La Desolazione in un Foglio di Carta Vuoto

Buongiorno e buona domenica, un tantino in ritardo, a tutti!

Oggi vorrei pubblicare un articolo diverso dal solito, non è una recensione né tantomeno un nuovo aggiornamento delle novità letterarie no, oggi vorrei assieme a voi fare una bella chiacchierata come se fossimo una coppia di amici che si ritrovano la domenica pomeriggio sul terrazzo di un bar immerso nella quiete sorseggiando, data la calura, un bel bicchiere di tè freddo.

Probabilmente ci saranno altri articoli di questo genere vi avviso, insomma ho capito che ogni tanto è bello parlare con voi di argomenti anche lontani dal mondo libresco e visto che in generale quando sono a mio agio parlo senza freni, mi piaceva l’idea di confrontarci un po’.

Quindi, totale relax, via dal caos dalla città, non pensiamo a domani (che è già lunedì, l’ansia mi assale) e parliamo in tranquillità.

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Oggi a dire il vero, parleremo di qualcosa che è connesso comunque ai libri anzi è proprio la materia di cui è fatto un libro, ovvero la scrittura.

Penso che succeda prima o poi a tutti quelli che scrivono, per lavoro, per passione ecc. ecc. di ritrovarsi totalmente bloccati senza più idee o spunti per scrivere nemmeno una parola.

Ovviamente capisco che sia facile farsi prendere dal panico in uno di quei momenti di vuoto, specialmente se avete fretta di terminare un capitolo per riuscire a consegnarlo in tempo e proprio nel momento in cui vi mettete lì, sulla scrivania, in totale silenzio pronti per avanzare verso il vostro traguardo scritto ogni cosa vi crolla da sotto i piedi e quelle parole che prima apparivano chiare e lineari nella vostra mente, spariscono senza lasciare traccia.

A me è capitato più volte, ma ripeto, sono fortemente convinta che ogni aspirante o affermato scrittore passi prima o poi nella propria vita un momento simile, quindi non è nulla di grave.

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Dicevo a me è capitato diverse volte, sinceramente i vari consigli come: “Esci con gli amici” o “Non sforzarti a scrivere” e ancora “Pensa ad altro, non focalizzarti su questo”, con me non hanno mai funzionato.

Ogni volta, per far passare il cosiddetto blocco dello scrittore, ho insistito e sono rimasta concentrata sulla scrittura.

Cosa intendo esattamente? Non deve diventare una fissazione il fatto che non riuscite a scrivere, un tarlo che vi scava nel cervello continuamente fino a consumarvi, e perché ciò non accada è importante come scritto nell’immagine quassù freccia non farvi prendere dal panico.

Una cosa che faccio e mi aiuta molto quando ho questo blocco è prendere un foglio bianco e scrivere di qualsiasi cosa, non importa come è scritto, sgrammaticato o poco simile al vostro modo tradizionale di scrivere.

Qualsiasi cosa, dall’intonaco del muro che avete davanti in cui vi sembra di intravedere una piccola crepa, dalla porcellana della tazza piena di tè che avete lì vicino, alla piccola fetta di cielo frastagliato dalle nuvole che riuscite a scorgere dalla finestra.

Insomma basarsi su un piccolo particolare, qualsiasi particolare, di sicuro ne troverete a migliaia, e sviluppare su di esso un ragionamento più grande, cercate di divagare.

Questa tecnica con me funziona molto bene devo dire.

Oppure un’altra che trovo un tantino meno efficace ma comunque degna di nota è la tecnica del scrivere una lista di qualsiasi cosa si trovi attorno a voi, oppure di cose a cui pensate nella vostra mente ed appuntarle senza un preciso ordine su un foglio.

Insomma capita a tutti di bloccarsi ed è giusto che ci si aiuti a vicenda con consigli, aneddoti, spunti, per riuscire a riprendersi.

Bene, direi che per oggi vi ho inondato a sufficienza di parole e pensieri, ormai il mio bicchiere di tè è finito…

Spero di avervi tenuto compagnia, e spero che questa “serie” di articoli diversi dal solito vi possano piacere.

E voi? Avete mai sofferto del blocco dello scrittore? Quali sono i vostri metodi per uscirne? Ditemi!

A presto!

Elisa

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