Le Belve – Manlio Castagna, Guido Sgardoli

Buon lunedì e buon inizio settimana!

Come state? Come è iniziata la settimana, ma soprattutto, come sta andando questo movimentato settembre?

Sono tornata con una recensione, vi devo ancora parlare di parecchi titoli arretrati e voglio recuperare questo mese come scritto nello scorso articolo, tra l’altro il libro di cui parleremo oggi è un ottima lettura creepy adatta al mese di ottobre, o alle classiche atmosfere alla Halloween.

Lo so, è un po’ presto, ma meglio mettersi avanti!

Il libro di cui parleremo oggi è un testo scritto da due autori italiani, conosciuti soprattutto per i loro testi per ragazzi, ad esempio Manlio Castagna è apprezzato e chiacchierato per la sua serie “Petrademone“.

Ma iniziamo a parlare meglio del libro!

Le Belve – Manlio Castagna, Guido Sgardoli

Casa Editrice: Piemme

Genere: Thriller

Pagine: 247

Prezzo di Copertina: € 16,50

Prezzo ebook: € 7,99

Anno di P. Pubblicazione: 2020

Link all’acquisto: QUI

Incipit

I colpi risuonavano contro la massiccia porta di legno come rintocchi di campana. “Fatemi uscire!” La stanza era spoglia, dimessa, cupa: un letto in ferro, sotto il quale era acquattato un pitale arrugginito, e un possente armadio, scuro, al centro di una parete ricoperta da carta da parati a motivi floreali, stracciata in più punti. Due finestre sprangate, un camino. Nient’altro.

Trama

Ci sono luoghi che diventano malvagi perché malvagie sono state le persone che ci hanno vissuto… In una sonnolenta provincia italiana. Tre banditi senza un piano. Ventuno ostaggi senza scampo. Ventiquattro ore di orrore puro. Questa è la storia di Lince, Poiana e Rospo, tre criminali dilettanti che fuggono da una rapina andata male. Di una classe di liceali di Ferrara sequestrati durante una gita in un ex ospedale abbandonato. Dell’ex sanatorio Boeri, che nasconde strati di storie maledette, sepolte nei suoi muri fatiscenti e nelle sue viscere oscure. Di una ragazza con un potere extrasensoriale che le permette di percepire il Male. Di un paese di provincia, Tresigallo, sospeso in una terra nebbiosa e silenziosa, e dei fatti occulti che brulicano sotto la sua superficie all’apparenza pacifica. Di animali e di uomini che certi fantasmi della mente e la ferocia dei loro aguzzini trasformano in belve.

Recensione

Come dicevamo Manlio Castagna è l’autore della serie “Petrademone“, libri per ragazzi che hanno riscosso un bel successo. Mentre Guido Sgardoli è anche lui un autore di libri per ragazzi apprezzato nel panorama italiano, ed è lo scrittore di “The Stone. La Settima Pietra“.

Si sono uniti per la scrittura di questo testo uscito un anno fa che promette di essere il primo volume di una duologia? Trilogia? Di sicuro dalle parole degli autori e dal finali questo apre le porte ad un seguito.

Stile, Ritmo e Atmosfere

Lo stile del libro fa pensare al tipico stile di un titolo per ragazzi, è decisamente scorrevole, le descrizioni sono ben equilibrate, anche quando sono presenti non rallentano troppo il ritmo, e il testo è costellato di colpi di scena.

Questa caratteristica in particolare fa sì che il lettore rimanga incollato fino ala fine alle pagine, ma dall’altro lato diventa prevedibile ad un certo punto. Soprattutto verso il finale infatti assistiamo a scene molto veloci, in cui facciamo una scoperta dietro all’altra o in cui i personaggi agiscono velocemente, tutto fa entrare il lettore in un vortice che sembra non finire mai. Se all’inizio è adrenalinico e interessante come effetto, dopo può diventare un poco banale/prevedibile.

Il ritmo è veloce, è un testo di neanche 250 pagine che si prefigge di raccontare il dramma di un rapimento in un luogo così spaventoso come un ospedale abbandonato, direi addirittura che il ritmo lascia senza fiato per la velocità in alcuni punti.

