Pillole Letterarie #7

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I romanzi assomigliano a montagne altissime e per affrontarli ci vuole la luce del sole. Dal fondovalle riesco a intravedere appena la cima avvolta dalle nuvole. Riconosco una possibile via di arrampicata attraverso guglie affilate e morene, poi gobbe morbide dove potrei sistemare il campo base, poi piú in alto i campi successivi.

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È come se fossi sopra un terrazzino all’ottavo piano che in maniera microscopica si ritira all’interno del palazzo, ogni giorno, di un paio di centimetri. Le finestre dietro di te sono sbarrate ma sul terrazzino si sta alla grande, c’è da mangiare, c’è uno stereo che spara a palla musica non male e ci sono delle bonazze che ballano. E allora che fai? Certo non ti preoccupi che questo cazzo di terrazzino ti sta scomparendo sotto i piedi. Ti metti a ballare e ti diverti pure di piú perché sai che è l’ultima volta che puoi farlo. Capisci come ragioni? Ora ti sono rimasti solo un paio di centimetri e poi precipiti di sotto e la voglia di ridere e di ballare ti è passata.

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Pillole Letterarie #6

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È una pesante nevicata su un paese straniero, che nasconde le forme e i contorni della realtà sotto un manto di nebuloso biancore. È un cane azzoppato, che non riesce mai a eseguire correttamente gli esercizi richiesti. È un biscotto allo zenzero che, lasciato a inzupparsi per troppo tempo nel tè dei nostri auspici, si sbriciola, si dissolve, diventa niente. È un continente perduto.

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Quando perdi qualcuno e questo qualcuno ti manca, tu soffri perché la persona assente si è trasformata in un essere immaginario: irreale. Ma il tuo desiderio di lei non è immaginario. Così è a quello che devi aggrapparti: al desiderio. Perché è reale.

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Pillole Letterarie #5

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Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita… Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. Ce n’è a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n’è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?

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Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto.

Così diceva: quello che vedranno.

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Pillole Letterarie #4

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Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce a immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. Sapevo che prima o poi l’avrebbe fatto lei. E lo ha fatto. È scoppiata tutto d’un colpo.

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Pillole Letterarie #3

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Come il più stupido degli esploratori, aveva cercato la felicità nelle cose più lontane, setacciando fiumi di vane promesse nelle terre dell’avere. E aveva dimenticato di cercare nel posto più semplice, dove era troppo elementare e forse meno romantico buttare l’occhio: dentro se stesso, in quel piccolo spazio, a volte insignificante, che si chiama essere.

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Pillole Letterarie #2

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È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri s’incontrano e i loro sguardi s’incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza. Esistono solo quel momento e quella straordinaria certezza che tutte le cose, sotto il sole, sono state scritte dalla stessa mano, la mano che risveglia l’Amore e che ha creato un’anima gemella per chiunque lavori, si riposi e cerchi i propri tesori sotto il sole, perché se tutto ciò non esistesse non avrebbero più alcun senso i sogni dell’umanità.

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Pillole Letterarie #1

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Una tigre aveva due seguaci: un leopardo e uno sciacallo. Ogni volta che la tigre azzannava una preda, lei mangiava quel che poteva e lasciava i resti al leopardo e allo sciacallo. Un giorno successe però che la tigre uccise tre animali: uno grosso, uno medio e uno piccolo. “E ora come li dividiamo?” chiese la tigre ai suoi due seguaci. “Semplice, – rispose il leopardo, – tu prendi il più grande, io prendo il medio e quello piccolo lo diamo allo sciacallo“. La tigre non disse nulla, ma con una zampata sbranò il leopardo. “Allora, come li dividiamo?” Chiese di nuovo la tigre. “Oh, Maestà – rispose lo sciacallo, – Il pezzo piccolo lo prendi tu per colazione, quello grande lo tieni per pranzo e quello medio lo mangi a cena“. La tigre era sorpresa. “Dimmi, sciacallo, da chi hai imparato tanta saggezza?” Lo sciacallo per un po’ esitò, poi con l’aria più umile che riuscì a metter su rispose: “Dal leopardo, Maestà“.

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