Buon mercoledì!
Come state trascorrendo questa ultima settimana del 2021? Siete carichi/e per l’anno nuovo? Come avete trascorso il Natale?
Oggi parliamo dei libri flop del 2021, quei cinque libri che fra tutte le letture dell’anno non mi hanno conquistata e sul finire del 2021 ripensandoci ho deciso di inserire fra i libri più deludenti.
Questo articolo ha anche un fratello gemello, quello dei libri top che uscirà domani e vi dico la verità è stato molto più semplice per me selezionare i libri migliori rispetto ai peggiori, i libri di cui vi parlerò oggi infatti pur essendo presenti in una classifica di questo tipo sono letture che sono felice di aver fatto, nel bene e nel male.
Ci tengo sempre a ribadire che queste sono mie opinioni personali e non intendo in alcun modo offendere autori, case editrici e voi lettori/lettrici di questo articolo, se avete amato questi libri vi prego di non offendervi per la mia modestissima opinione.
Detto ciò, alcuni dei libri che citerò oggi sono libri di cui abbiamo già parlato in recensioni ad essi dedicate, ma per altri non è ancora uscita nessuna recensione, non temete, uscirà nelle prossime settimane/mesi e ne parleremo in modo più approfondito.
Come sempre andremo in ordine decrescente, quindi partiremo dal quinto classificato di questa personale top, fino al primo.
Iniziamo!


Latitudine 0° – Marco Lapenna
Anno di Pubblicazione: 2021
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Alla ricerca di Nina, la donna magnetica e incostante che non è mai riuscito a dimenticare, Gaspar Carvajal giunge in una Città del Messico anestetizzata dall’inverno. Nina si è volatilizzata mesi prima, solo una flebile traccia la lega a una psichiatra assassinata e ai vaneggiamenti del Russo, personaggio oscuro e inquietante, ossessionato da una fantomatica foresta: un continente invisibile dai confini sfuggenti, retto da un egemone sanguinario. Eppure non si tratta delle farneticazioni di un folle, la foresta esiste, è un luogo violento e primordiale dove la vita è guidata da pulsioni ancestrali e i desideri degli uomini – inappagati e inappagabili – prendono la forma concreta di demoni pronti a divorarsi l’un l’altro. Carvajal decide di inoltrarsi in questo territorio selvaggio piegandosi a una nuova esistenza dove sono saltate tutte le regole del contratto sociale e vige un’unica legge: la predazione istituzionalizzata. Ma anche in questo universo immutabile qualcosa sta cambiando. Un condottiero dal demone straordinariamente potente si è messo alla testa di un manipolo di ribelli per annientare la schiavitù del desiderio e raggiungere, muovendo di colonia in colonia, il centro pulsante della foresta: Latitudine 0°. Un romanzo visionario, avventuroso, che ammicca alla letteratura fantastica e al mito azteco, in un’America Latina onirica e misteriosa dove ogni uomo, dimentico di sé stesso, è costretto a fare i conti con il proprio cuore di tenebra.

Ho deciso di inserire questo libro al quinto posto e non al primo perché non sono riuscita a terminarlo e non pensavo fosse corretto inserirlo al primo posto. Ho iniziato a leggere “Latitudine 0°” con le migliori premesse, è un libro che si presenta come un testo più particolare, molto vivido che catapulta il lettore in una foresta selvaggia che al suo interno nasconde un mondo pericoloso e misterioso. La trama sembra virare a tratti verso un qualcosa di onirico quasi o legato al realismo magico, purtroppo dopo aver iniziato la lettura però mi sono ritrovata in un mondo di totale confusione. Non ho amato particolarmente lo stile dell’autore, che risulta a volte troppo secco e tagliente, ci troviamo in un contesto in cui le leggi sembrano essersi capovolte e lo stile dell’autore a volte confonde ancora di più il lettore. E’ stata una lettura, come dicevo, che non sono riuscita terminare perché verso la metà mi sono sentita completamente sconfortata e bloccata. L’autore inserisce mille parentesi, ma nessuna si comprende a pieno. E’ un libro frastagliato, ben poco scorrevole, in cui tutto risulta confuso e, almeno per me, nulla si incastra del tutto. L’idea di base era ottima, purtroppo il testo in sé si perde troppo a mio avviso.


Sorelle – Daisy Johnson
Anno di Pubblicazione (Italia): 2021
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Le sorelle adolescenti Luglio e Settembre sono strette da un legame simbiotico forgiato con una promessa di sangue quando erano bambine. Vicine quanto possono esserlo due ragazze nate a dieci mesi di distanza, a volte è difficile stabilire dove finisca l’una e cominci l’altra. Abituate all’isolamento, non hanno mai avuto amici: bastano a se stesse. Ma un pomeriggio a scuola accade qualcosa di indicibile. Qualcosa da cui non si può tornare indietro. Alla disperata ricerca di un nuovo inizio, si trasferiscono con la madre dall’altra parte del paese, sul mare, in una vecchia casa di famiglia semiabbandonata: le luci tremolano, da dietro le pareti provengono strani rumori, dormire sembra impossibile. Malgrado questo inquietante scenario, a poco a poco la vita torna ad assumere una parvenza di normalità: nuove conoscenze, falò sulla spiaggia… Luglio si accorge però che qualcosa sta cambiando, e il vincolo con la sorella inizia ad assumere forme che non riesce a decifrare. Ma cos’è successo quel pomeriggio a scuola che ha cambiato per sempre le loro vite?

