Guida al Trattamento dei Vampiri per Casalinghe – Grady Hendrix

Buonasera!

Come va? Come sta andando questo settembre?

Per molte persone settembre è l’inizio dell’anno, si cambia registro da un giorno all’altro anche a livello di clima oserei dire e se fino a qualche tempo fa eravamo immersi nella nube di distacco da tutto (tipica di agosto) oggi si fatica a farsi una ragione per la fine anche di queste ferie, sì lo so, siamo a oltre metà mese, ma il ricordo brucia.

Comunque, da una parte è quasi rassicurante il ritorno alla routine, certo e stabile, come la morte e le soap opera su Canale 5.

Oggi si torna a bomba con una recensione, parliamo di un testo che mi sono decisa a riprendere in mano dopo averlo messo in pausa circa un anno fa (sempre per colpa del mio periodo di scarse letture). Mi ci sono immersa di nuovo ricominciando da capo per essere certa di non perdermi nulla.

Parliamo subito de “Guida al Trattamento dei Vampiri per Casalinghe” di Grady Hendrix!

Guida al Trattamento dei Vampiri per Casalinghe – Grady Hendrix

Casa editrice: Mondadori

Genere: horror

Prezzo di Copertina: € 21,00 (ed. Strade Blu) € 14,00 (ed. economica)

Prezzo ebook: € 7,99

Prima pubblicazione: 2020

Link all’acquisto: QUI

Incipit

Nel 1988, George H.W. Bush aveva appena vinto le elezioni presidenziali invitando tutti a leggere il labiale mentre Michael Dukakis aveva perso facendosi fotografare a bordo di un carro armato. Il dottor Robinson era il papà d’America, Kate e Ellie erano le mamme d’America, le protagoniste di Cuori senza età erano le nonne d’America, McDonald’s aveva annunciato l’apertura del suo primo ristorante in Unione Sovietica e tutti compravano una copia di Dal Big Bang ai buchi neri di Stephen Hawking, senza però leggerla, Il fantasma dell’opera esordiva a Broadway e Patricia Campbell si preparava a morire.

Trama

Difficile la vita di Patricia Campbell: il marito è troppo impegnato col lavoro, i figli con le loro vicende, l’anziana suocera ha bisogno di cure costanti per cui Patricia è sempre in ritardo nel suo infinito elenco di faccende domestiche. La sua unica oasi felice è un gruppo di lettura, formato da donne unite dal comune amore per il true crime. Nei loro incontri, invece che di matrimoni, maternità e pettegolezzi, si parla della famiglia Manson. Ma un giorno James Harris, bello e misterioso, viene a vivere nello stesso quartiere di Charleston e si unisce al gruppo. James è un uomo sensibile, colto e fa sentire a Patricia cose che non provava da anni. Eppure c’è qualcosa di strano in lui: non ha un conto in banca, non esce durante il giorno e la suocera di Patricia sostiene di averlo conosciuto da ragazza. Quando i bambini di colore cominciano a scomparire senza che la polizia faccia nulla, in Patricia e nelle amiche si fa strada il sospetto che James sia un serial killer, ma nessuno al di fuori del gruppo ci crede. Sono loro ad aver letto troppi libri di true crime o quello che si aggira nelle loro case è un mostro vero?

Recensione

Questo era stato il libro per il mese di maggio (2023) del gruppo di lettura, LiberTiAmo, io lo avevo iniziato e vi dirò mi stava anche piacendo parecchio, ma per il fatto che il 2023 è stato un flop a livello di letture (anche e forse soprattutto per colpa mia diciamolo) e per il fatto che mi sono impuntata di voler leggere tutti i testi citati all’interno di questo libro prima di leggere il libro in questione… eh insomma, l’ho abbandonato. O meglio, messo in pausa con la ferma speranza di riprenderlo un domani.

L’ho ripreso in mano due mesi fa, a luglio, e in pochi giorni l’ho divorato.

