Rieccoci! E dato che oggi è il 31, buon Capodanno e buon ultimo dell’anno!
Dunque, oggi top three letture del 2025, abbiamo parlato qualche giorno fa dei flop ed ora è arrivato il momento di concentrarci sui libri top, quelli che sono, nei testi che ho letto quest’anno, i tre migliori.
Per chiudere in bellezza un anno disastroso, oggi che è l’ultimo, ci concentriamo sulle cose positive, letture top che hanno rallegrato un anno buio, evviva!
Mi ritrovo a fare la stessa premessa, il 2025 è stato un anno povero e gramo anche a livello di letture quindi per quest’anno sono solo tre i libri top, ma come preannunciato il 2026 è alle porte e sì, dovrà essere un anno di ripresa, sì ci riprenderemo tutto quanto.
Bene, iniziamo, ovviamente andiamo dalla terza posizione alla prima, quindi dal “top meno top” al “top al 100%”.
Ci tengo a dire che anche qui la seconda e la terza posizione possono essere intercambiabili, anzi, è stato assai complesso per me scegliere un ordine definitivo, ma non per la prima posizione, quella è certa, la prima posizione è davvero la lettura migliore dell’anno.


One Dark Window – Rachel Gillig
Anno di Pubblicazione: 2024
Link all’acquisto: QUI
La città di Blunder è circondata da una nebbia che rende folle e infetto chiunque vi entri in contatto. Elspeth conosce bene quella magia, perché scorre nelle sue vene in quanto infetta. Ma la deve tenere nascosta, perché la magia è bandita, pena la morte. Nessuno deve sapere che è costretta a convivere con l’Incubo, un mostro, uno spirito antico intrappolato nella sua mente, che le parla e la protegge. Tutto cambia quando incontra un bandito nella foresta, un uomo affascinante e misterioso, ma che è anche a capo degli uomini più pericolosi della città. Elspeth viene così trascinata in un mondo di ombre e inganni, in cui il confine tra la ragazza e il mostro diventa sempre più labile…

Allora, ho scoperto questa dilogia casualmente guardando un video di una ragazza che seguo su Youtube (nonostante sia una dilogia piuttosto famosa), ero in un momento di fermo assoluto a livello di letture, forse verso fine agosto/inizio settembre e avevo la necessità di buttarmi su qualcosa di nuovo o fuori comunque dalla mia comfort zone. Non è che io non legga fantasy o dark fantasy per scelta, anzi sono generi che amo molto e che mi intrigano molto, poi se devo essere sincera io non guardo più di tanto ai generi, se un libro mi attira lo leggo e basta. Solo che generalmente mi spingo su altro, ma seguo anche il mio istinto e il mio desiderio di lettura del momento. Quindi leggere “One Dark Window” è stata un esperienza diversa, ma che ho apprezzato molto e che temo abbia aperto le porte ad un mondo nuovo per me, infatti ho iniziato a spulciare testi simili per quanto mi è piaciuto. Questo è il primo volume, ma ho già recuperato ovviamente il secondo che mi attende buono buono nella immensa pila di libri da leggere. Cosa mi è piaciuto di questo testo? Beh, l’atmosfera funziona benissimo, come anche la struttura vera e propria del testo e anche i personaggi, trovo infatti che Rachel Gillig abbia scritto un libro assolutamente ben orchestrato e ben fatto in generale a livello di esperienza per il lettore e opera completa. Seguiamo la protagonista che lotta per tutto il tempo con questo essere presente nel suo cervello mentre si ritrova all’interno di un gruppo assai interessante che mira ad un obbiettivo e che che ha bisogno di lei appunto, Elspeth, per raggiungerlo. Ci ritroviamo in un regno oscuro, abbiamo la magia che qui è vista come una malattia, un contagio, spuntiamo in questi scenari ammantati dalla nebbia, dal grigiore e dalla minaccia, è un regno duro governato da figure spietate. Come avrete capito da tempo io sono una fanatica delle atmosfere, e qui sono assolutamente ben costruite, castelli su alture, foreste inquietanti, luoghi misteriosi. Insomma, questo libro mi ha stupita, è iniziata come lettura speranzosa fuori dalla mia comfort zone e si chiusa come lettura molto apprezzata. Ne parleremo ovviamente meglio in una recensione approfondita.


