
“E’ appena estate, è tempo di guerra, il mare è un campo di battaglia e le navi sono armi. Mi trovo sul ponte della Osnaburgh diretta verso la Scozia. Non sono molto diversa dalla posta e dal carico nella stiva della nave. Sono una lettera da non restituire al mittente, spedita a un futuro che non conosco. Punto gli occhi sulla riva, come se questo bastasse a sgonfiare il vento nelle vele. Ma la terra non è che una linea sottile, e a poco a poco le nuvole livide la inghiottono. E io mi sento completamente sola.”
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“Cammino nella scia nera dell’umore di mio padre, cercando di aggrapparmi ai ricordi del vento e del cielo sulle verdi colline scozzesi, mentre la puzza e lo squallore di Holborn mi colpiscono come un pugno. Il frastuono dei carri sopra i ciottoli non basterà mai a coprire il suono del bestiame che urla mentre viene condotto al mattatoio. Qui, a Skipper Street, dove viviamo, nemmeno l’armistizio può fermare le mosche che ronzano sui canali di scolo dove scorre il sangue. Più che un ritorno a casa questo mi pare un naufragio.”
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“Il giorno che Percy Bysshe Shelley entra nella mia vita è come se un folgore mi attraversasse l’anima. Il mio cuore era come il cielo di Holborn, grave e freddo, e color del carbone. E poi in un istante, lo schianto di un tuono, e tutto il paesaggio della mia esistenza cambia.”
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“Di notte vado a letto da sola mentre Claire resta sveglia in attesa del suo gioco preferito: essere la nuova amante di Shelley. Gli canta canzoni, ride e lo scongiura di raccontare delle storie. Ma le storie non sono un gioco per Shelley. Dopo mezzanotte, quando beve l’oppio e osserva le lingue calde del fuoco trasformarsi in ceneri morte, tizzoni ardenti gli riempiono gli occhi e l’oscurità gli invade il cuore. Quindi la preda diventa cacciatore. Come un mago che pronunci un incantesimo, Shelley tesse storie di streghe e spettri così sinistre che Claire è terrorizzata. D’un tratto picchia alla mia porta, piange, chiedendomi di venire a dormire nel mio letto dopo che lei è già stata nel suo.”
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“Io sono la ragazza in esilio che si sente così rifiutata dal padre da doversi creare una famiglia di spettri. Io sono il poeta che si sente perseguitato, perché la società lo detesta per le sue convinzioni. Io sono la sorella ostacolata dall’illegittimità e della disperazione, che sceglie di morire da sola. Io sono la moglie abbandonata accanto al fiume, che non sopporta più di vivere. Io sono la rabbia e la vergogna che bruciano come braci dentro di te. Io sono le parole strappate dalla tua mente che palpitano come un cuore pulsante. Io sono la tua Creatura.”
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Bei testi! Letti tutto d’un fiato! 🙂
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