Una Questione Privata – Beppe Fenoglio

Buongiorno e buona festa della Repubblica!

Come andiamo? Come è andato il lungo mese di maggio?

Finalmente torno su questi schermi per una recensione, lo so, lo so, soliti impegni, soliti orari brutti che mi succhiano tempo, soliti ritardi. E io nel mentre che cerco di riemergere per dare qualche segnale di vita almeno, nulla di nuovo sotto il sole, ma il futuro è splendente e come sempre piano piano ci riprenderemo sperando in una tanto agognata costanza.

Ma oggi, parliamo di un libro di cui devo parlarvi da mesi, ovvero quella che è stata la lettura di gennaio per il gruppo, quindi “Una Questione Privata” di Beppe Fenoglio.

Il libro tratta un tema caro a Fenoglio, ovverosia la guerra partigiana negli anni finali della seconda guerra mondiale.

Parliamone!

Una Questione Privata – Beppe Fenoglio

Casa editrice: Einaudi

Pagine: 208

Genere: narrativa

Prezzo di Copertina: € 12,00

Prezzo ebook: € 7,99

Prima Pubblicazione: 1963

Link all’acquisto: QUI

Incipit

La bocca socchiusa, le braccia abbandonate lungo i fianchi, Milton guardava la villa di Fulvia, solitaria sulla collina che degradava sulla città di Alba. Il cuore non gli batteva, anzi sembrava latitante dentro il suo corpo. Ecco i quattro ciliegi che fiancheggiavano il vialetto oltre il cancello appena accostato, ecco i due faggi che svettavano di molto oltre il tetto scuro e lucido. I muri erano sempre candidi, senza macchie né fumosità, non stinte dalle violente piogge degli ultimi giorni. Tutte le finestre erano chiuse, a catenella, visibilmente da lungo tempo.

Trama

«È difficile trovare, nella letteratura italiana degli ultimi cento anni, un romanzo in cui amore e guerra, giovinezza e morte si intrecciano in modo così magico». (Nicola Lagioia). Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton (quasi una controfigura di Fenoglio stesso) è un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un’azione militare rivede la villa dove aveva abitato Fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi del suo amore, rievocandone le vicende, viene a sapere che Fulvia si è innamorata di un suo amico, Giorgio: tormentato dalla gelosia, Milton tenta di rintracciare il rivale, scoprendo che è stato catturato dai fascisti…

Recensione

Finalmente è arrivato il momento di parlare di questo testo, mi sono fatta più che attendere, ma alla fine eccoci qui.

Mi sento persino arrugginita nello scrivere recensioni dato che è passato del tempo dall’ultima che ho scritto in versione integrale diciamo, ma cercherò di fare del mio meglio.

Stile, Ritmo e Atmosfera

Lo stile di Fenoglio è di certo diretto, chiaro e amaro in alcuni tratti. L’autore utilizza un lessico all’apparenza semplice che si adatta alla perfezione ai personaggi che ci ritroviamo a seguire nel corso del libro, parliamo di persone che sono nel mezzo di una guerra, partigiani (perlopiù ragazzi giovani) che si raggruppano in varie in varie formazioni ognuna con i propri pregi e difetti se vogliamo. Alcuni di questi ragazzi, come Milton il protagonista, sono ex universitari che hanno preso la decisione di unirsi appunto ai partigiani, ma la vita che vive il giovane è una vita fatta di attesa, violenza, nascondigli e strategie.

Parleremo meglio dei personaggi più avanti nella recensione, ma tornando al lato più tecnico del libro quindi quello riservato alla scrittura, ci tengo anche a dire che il ritmo generale della vicenda è a mio vedere ben gestito, non ci sono mai momenti calanti o fiacchi, anche in scene rilassante e lente il lettore resta comunque incuriosito dalla vicenda.

L’atmosfera generale è fredda oserei dire, viaggiamo con Milton attraverso scenari diversi, siamo nel novembre del 1944 ad Alba e nelle sue vicinanze, Milton si lascia trasportare all’inizio da un forte senso di malinconia e tristezza che si tramuta in desiderio di verità perché il ragazzo scopre un qualcosa che mette sottosopra tutte le sue convinzioni. Inizia così una corsa alla ricerca di un ragazzo, tale Giorgio Clerici, anche lui partigiano e amico di Fulvia e Milton, colui che ha in mano la verità.

Il romanzo è quindi una corsa contro il tempo di Milton per ritrovare Giorgio che nel frattempo è stato catturato dai fascisti e rischia la morte. Assieme a Milton ci ritroviamo quindi sopraffatti dall’angoscia di non riuscire possibilmente nell’impresa, l’angoscia del non poter dare una risposta alle mille domande. In tutto ciò siamo ricoperti da uno scenario freddo e nebbioso, con case rigide in cui i partigiani si nascondono e cercano alloggio nella notte.