L’atmosfera come è prevedibile dall’ambientazione è decisamente creepy, siamo a Tresigallo, Ferrara nel 2020 e una scolaresca visita l’ospedale abbandonato, l’ex sanatorio Boeri, che esiste davvero tra l’altro.

Per tutto il testo viviamo in un clima di tensione, per il luogo e per i personaggi, infatti le minacce presenti all’interno de “Le Belve” sono parecchie, dalle presenze fuse nelle mura dell’edificio ai tre ladri che decidono di prendere in ostaggio i ragazzi.

Ci addentriamo in luoghi oscuri, edifici abbandonati, incontriamo personaggi tetri, ascoltiamo voci che sussurrano nell’ombra e ci immedesimiamo nei panni di ragazzi delle superiori che non sanno come comportarsi di fronte a tutto ciò.

Vorrei dire che con tutta probabilità l’atmosfera rappresenta proprio il punto forte di questo libro, diciamocelo, i luoghi abbandonati sono sempre pieni di fascino e attirano il lettore, “Le belve” non fa eccezione.

Il Pericolo è Ovunque

Quando dico che le minacce sono varie, lo intendo davvero, pienamente. Infatti dalla copertina del libro ci si può lasciar andare a varie supposizioni e teorie, ma quando lo si inizia a leggere si capisce che il pericolo è sia materiale che immateriale.

Abbiamo i villan rappresentati dai tre rapitori, uomini in fuga dalla polizia dopo un furto che si nascondono all’interno del sanatorio senza sapere dell’arrivo della scolaresca. Il capo di questo trio ha un’idea geniale (si fa per dire) ovvero quella di sequestrare tutti appunto, ma non ha fatto i conti con molti misteri presenti all’interno delle mura e ben presto la situazione prenderà una piega spiacevole.

Tra l’altro ho apprezzato parecchio l’introspezione dei tre ladri, non sono cattivi casuali sistemati nel posto giusto al momento giusto per far scattare una sequenza di azioni, hanno le loro motivazioni, il loro background e soprattutto si differenziano bene l’uno dall’altro, hanno una loro personalità ben distinta.

Oltre alla minaccia materiale, c’è quella immateriale appunto che è molto più complessa da analizzare ed è costruita da vari livelli. Il passato del sanatorio si mischia al presente e risveglia antichi ricordi, ci sono presenze minacciose che vivono nei piani più bassi della struttura.

In questo testo non si smette mai di temere per qualcuno o qualcosa, risulta semplice affezionarsi a certi personaggi.

Un mix a volte troppo mix

Da ciò che si sarà intuito fino ad ora questo libro mi è piaciuto molto, più del previsto, ma c’è un aspetto negativo che verso la parte finale appesantisce un poco la lettura, ovvero il sovraccarico di elementi, plot twist e scenari vari.

Questi pericoli, o presunti tali, si ammassano e si arriva ad un punto in cui non si sa più in cosa credere, il lettore si sente smarrito per la sequenza di fatti che accadono uno dietro l’altro, a volte alcuni risultano forzati.

Ho notato questo aspetto soprattutto dalla metà in poi ed è un crescendo, capisco il voler far comprendere al lettore che nulla è sicuro e il luogo dove siamo è cosparso di pericoli, ha un passato nero e non si fa problemi a divorare i nostri personaggi, ma diventa tutto troppo.

Conclusioni

Penso sia un ottimo libro per ragazzi (e no volendo), adatto soprattutto alle atmosfere tipiche di ottobre se vogliamo essere personcine in tema, ma è sempre una lettura coinvolgente.

Ci sono personaggi giovani ovviamente e non so voi (starò invecchiando sicuramente), ma in genere non sempre riesco più ad empatizzare con personaggi giovani o non sempre apprezzo il modo in cui vengono resi, il linguaggio che viene affibbiato loro e in generale il loro modo di fare nei libri. Molte volte penso siano eccessivamente stereotipati, ma questi personaggi mi sono piaciuti.

Ho tifato per loro, li ho apprezzati e li ho compresi, penso sia interessante anche affacciarsi a personaggi così giovani anche se si è adulti perché tutti sono stati giovani ovviamente e possiamo provare a comprenderli, alcuni sono più facili da capire, altri no, ma è interessante guardare a quei tempi e quell’età anche dopo anni.

Voto:

Bene! E voi? Avete mai letto “Le Belve”? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A presto!

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