Abbiamo già parlato di questo libro (esattamente qui) quindi cercherò di essere breve, ma ci tengo a dire che questa è stata una lettura abbastanza recente, è stato infatti il libro di novembre per il gruppo di lettura. Questo libro mi ha delusa sotto vari aspetti, viene promosso come un testo che unisce le atmosfere di King a quelle della Jackson, ma credo sia su un’altra traiettoria. Ci sono tante tematiche in questo libro, ma nessuna viene approfondita a dovere, la vicenda prende una piega piuttosto scontata e inevitabile, senza parlare della casa in cui si svolge la storia, che dovrebbe essere un altro personaggio quasi, ma invece viene inserita ogni tanto per unire qualche punto senza dare vigore o personalità a questa.


L’Uomo Vestito di Nero – Stephen King
Data di Uscita: 2020
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«Penso che qualcuno leggerà le mie parole. Resta da chiedersi se ci crederà o no. Quasi certamente no, ma non ha importanza. Non mi interessa essere creduto, ma liberarmi. E ho scoperto che la scrittura può essere una forma di liberazione.» Gary è un uomo molto anziano. Sente il suo corpo sgretolarsi come un castello di sabbia lambito dalle onde; sente una fitta nebbia avvolgere i ricordi di oggi e di ieri. Eppure, un episodio del passato più lontano brilla nitido nella sua memoria, come una stella oscura nelle costellazioni dell’infanzia: il pomeriggio di mezza estate in cui, quando aveva nove anni, si addentrò nel bosco per andare a pescare al torrente e incontrò un uomo tutto vestito di nero. Uno sconosciuto dagli occhi di fuoco. I tratti di quel volto spaventoso e le parole terribili che uscirono da quella bocca, terrorizzandolo da bambino, hanno tormentato Gary per tutta la vita, come un lungo incubo. E proprio adesso sente l’urgenza di mettere nero su bianco ogni dettaglio. Nella speranza che la scrittura lo liberi da quell’ossessione.

Mi dispiace inserire un testo di King nei libri flop dell’anno, ma questo è un raccontino estrapolato da una raccolta che è stato inserito in un testo a sé con un racconto di D. Hawthorne e varie illustrazioni. Lo avevo trovato usato e presa dall’amore per King lo avevo acquistato, ma non mi ha convinta. E’ un racconto omaggio ad Hawthorne appunto, ma non ha quel solito mordente di King, è inquietante per poco, ma non ha un impatto a mio parare duraturo o forte sul lettore, scorre via dopo la lettura e non rimane nulla, sono affascinanti le illustrazioni che si integrano abbastanza bene con la vicenda, il problema però rimane il racconto in sé, piatto in generale.


La Casa Infestata di Place du Lion D’Or – A cura di Fabio Camilletti
Anno di Pubblicazione: 2020
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Nell’autunno del 1786 una famiglia britannica sperimentò fenomeni inquietanti in una casa delle Fiandre francesi: la storia venne pubblicata per la prima volta nel 1822 e continuò a essere narrata e rinarrata per più di un secolo, trasformandosi in una vera e propria leggenda contemporanea prima di sparire nell’oblio. Questo libro raccoglie tutte le testimonianze su questo Amityville Horror del 1786, fra resoconti di prima mano, pubblicazioni anonime e rielaborazioni narrative, fra cui la sorprendente reinterpretazione che del caso fece Charles Dickens in uno dei suoi racconti natalizi. Del resto, come si sa, anche se i fantasmi non esistono, esistono tuttavia le storie che ne parlano: le quali – specialmente nell’epoca delle fake news – hanno ancora molto da insegnarci sull’affidabilità di fonti e testimonianze, sul piacere che si prova a essere ingannati e sull’importanza dei dettagli nella ricerca della verità. Da questo punto di vista, quello del fantasma di Place du Lion d’Or è un perfetto esempio di caso ancora aperto: la cui soluzione definitiva ci sarà, forse, inevitabilmente preclusa, ma che invita in ogni caso al piacere dell’indagine.

Senza mettere in dubbio la bellezza delle edizioni ABEditore con illustrazioni, copertina e tavole meravigliose all’interno, il contenuto di questo libro non mi ha entusiasmata. Parla di una casa situata appunto a Place du Lion D’Or in Francia e delle disavventure di una famiglia che per qualche tempo ha alloggiato, ignara, all’interno delle sue mura assistendo a suo malgrado a fatti paranormali. Il libro assomiglia più ad un saggio che ad un romanzo, ripropone la stessa storia in cui si narrano gli eventi della famiglia che ha sostato in casa da diversi punti di vista, ma la base non cambia. Ci sono versioni praticamente uguali o altre che cambiano di poco, per un minuscolo dettaglio. Il libro ha un introduzione molto interessante che ripercorre anche le origini delle storie di fantasmi e lo sviluppo di queste nella letteratura, ma la vicenda di per sé diventa ripetitiva ad un certo punto, proprio perché la storia è simile, e la si legge molte volte, fino a conoscerla a memoria. Alla fine c’è un breve racconto di Dickens che cita i fantasmi, ma non ho ben capito questo inserimento, mi è sembrato forzato anche se il tema sono i fantasmi il libro riguarda una vicenda diversa.