Stile, Ritmo e Atmosfera

Lo stile di Hendrix è decisamente scorrevole, direi che si concentra su ogni dettaglio con le tempistiche giuste senza mai eccedere. Capita a volte quando parliamo di un libro corposo (ma anche di un libro breve in certi casi) di avere la sensazione di star leggendo un testo con più pagine del dovuto, il classico pensiero “ci sono 50/100 pagine in più”, ci sono vicende in cui si nota la presenza di una lunghezza non necessaria. Non è questo il caso perché la storia di Patricia prende diverse pieghe e la storia che l’autore ci narra non è breve, ma ha tanti snodi. Questo non vuol dire comunque che una storia di base lineare o semplice non possa essere narrata in un libro di 700 pagine, dipende tutto da come lo si fa ovviamente.

Il ritmo è ben gestito, ci sono momenti della vicenda in cui rallenta e getta il lettore in uno stato di abbattimento perché desidera un movimento, e altri in cui l’autore mette il turbo (soprattutto in scene di tensione) e il battito accelera. C’è una scena in particolare che è una delle più agghiaccianti a mio vedere. Vi dirò, il libro è comunque un horror medio soprattutto se siete lettori che sguazzano da tempo già nel genere e non vi impressionate facilmente o comunque amate l’horror e leggete con frequenza testi di questo tipo. C’è qualche scena se vogliamo più horror o inquietante rispetto al tono generale, ma in linea di massima nulla di sconvolgente.

È il modo però in cui l’autore riesce a costruire la tensione che fa funzionare tante scene, l’occhio ai dettagli, le emozioni dei personaggi.

L’atmosfera generale infatti è variabile, abbiamo queste scene di amicizia e chiacchierate fra amiche, questo mood da gruppo di lettura fra casalinghe e quest’altra atmosfera di sottile inquietudine sempre presente, quando si avverte che qualcosa non va, che certi eventi o comportamenti nascondono altro.

Le tematiche affrontate

In questo libro ritroviamo una sfilza di tematiche che ci vengono presentate, l’amicizia femminile, il lavoro della casalinga e l’essere sottovalutata per questo lavoro, il tema dei mariti/uomini che sembrano non avere molta considerazione nei confronti delle loro mogli, c’è una buona dose di maschilismo in questo testo, l’essere considerata pazza, isterica, ma c’è anche il tema dello sconosciuto, dello straniero rappresentato da questo James, un uomo affascinante che entra quasi di prepotenza nella vita di Patricia e le fa terra bruciata attorno.

James è un personaggio molto interessante, perché ci viene presentato all’inizio come il nipote di una anziana signora recentemente defunta e vicina di Patricia (tra l’altro la nostra protagonista ha un ultimo incontro molto violento e strambo con questa signora), che pian piano inizia a chiedere favori a Patricia che in un primo momento è la prima a farsi avanti, più che altro per cortesia e perché le dispiace per la morte della parente.

Le cose man mano degenerano e Patricia iniziare ad avere dei sospetti su James perché nel frattempo in città (in una zona in particolare della città) stanno scomparendo dei bambini e alcuni sembrano comportarsi in modo strano.

James rappresenta lo “straniero”, l’elemento esterno che irrompe nella vita di una donna normale, una madre, una moglie, una casalinga piena di impegni e commissioni, con il suo gruppo di lettura e le sue chiacchierate fra amiche che a volte virano sulla cronaca nera e il true crime essendo loro appassionate di letture di questo genere.

Infatti c’è un collegamento che si crea con il titolo “Un Estraneo al Mio Fianco” (libro di Ann Rule in cui l’autrice racconta del suo rapporto con il serial killer Ted Bundy) e i primi sospetti che inizia ad avere Patricia su quest’uomo di cui alla fine non sa nulla di vero, la donna riflette, ricollega pezzi di discorsi e risposte dell’uomo per arrivare a capire inoltre che molte informazioni non sembrano vere, James si contraddice, mente.

James rappresenta anche il mostruoso, la minaccia, il nemico con cui sei costretta a convivere, l’elemento di cui non ti puoi fidare, sempre in agguato.

Non spoilero nulla se vi dico direttamente che James è la minaccia principale in questo libro perché si può intuire e anche nella trama che si trova in vari siti o all’interno stesso del libro non viene celata questa informazione.