Il Capro – Silvia Cassioli
Anno di Pubblicazione: 2022
Link all’Acquisto: QUI
“Il capro” è il romanzo definitivo sul Mostro di Firenze: un’opera che scava nell’indicibile per riportare alla luce una scheggia di verità. Lo schema era fisso. Prima il maschio, poi la femmina. Prima la pistola, poi il coltello. Infine la firma: i colpi di una Beretta calibro 22 con la lettera H incisa sui bossoli. Una volta, e un’altra, e un’altra ancora. Otto delitti, sedici morti, diciassette anni di buio e angoscia. Per descrivere quell’orrore incomprensibile ed efferato, circoscritto in un’area della Toscana larga poche decine di chilometri quadrati, tra colline e oliveti, la cronaca conia un epiteto, poi ripreso nei servizi di tutto il mondo, nelle indagini e processi: il Mostro. Un’espressione che sarebbe diventata nel tempo uno dei nomi dell’oscuro. Partendo dalla gioventù di Pietro Pacciani e dei «compagni di merende», Silvia Cassioli insegue lungo gli anni settanta e ottanta il coro dissonante di voci che attraversano e circondano i delitti del Mostro, ripercorre i passi dei protagonisti e dei comprimari, delinea psicologie e fisionomie di vittime e sospettati, inquirenti e semplici osservatori. Il risultato è il ritratto di una provincia feroce e arcaica, lontana da qualsiasi idillio, specchio ribaltato della mistura di sessuofobia e bigottismo, gossip e psicosi collettiva che avvolgeva la nazione. Una narrazione intensa, che ci costringe a confrontarci con le contraddizioni e i fantasmi che abitano le nostre paure, perché, come forse ci siamo resi conto solo troppo tardi, «basta un nulla e di Mostri ne saltano fuori a decine».

“Il Capro” è una lettura piuttosto recente e parla della vicenda del “Mostro di Firenze”, diciamo che Silvia Cassioli in questo libro narra la vicenda dall’inizio alla fine, vi fa ripercorrere gli anni del Mostro, parlando degli omicidi ovviamente ma anche di come sono avanzate le indagini nel mentre e dei vari sospetti/dicerie di paese e non. Vi fa immergere in quegli anni e in quello che era il clima nelle campagne di Firenze, ma soprattutto vi fa comprendere il tipo di contesto sociale in cui ci troviamo che si deve considerare. Ora, questo libro non è etichettato come saggio perché non ha lo stile del saggio, Cassioli si basa e narra fatti reali ma lo stile di scrittura che adotta è molto particolare, ci sono pezzi in dialetto fiorentino, c’è questo black humor di fondo, la vicenda è raccontata con un piglio singolare. Sicuramente alcuni punti della vicenda non sono proprio approfonditi al 100%, ma non è la premessa o l’obbiettivo del libro, nel senso che questo non si prefigge di essere un manuale del Mostro livello avanzato, è un testo che può essere adatto se vi volete approcciare alla storia del Mostro di Firenze e volete avere una buona base di comprensione della vicenda in toto, ma se volete aggiungere un livello ulteriore di conoscenza ci sono anche altre letture da poter aggiungere a questa. Ci sono molti volumi di saggistica dedicati alla vicenda, questo diversamente dagli altri vi da tutte le nozioni base da conoscere e lo fa con uno stile piacevole, sembra quasi che Cassioli vi stia raccontando la vicenda mentre siete seduti al bar. Ovvio, ci sono situazioni in cui lo stile diventa un poco più saggistico soprattutto quando ci ritroviamo in un aula di tribunale, ma in generale Cassioli vi parla di sospetti, sospettati, branchie varie (molte branchie) che ha preso la vicenda, voci e altro in modo da non rendere la vicenda pesante o confusionaria nella lettura. Sicuramente approfondirò la vicenda con altre letture, di cui una già recuperata che mi attende, ma questa è stata una buona base per comprendere almeno il contesto, la sequenza di omicidi, le indagini (ci si concentra molto sulla diversa visione delle cose delle varie figure adibite alle indagini) e i sospetti.


