammirazione che ai tempi non voleva ammettere a se stessa.

Al presente invece accetta totalmente il fatto di sentire quasi la sua mancanza e averla amata, in modo particolare diciamo.

E’ un racconto breve, il più breve della raccolta, ma è a mio avviso il più doloroso assieme a “Viaggiatori nella Notte“, qui il senso di passato perduto ci arriva totalmente, il mondo in cui ha vissuto la protagonista non esiste più, le persone con cui ha vissuto sembrano lontane anni luce e lei si ritrova a sentire la mancanza di tutto quel che è stato, che al passato non era un idillio, ma al presente sembra un mondo per cui vale la pena provare un senso di mancanza.

Conclusioni

Sono stata felice di questo primo approccio con Banana Yoshimoto e leggerò senza dubbio altro di suo, non mi sento di dare cinque stelline perché anche se la raccolta è stata di mio gradimento aspetto di leggere qualcosa di più potente.

“Sonno Profondo” è una raccolta interessante, ma non è il punto massimo della Yoshimoto e non è di certo perfetta, ma ripeto è assolutamente godibile, soprattutto può essere un bel modo per scoprire lo stile e le tematiche dell’autrice.

Voto:

E voi? Avete mai letto nulla di Banana Yoshimoto? Sì? Vi è piaciuto? No, perché? Fatemi sapere!

A presto!

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2 pensieri riguardo “Sonno Profondo – Banana Yoshimoto

  1. Di suo ho letto Moshi moshi, che ho trovato così brutto che ho aspettato anni prima di leggere altro. Ci ho riprovato con Il dolce domani e l’ho trovato così delicato da lasciarmi il desiderio di leggere altro di suo. In generale, so che i suoi primi romanzi sono migliori di quelli usciti più di recente, però non la conosco così bene da poterlo dire con certezza.

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    1. Sono davvero svampita, pensavo di aver risposto e invece nulla. Ho sentito anche io che i suoi primi romanzi sono migliori rispetto a quelli recenti, ho sentito anche varie opinioni parecchio negative su Moshi Moshi e in generale ascoltando in giro mi sono fatta l’idea di una scrittrice magari un poco altalenante… Io avendo letto per ora solo “Sonno Profondo” non saprei dirlo con certezza, ma di sicuro punto ad approfondire. Tra l’altro ricordo che anni fa tutti parlavano della Yoshimoto, era una scrittrice parecchio “di moda” diciamo, ora invece secondo me ha perso un po’ di smalto.

      Piace a 1 persona

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