Tra le tematiche citate sopra e a mio vedere maggiormente presenti c’è quella del sessismo e del maschilismo, ci sono momenti in cui questo libro diventa irritante proprio per scene di questo tipo da me interpretate come una scelta ben precisa dell’autore, che ha voluto mettere sotto i riflettori questo senso di superiorità dei mariti di queste donne nei loro confronti, l’autore tratteggia una realtà in cui questi uomini abusano delle mogli, mentalmente, fisicamente, e non danno loro credito per nulla. In particolare il marito di Patricia ad un certo punto del testo arriva persino a farla ricoverare nel reparto psichiatrico dove lavora lui e davanti ai loro bambini la umilia e ciò crea un profondo senso di odio in Patricia per lui.

Questo accade dopo un evento preciso, ma la parentesi dell’umiliazione e del trauma che questo padre non cerca di curare, ma anzi alimenta nei bambini solo per metterli contro alla madre è disgustoso.

Forse vi dirò che sono più forti e fastidiose determinate scene di sessismo che altre puramente horror.

Il libro si apre con la definizione presa dall’Oxford English Dictionary del 1971 per il termine “casalinga”, definita: “donna o ragazza superficiale, senza valore”.

Per me questa scelta di inserire questa determinata definizione all’inizio del testo è stato presagio di tematiche come il sessismo e il maschilismo, per questo dico che è una scelta dell’autore. Insisto su questo punto perché mi è capitato di leggere alcuni commenti in cui non era chiaro se queste tematiche fossero rappresentate appositamente oppure no.

Un altro tema è il razzismo, tematica rappresentata soprattutto dal personaggio di Miss Mary, donna di colore badante nella prima parte del libro della suocera di Patricia. Questa donna vive in una zona della città popolata soprattutto da afroamericani ed è palese il livello di razzismo e superficialità con cui viene trattata questa signora, le problematiche che affliggono queste persone e questa zona appunto citata che è tra l’altro il luogo dove stanno scomparendo questi bambini.

Patricia cerca di aiutarla e Miss Mary prova a fidarsi di lei, ma è oramai abituata a non essere ascoltata o considerata.

I personaggi principali e il punto finale della vicenda

Vorrei inoltre avvicinarmi alla fine di questa recensione parlando un secondo di più dei personaggi principali, faccio riferimento soprattutto a Patricia e a James.

James, come scritto sopra è il mostro, l’uomo che nasconde chiaramente grossi segreti, è anche però un personaggio sfuggente, molte volte non presente, va fuori città, si nasconde in casa, non si fa vedere.

Trovo però che riesca sempre in un modo o nell’altro a esserci senza essere per forza presente a livello fisico, Patricia fa spesso riferimento a lui, ci pensa, ne parla con altri, è la classica presenza fissa e mantiene bene quell’alone di mistero proprio per il suo essere sfuggente.

L’unico momento in cui cala il personaggio di James a mio vedere è nel finale, c’è una scena in cui si ritrova con le donne di queste club di lettura e assume un comportamento che spezza questa sua figura da villain.

Patricia invece è una donna normale come dicevamo, ligia alla sua famiglia e ai suoi doveri, una donna che non spezza le regole di solito, ma si convince di aver visto e di sapere qualcosa di importante e non può girarsi dell’altra parte, sente il bisogno di agire, vuole anche un po’ di brivido nella sua vita, come confida ad un’amica.

Patricia è comunque una donna con una forza interiore notevole, una determinazione potente, anche in momenti calanti dove sembra tutto negativo, sotto sotto resta fedele ai suoi sospetti.

La fine della vicenda è un poco velocizzata, alcuni personaggi prendono decisioni importanti, ma sembra tutto avanzare con una forte velocità, questo però riguarda proprio le ultime pagine, in generale direi che è un finale che funziona bene per gli eventi narrati.

Conclusioni

A me questo libro è piaciuto parecchio, di certo leggerò altro di Hendrix anche perché l’autore ha sempre uno stile e delle trame per i suoi testi molto accattivanti. Si assapora qui proprio l’America degli anni 80/90, l’atmosfera della vita tipica famigliare americana mista alla sfera horror, con vampiri, crimini, sangue, bambini rapiti…

È stata una lettura coinvolgente che mi dato un bello sprint!

Voto:

E voi? Avete mai letto qualcosa di Hendrix? Sì? No? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A presto!