Il Conte di Montecristo – Alexandre Dumas
Anno di Pubblicazione: 1846
Link all’Acquisto: QUI
Ha centosettant’anni, ma non perde un colpo. Pubblicato a puntate fra l’agosto 1844 e il gennaio 1846 sul “Journal des Débats”, mentre Dumas lo stava ancora scrivendo (con l’aiuto di un ghost-writer, Auguste Maquet), senza sapere nemmeno lui come l’avrebbe concluso, e intanto metteva in cantiere altri due o tre romanzi, “Il conte di Montecristo” ha lasciato, e lascia tuttora, col fiato sospeso folle di lettori di ogni estrazione sociale e di ogni paese. Nessun romanzo, forse, ha avuto tante edizioni (settantasei solo in Italia, già dal 1846), tanti adattamenti cinematografici (il primo nel 1922) e televisivi; è diventato un musical, un fumetto con Paperino, è stato immortalato sulle figurine Liebig e condensato nelle strisce della Magnesia San Pellegrino; oggi ispira la serie americana “Revenge”. Tutti quindi possono dire di conoscerne almeno a grandi linee la trama e il protagonista, anche chi non lo ha mai letto. Ma non c’è trasposizione, necessariamente lacunosa, data la mole del romanzo, che valga il godimento di aprirlo e rimanere intrappolati senza scampo nel suo inesorabile ingranaggio narrativo, che funziona sempre anche se si sa già come andrà a finire la vicenda. I suoi stessi difetti, le ripetizioni, le digressioni, le zeppe, sono funzionali al piacere della lettura.

Chi poteva essere se non lui? Eh lo so. Questa è stata la mia prima lettura del 2025, ovviamente ci ho messo qualche settimana a terminarlo, l’edizione che vedete sopra è quella in mio possesso che ho letto, ma è fuori catalogo al momento quindi ho inserito nel link quella Einaudi. Che dire sul “Conte di Montecristo”? Beh, è un anno che io continuo a pensare a questo libro nonostante lo abbia terminato a febbraio, non ho mai smesso di pensarci ed è stato difficile leggere altro o apprezzare altro nei primi tempi dopo la lettura, sicuramente è diventato uno dei miei testi preferiti nel mio personale Olimpo dei libri top. Anche di questo ovviamente ne parleremo in una recensione approfondita perché c’è molto da dire, l’ho letto anche nel periodo in cui c’era la conte-di-Montecristo-mania ovvero quando è uscita la serie su Rai1 con Sam Claflin e quel film su Mediaset con Pierre Niney che a mio vedere è un’esperienza pre-morte. Non faccio la puritana del romanzo originale, ma obbiettivamente il film non mi è piaciuto, fotografia assolutamente riuscita, attori ok, scenografia buona, ma farmi sembrare Edmond una specie di eremita disadattato e psicopatico anche no o una specie di gangster ottocentesco che arriva nel suo enorme castello con il mantello nero e i cani minacciosi parcheggiati in salotto. Hanno tagliato eccessivamente una vicenda complessa che meritava più tempo e costruzione. Ho letto una critica riguardo al fatto che se il film non avesse a che fare con il conte di Montecristo non sarebbe male e sono d’accordo. Comunque, serie e film a parte, questo è un romanzone sia a livello di mole che a livello di personaggi, tematiche, eventi, collegamenti, legami… è proprio quel classico libro in cui ti immergi e quando ne esci ti sembra di essere tornato dopo un mese in un altro Paese. C’è di tutto qui dentro, vendetta, amore, dolore, libertà, tempo perduto, tutto. Mi voglio immergere per bene nel discorso nella recensione dedicata, vi basti sapere che questo testo è epico, spettacolare, incredibile e indimenticabile direi.
E voi? Quali sono le vostre letture top dell’anno? Fatemi sapere!
Siamo giunti all’ultimo giorno del 2025 (finalmente), e non posso che farvi i miei sinceri auguri per un meraviglioso primo passo nel 2026.
Noi ci leggiamo prestissimo, giuro, perché dobbiamo ancora parlare degli obbiettivi del 2026 e recap 2025, recensioni, cose del 2025…ne abbiamo di cui parlare!
A presto cari/e!