La Banda del Cimitero – Jesse Bullington
Data di Uscita: 2010
Link all’acquisto: QUI
Nell’anno del Signore 1364, stritolata dal terribile morbo della Peste Nera, l’intera Europa appare come una landa desolata: una terra senza speranza in cui, simili agli spettri, si aggirano i corpi scheletrici di chi è sopravvissuto alla catastrofe. In questo regno di fame e paura, dove il prossimo non è altro che un nemico da tenere a bada con la forza delle armi, il terrore è alimentato da storie che parlano di streghe e di demoni, creature malvagie sempre pronte a gettarsi sui vivi per consegnare nuove anime al mondo dei dannati. Hegel e Manfried Grossbart, però, non temono nessuna maledizione. E, convinti di godere della protezione della Vergine Maria a cui sono devoti, sbarcano il lunario svaligiando cimiteri. Guai a chi, per troppo coraggio o semplice ignavia, dovesse incrociare la strada dei due ladri di tombe. Fedeli a un solo desiderio – raggiungere l’Egitto per depredare le necropoli dei faraoni – Manfried ed Hegel, oltre che ladri, sono anche assassini senza scrupoli. I protagonisti di un viaggio che, in un romanzo in bilico tra il folklore dei fratelli Grimm e la vena dissacrante di Quentin Tarantino, saprà parlare di fattucchiere passionali e di morti viventi, di crociate e di eresie, di mostri assetati di sangue e di preti reietti. Un medioevo spaventoso ma vivo, in grado di trascinare il lettore in una storia dove i colpi di scena rappresentano la regola e i lati oscuri delle antiche leggende escono dai libri per impossessarsi della realtà.

Questo libro è stata la mia prima lettura del 2021 e direi che ha donato subito un tono al mio anno perché se è qui in prima posizione nei libri flop c’è un buon motivo… Anche di questo libro potete trovare qui la recensione, uscita qualche mese fa, quindi non mi dilungherò più di tanto. E’ un libro che inizia in modo promettente, ma finisce per trascinarsi per più di 500 pagine in un’epopea straziante in cui assistiamo alle avventure di questi due fratelli Grossbart, personaggi negativi e a lungo andare ben poco sopportabili, che si muovono dalla Germania, all’Italia e infine in Egitto per andare a depredare tombe. Il libro si dilunga eccessivamente e si arriva ad un certo punto in cui si perde l’interesse per gli eventi narrati. Qui il problema per me non è stato lo stile dell’autore, alcune immagini e descrizioni sono anche suggestive, ma è il dilungarsi della vicenda che rende poco sopportabile il tutto, senza parlare del fatto che in tutto questo marasma di eventi i due personaggi non sembrano essere cresciuti per nulla, non c’è un’evoluzione, un cambiamento, nulla. Alcuni punti di questo testo li salverei, come lo stile a volte godibile dell’autore o alcune scene molto suggestive, ma è stata comunque per me una lettura piuttosto deludente.
Bene! E voi? Quali sono stati i vostri libri flop del 2021? Com’è stato il vostro anno di letture? Fatemi sapere!
A domani!

Ho letto Sorelle
Condivido. Forse avevo aspettative troppo alte oppure ne avevo sentito parlare troppo bene, non so. L’ho finito con un grande punto interrogativo. Ma davvero era tutto lì?
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eh King è pericoloso, ha quel suo stile ricco di dettagli che nei libri con più pagine sembra annacquare tantissimo la narrazione; lo ho notato un po’ con It e ne ho sofferto tantissimo con The Tommynockers (per questo sono reticente se leggere o meno Shining) sono tutti libri con moltissime pagine e forse lui ha dovuto… allungarli?
infatti, Cimitero vivente e Carrie sono libri molto corti e incisivi
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Anche io ho notato questo aspetto, devo ancora lanciarmi nella lettura dei mattoni veri e propri di King, ad esempio It o The Dome (per citarne due), ma è come se a volte lui partisse da una base ridotta per andare man mano ad aggiungere dettagli, descrizioni ecc, fino ad allungare il tutto. Carrie a me era piaciuto molto proprio per la sua forza data anche forse dalla brevità rispetto agli altri libri di King, mi ero convinta di voler leggere tutto King andando in ordine cronologico, ma forse seguirò l’istinto (c’è da dire che all’inizio quando mi sono approcciata a King sono andata subito in ordine sparso), anche perché ora dovrei leggere “Le Notti di Salem” e non trovo mai lo spirito giusto per iniziarlo
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