Il nostro Milton

Il testo si apre con Milton che torna in un luogo a lui molto caro, la villa di Fulvia, la ragazza di cui è innamorato e da cui è stato costretto ad allontanarsi per forza di eventi. Questa scena iniziale ci racconta già tanto su Milton e altri personaggi che saranno importanti ai fini della storia, iniziamo anche a comprendere un poco le dinamiche presenti ai tempi del rapporto fra Milton e Fulvia. È facile comprendere fin da subito che Milton è ancora innamorato della ragazza, ma all’interno di questa villa, nel mezzo di questa visita sul viale dei ricordi, il giovane scoprirà che tra Fulvia e Giorgio c’è stato qualcosa, un qualcosa di cui lui non era al corrente.

Come scritto prima, questa scoperta getterà Milton in uno stato di profonda irrequietezza, diventerà apprensivo e agitato. Dopo questo evento lo vediamo smosso solo dal desiderio di risposte.

Il Milton del libro è l’ombra di Fenoglio, l’autore stesso fu un partigiano e in “Un Questione Privata” dipinge una Resistenza senza fronzoli, ma al tempo stesso non dà una lettura singola e buonista della Resistenza. La vita da partigiano che Fenoglio mostra non è quella in cui viene esaltata la visione eroica, dipingendo magari una realtà priva di criticità, ma anzi l’autore ci mostra la realtà anche non del tutto linda della vita da partigiano, ci mostra personaggi anche problematici che in quel tempo e in quella situazione vivono cercando di muoversi tramite strategie e movimenti loschi.

Questo è senz’altro uno dei motivi per cui l’opera di Fenoglio è stata esaltata sempre come “il grande romanzo sulla vita partigiana e sulla Resistenza”, per il senso di realismo con cui l’autore ci mostra i personaggi e questo stile di vita aspro.

Durante la lettura viene spontaneo prendere in considerazione anche ciò che va oltre la storia che si sta leggendo, non stiamo solo seguendo le vicende di Milton o non ci sentiamo solo coinvolti nel turbine di emozioni che travolgono il protagonista, stiamo leggendo anche di Fenoglio stesso, della storia d’Italia, della Resistenza raccontata da chi l’ha vissuta in prima persona.
Non dico che le vicenda del protagonista passi in secondo piano, ma non si può non tenere conto di tutto il mondo che c’è dietro alla pura storia di questi personaggi che stiamo seguendo.

Tutto il testo si concentra su eventi che portano Milton all’apparenza sempre più vicino all’obiettivo ovvero l’incontro con Giorgio, gioca su una tensione sempre presente. E noi andiamo avanti aspettando che accada sempre qualcosa, quest’altra briciola che permetterà a Milton di arrivare forse a conoscere la verità.
Anche il finale è impostato in questo modo, leggiamo una scena che ci porta avanti e tira la corda fino all’ultimo per poi tagliare il testo e chiuderlo con un’ultima frase enigmatica che lascia principalmente due interpretazioni.

Milton alla fine è un personaggio vinto dalle circostanze e dalla vita, è un giovane che lotta in una guerra che sembra senza fine, rischia la morte ogni giorno e si aggrappa a ricordi lontani, ma questi sono fragili e spenti. Per questo quando scopre la verità sul rapporto fra Fulvia e Giorgio monta in lui questo senso di frenesia perenne, tutte le sue certezze vengono spazzate via, ciò di cui era certo riguardo i sentimenti di Fulvia diventa incerto e senza quella base a cui aggrapparsi la vita già ardua di Milton diventa impossibile.

È interessante anche la contrapposizione presente fra il personaggio di Milton e quello di Giorgio, amici certo, ma diverso l’uno dall’altro. Milton è un ragazzo intelligente, non bello d’aspetto come viene ribadito in varie occasioni, sensibile, proveniente da una famiglia non ricca, mentre Giorgio come Fulvia proviene da una famiglia certamente più agiata, è un bel ragazzo, secondo Milton non adatto alla guerra ed emerge da lui un certo senso di nobiltà per l’atteggiamento anche con cui vive con gli altri partigiani.

Insomma, Milton è un personaggio per cui non si può non provare un moto di empatia, è un eroe tormentato, pronto a mettere da parte tutte le conquiste o le imprese compiute in guerra, il suo unico pensiero ad un tratto diventa l’amore, Fulvia e la scoperta della verità.

Conclusioni

“Una Questione Privata” è un testo di cui raccomando assolutamente la lettura perché che ad essere un libro godibile è anche un testo che rappresenta senza fronzoli la realtà partigiana a ci accompagna nel viaggio di un ragazzo tormentato fra piani strategici per recuperare Giorgio, speranze distrutte e paesaggi duri.

Voto:

E voi? Avete mai letto “Una Questione Privata”? Sì? Vi è piaciuto? Fatemi sapere!

A prestissimo!

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